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Quant'è bella giovinezza!

Antonietta Esposito

Created on June 10, 2024

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Transcript

Quant’è bella giovinezza !

Presentazione

Mappa

Indice

Arte

Geografia

Storia

Joan Miró

Ed.civica

Africa

Letteratura

2 Rivoluzione Industriale

Tecnologia

Diritti dell'infanzia

Inglese

Giacomo Leopardi

Digitale e le reti

Scienze

Cyberbulling

Francese

I disturbi alimentari

Musica

Les peurs des ados

Ed.fisica

Porto sicuro per i giovani

Religione

Valori educativi dello sport

Ringraziamenti

Rapporti giovani-chiesa

Siamo sicuri che la giovinezza sia così bella?

PRESENTAZIONE

Ho scelto di parlare della giovinezza perchè è il periodo della vita che sto vivendo. La giovinezza è incertezza, è paura di sbagliare. Oggi viviamo in un momento storico difficile, dopo aver superato l’isolamento del covid 19 con tutte le ripercussioni che ha avuto sulla nostra crescita psicologica, ci vediamo costretti a fronteggiare guerre e violenze di ogni genere. Il mondo, sia quello reale che quello virtuale, nasconde pericoli in ogni angolo. Il futuro fa paura però in fondo noi siamo solo ragazzi e abbiamo il diritto di vivere con leggerezza, sostenuti dal calore e dall’amore delle nostre famiglie, senza perdere di vista gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri insegnanti, sbagliando ma facendo comunque tesoro dei nostri errori.

Ho scelto di parlare dell’adolescenza perchè è il periodo della vita che sto vivendo. L’adolescenza è incertezza, è paura di sbagliare. Oggi viviamo in un momento storico difficile, dopo aver superato l’isolamento del covid 19 con tutte le ripercussioni che ha avuto sulla nostra crescita psicologica, ci vediamo costretti a fronteggiare guerre e violenze di ogni genere. Il mondo, sia quello reale che quello virtuale, nasconde pericoli in ogni angolo. Il futuro fa paura però in fondo noi siamo solo ragazzi e abbiamo il diritto di vivere con leggerezza, sostenuti dal calore e dall’amore delle nostre famifglie, senza perdere di vista gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri insegnanti, sbagliando ma facendo comunque tesoro degli errori. Ma siamo sicuri che la giovinezza sia così bella?

"Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia:di domani non c'è certezza"

E’ un periodo che nasconde molte insidie. Durante la giovinezza siamo attraversati da grandi cambiamenti fisici e mentali che non sempre riusciamo ad accettare e che in alcuni di noi ragazzi, causano non pochi problemi. Ci vediamo brutti, ci isoliamo, ci sentiamo inadeguati e ci rifugiamo in un mondo tutto nostro nel quale non facciamo entrare quasi nessuno. Con il tempo però sicuramente impareremo ad accettare che i cambiamenti fanno parte del nostro percorso di crescita. Non so come mi sentirò superata la giovinezza ma nel mio cuore ci sarà sempre uno spazio riservata ad essa, perchè comunque andrà la giovinezza è un’ età che non torna più dobbiamo viverla e godercela pienamente. Lorenzo il Magnifico non a caso scriveva:

