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ALCEO E SAFFO
giuseppe.leone14207
Created on May 31, 2024
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Transcript
Alceo
Saffo
LA VITA
Alceo, poeta greco del VII a.C., nacque a Mitilene dalla famiglia aristocratica degli Alceidi attorno al 625 a.C.. Nel 610 a.C. i suoi fratelli cacciò Melancro, ultimo esponente della monarchia dei Pentilidi, appoggiati da Pittaco, esponente di un’altra nota famiglia aristocratica. Ma la sua carriera politica iniziò nel 607-606 a.C. quando Alceo appoggiato da Pittaco, che stava sempre più diventando una figura influente nella scena politica di Mitilene, combatterono contro gli ateniesi per il possesso del promontorio del Sigeo in Troade. Durante la battaglia Pittaco uccise il campione degli ateniesi e poco dopo Alceo dovette abbandonare lo scudo. Successivamento, tuttavia, Pittacco con la sua eteria organizzò un complotto con il tiranno di Mitilene Mirsilo, che culminò con l’esilio degli Alceidi e di Alceo stesso prima in Egitto e poi nella Troade. Dopo questo evento, Pittaco si accordò con Mirsilo e insieme a lui governò la città sino alla morte del tiranno, per poi diventare lui, con il consenso dei cittadini, arbitro e governante con pieni poteri, carica che esercitò per 10 anni. Gli Alceidi tentarono più volte di ritornare a Mitilene, sfruttando anche l’aiuto della popolazione dei Lidi. Tuttavia è probabile che Pittacco medesimo concesse ad Alceo la possibilità di tornare in patria, dove il poeta passò gli ultimi anni della sua vita. Egli morì nel 585 a.C..
INFO
WHERE
Indice delle Tematiche
Ἡ πολιτική
Ὁ ἔρως
Ὁ οἶνος
Ὁ μῦθος
Ὁ ὕμνος
Ὁ ἔρως
L’ἔρως è una delle tematiche trattate da Alceo nelle sue liriche. Quest’ultimo usa un approccio diretto e passionale nel trattare questo esprimendo il desiderio amoroso, la passione e la sensualità in modo vivido e intenso. Utilizza spesso immagini e metafore ardenti per descrivere l'amore e il desiderio, catturando l'essenza stessa dell'Eros nella sua poesia. Le sue composizioni sono caratterizzate da una profonda emotività e sincerità.
fr. 10 VOIGT
FR. 384 VOIGT
Ἡ πολιτική
fr. 130b VOIGT
La πολιτική è una delle tematiche trattate da Alceo nelle sue liriche. Quest’ultimo usa un approccio critico e spesso provocatorio nell’affrontare questo tema. Nelle sue poesie, esprime il suo disprezzo per gli uomini politici corrotti e incompetenti, denunciando le ingiustizie e le oppressioni del potere. Alceo esorta i suoi lettori a essere vigili e attenti alle azioni dei governanti, ad agire con coraggio e determinazione per difendere la libertà e la giustizia. Le sue opere riflettono un profondo senso di impegno civile e una forte passione per la causa della democrazia e della giustizia sociale. In particolare utilizza l’invettiva contro i suoi nemici politici Pittaco e Mirsilo, a causa dei quali è stato esiliato.
FR. 140 VOIGT
fr. 129 VOIGT
fr. 348 VOIGT
fr. 208 VOIGT
Ὁ οἶνος
fr. 333 VOIGT
L’οἶνος è una delle tematiche trattate da Alceo nelle sue liriche. Quest’ultimo usa un grande fervore e passione nell’affrontare questo tema. Alceo esalta il simposio, cioè il raduno sociale e culturale tra uomini dove si beveva vino, si recitavano poesie, si discuteva di filosofia e si faceva musica. Il poeta celebra il piacere del bere insieme agli amici nel contesto del simposio, descrivendo il vino come un elisir che allevia le preoccupazioni e le tensioni quotidiane. Spesso nei suoi versi fa riferimento alla capacità del vino di rendere più intensi i momenti di gioia e di creare un senso di comunione tra gli uomini. Inoltre, Alceo usa il vino come metafora per esprimere concetti più profondi, come la fugacità della vita, il desiderio di gioia e piacere, ma anche la consapevolezza della propria mortalità. Il vino diventa quindi simbolo di vitalità, passione e introspezione.
FR. 335 VOIGT
fr. 346 VOIGT
Ὁ μῦθος
Il μῦθος è una delle tematiche trattate da Alceo nelle sue liriche. Quest’ultimo usa riferimenti a divinità e figure leggendarie dell'antichità, come ad esempio Apollo, Afrodite, Teti, Peleo, Elena, Aiace, Cassandra e Eracle. Questi miti vengono spesso utilizzati per esprimere emozioni, desideri, riflessioni filosofiche o per rendere omaggio a ideali o valori che l'autore ritiene importanti, utilizzando il mito come paradigma di valori esemplari e astratti. Infine il mito è utilizzato come un mezzo per esplorare temi universali e per connettere il mondo personale dell’autore con il patrimonio culturale e letterario greco.
FR. 42 VOIGT
Ὁ ὕμνος
Lo ὕμνος è una delle tematiche trattate da Alceo nelle sue liriche. Quest’ultimo usa preghiere e invocazione a divinità classiche e divinità orientali, facendo comprendere come l’isola di Lesbo avesse un’apertura che andava oltre i confini insulari. Questi testi figuravano come riti iniziali con cui il simposio si apriva, ma sono stati, anche, adoperati per esecuzioni in spazi sacri.
