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Copia - Portfolio Sara Carfagno
Sara Carfagno
Created on June 27, 2024
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Transcript
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PROGETTI
CINEMA E MONTAGGIO
BANHARU, CARFAGNO, QUAGLIA
ESCAPE INTO THE TRAP
INFO
VIDEO
T'AMO, 2024
PROGETTAZIONE E FOTOGRAFIA
INFO
SOLDATI, 2024
STUDIO DI FIGURA
JOIE DE VIVRE, 2024
CARA CATASTROFE, 2024
IL DOLORE DI CRESCERE, 2024
INFO
CHIAMATA ALLE ARTI
RAVENNA FESTIVAL 2024
Elaborato realizzato durante una performance artistica dal vivo che ha accompagnato il concerto dell'Orchestra Toscanini durante il Ravenna Festival presso il Museo Classis.
L'opera è stata proiettate su richiesta del direttore artistico e violoncellista Michele Marco Rossi durante la propria esibizione accompagnata dalla musica elettronica di Davide Bardi
FOTOGRAFIA DI LUCAS CONCAS, 17 GIUGNO 2024
FOTOGRAFIA DI EMMA GRAZIANI, 18 GIUGNO 2024
FOTOGRAFIA DI EMMA GRAZIANI, 18 GIUGNO 2024
FOTOGRAFIA DI LUCA CONCAS
TEATRO
SPERIMENTAZIONE CHROMA KEYING, 2024
MARE, 2024
FOTO
FOTO
COMPETENZE OPERATIVE E COMUNICAZONE
AFFRESCO, 2024
INFO
INFO
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Presentazione
COMPETENZE OPERATIVE E COMUNICAZIONE
Realizzazione di una presentazione digitale e cartacea che esprima quanto sperimentato praticamente e quanto appreso teoricamente.
T'AMO, CONCORSO GALDUS "FILI DI UNA STESSA TRAMA"
Essere Fili di una stessa trama significa condividere un vissuto, essere legati indissolubilmente. L’immagine evoca il termine “legame”, che racchiude in sé tutta l’ambivalenza di ciò che è connessione, condivisione, affezione, nutrimento, ma anche prigionia e limite della propria libertà di agire e muoversi liberamente nel mondo. Legame quindi come ciò che è al tempo stesso nutrimento che vivifica e cappio che soffoca. T’Amo è un progetto che si propone di rappresentare quest’ambivalenza servendosi dei traslucidi volumi del cordone ombelicale, potente simbolo del più forte tra i legami affettivi, quello genitoriale, e modellandoli in una collana che si avvolge intorno al collo come un cappio.Il cordone ombelicale è di vitale importanza per il sostentamento del feto, eppure sarebbe impossibile crescere ancora vincolati dalla sua presenza, ragion per cui viene reciso o si stacca naturalmente dopo la nascita. Allo stesso modo restare prigionieri dei propri legami affettivi, schiacciati dal peso delle altrui aspettative e impauriti al pensiero di contrariare l’altro, coincide con il sacrificio della propria vera identità, una rinuncia alla nascita e al compimento della propria natura.Il cordone ombelicale rappresenta simbolicamente l’amore soffocante, che rende impossibile soddisfare e persino riconoscere le proprie esigenze, i propri sogni e i propri pensieri.Anche il titolo racchiude in sé un significato metaforicamente ambivalente, poiché è contemporaneamente dichiarazione amorosa e riferimento nascosto all’amo da pesca, che tramite l’invitante promessa di nutrimento dell’esca inganna i pesci e li costringe fuori dall’acqua, soffocandoli.Il prototipo della collana è realizzato in bioplastica, materiale che ben rende l’impressione del cordone ombelicale, con le sue escrescenze, irregolarità e opalescenze.
FOTOGRAFIA DI LUCA CONCAS
CHIAMATA ALLE ARTI
Chiamata è un progetto elaborato da Cristina Mazzavillani Muti che nasce per favorire il confronto tra giovani rispetto alla contemporaneità e di esprimere il proprio sentire attraverso opere cinematografiche, poetive, pittoriche, musicali. Le opere pittoriche sono frutto delle suggestioni derivanti dall'ascolto dei brani contemporanei eseguiti dal vivo dall'orchestra e l'esecuzione pittorica funge da perfonmance visiva per gli spettatori
ESCAPE INTO THE TRAP
Escape Into the Trap è un cortometraggio inspirato a Kottos, un brano musicale di Xenakis, il cui incedere ritmato e drammatico ha suggerito l’immagine di un angosciante inseguimento senza alcuna via di scampo. Da queste impressioni nasce la riflessione che ispira il leitmotiv del progetto, l’impossibilità di fuggire da ciò che si teme, espresso attraverso immagini di situazioni di fuga e prigionia fisica che evocano metaforicamente una condizione interiore. Il parallelismo tra interiorità ed esteriorità è evidenziato da alcune inquadrature che ritraggono lo sguardo dei personaggi, in cui l’occhio, quale organo sensoriale che riceve informazioni dall’esterno e al contempo svela ciò che è celato all’interno, diviene intermediario simbolico tra mondo interiore ed esteriore.L’uomo è vittima della sua natura, caratterizzata da un’attitudine alla fuga piuttosto che alla risoluzione, che invece di allontanarlo dal pericolo, fa sì che egli cada vittima delle proprie paure: da qui il titolo Escape Into the trap. L’alternarsi convulso delle diverse scene enfatizza la confusione quale caratteristica dell’esistenza umana. Un intrecciarsi di fughe disperate, di tormenti, ognuno dei quali ignoto agli altri, con la conseguenza che l’uomo, nell’affrontare le proprie paure, sia sostanzialmente solo.