QUANT'E' BELLA GIOVINEZZA

RELIGIONERapporti giovani-chiesa

ED.FISICAI valori educativi delo sport

MUSICAPorto sicuro per i giovani

FRANCESELes peurs des ados

SCIENZEI disturbi alimentari

INGLESECyperbullismo

TECNOLOGIAIl digitale e le reti

LETTERATURA Giacomo Leopardi

ED.CIVICAI Diritti Dell'infanzia

STORIA II rivoluzione industriale

GEOGRAFIA L'Africa

ARTE Joan Miró

Quando si parla di giovinezza in ambito artistico il pensiero va a Joan Mirò non a caso di lui Jacques Prevert diceva che nelle sue opere c’è tutta l’energia del mar Mediterraneo, visto con lo sguardo di un “innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. Joan Miró nasce a Barcellona il 20 Aprile del 1893, pittore, scultore e ceramista è uno dei più importanti artisti spagnoli di sempre, eppure da giovane non sembrava questo il suo destino. Quando era ragazzo, la famiglia lo convinse a studiare economia e cominciò a lavorare come contabile in una drogheria, ma venne colto da febbre tifoide, malattia he fece la sua fortuna. Da questo momento decise di dedicarsi alla sua passione artistica. Per rimettersi trascorse un periodo presso la fattoria di proprietà di famiglia a Montroig. Divenne il più fervente esponente del surrealismo,un movimento che nasce in Francia nel periodo tra le due guerre. Il termine significa “superamento del realismo”. Il surrealismo elabora forme corrispondenti al mondo dell’inconscio. È questo l’intento che si prefisse Joan Mirò, che trasformò la realtà in un mondo di sogno. Nelle sue opere impiegò colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu. Le sue opere sono composte da forme essenziali, come se l’artista spogliasse il soggetto di tutto ciò che è superfluo, forme cosi sempilficate da sembrare opera di un BAMBINO. Mirò ha cercato sempre di ritrovare la purezza infantile durante tutta la sua vita. Joan Mirò morì a Palma de Maiorca il 25 dicembre del 1983, all'età di novant'anni.

JOAN MIRÒ

IL CARNEVALE DI ARLECCHINO

Tra le sue opere principali ricordiamo Il Carnevale di Arlecchino. Nel dipinto, possiamo ammirare un gatto, un tavolo, un pesce ed una scala. Dalla finestra, si intravede un triangolo nero che emerge e che simboleggia con tutta probabilità la bellissima Tour Eiffel. Nel quadro, si notano anche minuscole forme in un grande spazio vuoto, note musicali, oggetti fantastici, piccole figure indecise tra l’essere umano e l’animale ed infine un cerchio verde trafitto da una freccia sottile, posto su di un tavolo, che simboleggia probabilmente un mappamondo. Nel dipinto compare la scala a pioli, che simboleggia la fuga dalla realtà e rappresenta un trampolino di lancio che parte dalla realtà e va oltre: è la fantasia, il surreale .

Tra le sue opere principali ricordiamo Il Carnevale di Arlecchino. Nel dipinto, possiamo ammirare un gatto, un tavolo, un pesce ed una scala. Dalla finestra, si intravede un triangolo nero che emerge e che simboleggia con tutta probabilità la bellissima Tour Eiffel. Nel quadro, si notano anche minuscole forme in un grande spazio vuoto, note musicali, oggetti fantastici, piccole figure indecise tra l’essere umano e l’animale ed infine un cerchio verde trafitto da una freccia sottile, posto su di un tavolo, che simboleggia probabilmente un mappamondo.

Mirò con i suoi dipinti trasforma la realtà in un mondo di sogno, ma per chi vive in Africa la realtà è tutt’altro che un sogno! I giovani Africani devono combattere ogni giorno la loro battaglia per la sopravvivenza e hanno poco tempo per essere e per vivere spensierati come ragazzi. L’africa è un continente molto antico, ed è circondato da oceani e mari. I sistemi montuosi più elevati corrono a est lungo la Rift Valley, la grande fossa tettonica. La vetta più alta è il Kilimangiaro, Il fiume più lungo è il Nilo e Il lago Vittoria è il più grande dell’ Africa. L’Africa è compresa tra il Tropico del cancro e quello del capricorno e il clima è nel complesso caldo, e le pioggie variano molto. In Africa c’è il Sahara che è il deserto più grande al mondo.

AFRICA:Crescita demografica e lavoro minorile

Tra i problemi che frenano lo sviluppo africano ricordiamo: • Guerre per motivi politici ed etnici; • Mancanza di infrastrutture; • Diffusione di malattie; • Elevata disoccupazione soprattutto giovanile; • Elevata crescita demografica. In Africa, infatti la crescita demografica è sempre più esplosiva e da essa si deve partire per spiegare la condizione di povertà estrema sperimentata da milioni di persone ogni giorno, povertà che colpisce inevitabilmente i giovani la cui vita viene totalmente stravolta. La popolazione africana è oggi di circa 1,4 miliardi di persone. Di queste, il 60% ha meno di 24 anni. Un continente stracolmo di bambini e ragazzi, costretti per lo più a vivere sotto la soglia di povertà. Una crescita demografica di questo tipo è provocata da una natalità estremamente alta. In media, ogni donna dell’Africa Subsahariana ha più di 4 figli nel corso della propria vita. Le famiglie non hanno la disponibilità economica di crescere un numero così alto di figli, spesso non possono permettersi di mandarli a scuola o di provvedere al loro sostentamento.

