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La Fotografia al San Lazzaro - Bibliografia
Biblioteca Livi
Created on May 29, 2024
Bibliografia sulla fotografia al san Lazzaro di Reggio Emilia
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la fotografia al san lazzaro
Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia
Bibliografia
FOTOGRAFIA AL s. LAZZARO
FOTO IN MOSTRA
I Fotografi
FOTO sparse
foto (del San Lazzaro) in mostra
- Ascolini, V. (2003). Vasco Ascolini: une incertaine folie. Lille: Transphotographiques [Catalogo della mostra tenuta a Palais Rihour, Lille, 2003.]
- Bergomi M., et al., a cura di, (1980). Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro.
- Carli, M., (2014). Testimonianze oculari. L’immagine fotografica e l’abolizione dell’istituzione manicomiale in Italia. Memoria e ricerca. 47:99-113.
- Iotti, M., Fontanesi, M., (2014). Spazi della follia...: area ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro - Reggio Emilia: reportage fotografico. Reggio Emilia: Fotostudio Il ritratto.
- Mazzoni, K. (2023). L’uso della fotografia all’interno degli ospedali psichiatrici tra metà Ottocento e metà Novecento. In: Addabbo C., Casati S., a cura di. L'occhio della scienza: Pisa, Museo della grafica: Firenze, Museo Stibbert : 11 novembre-26 febbraio 2023. Pisa: ETS. pp. 69-74.
- Morselli, S., (2005). Reggio, immagini della follia. In una grande mostra gli scatti dei principali fotografi che hanno documentato “i matti”. Ma si riflette soprattutto sui manicomi. L’Unità Bologna. 19 novembre
- Parmeggiani., S. (2005). Il volto della follia. Cent’anni di immagini del dolore, Milano, Skira.
Parmeggiani., S. (2005). Il volto della follia. Cent’anni di immagini del dolore, Milano, Skira.
la fotografia al San Lazzaro
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- Bergomi, M., Bonilauri, F., Dall'Acqua, M., Miglioli, M., (1979). Opera prima classificata: le raccolte fotografiche. In: Per un museo storiografico della psichiatria: atti del concorso pubblico per l'attivazione di un museo storiografico della psichiatria bandito dagli Istituti psichiatrici S. Lazzaro di Reggio Emilia il 6 marzo 1978. Reggio Emilia: Istituti Ospedalieri Neuropsichiatrici S. Lazzaro. Vol. 1. p. 762-763.
- Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2023). Viaggio nella mente: volti di malati psichiatrici di fine Ottocento tra Reggio Emilia e Torino [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/watch?v=TEW8YsKrdEQ
- Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2021). Lavori in corso: “Il fondo fotografico” [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/watch?v=h-GsxOZh1eo
- Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2020a). Archivio a domicilio: le fotografie [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/watch?v=OUSEB3A9e_o
- Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2020c). I volti della follia: le fotografie del San Lazzaro [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/watch?v=dky51_pcBAY
- Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66-70.
- Carelli, R., (2025). San Lazzaro di Reggio Emilia. In: La sorella della follia: Fotografia psichiatrica e reportage manicomiali in Emilia-Romagna al 1991. Laurea magistrale in Teorie e Pratiche della Fotografia, Università degli studi di bologna. pp. 78-106.
- Carelli, R., (2025). 1991, San Lazzaro, Reggio Emilia: blitz fotografico di Luciano Nadalini. In: La sorella della follia: Fotografia psichiatrica e reportage manicomiali in Emilia-Romagna al 1991. Laurea magistrale in Teorie e Pratiche della Fotografia, Università degli studi di bologna. pp. 190-196.
Lalli, P., a cura di, (1993). Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale
la fotografia al San Lazzaro
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- Del Monte, G. P., (2024). La storia del San Lazzaro: i tesori di cultura della biblioteca Livi. VIDEO [online]. Reggionline -Telereggio - Ultime notizie Reggio Emilia. [Consultato il 21 ottobre 2024]. Disponibile da: https://www.reggionline.com/la-storia-del-san-lazzaro-tesori-cultura-della-biblioteca-livi-video/
- Di Maria I., (1995). La fotografia psichiatrica al San Lazzaro di Reggio Emilia: dalla nascita ai primi del '900. Tesi di laurea in psicologia delle arti, Università degli studi di Bologna.