FR. 308 VOIGT
A testimoniare questa teoria vi è, anche, un vaso, detto del pittore Brygos, che li raffigura proprio insieme: a sinistra troviamo rappresentato Alceo nell’atto di cantare accompagnato dal suo strumento il βάρβιτος, a destra troviamo rappresentata Saffo nell’atto di ascoltare Alceo, ma si rivela essere già pronta a suonare a sua volta accompagnata dal suo strumento il πλῆκτρον. Inoltre i due personaggi vengono raffigurati vestiti con una ricercata raffinatezza, che si addice a un’occasione festiva, non a caso entrambi indossano un chitone ben ricamato e un mantello dalle eleganti volute. Dunque, benché appartenessero a due istituzioni sociali differenti, Alceo il simposio e Saffo il tiaso e benché gli argomenti principi della loro lirica fossero differenti, per Alceo la πολιτική e l’οἶνος , per Saffo l’ἔρως e il γάμος, è molto probabile che questi due autori si siano incontrati, forse anche amati, e abbiano anche scambiato dialoghi in versi lirici.
Da Alceo...
Alceo e Saffo, in quanto nativi entrambi dell’isola di Lesbo, in quanto entrambi cittadini attivi della città di Mitilene, capitale dell’isola e in quanto vissuti entrambi nel corso del VII a.C., molto probabilmente si sono incontrati e conosciuti. Il frammento 137 Voigt è l’attestazione di questa tesi. Esso rappresenta una sorta di dialogo tra Alceo e Saffo, dove quest’ultima sta ricevendo delle avances da parte di Alceo e cerca attraverso o scherzo di proteggere il suo onore. Alceo sembra voler fare riferimento a cose sconvenienti, forse di contenuto sessuale, ma Saffo, consapevole di ciò lo ferma adducendo al fatto che il suo interlocutore parlerà secondo il giusto. L’attribuzione del componimento risulta ancor’oggi molto discussa, in quanto si pensa che fosse un dialogo lirico verbale intrattenuto dai due poeti in un contesto di esecuzione pubblica durante le feste religiose, nel quale, forse, i due lirici lavorarono ad un testo che fosse caratterizzato proprio da una sorta di dialogo come dimostra il mix dato dal metro epitalamico di Saffo e il metro strofico di Alceo.
fr. 137 VOIGT
...a Saffo
LA VITA
Saffo, poetessa greca del VII a.C., nacque nel 640 a.C. a Ereso, nell'isola di Lesbo, e crebbe poi a Mitilene, la capitale della medesima isola. La sua famiglia era di estrazione aristocratica: il padre si chiamava Scamandronimo e la madre Cleide, nome che poi Saffo diede all'amata figlia, avuta da Cercila, originario dell’isola di Andro. I tre fratelli si chiamavano Carasso, Larico ed Euringhio. Il rapporto con il fratello maggiore, Carasso, fu particolare, in quanto egli si innamorò di una prostituta, Dorica, e si recò in Egitto, sperperando tutte le ricchezze di famiglia per compiacerla. Saffo si augura più volte, invocando anche divinità, che il fratello torni a casa sano e salvo, sperando in un perdono. Il secondo dei fratelli Larico fu coppiere presso il pritaneo, luogo di incontro per i "primi" cittadini, già sintomo del prestigio della famiglia. Il rapporto con la figlia Kleis o Cleide, invece, fu pieno e ricco d’affetto e d’amore, l’unico rammarico della poetessa è non poterle comprare una cuffietta di origine lidia per via di un embargo imposto dal Mitilenese, che sembra essere il tiranno Pittaco. Si ritiene, inoltre, che proprio a causa di quest’ultimo, Saffo fu esiliata in Sicilia nella città di Akragras, l’attuale Agrigento, tra il 604 e il 595. Varie storie giravano sulla figura di Saffo e sulla sua morte che risulta essere ancora oggi misteriosa: una storia la vuole morta suicida, gettandosi dalla scogliera dell’Isola di Leucade nel 570 a.C., per l'amore non ricambiato di un giovane, Faone. Saffo, tuttavia, molto probabilmente, visse fino a tarda età, ma non sappiamo con certezza il periodo della sua morte.
INFO
WHERE
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Indice delle Tematiche
Τὸ γένος
Ὁ ἔρως
Τὸ γῆρας
Ὁ γάμος
Ὁ ἔρως
L’ἔρως è una delle tematiche trattate da Saffo nelle sue liriche. Quest’ultima usa le emozioni legate all'amore, alla passione e all'attrazione, spesso concentrandosi sul desiderio e sull'abbandono amoroso per trattare questo tema. Le sue poesie sono intense, viscerali e riflettono le complesse sfumature dell'amore e delle relazioni interpersonali. Saffo tratta anche il tema dell'amore come una malattia, specialmente quando lei si innamora molte volte delle fanciulle all'interno del tiaso, che però sono già promesse in spose e la gelosia che prova quando le vengono portate via per unirsi in matrimonio con i rispettivi sposi è oggetto della sua poesia.