E ciò provoca un’altra grande piaga che colpisce l’Africa: lo sfruttamento del lavoro minorile. Il termine "lavoro minorile" viene definito come quell’attività che priva i bambini della loro infanzia, e soprattutto che risulta essere dannoso al loro sviluppo psicofisico. Si calcola che nel mondo siano circa 152 milioni i bambini costretti a lavorare e di questi, 72.1 milioni solo in Africa. In particolare, sono cinque i paesi africani in cui si riscontra il maggior numero di bambini lavoratori: Sud Sudan, Eritrea, Tanzania, Somalia e Sudan. Il problema che si lega al lavoro minorile sorge nel momento in cui questo va a occupare gran parte della giornata del bambino non permettendogli di vivere la propria infanzia e di frequentare la scuola. Il settore agricolo è quello che conta più lavoro minorile, oltre ad esso, i settori in cui i bambini sono maggiormente impiegati sono il settore tessile, l’edilizia, l’industria e lo sfruttamento sessuale. Le forme peggiori di lavoro minorile, includono la schiavizzazione attraverso la tratta dei minori, il reclutamento forzato nei conflitti armati "i bambini soldato", l’ utilizzo dei minori per la produzione e il traffico di stupefacenti.

Negli ultimi decenni ci sono stati progressi in molti paesi dell’Africa. Ma la situazione è poi peggiorata anche in seguito al Covid-19. Infatti, con il conseguente aumento della povertà, i bambini si sono rivelati essenziali per il sostentamento familiare. Tra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu c’è quello di eliminare il lavoro minorile. Nessun minore dovrebbe essere costretto a lavori pericolosi ed usuranti. La disumanità del lavoro minorile giace nell’isolamento sociale e nella privazione di un’infanzia che merita di essere vissuta.

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E SFRUTTAMENTO MINORILE

Lo sfruttamento minorile ha origini lontane nel tempo, il fenomeno storicamente è emerso soprattutto durante la seconda rivoluzione industriale del Settecento che, iniziata in Inghilterra verso la fine del secolo, raggiunse il suo massimo splendore nella prima metà dell'Ottocento. L'invenzione di nuove macchine, cominciando da quelle tessili, permise di trasformare la produzione da artigianale in industriale. Il primo settore in cui la meccanizzazione risultò efficace fu la filatura del cotone. Qualche anno dopo cominciò ad essere meccanizzata anche la tessitura del cotone, mentre per la lana bisognò aspettare i primi decenni dell'Ottocento. L'introduzione della macchina a vapore, inventata da James Watt, fu di estrema importanza, sia nel settore tessile che in quello estrattivo e siderurgico. Centinaia di migliaia di operai che lavoravano nelle fabbriche e nelle miniere, conducevano una vita misera e soprattutto pericolosa, con salari bassi, lavorando in luoghi malsani e con turni di 12-18 ore al giorno. Non lavoravano in pessime condizioni solo gli uomini, ma anche le donne e soprattutto i bambini.

In Inghilterra, al tempo della rivoluzione industriale, i fanciulli venivano assunti soprattutto per lavorare come apprendisti nelle filande: la filatura è infatti facile da imparare, non richiede forza muscolare potente, ma buona agilità delle dita. Oltre a ciò i bambini potevano essere pagati circa un terzo del salario di un adulto. All'inizio della rivoluzione industriale i proprietari prendevano accordi con gli amministratori delle parrocchie, i quali si incaricavano di reclutare i giovani lavoranti fra le famiglie più misere. I vantaggi andavano solo agli imprenditori, che ottenevano manodopera poco costosa, e alle parrocchie, che si toglievano un buon numero di bocche da sfamare. Per i fanciulli iniziava invece una vita terribile, piena di fatiche e sofferenze di ogni tipo. Gli orari lavorativi nelle filande duravano fino a 18 ore, con turni anche di notte.