- Finazzi, M., (2017). Psychiatric photography, the expression of emotions, and italian symbolist art: the search for self and identity crisis at the turn of the 20th century. In: R., Neginsky, edit by. Mental Illnesses in Symbolism. Cambridge Scholars Publishing. pp. 2-30
- Fornaciari, V., (2011). L'uso della fotografia al san lazzaro. In: A., Carri, a cura di. Il San Lazzaro tra storia e storie. Correggio: Maselli editore. pp. 50-52.
- Fornaciari, V., (2005). “Fotografando il manicomio”, L’archivio fotografico dell’Istituto psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia. In: Parmeggiani, S. Il volto della follia. Cent’anni di immagini del dolore. Milano, Skira. P. 107-155
- Fornaciari, V., (2001). L'archivio fotografico dell'Istituto psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia: 1877-1936. Tesi di laurea in Conservazione dei beni culturali, Università degli studi di Parma.
Tamassia, A. (1878). La fotografia del nostro manicomio. Gazzetta del frenocomio di Reggio Emilia. 4(1-2), 8-12.
la fotografia al San Lazzaro
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- [Le fotografie dell'ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di reggio Emilia]. PatER - Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna [online], (senza data). [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://bit.ly/3ibPkfJ
- Gasparini, L., (1987). Storia della fotografia a Reggio Emilia: l'uso clinico. In: Storia illustrata di Reggio Emilia. Repubblica di San Marino: AIEP. Vol. 4 Argomenti. p. 1147. Gazzetta del Frenocomio di Reggio, (1875-1881). Reggio Emilia: s.n.
- Lalli, P., a cura di, (1993). Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale.
- Martínez Azumendi, O., Serrulla Vangeneberg, L., (2008). Siglo y medio de psiquiatría a través de la fotografía italiana. Frenia. 8(1):183-206.
- Mazzoni, K. (2024). Le fotografie psichiatriche di Augusto Tamburini. In: S., Montaldo, C., Cilli, a cura di. Museo Lombroso: il Museo di antropologia criminale "Cesare Lombroso" dell'Università di Torino. Torino: Hapax. pp.178-179.
- Mazzoni, K. (2023). L’uso della fotografia all’interno degli ospedali psichiatrici tra metà Ottocento e metà Novecento. In: Addabbo C., Casati S., a cura di. L'occhio della scienza: Pisa, Museo della grafica: Firenze, Museo Stibbert : 11 novembre-26 febbraio 2023. Pisa: ETS. pp. 69-74.
la fotografia al San Lazzaro
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- Panattoni, R., (2011). I volti e la follia, come in una fotografia. In: R. Panattoni, a cura di. Parole e immagini dal manicomio: studi e materiali dalle cartelle cliniche tra Otto e Novecento. Milano: B. Mondadori.
- Pellegrino, A., (2013). Il dramma della follia nella fotografia. Lettere dalla facoltà: bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurga dell'Università Politecnica delle marche. 15(2):33-41.
- Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale.
- Ruggerini, G., (1995). La fotografia psichiatrica al San Lazzaro di Reggio Emilia: prospettive e orientamenti nel trentennio primonovecentesco. Tesi di laurea in Psicologia delle arti, Università degli studi di Bologna.
- Tamassia, A. (1878). La fotografia del nostro manicomio. Gazzetta del frenocomio di Reggio Emilia. 4(1-2), 8-12.
foto Sparse
Le fotografie del San Lazzaro pubblicate su...
- Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2022). Le fotografie del San Lazzaro sui settimanali illustrati [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/live/vLi8WFNn2ig?si=AZTGqd6sUaD781Hg
- Casuccio, C., Scapinelli, R., (1962). Fattori traumatizzanti nella terapia dei malati di mente e conseguente assistenza extrapsichatrica. Homo. 3(10), 45-52. [Relazione al 2. Congresso italiano di medicina Forense, Roma, 10-12 ottobre 1962. Si parla del museo e ci sono fotografie degli oggetti di contenzione.]
- Guicciardi Fiastri, V., (1908). La gaja pazzia. Il secolo XX: rivista popolare illustrata. 7(7), 559-569.
- Jay, M., (2016). This Way Madness Lies: the asylum and beyond. London: Thames and Hudson. [Fotografie del San Lazzaro a p. 128-129 ; 199-200].