fr. 31 VOIGT
FR. 94 VOIGT
Τὸ γένος
Il γένος è una delle tematiche trattate da Saffo nelle sue liriche. Quest’ultima usa poesie di elogio o di esortazione per trattare questo tema. Ella parla delle relazioni interpersonali che si istaurano tra i membri della famiglia, menzionando spesso sua figlia Cleide i fratelli Carasso e Larico, mostrando un forte legame familiare. In alcune poesie, Saffo esprime il desiderio di tornare a casa e riunirsi con la sua famiglia, suggerendo che la famiglia sia un luogo di sicurezza e conforto per lei. Inoltre, vi sono anche degli accenni a vicende comunitarie, al commercio, alla ricchezza e alla necessità di salvaguardare il patrimonio familiare.
fr. 132 VOIGT
P.SAPPH.OBBINK
Τὸ γῆρας
Il γῆρας è una delle tematiche trattate da Saffo nelle sue liriche. Quest’ultima usa spesso sentimenti di malinconia e nostalgia per trattare la giovinezza perduta e la bellezza che sfiorisce con l'avanzare degli anni. Le sue poesie riflettono anche sulla fugacità della vita e sull'inevitabilità del passare del tempo, rivelando una profonda consapevolezza della transitorietà dell'esistenza umana. Saffo utilizza immagini e metafore poetiche per descrivere i segni dell'invecchiamento e per esplorare i sentimenti legati alla vecchiaia, offrendo così uno sguardo intimo e commovente sulla condizione umana.
fr. 58 VOIGT
Ὁ γάμος
Il γάμος è una delle tematiche trattate da Saffo nelle sue liriche. Quest’ultima usa l’epitalamo, il tipico componimento delle nozze, per trattare questo tema, esprimendo i sentimenti legati all'amore, alla passione e alle relazioni amorose. Le sue poesie spesso celebrano l'amore tra donne e la bellezza delle relazioni intime. Saffo esplora i temi delle nozze, dell'innamoramento e del desiderio con una sensibilità e una profondità emotiva che le sono peculiari, contribuendo così alla ricca tradizione poetica greca.
fr. 44 VOIGT
fr. 112 Voigt
Realizzato da:Angelo Cassariono Giuseppe Leone Gabriele La Cognata I D Liceo Classico Eschilo Gela
Perchè aspettare a bere?
fr. 346 Voigt
Πώνωμεν· τί τὰ λύχν' ὀμμένομεν; δάκτυλος ἀμέρα·κὰδ δ' ἄερρε κυλίχναις μεγάλαις, ἄϊτα ποικίλαις· οἶνον γὰρ Σεμέλας καὶ Δίος υἶος λαθικάδεα ἀνθρώποισιν ἔδωκ᾽. Ἔγχεε κέρναις ἔνα καὶ δύο πλήαις κὰκ κεφάλας, <ἀ> δ' ἀτέρα τὰν ἀτέραν κύλιξ ὠθήτω
GRE
Info
Beviamo, su: perché aspettare le lucerne? Il giorno è un dito.Porta le grandi coppe decorate, amico mio: il vino che cancella gli affanni l'ha donato agli uomini il figlio di Semele e di Zeus. Versa mescolando una misura d'acqua con due di vino, piene fino all'orlo, ed una coppa spinga via quell'altra.
ITA
Voci e grida dall'esilio
fr. 130b Voigt
...Vivo una vita da contadino - infelice!- ed ho nostalgia d'ascoltare l'assemblea convocata, o Agesilaida, e il consiglio: questi erano beni che aveva mio padre e il padre del padre, fino a che furono vecchi presso i miei concittadini che si rodono l'uno con l'altro. Ma io ne sono stato privato e sono in esilio in questi estremi confini e come Onomàcle dimoro qui solo, tra macchioni di rovo abitati da lupi, [fuggendo] la guerra... e nel recinto degli dei beati... sopra la terra bruna... ho posto il piedial di fuori del male, qui dove le ragazze di Lesbo gareggiano per la bellezza e volteggiano nei lori pepli sinuosi, e attorno freme il sacro grido delle donne durante la festa annuale
Ἄγνος [τοὶ]ς βιότοις [πα]ῖς ὁ τάλαις ἔγωζώω μοῖραν ἔχων ἀγροιωτίκαν¨ ἰμέρρων ἀγόρας ἄκουσαι καρυ[ζο]μένας, Ὦγεσιλαΐδα, καὶ β[ό]λλας· τὰ πάτηρ καὶ πάτερος πάτηρ κα<γ>γ[ε]γήρασ᾽ ἔχοντες πεδὰ τωνδέων τὼν [ἀ]λλαλοκάκων πολίταν. Ἔγ[ω δ᾽ ἀ]πὺ τούτων ἀπελήλαμαι φεύγων ἐσχατίαις· ὡς, δ᾽ Ονυμακλέης Ὠθ, ά [v], α ος ἐοίκησ͵ α λ υκαιχμίαις Φ[εύγων τ] ὸν [π] όλεμον· στάσιν γὰρ πρὸς κρ.[....]. οὐκ ἄμεινον ὀννέλην· .].[...].[..]. μακάρων ἐς τέμ[ε]νος θέων ἐοι[.....] με[λ]αίνας ἐπίβαις χθόνος χλι.[.].[.].[.]ν συνόδοισί μ' αὔταις οἴκημι κ[ά]κων ἔκτος ἔχων πόδας, ὄππαι Λ[εσβί]αδες κριννόμεναι φύαν πώλεντ᾽ ἐλκεσίπεπλοι, περὶ δὲ βρέμει ἄχω θεσπεσία γυναίκων ἴρα[ς ὀ]λολύγας ἐνιαυσίας ].[.].[.]. ἀπὺ πόλλων πότα δὴ θέοι ].[ ‘]Ισκ...ν Ὀλύμπιοι· ]…… να[ ]...μεν.