La loro educazione era pessima: vivendo per anni lontani dalle proprie famiglie, o spesso a contatto con gente rozza e brutale, crescevano ignoranti e senza principi morali. Nemmeno la loro preparazione professionale, poteva dirsi soddisfacente: essi sapevano fare solo poche operazioni con la macchina con cui erano costretti a lavorare per tanto tempo. Il lavoro nelle miniere era anche peggiore rispetto a quello delle fabbriche. L'alimentazione insufficiente, la mancanza di riposo, la scarsa igiene dei locali, gli infortuni frequenti contribuivano a rovinare la salute di questi poveri ragazzi che, quando arrivavano vivi alla fine del loro apprendistato, dopo parecchi anni, avevano il fisico debilitato, deformato, talora mutilato. Fortunatamente il mondo è diventato più attento nei confronti di questo problema. Eppure ancora oggi, più di 150 milioni di bambini vivono in situazioni che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li privano della loro infanzia.

L’ 11 dicembre 1946 l'Assemblea Generale dell’ONU ha isituito L'UNICEF Internazionale come Fondo di emergenza per assistere i bambini dei paesi europei nella fase post-bellica, nel 1953 l’UNICEF è divenuto permanente con un mandato rivolto all’infanzia e all'adolescenza di Africa, Asia e America latina.

Ma chi protegge questi ragazzi??

Bisogna ribadire che Il lavoro infantile o minorile è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 14 anni in tutto il pianeta. Le aree principalmente interessate dal lavoro minorile sono i Paesi in via di sviluppo o non sviluppati, quali: Asia, Oceania, Europa dell’Est, Africa, America del Sud, Colombia e Brasile. Naturalmente, la motivazione che porta i bambini a lavorare, in tutti i paesi del mondo, è la povertà e il bisogno economico.

Bisogna ribadire che Il lavoro infantile o minorile è un fenomeno che coinvolge i bambini di età compresa fra i 5 e i 14 anni in tutto il pianeta. Le aree principalmente interessate dal lavoro minorile sono i Paesi in via di sviluppo o non sviluppati, quali: Asia, Oceania, Europa dell’Est, Africa, America del Sud, Colombia e Brasile.Naturalmente, la motivazione che porta i bambini a lavorare, in tutti i paesi del mondo, è la povertà e il bisogno economico. Ma chi protegge questi ragazzi?? L’ 11 dicembre 1946 l'Assemblea Generale dell’ONU ha isituito L'UNICEF Internazionale come Fondo di emergenza per assistere i bambini dei paesi europei nella fase post-bellica, nel 1953 l’UNICEF è divenuto permanente con un mandato rivolto all’infanzia e all'adolescenza di Africa, Asia e America latina. Riferimento costante dell’UNICEF per orientare la propria azione è laConvenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. La Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo.

I DIRITTI DELL'INFANZIA

Riferimento costante dell’UNICEF per orientare la propria azione è la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. La Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo. La Convenzione è rapidamente divenuta il trattato in materia di diritti umani. Ad oggi sono ben 196 gli Stati parti della Convenzione. Sono quattro I principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori. b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità. c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati. d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni

E’ giusto tutelare la giovinezza, il periodo più bello della vita, proprio per la spensieratezza e la gioia che la contraddistinguono. E’ un'età speciale in cui gli adolescenti vivono privi di preoccupazioni pur essendo capaci di intendere e volere. Tuttavia, per Giacomo Leopardi, nato nel 1798 a Recanati, la giovinezza non è stata un periodo felice. Cresciuto in una famiglia nobile decaduta, Leopardi ebbe un rapporto difficile con i suoi genitori: suo padre, conservatore, e sua madre, fredda e austera, lo lasciarono spesso solo. Trascorse gran parte della sua giovinezza studiando intensamente nella biblioteca paterna, passando "sette anni di studio matto e disperatissimo", che lo isolarono e minarono la sua salute.

GIACOMO LEOPARDI: Rimpianto per una giovinezza non vissuta

Leopardi esprime il suo rimpianto per una giovinezza non vissuta appieno nelle sue opere, tra cui la poesia "A Silvia". Silvia, simbolo della giovinezza, rappresenta le speranze e i sogni giovanili. Leopardi scrisse questa poesia ispirandosi alla morte prematura di Teresa Fattorini, figlia del suo cocchiere. In questa poesia Leopardi esprime tutto il suo rammarico per non aver vissuto gli anni adolescenziali in modo spensierato e leggero. Descrive Teresa che vive nel mondo, nelle «vie dintorno» mentre lui è chiuso nella casa paterna. Una barriera sociale ed esistenziale li separa. Lei popolana, lui nobile; lei spensierata e semplice, lui sempre un po’ accigliato nella sua biblioteca e solitario eppure hanno in comune la stessa esuberanza e la stessa identica voglia di vivere e di felicità. Felicità negata ad entrambi: come le speranze di Silvia per il futuro sono cadute a causa della morte prematura, così le speranze del poeta sono diventate delusioni crescendo e a lui rimane il rimpianto di aver sprecato la sua infanzia.