- Paolocci. D., (1889). Frenocomio di Reggio Emilia: le prime impressioni. L’illustrazione italiana. 16(19), 292-293.
- Paolocci., D., (1889). Il Frenocomio di Reggio Emilia: II - la sezione femminile. L’illustrazione italiana, 16(20), 310-312.
- Paolocci., D. (1889). Il Frenocomio di Reggio Emilia: III - la colonia agricola. L’illustrazione italiana. 16(21), 328-330.
- Pazzaglia, N., (2019). A body to fear: Rapresentability, recognition and the Making of the Criminal Woman. In: Photography as power: dominance and resistance through the Italian lens. Cambridge Scholar Publishing. p. 9-37.
- Tassetto, C., (2012). Manicomio di San Lazzaro in Reggio Emilia - Refoto [online]. Refoto - Associazione REFOTO. [Consultato il 2 gennaio 2025]. Disponibile da: https://www.refoto.it/portfolio_page/manicomio-di-san-lazzaro-in-reggio-emilia/
- Tremola, E. (1981). Una perfezione manicomiale: immagini per una storia della psichiatria. Torino: Regione Piemonte.
- Vergara Huilcaman, L., Possentini, S. M., a cura di, (2012). La memoria = memory: Frenocomio San Lazzaro di Reggio Emilia = San Lazzaro mental hopital, Reggio Emilia. Illustrati. 12.
I fotografi al San Lazzaro
Biblioteca Livi e Archivio San Lazzaro, (2022).Le fotografie e i fotografi del San Lazzaro. [online]. YouTube. [Consultato il 29 maggio 2024]. Disponibile da: https://www.youtube.com/live/adwpVYEieVM?si=2GE3DqhfTg1XHxEx
I fotografi Interni al San Lazzaro - i dilettanti - (ritrattisti)
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
I fotografi occasionali
Giuseppe Fantuzzi (1859-1915) – Reggio Emilia Dino Badodi: (1923-2011) – Reggio Emilia Società "Foto Ars” (1921-) – Reggio Emilia Fratelli Zambini. Pasquale Zambini (1830-1895) - Reggio Emilia Roberto Sevardi (1865-1940) Reggio Emilia Studio M. Vaiani. Mario Vaiani (1880 –1943) Reggio Emilia - Alessandro Cassarini (1847-1929) – Ernesto Rossi (1858 -1940) - Genova - Schemboche & Baldi (1894-1907) - Reale Fotografie Cav. Vuillemenot Montabone (1905-1910) - Roma - Il conte Raffaello Sernagiotto di Casavecchia (1858- 1935) - Atelier microfotografico per fotografie scientifiche.
I fotografi al San Lazzaro
I fotografi Interni al San Lazzaro - i dilettanti - (ritrattisti)
Emilio Poli ( - 1899)
Guardarobiere del San LazzaroFotografo al San Lazzaro dal 1877 al 1899
Giovanni M. (1844-1917)
Degente del Manicomio (Padiglione Guislain) aiutante di Emilio PoliFotografo al San Lazzaro dal 1899 al 1908
Franesco Burani (1870 - ?)
Sorvegliante della Colonia Agricola del San LazzaroFotografo al San Lazzaro dal 1908 al 1918
I fotografi Interni al San Lazzaro - i dilettanti - (ritrattisti)
Emilio Poli ( - 1899)
Guardarobiere del San Lazzaro | Fotografo dal 1877 al 1899
Le fotografie di Emilio Poli nel Fondo fotografico del San Lazzaro sono in totale 465:189 ritratti di diverso formato, ma tutti relativamente piccoli, da 4x4 cm a 6x9 cm:
- 100 artistotipi sono raccolti in un piccolo Album di ritratti di donne di cui le prime 28 datate ottobre/novembre 1892.;
- 89 aristotipi montati singolarmente su cartoncino di diversi formati
Si parla di Emilio Poli al San Lazzaro...
Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66-70. Di Maria I., (1995). Emilio Poli: un fotografo tuttofare. In: La fotografia psichiatrica al San Lazzaro di Reggio Emilia: dalla nascita ai primi del '900. Tesi di laurea in psicologia delle arti, Università degli studi di Bologna. pp. 85-114. Paolocci. D., (1889). Frenocomio di Reggio Emilia: le prime impressioni. L’illustrazione italiana. 16(19), 292-293 Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.41-48. Tamassia, A. (1878). La fotografia del nostro manicomio. Gazzetta del frenocomio di Reggio Emilia. 4(1-2), 8-12
I fotografi Interni al San Lazzaro - i dilettanti - (ritrattisti)
Giovanni M. (1840 - 1917)
Degente del Manicomio (Padiglione Guislain) Fotografo dal 1899 al 1908
Di Giovanni M. sono rimaste nel fondo fotografico dell'Archivio dell'Ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro, 741 ritratti di degenti. Di questi 710 sono in ovale montati su 48 cartoni in file ordinate, prevalentemente 5 fotografie su tre file per ogni cartone, con alcune eccezioni. Sotto ogni fotografia è riportato il nome del degente, la data del ricovero e la diagnosi (quest'ultima solo per gli uomini).
- 11 cartoni con 159 fotografie di uomini, rilegati in "Album 1904"
- 27 cartoni con 409 fotografie di uomini, rilegati in "Album biennio 1905-1906"
- 10 cartoni con 142 fotografie di donne non rilegati.
Si parla di Giovanni M. al San Lazzaro ...
Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66-70. Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.41-48 Carteggio datato 4-25 agosto 1908 tra l’economato e la presidenza del San Lazzaro - Riadattamento di fabbriche.(Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.7.4.21)
I fotografi Interni al San Lazzaro - i dilettanti - (ritrattisti)
Francesco Burani (1870 - ?)
Sorvegliante della Colonia AgricolaFotografo al San Lazzaro dal 1908 al 1918
I ritratti dei pazienti del san Lazzaro opera di Francesco Burani non sono raccolti in album o cartoni, ma sono a corredo delle Cartelle Cliniche. Non fanno quindi parte del Fondo fotografico, ma dell'Archvio Sanitario del San Lazzaro. Non è possibile ad oggi determinare di quante fotografie sia autore Burani perchè le migliaia di cartelle cliniche del San Lazzaro sono ancora in fase di schedatura e non tutte sono corredate da fotografia.
Si parla di Francesco Burani al San Lazzaro...
Carteggio datato 4-25 agosto 1908 tra l’economato e la presidenza del San Lazzaro - Riadattamento di fabbriche.(Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.7.4.21)
I fotografi al San Lazzaro
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Giuseppe Fantuzzi (1859-1915)
fratelli Emilio (1837- ?)e Pasquale Zambini (1876-1895 ca.)
Mario Vaiani (1880-1943)
Dante Badodi (-1936)
Roberto Sevardi (1865-1940)
Aldino Codeluppi (-1964?)
Foto Ars (1921-?)
GAF - Gruppo Artigiani Fotografi (dopoguerra)
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Giuseppe Fantuzzi (1859-1915)
Lavora al San Lazzaro dal 1889 al 1912 ca.
Nel fondo fotografico del San Lazzaro di Giuseppe Fantuzzi rimangono 319 stampe di 159 soggetti differenti, di cui 217 catalogate. I principali nuclei delle fotografie di Giuseppe Fantuzzi sono tre diverse raccolte:
- 71 fotografie in "Album del Frenocomio di Reggio-Emilia" (1900)
- 112 fotografie "Iconografia del Manicomio di S. Lazzaro in Reggio Emilia - 1910" (1910)
- 12 fotografie di una raccolta senza titolo del quartiere nelle vicinanze del Manicomio, probabilmente abitato dagli infermieri che ospitavano pazienti (1900 ca.).
- 98 sono riproduzioni in formato ridotto delle fotografie dei due album 1900/1910 per gli espositori girevoli inseriti negli stand alle mostre internazionali.
Si parla di Giuseppe Fantuzzi al San Lazzaro...
- Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66-70.
- Di Maria I., (1995). Il primo novecento e la consacrazione fotografica dei manicomi. In: La fotografia psichiatrica al San Lazzaro di Reggio Emilia: dalla nascita ai primi del '900. Tesi di laurea in psicologia delle arti, Università degli studi di Bologna. pp. 85-114.
- Fornaciari, V., (2001). Primo '900: concorsi, esposizioni e fotografi professionisti (Fantuzzi e Vaiani). In: L'archivio fotografico dell'Istituto psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia: 1877-1936. Tesi di laurea in Conservazione dei beni culturali, Università degli studi di Parma. pp. XLV-LIII.