GRE
ITA
Info
Tutti ad acclamare Pittaco
fr. 129 Voigt
...i Lesbi questo...solatio tempio grande... comune posero, e ivi are costruirono agli dèi beati e lo dedicarono a Zeus che accoglie i supplice, e a te somma dea Eolia di tutto genitrice, e terzo a lui lo donarono, al selvaggio carnivoro Dioniso. Orsù con cuore benevolo le nostre invocazioni ascolatate: da queste pene scampateci, e da penoso esilio. Ma d'Irra al figlio stiano alle calcagna l'Ernni di costoro. Ché giurammo un giorno, fatti i sacrifici di non tradire compagno alcuno, ma, o, morti, rivestiti della terra, giacer per mano uomini potenti ovvero, avendo uccisi quelli, il popolo d'angoscia scampare. Fra di loro il pancione non s'espresse secondo il cuor, ma subito coi piedi salito sopra i giuramenti divora la città...
[ ].ρά.α τόδε Λέσβιοι...]....εὔδειλον τέμενος μέγα ξῦνον κά[τε]σσαν ἐν δὲ βώμοις ἀθανάτων μακάρων ἔθηκαν κἀπωνύμασσαν ἀντίαον Δία σὲ δ' Αἰολήιαν [κ]υδαλίμαν θέον πάντων γενέθλαν, τὸν δὲ τέρτον τόνδε κεμήλιον ὠνύμασσ[α]ν Ζόννυσσον ὠμήσταν. ἄ[γι]τ̣' εὔνοον θῦμον σκέθοντες ἀμμετέρα[ς] ἄρας ἀκούσατ', ἐκ δὲ τῶν̣[δ]ε̣ μ̣ό̣χ̣θ̣ων ἀργαλέας τε φύγας ῤ[ύεσθε· τὸν υρραον δὲ πα[ῖδ]α πεδελθέ̣τ̣ω̣ κήνων Ἐ[ρίννυ]ς ὤς ποτ' ἀπώμνυμεν τόμοντες ἄ..[ ̣.]ν̣.. μηδάμα μηδ' ἔνα τὼν ἐταίρων ἀλλ' ἢ θάνοντες γᾶν ἐπιέμμενοι κείσεσθ' ὐπ' ἄνδρων οἲ τότ' ἐπικ.̣ην ἤπειτα κακκτάνοντες αὔτοις δᾶμον ὐπὲξ ἀχέων ῤύεσθαι. Κήνων ὀ φύσγων οὐ διελέξατο πρὸς θῦμον ἀλλὰ βραϊδίως πόσιν ἔ]μβαις ἐπ' ὀρκίοισι δάπτει τὰν πόλιν ἄμμι δέ̣δ̣[.]..[.].ί.αις
Info
GRE
ITA
ITA
Il sorriso di Saffo
fr. 384 Voigt
GRE
Ἰόπλοκ' ἄγνα μελλιχόμειδε Σάπφοι
Info
ITA
Ciochhe di viola, veneranda, dal sorriso di miele, Saffo.
Nel vino, l'uomo
fr. 333 Voigt
GRE
Οἶνος γὰρ ἀνθρώπω δίοπτρον
Info
ITA
Il vino infatti è uno strumento che permette di vedere attraverso l'uomo.
Meglio bere tanto
fr. 335 Voigt
Non bisogna cedere ai mali,nulla guadagneremo a tormentarci; il miglior rimedio, Bicchide, è farsi portare il vino ed ubriacarsi.
Οὐ χρῆ κάκοισι θῦμον ἐπιτρέπην,προκόψομεν γὰρ οὐδὲν ἀσάμενοι, ὦ Βύκχι, φαρμάκων δ' ἄριστον οἶνον ἐνεικαμένοις μεθύσθην
ITA
GRE
Info
Alceo e Saffo
fr. 137 Voigt
Θέλω τί τ' εἴπην, ἀλλά με κωλύειαἴδως… αἰ δ' ἦχες ἔσλων ἴμερον ἢ κάλων καὶ μή τί τ' εἴπην γλῶσσ' ἐκύκα κάκον, αἴδως κέν σε οὐ κ<άτ>ἦχεν ὄππατ’ ἀλλ' ἔλεγες περὶ τὼ δικαίω.
GRE
(Alceo) Voglio dire qualcosa, ma mi trattienela vergogna... (Saffo) Se tu avessi desiderio di cose onorevoli e belle e se la tua lingua non ti facesse rimestare cose brutte da dire, la vergogna non ti coprirebbe gli occhi, ma parleresti secondo il giusto.
ITA
Inno a Hermes
fr. 308 Voigt
Xαῖρε, Κυλλάνας ὀ μέδεις, σὲ γάρ μοιθῦμος ὔμνην, τὸν κορύφαισ’ ἐν αὔταις Μαῖα γέννατο Κρονίδᾳ μίγεισα παμβασίληϊ
GRE
Info
Salve, tu che regni sul Cillene:te infatti ho in animo di celebrare: te che sulle vette stesse Maia generò unitasi al figlio di Crono, il re di ogni cosa.