E proprio questa spensieratezza negata è alla base del suo pessimismo che si articola in tre forme: Pessimismo personale: Infelicità dovuta ai suoi problemi fisici e familiari. Pessimismo storico: La civiltà distrugge le illusioni giovanili, rendendo l'uomo infelice. Pessimismo cosmico: L'infelicità è universale poiché la natura è matrigna e illude i suoi figli.L’ uomo deve unirsi con i suoi simili per cercare di alleviare la sofferenza e sconfiggere la natura. L’uomo viene paragonato alla Ginestra, fiore che cresce sul Vesuvio, perché come lei riesce a ricrescere, rifiorire dopo le eruzioni vulcaniche cosi l’uomo deve impegnarsi ed unirsi per un futuro migliore. Forse in quest’ultima affermazione di Leopardi possiamo cogliere una sorta di cauto Ottimismo. Leopardi ci esorta a vivere la giovinezza pienamente, cogliendo ogni attimo (carpe diem), per evitare di rimpiangere in futuro il tempo non goduto. Oggi, spesso siamo affascinati dal mondo adulto e dalla fretta di crescere. Nel tentativo di dimostrare maturità e responsabilità, affrontiamo situazioni delicate senza la giusta esperienza, cadendo nello sconforto. Una volta adulti, ci pentiamo di non aver assaporato gli anni della giovinezza. Abbracciare il principio del carpe diem può aiutarci a godere appieno di questo periodo unico, nonostante le sue difficoltà. La giovinezza rimarrà per sempre il tempo più bello della nostra esistenza.

La gioventù all’epoca di Leopardi si ritrovava per le vie dei paesi, e tra di essi vi era forte l’ideale dello stare insieme fisicamente oggi noi giovani siamo i protagonisti di un nuovo modo di ritrovarci, meno “umano” perché spesso sono i nostri avatar ad incontrarsi virtualmente nei cosiddetti social network, che hanno rivoluzionato il mondo sia in positivo che in negativo. Negli ultimi decenni, l'avanzamento delle tecnologie digitali e delle reti ha trasformato completamente il modo in cui i giovani interagiscono e apprendono. Internet, i social media, e i dispositivi mobili sono diventati parte integrante della vita quotidiana, offrendo opportunità senza precedenti ma bisogna considerare che l'impatto delle reti digitali sui giovani ha sia i benefici che rischi.

L'Impatto delle Reti e del Digitale sui Giovani

Per qunto riguarda i benefici dobbiamo rilevare che le piattaforme online offrono ai giovani la possibilità di usufruire di corsi online, tutorial e materiali didattici gratuiti, migliorando le loro conoscenze e competenze. Facebook, Instagram e Twitter permettono ai giovani di connettersi con amici e familiari, creare nuove amicizie e partecipare a comunità globali. Le tecnologie digitali permettendo ai giovani di lavorare insieme anche a distanza. Software e applicazioni per la creazione di contenuti multimediali (come video, musica, arte digitale) stimolano la creatività e permettono ai giovani di esprimersi in modi nuovi e innovativi. Siti web come YouTube, TikTok e SoundCloud offrono uno spazio dove i giovani possono condividere le proprie creazioni costruendo una carriera o una reputazione online.

Per quanto riguarda i rischi bisogna tener conto che l'anonimato e la portata dei social media possono facilitare il cyberbullismo, con conseguenze gravi sulla salute mentale dei giovani. Inoltre I giovani sono spesso esposti a rischi come, furto di identità e altre truffe online. L'uso eccessivo di dispositivi digitali e social media può portare a una dipendenza che interferisce con le attività quotidiane come il sonno e le relazioni interpersonali. La tendenza a confrontarsi con le immagini idealizzate e spesso non vere degli altri può portare a una scarsa autostima. Le tecnologie digitali e le reti hanno trasformato la vita dei giovani, offrendo opportunità di crescita, apprendimento e connessione ma è essenziale che questi strumenti siano utilizzati in modo sicuro e responsabile. Noi giovani dobbiamo imparare a navigare nel mondo digitale con fiducia e consapevolezza, preparandoci per un futuro sempre più interconnesso.