- Gasparini, L., (1987). Storia della fotografia a Reggio Emilia: Foto-spettacolo. In: Storia illustrata di Reggio Emilia. Repubblica di San Marino: AIEP. Vol. 4 Argomenti. p. 1145-1146.
- Gasparini, L., (1987). Giuseppe Fantuzzi (1859-1915). Fotologia. 8:44-46.
- Gasparini, L., (1987). Storia della fotografia a Reggio Emilia: L'uso clinico. In: Storia illustrata di Reggio Emilia. Repubblica di San Marino: AIEP. Vol. 4 Argomenti. p. 1147.
- Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.41-48
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Mario Vaiani (1880 –1943)
Lavora al San Lazzaro dal 1921 al 1929
Nel fondo fotografico del San Lazzaro di Mario Vaiani rimangono 169 stampe - di 92 soggetti differenti. Di queste fotografie 95 sono state catalogate (1 è attribuibile in realtà al figlio Renzo Vaiani). I principali nuclei delle fotografie di Mario Vaini sono tre diverse raccolte:
- Colonia Scuola “Antonio Marro” (1921-1929)
- Servizio per l'Esposizione Agricola industriale e del lavoro di Reggio Emilia (maggio-giugno 1922)
- Scoprimento del busto di Augusto Tamburini in Sala Galloni in occasione della sua commemorazione (1923)
Si parla di Mario Vaiani al San Lazzaro ...
Bergomi, M., Bonilauri, F., Dall'Acqua, M., Miglioli, M., (1979). Opera prima classificata: le raccolte fotografiche. In: Per un museo storiografico della psichiatria: atti del concorso pubblico per l'attivazione di un museo storiografico della psichiatria bandito dagli Istituti psichiatrici S. Lazzaro di Reggio Emilia il 6 marzo 1978. Reggio Emilia: Istituti Ospedalieri Neuropsichiatrici S. Lazzaro. Vol. 1. p. 762-763. [Renzo vaiani] Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.41-48 Fornaciari, V., (2001). Primo '900: concorsi, esposizioni e fotografi professionisti (Fantuzzi e Vaiani). In: L'archivio fotografico dell'Istituto psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia: 1877-1936. Tesi di laurea in Conservazione dei beni culturali, Università degli studi di Parma. pp. XLV-LIII.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Dante Badodi (-1936)
Lavora al San Lazzaro dal 1931 al 1936
Nel fondo fotografico del San Lazzaro di Dante Badodi rimangono 119 stampe di 86 soggetti differenti, 86 catalogate. I principali nuclei delle fotografie di Dino Badodi sono:
- "La colonia-scuola Antonio Marro nel 1931 (1° decennio dalla Fondazione)" (1931)
- "Ars Canusina" (1933)
- 10 fotografie del padiglione Buccola in occasione dell'inaugurazione.
In alcune fonti Dante Badodi viene erronamente scambiato per il figlio Dino
Si parla di Dante Badodi al San Lazzaro ...
Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.41-48
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Fratelli Zambini: Emilio (1837-?)e Pasquale (1876-1895)
Lavora al San Lazzaro dal 1875 al 1885 ca.
I fratelli Zambini sono gli unici fotografi professionisti a cui sono stati commissionati ritratti di pazienti. Ne rimangono solo 3, eseguiti in studio in formato carte da visite, presumibilmente per essere distribuiti duranete l'esposizione dei casi clinici in cogressi medici. Uno dei pazienti ritratti è stato identificato con certezza, gli altri rimangono sconosiuti. Probabilmente la commissione è precedente all'entrata in servizio di Emilio Poli come fotografo (1877/78). Nel fondo fotografico del San Lazzaro rimangono 4 fotografie in un'unica copia, tutte catalogate. Oltre ai 3 ritratti troviamo una fotografia firmata dal solo Pasquale Zambini dello stand all'Esposizione permanente in Reggio Emilia del 1885, con manufatti dei degenti del San Lazzaro.
Si parla dei fratelli Zambini al San Lazzaro ...
- Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66.
- Gasparini, L., (1987). Storia della fotografia a Reggio Emilia: L'uso clinico. In: Storia illustrata di Reggio Emilia. Repubblica di San Marino: AIEP. Vol. 4 Argomenti. p. 1147.
- Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.44.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Roberto Sevardi (1865-1940)
Lavora al San Lazzaro nel 1920 ca.
Di Roberto Sevardi rimangono nel fondo fotografico del San Lazzaro 5 fotografie, tutte riproduzioni di due ritratti di Augusto Tamburini. Solo 2 sono catalogate perchè le altre sono stampe delle stesse fotografie. E' presumibile che questi ritratti siano stati comissionati per la pubblicazione sulla Rivista Sperimentale di Freniatria del ricordo postumo del Prof. Tamburini, del 1920. Sono di Sevardi le cartoline del San Lazzaro e fotografie dal 1910-1920, conservate nella fototeca Panizzi.
Si parla di Roberto Sevardi al San Lazzaro ...
Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.47.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Aldino Codeluppi (-1964)
Lavora al San Lazzaro dal 1937 al 1960
Nel fondo fotografico del San Lazzaro rimangono quindi 30 fotografie di Codeluppi, di cui 26 con soggetti diversi, catalogate.
Il direttore del San Lazzaro Guicciardi a marzo del 1937 chiede un preventivo alla Ditta Codeluppi per un servizio, da pubblicare sulla Rivista Sperimentale di Freniatria, circa la provvisoria sistemazione della Colonia-Scuola "Antonio Marro" che ha dovuto spostarsi dalla propria sede. Le 22 fotografie che costituiscono l'album "Colonia scuola Istituto psichiatrico S. Lazzaro ", sono il nucleo più consistente di fotografie che Codeluppi lascia al San Lazzaro. Sempre per la pubblicazione sulla Rivista Sperimentale di Freniatria nel 1937, Codeluppi fotografa la lapide dedicata a Ottorino Rossi e posta sulla facciata della Sezione Rossi. Con un salto temporale (presumibile) di una ventina d'anni, Codeluppi fotografa un busto in gesso di Lazzaro Spallanzani conservato presso la Biblioteca Livi, ma non se ne conosce l'utilizzo.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
Foto Ars (1921- )
Lavora al San Lazzaro dal 1924 al 1938 ca.
Di Foto Ars rimangono nel fondo fotografico del San Lazzaro 81 stampe, tutte catalogate in Sebina, delle quali 61 con soggetti diversi. La principale attività di Foto ARS all’interno del San Lazzaro riguarda una commissione di fotografie dei diversi Padiglioni del San Lazzaro da esporre alla Mostra degli ospedali Italiani tenutasi a Roma a maggio del 1935. 29 sono state stampate in grande formato (50x33 cm) per l’allestimento dell’esposizione, altre 36 rimangono in formati molto più piccoli, la maggior parte sono copie di quelle esposte. Altre 8 stampe riguardano il carro del dopolavoro del San Lazzaro durante la sfilata per la Festa dell’uva del settembre del 1935. 5 fotografie di attività di laboratorio e nell’orto della Colonia-Scuola “Antonio Marro”. 2 stampe, inserite in chiusura di un album di fotografie di Dante Badodi di oggetti in Ars Canusina: una del Cofanetto in cuoio sbalzato "Ars Canusina" contenete la bandiera tricolore consegna alla Casa natale del Duce dalla Federazione Fascista di Reggio Emilia, l’altra fotografia ritrae la cerimonia di consegna.
Si parla di Foto Ars al San Lazzaro ...