ITA
Nave nella tempesta
fr. 208a Voigt
Ἀσυν<ν>έτημμι τὼν ἀνέμων στάσιν,τὸ μὲν γὰρ ἔνθεν κῦμα κυλίνδεται, τὸ δ' ἔνθεν, ἄμμες δ' ὂν τὸ μέσσον νᾶϊ φορήμμεθα σὺν μελαίνᾳ χείμωνι μόχθεντες μεγάλῳ μάλα· πὲρ μὲν γὰρ ἄντλος ἰστοπέδαν ἔχει, λαῖφος δὲ πὰν ζάδηλον ἤδη, καὶ λάκιδες μέγαλαι κὰτ αὖτο, χόλαισι δ' ἄγκυραι, <τὰ δ᾽ ὀήϊα> [ ] . [...]. [ - ] τοι πόδες ἀμφότεροι μενο[ ] ἐ<ν> βιμβλίδεσσι· τοῦτό με καὶ σ[άοι ] μόνον· τὰ δ᾽ ἄχματ' ἐκπεπ[.]. άχμενα ..]μεν.[.]ρηντ' ἔπερθα· τὼν[...]. ]ενοισ.[ ] ]νεπαγ[ ]πανδ[ ]βολη[
Non comprendo la lotta dei venti,infatti un'onda si abbatte di qua e un'altra di qua, e noi nel mezzo siamo trasportati con la nave nera molto stremati dalla grande tempesta; infatti l'acqua della stiva supera la base dell'albero, e la vela (è) ormai tutta strappata, e giù ne pendono grandi brandelli, e si allentano le ancore scendono le anocre, le barre dei timoni... entrambi i piedi rest[... nei nodi: questo solo mi posso salvare il carico... in alto...
ITA
GRE
Info
"Voglio davvero essere morta"
fr. 94Voigt
Τεθνάκην δ᾿ ἀδόλως θέλω·ἄ με ψισδομένα κατελίμπανεν πόλλα καὶ τόδ᾿ ἔειπέ̣[μοι· ᾤμ᾿ ὠς δεῖνα πεπ[όνθ]αμεν, Ψάπφ᾿, ἦ μάν σ᾿ ἀέκοισ᾿ ἀπυλιμπάνω. Τὰν δ᾿ ἔγω τάδ᾿ ἀμειβόμαν· χαίροισ᾿ ἔρχεο κἄμεθεν μέμναισ᾿, οἶσθα γὰρ ὤς <σ>ε πεδήπομεν· αἰ δὲ μή, ἀλλά σ᾿ ἔγω θέλω ὄμναισαι [σὺ δὲ] δ̣[ὴ φρ]ά̣σ̣εαι ὄ̣σ̣[σα τέρπνα τε] καὶ κάλ᾿ ἐπάσχομεν· πό̣[λλοις γὰρ στεφάν]οις ἴων καὶ βρ[όδων κρο]κ̣ίων τ᾿ ὔμοι κάρ̣α̣[ι σῶι] πὰρ ἔμοι π<ε>ρεθήκα<ο> καὶ πό̣λλαις ὐπαθύμιδας πλέκταις ἀμφ᾿ ἀ˼πάλαι δέρᾳ ἀνθέων ἔ̣[βαλες] πεποημμέναις. Καὶ πά̣ν̣τ̣α̣[χρόα σὸν] μύρῳ βρενθείῳ [Λιπάρωι] ῤ̣ύ[δο]ν ἐξαλ<ε>ίψαο κα̣[ὶ βασ]ι̣ληΐῳ καὶ στρώμν[αν ἐ]πὶ μολθάκαν ἀπάλαν παρ̣[ὰ ]δ̣ί̣ων ἐξίης πόθο̣[ν νε]α̣νίδων κωὔτε τις [γάμος οὔ]τ̣ε̣ τι ἴρον οὐδ᾿ ὐ[ ] ἔπλετ᾿ ὄππ̣[οθεν ἄμ]μες ἀπέσκομεν, οὐκ ἄλσος. [ X]ό̣ρος κροτάλων] ψόφος ]...οιδιαι.
Voglio davvero essere morta.Lei mi lasciava piangendo molto e questo mi disse: "Ahimè, quanto soffriamo, Saffo: contro mia voglia ti lascio". Ed io le risposi: "Va' lieta e ricordati di me, tu sai come avevamo cur15 a di te; se non lo sai, io voglio che tu lo ricordi... ...e le gioie che abbiamo insieme goduto. E con molte corone di viole e di rose e insieme di croco accanto a me tu cingevi il capo e con molte ghirlande intrecciate intorno al delicato collo fatte...di fiori, e tutto il tuo corpo con unguento di fiori molto ungesti e con olio regale, e su morbidi letti saziavi il desiderio d'amore ... E non vi era nè... nè luogo sacro... da dove noi fossimo assenti... né bosco... ...suono
Info
GRE
ITA
La sposa e lo sposo
fr. 112 Voigt
Ὄλβιε γάμβρε, σοὶ μὲν δὴ γάμος ὠς ἄραοἐκτετέλεστ', ἔχηις δὲ πάρθενον ἂν ἄραο. Σοὶ χάριεν μὲν εἶδος, ὄππατα <δ'ἐστί νύμφα> μέλλιχ', ἔρος δ' ἐπ' ἰμέρτῳ κέχυται προσώπῳ καί σε <κόραν> τετίμακ' ἔξοχον Ἀφροδίτα.
GRE
Info
(Allo sposo) Sposo felice, per te le nozze, come desideravi,si sono compiute, e hai la ragazza che desideravi. Alla sposa)Hai un aspetto pieno di grazia, e gli occhi. <o sposa>dolci, e l'amore si riversa sul tuo viso incantevolee più di ogni altra <ragazza>ti ha onorata Afrodite.