Tra i rischi del digitale abbiamo parlato del cyberbullismo. Cyberbulling is bulling that takes place using electronic technology. Electronic technology includes devices and equipment such as cell phones, computers and tablets as well as communication tools including social media sites, text messages, chats and websites. Social media sites can be used for positve activites, like connecting kids with friend and family, helping students with school, and for entertinment. But these tools can also be used to hurt other people. Examples of cyberbulling include mean text messages or emais, rumors sent by email or posted on social sites, and embarassing pictures, videos or fake profiles. Cyberbulling can happen 24 hours a day, 7 days a week and reach a kid even when he or she is alone. It can happen anytime of the day or night. Cyberbulling messages and images can be posted anonimusly and distributed quickly to a very wide audience.It can be difficut and sometimes impossible to trace the source. Deleting inappropriate messages and pictures his very difficult after they have been posted or sent. Kids who are cyberbullied are more likely to: - Use alcohol and drugs. - Skip school - Receive poor grades - Have lower self – esteem - Have more health problems.

CYBERBULLING

Come abbiamo visto l’uso dei social media è un’arma a doppio taglio e tra gli effetti negativi purtroppo dobbiamo seganlare che esso ha favorito lo sviluppo dei disturbi alimentari negli adolescenti, in particolare nelle donne. Piattaforme come Instagram, TikTok o Facebook sono, nella maggior parte dei casi, utilizzate come vetrine in cui esporre la propria fisicità, talvolta ritoccata da filtri e programmi appositamente creati per aderire ad un modello di bellezza non vero, difficilmente accessibile, e alcuni giovani per riuscire ad arrivare alla perfezione fisica cominciano a sviluppare comportamenti alimentari sbagliati e possono ammalarsi. Anoressia, bulimia e obesità sono i principali disturbi alimentari. I pazienti che ne sono affetti hanno una vera ossessione per l’alimentazione, il peso e le forme corporee. I disturbi dell’alimentazione sono una vera e propria emergenza medica e psichiatrica, possono portare al suicidio.

I DISTURBI ALIMENTARI NEI GIOVANI

L'obesità si può considerare come una vera e propria malattia sociale che interessa tutte le fasce d'età. Come succede nel caso della bulimia, anche nell'obesità si instaura una vera e propria dipendenza dal cibo, usato per addolcire le difficoltà esistenziali. La persona obesa non mette in atto condotte eliminatorie e, per questo, vede il suo corpo aumentare di peso fino ad ammalarsi. L'obesità può rappresentare anche una barriera difensiva che la persona erige per proteggersi dalla sua depressione.

Chi soffre di bulimia ha una bassissima stima di sé che deriva da un profondo vuoto interiore che tenta di riempire con enormi quantità di cibo. Il senso di colpa che ne deriva, costringe ad escogitare pericolose condotte eliminatorie quali vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici. Diversamente dall'anoressia, la bulimia non è chiaramente visibile, ma ha conseguenze altrettanto devastanti sulla vita e la salute di chi ne soffre.

L'anoressia inizia spesso con una dieta che ha l'obiettivo di migliorare la propria immagine. Il corpo diventa ridotto all'osso. Dietro l'anoressia si cela un profondo disagio che si tenta di mettere a tacere attraverso il controllo ossessivo delle calorie e del peso. L'anoressia può condurre a gravissime conseguenze fisiche ovvero: l’insufficienza renale, l’ osteoporosi, le alterazioni cardiovascolari, la perdita dei denti e dei capelli. Di anoressia si può morire.