Bonilauri, F., (1980). La fotografia al San Lazzaro. In: M. Bergomi, et al., a cura di. Il cerchio del contagio: il S. Lazzaro tra lebbra, povertà e follia, 1178-1980 (S. Lazzaro: ex padiglione Lombroso, 11-30 aprile 1980). Reggio Emilia: Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro. pp. 66-70 Prati, E., (1993). L’archivio fotografico dell’Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. In: P. Lalli, a cura di. Immagini dal manicomio. Le fotografie storiche del S. Lazzaro di Reggio Emilia. 1892-1936. Reggio Emilia: AGE grafico-editoriale. pp.47.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I professionisti
GAF (Gruppo Artigiani Fotografi)
Lavora al San Lazzaro dal 1960 al 1964
Il Gruppo Artigiani Fotografi viene chiamato al San Lazzaro per documentare eventi ufficiali in presenza delle autorità cittadine, prevalentemente inaugurazioni di nuovi padiglioni, servizi e mostre. Nell’archivio fotografico rimangono del GAF 148 fotografie di cui 110 originali, tutte catalogate in Samira: 13 fotografie dell’inaugurazione con le autorità cittadine del Padiglione Guicciardi il 5 aprile del 1963. (Nel fondo rimangono anche altre foto 21 dei locali interni del padiglione Guicciardi, ma non sono attribuibili al GAF perché senza marchi evidenti e perché se ne conservano anche i negativi, quindi è presumibile che siano state fatte da un fotografo interno). 7 fotografie dell’inaugurazione con le autorità cittadine del Padiglione Morel il 20 dicembre del 1963. 52 fotografie della Mostra didattica-occupazionale degli alunni della Scuola-Convitto "Sante De Sanctis": 19 dell'inaugurazione con le autorità cittadine il 5 dicembre del 1964 (in diverse copie per un totale di 27 stampe), 33 fotografie dell’allestimento della stessa mostra. 1 sola fotografia del Prefetto in visita al San Lazzaro il primo ottobre del 1964. 22 fotografie della visita ufficiale del 6 maggio del 1965 del Ministro Giuseppe Medici per inaugurazioni varie al San Lazzaro. Alcune di queste fotografie sono in diverse copie per un totale di 49 stampe. 15 fotografie costituiscono l'ultimo nucleo tematico, la distribuzione dei pacchi dono ai figli dei dipendenti e i bambini della scuola-convitto SAnte De Sanctis in occasione della Befana. 11 stampe (14 con le copie) del 1964 e 4 fotografie del 1960.
I fotografi al San Lazzaro
I fotografi occasionali
Alessandro Cassarini (1847-1929) - Bologna
Raffaello Sernagiotto, conte di Casavecchia (1858- 1935)
Ernesto Rossi (1858 -1940) - Genova
Schemboche & Baldi (1894-1907) - Roma
Reale Fotografie Cav. Vuillemenot Montabone (1905-1910) - Roma
I fotografi esterni al San Lazzaro - I FOTOGRAFI OCCASIONALI
Alessandro Cassarini
Non lavora al San LazzaroSi conservano suem fotografie di altri luoghi
Alessandro Cassarini non lavora nello specifico al San Lazzaro, ma nel fondo fotografico si conservano 7 sue fotografie, tutte catalogate in PatER. Si tratta di immagini montate su cartoni rigidi e bordati in oro con Vedute di Castiglione De Pepoli. Mancano notizie sui possibili rapporti tra Castiglione De' Pepoli e l'Istituto Psichiatrico S. Lazzaro. È possibile che a Castiglione De' Pepoli soggiornassero medici o degenti (malati benestanti). Da notare che Cassarini apparteneva alla ricca famiglia bolognese che possedeva l'omonimo importante stabilimento chimico-farmaceutico in cui venivano prodotte le polveri antiepilettiche note per l'appunto come "Cassarine". E molto probabile che queste fotografie facciano parte della campagna fotografica avviata nel 1892 fino al 1895 da Corrado Ricci, responsabile dell’Uffici Regionali per la Conservazione dei Monumenti, sui castelli dell'intera Emilia-Romagna. Nel 1901 viene pubblicato a Bologna il catalogo delle fotografie del Cav. Alessandro Cassarini con testi di Corrado Ricci: Castelli, rocche e rocce storiche delle Provincie di Bologna, Forlì, Ravenna, Ferrara, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, Firenze, Lunigiana e Montefeltro, con cenni illustrativi: vedute dell'Appennino e paesaggi alpini del Cadore e de' monti bellunesi. Fotografie del cav. Alessandro Cassarini. Sarà l’editore Zamorani e Albertazzi a pubblicare una seconda edizione nel 1940.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I FOTOGRAFI OCCASIONALI
Raffaello Sernagiotto, conte di Casavecchia (1858- 1935)
Non lavora al San LazzaroSi conservano sue microscopie
Del Conte Raffello Sernagiotto di Casavecchia, si conservano 10 microscopie, tutte catalogate in PatER. Si trata di seoggetti vari: tessuti umani, agenti patogeni, larve. Non sappiamo se queste microscopie sono state acquistate in stock, commissionate oppure donate.