ITA
Le nozze di Ettore e Andromaca
fr. 44 Voigt
Κύπρο[ ]ας·κάρυξ ἦλθε θέ[ων ]ελε[…]θεις Ἴδαος τάδεκα [ῖνα] φ[όρ]εις τάχυς ἄγγελος «< . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ἰλίω> τᾶς τ᾽ ἄλλας Ἀσίας τ[ό]δε γᾶν κλέος ἄφθιτον· Ἔκτωρ καὶ συνέταιρ[ο]ι ἄγοισ᾽ ἐλικώπιδα Θήβας ἐξ ἰέρας Πλακίας τ᾽ ἀπ᾽ ἀ[ι]ν νάω ἄβραν Ἀνδρομάχαν ἐνὶ ναῦσιν ἐπ᾽ ἄλμυρον πόντον· πόλλα δ᾽ [ἐλί]γματα χρύσια κἄμματα πορφύρ[α] καταΰτ[με]να, ποίκιλ᾽ ἀθρήματα, ἀργύρα τ᾽ ἀνάρ[ι]θμα ποτήρια κἀλέφαις.» Ὢς εἶπ᾽· ὀτραλέως δ᾽ ἀνόρουσε πάτ[η]ρ φίλος· φάμα δ᾽ ἦλθε κατὰ πτόλιν εὐρύχορον φίλοις· αὔτικ᾽ Ἰλίαδαι σατίναι[ς] ὐπ᾽ ἐυτρόχοις ἆγον αἰμιόνοις· ἐπ[έ]βαινε δὲ παῖς ὄχλος γυναίκων τ᾽ ἄμα παρθενίκα[ν] τ᾽ ἀτ[αλ]οσφύρων· χῶρις δ᾽ αὖ Περάμοιο θύγ[α]τρες [ἐπήισαν, ἴππ[οις] δ᾽ ἄνδρες ὔπαγον ὐπ᾽ ἄρ[ματα κάμπυλα] π[άντ]ες ἠίθεοι· μεγάλω[σ]τι δ[ δ[ίφροις] ἀνίοχοι φ[…].[ π[ ]ξαλο[ν [...] [ ἴ]κελοι θέοι[ς [ ] ἄγνον ἀόλ[λεες ὄρμαται [ ]νον ἐς Ἴλιο[ν, αὖλος δ᾽ ἀδυ[μ]έλης [ ] τ᾽ ὀνεμίγνυ[το καὶ ψ[ό]φο[ς κ]ροτάλ[ων λιγέ]ως δ᾽ ἄρα πάρ[θενοι ἄειδον μέλος ἄγν[ον, ἴκα]νε δ᾽ ἐς αἴθ[ερα ἄχω θεσπεσία, γέλ[ος πάνται δ᾽ ἦς κὰτ ὄδο[ις κράτηρες φίαλαί τ᾽ ο[...]υεδε[..]λ[.]εακ[.].[. μύρρα καὶ κασία λίβανός τ᾽ ὀνεμείχνυτο. Γύναικες δ᾽ ἐλέλυσδον ὄσαι προγενέστερα[ι, πάντες δ᾽ ἄνδρες ἐπήρατον ἴαχον ὄρθιον Πάον᾽ ὀνκαλέοντες ἐκάβολον εὐλύραν, ὔμνην δ᾽ Ἔκτορα κ Ἀνδρομάχαν θεοεικέλο[ις.
Cipro [...]giunse un araldo [...] Ideo tali cose diceva, messaggero veloce: "[...] [...] del resto dell'Asia [...] gloria immortale: Ettore e i suoi compagni conducono la fanciulla dagli occhi brillanti da Tebe sacra e da Placia, fonte perenne, la delicata Andromaca, viaggiando su navi sopra il mare salato; molti bracciali d'oro e vesti di porpora vaporose, variegati ornamenti, innumerevoli coppe d'argento e avorio." Così disse: svelto si alzò il padre diletto, la notizia giunse nella vasta città agli amici. Prontamente le Iliadi condussero i muli sotto i carri dalle belle ruote, vi saliva tutta la folla di donne insieme alle vergini belle caviglie, a parte le figlie di Priamo, gli uomini aggiogavano i cavalli ai carri da guerra e tutti i ragazzi, immensamente [...] gli aurighi [...] [...] [...]simile agli dèi [...]puro tutti insieme accorre ad Ilio l'aulo dal dolce canto[...] si fondevano e suono di crotali [...] le vergini elevavano un canto sacro, giungeva fino al cielo l'eco prodigiosa [...] ovunque per le strade [...] crateri e coppe [...] mirra e cassia e incenso si mescolavano; le donne più anziane intonarono il grido e tutti gli uomini fecero risuonare acuto l'amabile peana, invocando il Lungosaettante, dio dalla bella lira, per inneggiare a Ettore e Andromaca simile agli dèi.
Info
GRE
ITA
Tutti ad acclamare Pittaco
fr. 348 Voigt
...τὸν κακοπατρίδαν,Φίττακον, πόλιος τὰς ἀχόλω καὶ βαρυδαίμονος· ἐστάσαντο τύραννον, μέγ' ἐπαίνεντες ἀόλλεες;
GRE
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....quello di natali ignobili,Pittaco, di una città fiacca e oppressa dalla sorte: lo hanno fatto tiranno, acclamandolo forte tutti insieme!