Il mondo degli adolescenti è abitato da innumerevoli paure.Entre 11 et 19 ans, on entre dans une pèriode compliquèe de la vie, c’est la crise d’adolescence. Ce passage inèvitable, n’est simple ni pour les jeunes ni pour leurs parents. Écouteurs sur les oreilles, l’ordinateur ouvert sur Facebook et le portable branchè sur Whatsapp pendant qu’il fait ses devoirs, effrontè envers ses parents, voilà l’image de l’adolescent d’aujourd’hui. L’adolescence est une pèriode de tansition entre l’ènfance et l’âge adulte, on remet alors tout en question: sa personnalitè, son avenir, le monde qui l’entoure. L’ado se demande s’il est aimable, comment il peut avoir sa bande d’amis, comment plaire: autant de doutes relatifs à sa place dans le groupe et dans la famille. Il a peur de son corps qu’il dèteste parce quetrop gros, trop petit, trop maigre, peur de se retrouver en insècuritè loin de chezsoi, peur de l’èchec scolaire qu’il cache derrièr un dèsintèrêt apparent. Mais attntion, les expèriences qu’on fait à la recherche de sa propre identitè ne sont pas toutes bonnes: se fair un ou deux piercings, un ou deux tatouages, ce n’est pas alarmant, mais il faut se mèfier quand ce besoin devient extrême. Alors, comment traverser cette pèriode troublèe de la vie sans trop de mal? Il faut investir sur ses propres intèrêts, la musique, le sport ou les ètudes èvitant ainsi la dispersion anxieuse.

LES PEURS DES ADOS

La musica ha sempre avuto un ruolo cruciale nella vita umana, fungendo da mezzo di espressione, comunicazione e connessione emotiva. Per noi giovani, in particolare, la musica rappresenta un rifugio sicuro, un luogo dove possiamo trovare conforto. In un mondo sempre più complesso e frenetico, la musica diventa un'ancora di salvezza che offre stabilità e supporto emotivo. Durante l'adolescenza, un periodo di transizione e di cambiamenti significativi, la musica permette di esprimere i nostri sentimenti, come amore, tristezza, gioia e dolore, in un modo che spesso le parole non riescono a fare. Le canzoni ci aiutano a comprendere e a gestire le nostre emozioni. Ascoltare un certo tipo di musica o seguire un artista può aiutare noi ragazzi a sentirci parte di un gruppo. La musica diventa un simbolo di identità, unendo persone con gusti e valori simili. Quando noi giovani siamo stressati o tristi, la musica ci offre un'evasione dalla realtà, portandoci pace e tranquillità. Le melodie e i testi possono farci sentire meglio, alleviando le pressioni della vita quotidiana.

La Musica come Porto Sicuro per i Giovani

Oltre a offrire conforto, la musica ci aiuta a crescere in molti modi. Suonare uno strumento o comporre musica stimola la creatività e aiuta a sviluppare nuove idee. Partecipare a gruppi musicali o cori insegna l'importanza del lavoro di squadra. Imparare a suonare uno strumento o esibirsi in pubblico può aumentare la fiducia in noi stessi e la capacità di affrontare le difficoltà. La musica ha anche effetti positivi sulla salute mentale infatti ascoltare musica rilassante può abbassare i livelli di stress e promuovere una sensazione di calma. La musica può influenzare l'umore, rendendo le persone più felici e piene di energia. In conclusione, la musica è un porto sicuro per noi giovani, ci aiuta a esprimere le nostre emozioni a trovare la nostra identità e a sviluppare competenze importanti. La musica gioca dunque un ruolo fondamentale nella crescita e nel benessere di noi giovani.

Come la musica anche lo sport oltre a rappresentare per noi ragazzi un momento di svago è indispensabile per la nostra crescita. Grazie allo sport possiamo relazionarci con i nostri coetanei, condividere un obiettivo comune, imparare a rispettare le regole, gioire dei successi ed accettare le sconfitte. I vantaggi dello sport dunque, riguardano non solo la salute fisica ma anche quella psicologica, per questo è importante indirizzare i bambini verso uno sport fin da piccolissimi. Praticare un’ attività sportiva serve alla salute, perché aiuta a stare in forma e a rallentare l’invecchiamento. L’attività fisica eseguita con regolarità difende il sistema immunitario e previene anche molte malattie. Io credo che tutti gli studenti dovrebbero praticare qualche sport come attività di distrazione e di svago, infatti non è consigliato dedicare l’intera giornata allo studio, in quanto non sarebbe produttivo. Al contrario, dedicare uno spazio allo sport e al divertimento consente di concentrarsi di più nelle ore previste per lo studio, evitando perdite di tempo.