ITA
Cleide
fr. 132 Voigt
Ἒστι μοι κάλα πάις χρυσίοισιν ἀνθέμοισινἐμφέρην ἔχοισα μόρφαν Κλέις ἀγαπάτα, ἀντὶ τᾶς ἔγωὐδὲ Λυδίαν παῖσαν οὐδ' ἐράνναν ...
GRE
Info
Io ho una bella figlia, che assomiglia in aspetto a fiori d'oro,la mia amata Kleis, in cambio della quale non darei tutta la Lidia, e neanche l'incantevole <Lesbo>.
ITA
Elena e Teti
fr. 42 Voigt
Ὠς λόγος κάκων ἀ[Περράμω <ι> καὶ παῖσ[ι ἐκ σέθεν πίκρον, π[ Ἴλιον ἴραν. Οὐ τεαύταν Αἰακίδα̣ι̣[ς πάντας ἐς γάμον μακ̣[αρας καλέσσαις ἄγετ' ἐκ Νή[ρ]ηος ἔλων [ μελάθρων πάρθενον ἄβραν ἐς δόμον Χέρρωνος· ἔλ[υσε δ' ζῶμα παρθένω· φιλο[ Πήλεος καὶ Νηρεΐδων ἀρίστ[ας. Ἐς δ' ἐνίαυτον παῖδα γέννατ' αἰμιθέων [ ὄλβιον ξάνθαν ἐλάτη[ρα πώλων, οἰ δ' ἀπώλοντ' ἀμφ' Ἐ[λένᾳ καὶ πόλις αὔτων.
Come si dice, dei mali...a Priamo e ai figli... di te l'amaro... Ilio sacra.Non così quella che d'Eaco il figlio chiamati a nozze tutti gli immortali da Nereo prese, ed indi la condusse -vergine bella- a casa di Chirone; allora sciolse la cinta virginal: (s'unì d'amore) Peleo con la Nereide sublime. Di lì ad un anno generò un figlio semidio... felice auriga di biondi puledri; ma per Elena quelli sono periti e Ilio con loro.
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Meglio bere tanto
fr. 140 Voigt
]. . .[μαρμαίρει δὲ μέγας δόμοςχάλκωι, π αῖσα δ’ Ἄρῃ κεκόσμηται στέγα λάμπραισιν κυνίαισι, κὰτ τᾶν λεῦ κοι κατέπ ερθεν ἴππιοι λόφοι νεύοισιν, κεφ άλαισιν ἄν- δρων ἀγάλματα· χάλκιαι δὲ πασ<σ>άλοις κρύπτοισιν περικείμεναι λάμπραι κνάμιδες, ἄρκ ος ἰσχύρω βέλεος, θόρρακές τε νέω λίνω κόιλαί τε κὰτ ἄσπιδες βεβλήμεναι· πὰρ δὲ Χαλκίδικαι σπάθαι, πὰρ δὲ ζώματα πόλλα καὶ κυπάσσιδες. Τῶν οὐκ ἔστι λάθεσθ’ ἐπεὶ δὴ πρώτιστʼ ὐπὰ τὦργον ἔσταμεν τόδε.
...La grande casa rifulge di bronzo,tutta la sala è adorna per Ares d'elmi lucenti e dai cimieri ondeggiano bianchi pennacchi equini, ornamento per le teste degli uomini: tutt'intorno disposti nascondono i chiodi lucenti schinieri di bronzo, riparo dal dardo robusto, e vi sono carrozze di lino nuovo, concavi scudi deposti a terra, e accanto spade calcidiche e poi molte cinture e tuniche corte. Dimenticarle, quest'armi, non dobbiamo dopo che demmo inizio a questa impresa.
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Il "Brothers poem"
P.Sapph.Obbink
Ἀλλ’ ἄϊ θρύλησθα Χάραξον ἔλθηννᾶϊ σὺν πλήᾳ. Τὰ μέν οἴομαι Ζεῦς οἶδε σύμπαντές τε θέοι· σὲ δ᾽οὐ χρῆ ταῦτα νόησθαι, ἀλλὰ καὶ πέμπην ἔμε καὶ κέλεσθαι πόλλα λίσσεσθαι βασίληαν Ἤραν ἐξίκεσθαι τυίδε σάαν ἄγοντα νᾶα Χάραξον κἄμμ’ ἐπεύρην ἀρτέμεας. Τὰ δ’ ἄλλα πάντα δαιμόνεσσιν ἐπιτρόπωμεν· εὐδίαι γὰρ ἐκ μεγάλαν ἀήταν αἶψα πέλονται. Τῶν κε βόλληται βασίλευς Ὀλύμπω δαίμον’ ἐκ πόνων ἐπάρωγον ἤδη περτρόπην, κῆνοι μάκαρες πέλονται καὶ πολύολβοι· κἄμμες, αἴ κε τὰν κεφάλαν ἀέρρη Λάριχος καὶ δή ποτ᾽ ἄνηρ γένηται, καὶ μάλ’ ἐκ πόλλαν βαρυθυμίαν κεν αἶψα λύθειμεν.
...ma tu non fai che ripetere che Carasso è arrivatocon la nave colma, cosa di cui, credo, sono a conoscenza Zeus e tutti gli dèi, ma non a questo tu devi pensare, ma solo a congedarmi e invitarmi a rivolgere molte suppliche a Hera sovrana perché giunga fin qua pilotando indenne la sua nave Carasso e trovi noi sane e salve: il resto affidiamolo tutto ai numi, ché a grandi tempeste d'un tratto succede il sereno. Coloro a cui il sovrano d'Olimpo voglia mandare un demone che infine li protegga dalle traversie, quelli diventano felici e molto prosperi. Anche noi, se Larico alzasse la testa e diventasse finalmente un uomo, ecco che saremmo liberate d'un tratto da molti scoramenti.