I VALORI EDUCATIVI DELLO SPORT

Grazie allo sport noi ragazzi creiamo nuovi legami di amicizia e impariamo a stare in gruppo. In più, attraverso lo sport noi giovani impariamo a conoscere il significato di lealtà e impariamo a rispettare i compagni. La pratica sportiva aumenta l’autostima, gli adolescenti che praticano lo sport infatti sono più sicuri e più propensi ad aiutare gli altri. Oltre a ciò il movimento serve a controllare le emozioni e a combattere lo stress; noi ragazzi possiamo così scaricare le tensioni, l’ansia e la stanchezza derivanti dalla scuola e dallo studio. Attraverso lo sport noi giovani impariamo a competere in maniera “sana” e soprattutto che ci si può divertire senza dover per forza vincere. È importante far notare agli adolescenti che emergere in uno sport non significa vincere a tutti costi, in questo modo essi potranno fronteggiare meglio le delusioni e lo stress delle sconfitte che inevitabilmenmte incontreranno durante il percorso della loro crescita. Anche io ero una ragazzina molto timida, spesso mi isolavo dal gruppo di amici o comunque non interagivo con loro per paura di essere giudicata e derisa. Ho cominciato a praticare la ginnastica artistica e la mia capacità di confrontarmi con i miei coetanei è migliorata moltissimo. Ho cominciato ad avere più fiducia in me stessa e sentendomi più sicura ho imparato a socializzare con gli altri e a condividere le mie opinioni senza temere più il giudizio altrui ma tenendomi pronta al confronto, che se costruttivo, migliora e facilita il passaggio all’ età adulta.

“Andate in tutto il mondo, e annunciate il messaggio del Vangelo all’umanità intera.”(Mc. 16,15) È stata questa la missione affidata da Cristo agli undici apostoli, quando è apparso loro dopo la risurrezione. Oggi sembrano parole fuori moda, soprattutto tra i giovani, perché è contro ogni tendenza che un ragazzo si interessi alla religione, né ancor meno che tra le ipotesi di un suo futuro sia prevista anche quella di entrare nell’ambito ecclesiastico. Ma perché così tanta indifferenza verso questa realtà? La società di oggi spinge i ragazzi verso la “materialità” della loro esistenza, soldi, successo, apparire piuttosto che essere è il liet—motive della loro quotidianeità. Questi sono gli “ideali” che propaganda il mondo virtuale in cui i ragazzi oggi vivono. Naturalmente anche la Chiesa, come istituzione, presenta diverse contraddizioni al suo interno che contribuiscono al disinteresse generale della popolazione giovanile. Molti giovani pensano che sia possibile avere un rapporto con Dio a prescindere dalla Chiesa, per cui non credono necessario dover andare in Chiesa per forza ogni domenica, oppure avere un dialogo con un parroco o confessarsi, ma continuano a ritenersi credenti e cattolici, anche se hanno abbandonato le pratiche della vita cristiana. Affinchè giovani e chiesa si incontrino occorre un grande rinnovamento da ambo le parti. Una Chiesa nuova è chiesta soprattutto dai giovani che la frequentano attraverso gli oratori, e l’azione cattolica, loro vorrebbero soprattutto un ammodernamento della sua cultura, delle sue indicazioni, del suo linguaggio, datato e persino incomprensibile, che è lontanissimo dal modo di esprimersi comune alle persone di oggi; ai giovani questo dà una percezione di vecchio che non riescono ad accettare. E poi, i giovani chiedono alla Chiesa un cambio di stile: più aperto, più disposto al confronto, più interessato alle questioni della vita e del mondo di oggi.

I GIOVANI E LA CHIESA

La giovinezza da questo elaborato risulta un periodo della nostra vita sicuramente travagliato e turbolento. Non ci sarà sempre il sole ma impareremo ad accettare la pioggia che ci aiuterà a lavare via le nostre paure, la brezza estiva ci rinfrescherà esaltando la gioia della vita ma i venti di burrasca che ci attraverseranno porteranno malumori che ci faranno crescere e noi ci rifugeremo nei momenti più bui nel nostro porto sicuro dove ci aspetta la grande nave della famiglia che sarà sempre pronta ad accoglierci. Ed è proprio la mia famiglia che ringrazio per ciò che sono e ovviamente un grazie va ai miei docenti che mi hanno insegnato a credere sempre in me stessa e ad non arrendermi mai. In particolare ringrazio la professoressa Rosa Liguori che in questi tre anni mi ha supportato con pazienza e grande affetto, come solo una mamma sa fare.E poi a te... Hakuna Matata dovunque sei, guarderò oltre l'infinito e saremo di nuovo insieme.

RINGRAZIAMENTI