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Carme della vecchiaia
fr. 58 Voigt
Ὕμμιν φίλα Μοίσαν ἰ]οκ[ό]λπων κάλα δῶρα παῖδεςπρέπει δὲ λάβην τὰ]ν̣ φιλάοιδον λιγύραν χελύνναν· ἐμοὶ δ᾿ ἄπαλόν πρὶν] π̣οτ᾿ [ἔ]οντα χρόα γῆρας ἤδη διώλεσε λεῦκαι δ᾿ ἐγ]ένοντο τρίχες ἐκ μελαίναν, βάρυς δέ μ᾿ ὀ [θ]ῦμο̣ς̣ πεπόηται, γόνα δ᾿ οὐ φέροισι τὰ δή ποτα λαίψηρ᾿ ἔον ὄρχησθ᾿ ἶσα νεβρίοισιν τὰ <ῦτα> στεναχίσδω θαμέως, ἀλλὰ τί κεν ποείην; ἀγήραον ἄνθρωπον ἔοντ᾿ οὐ δύνατον γένεσθαι· καὶ] γάρ π̣[ο]τ̣α̣ Τίθωνον ἔφαντο βροδόπαχυν Αὔων ἔρῳ δ̣έ̣π̣α̣ς εἰσαν βάμεν᾿ εἰς ἔσχατα γᾶς φέροισα[ν ἔοντα [κ]ά̣λον καὶ νέον, ἀλλ᾿αὖτο̣ν ὔμως ἔμαρψε χρόνῳ π̣ό̣λ̣ι̣ο̣ν̣ γῆρας ἔχ̣[ο]ν̣τ̣᾿ ἀθανάταν ἄκοιτιν.
[Se amate,] o fanciulle, i bei doni [delle Muse] dal seno viola,[danzante al suono di questa] cetra sonora amica del canto, [ma a me la pelle] che un tempo era [delicata] ormai la vecchiaia [l'ha sciupata,] e i capelli da neri sono diventati bianchi, e l'animo mi si è fatto grevo, e non reggono le ginocchia che una volta erano agili a danzare come cerbiatti. Di questo spesso gemo: ma cosa posso farci? Un essere umano sfuggire a vecchiaia non può, e infatti dicevano che un tempo Aurora dalle braccia di rose, trafitta (?) dalla passione, andò a portare Titono, che era bello e giovane, ai confini del mondo, ma pure lui che aveva una sposa immortale lo ghermì col tempo la vecchiaia canuta.
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Povera me
fr. 10 Voigt
Ἔμε δείλαν, ἔμε παίσαν κακοτάτωνπεδέχοισαν δομονο̣[ ]ε̣ι μόρος αἶσχ[ρος ἐπὶ γὰρ πᾶρος <ἀ>νίατον ἱκ<άνει>, ἐλάφω δὲ βρόμος ἐν στήθεσι φυει φοβέρος, μ]αινόμενον [ ] ἀυάταισ' ὠ[
Me misera, me di tutti i peggio malipartecipe...... sorte obbrobbriosa a sciagura insanabile sopravviene e fremito di cervo nel cuore sorge trepido, folle... ... sventura...
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Pari a un dio
fr. 31 Voigt
A me sembra che sia uguale agli dèil'uomo seduto, chiunque sia, di fronte a te, e vicino mentre dolcemente parli ti ascolta, e ridi deliziosamente, e questo davvero mi ha sconvolto il cuore in petto: che se appena ti guardo io non riesco a dire più niente, si è frantuma tat la lingua, e sottile mi corre un fuoco sotto pelle subito; con gli occhi niente vedo, e mi rimbom- bano le orecchie, sudore mi si spande addosso, un tremito mi prende tutta, verde più dell'erba sono, e che manchi poco a essere morta sembro a me stessa. Ma si può sopportare tutto: anche il povero.
Φαίνεταί μοι κῆνος ἴσος θέοισινἔμμεν’ ὤνηρ, ὄττις ἐνάντιός τοι ἰσδάνει καὶ πλάσιον ἆδυ φωνεί- σας ὐπακούει καὶ γελαίσας ἰμέροεν, τό μ’ ἦ μὰν καρδίαν ἐν στήθεσιν ἐπτόαισεν· ὠς γὰρ <ἔς > σ’ ἴδω βρόχε’ ὤς με φώνη- σ’ οὐδὲν ἔτ’ εἴκει, ἀλλὰ κὰμ μὲν γλῶσσα ἔαγε, λέπτον δ’ αὔτικα χρῷ πῦρ ὐπαδεδρόμακεν, ὀππάτεσσι δ’ οὐδὲν ὄρημμ’, ἐπιρρόμ- μεισι δ’ ἄκουαι, έκαδετ μ’ ἴδρως ψῦχρος χέεται, τρόμος δὲ παῖσαν ἄγρει, χλωροτέρα δὲ ποίας ἔμμι, τεθνάκην δ’ ὀλίγω ‘πιδεύης φαίνομ’ ἔμ’ αὔτ[ᾳ. Ἀλλὰ πὰν τόλματον, ἐπεὶ καὶ πένητα.
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