I fotografi esterni al San Lazzaro - I FOTOGRAFI OCCASIONALI
Ernesto Rossi (1858 -1940) - Genova
Solo 2 le fotografie di Ernesto Rossi al San Lazzrao: un ritratto di Augusto Tamburini e uno di Enrico Morselli.
Schemboche & Baldi (1894-1907) - Roma
Solo 1 fotografia nel fondo del San Lazzaro: il ritratto di Augusto Tamburini.
Reale Fotografie Cav. Vuillemenot Montabone (1905-1910) - Roma
Solo 1 fotografia nel fondo del San Lazzaro: il ritratto di Augusto Tamburini + 1 ristampa ad opera di Roberto Sevardi
Biblioteca "Carlo Livi"
La Biblioteca "Carlo Livi" è di proprietà dell'Azienda USL di Reggio EmiliaVia Amendola 2 (Padiglione Morel), Reggio Emilia. Contatti: Tel. 0522.335280 - 0522.335314 | E-mail biblioteca@ausl.re.it ORARIO INVERNALE (settembre-maggio): Lunedì e mercoledì: 8.30-17 | martedì, giovedì, venerdì: 8,30-14.00 ORARIO ESTIVO (giugno-agosto): Lunedi - venerdì: 8.30-14. Presso la Biblioteca "Carlo Livi" si conservano: Archivio dell'ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia Archivio dell'ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia (OPG)
Nipote del fotografo Giuseppe Fantuzzi, nasce a Reggio Emilia, ma si trasferisce a Milano dove lavoro nello studio fotografico del fratello Attilio, specializzato in fotografie di artisti. In seguito Dante apre uno studio a Treviglio (BG), ma si arruola per la guerra di Libia prima (29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912) e la guerra di redenzione poi (24 maggio 1915-4 novembre 1918). Tornato a Reggio a vivere con la madre, apre il suo studio fotografico al primo piano di via Carducci 2, il primo gennaio del 1920. Assieme a lui lavorerà poi il figlio Dino (1923-2011). Nel 1938 lo studio si trasforma in centro di ottica.Notizie tratte da: Il giornale di Reggio, 01/01/1920. Guida generale della città e provincia di Reggio Emilia, 1930. p. 190 ; 141. Annuario generale d'Italia guida generale del Regno, 1933. p. 636. Indicatore di Reggio-Emilia e provincia guida amministrativa professionale industriale e commerciale, 1936. p. 131. Radio industria rassegna della produzione radioelettrica, 1936. Bollettino dell'Associazione ottica italiana, 1938. p. 20.
«Avendo lasciato l'Istituto il malato M[...] Giovanni, che da tempo era adibito al lavoro di fotografo per tutti i malati nuovi ammessi e per quegli altri di volta in volta designati dalla Medica Direzione, tale lavoro è stato ora assunto dal Sorvegliante Burani Francesco. Ma, mentre al [… G.] ., residente alla sezione Guislain, riusciva facile e comodo recarsi in un locale speciale di quella Sezione adibito a gabinetto fotografico, il Burani invece, che risiede alla Colonia Agricola, è costretto, per poter eseguire il suo lavoro, a consumare vario tempo nel tragitto e con un certo aggravio pel servizio. Ora, d'accordo coll'Ill.mo signor Direttore, si sarebbe pensato di utilizzare un piccolo ambiente della Colonia Agricola già destinato a cesso»
Carteggio datato 4-25 agosto 1908 tra l’economato e la presidenza del San Lazzaro - Riadattamento di fabbriche (Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.7.4.21)
Fantuzzi inizia la sua attività verso il 1870 nello studio via Emilia S. Stefano. In seguito si trasferisce in Via dell’Albergo 9 (attuale via Cairoli). Una sorta di atelier artistico visitato da amici, artisti e politici.
"Giuseppe Fantuzzi fu il primo tra i fotografi reggiani ad utilizzare la tecnica della gelatina al bromuro d'argento, inventata nel 1871, e fu certamente il maggior fotografo reggiano dell'Ottocento. Diede inizio ad una generazione di fotografi che lasciarono alla città una patrimonio visivo e culturale di inestimabile interesse. Come molti fotografi dell'Ottocento era un autodidatta e iniziò a praticare il mestiere di fotografo molto giovane. Il suo studio era all'inizio in corso Cairoli e poi nel 1874 si trasferì in via Emilia S. Stefano e divenne nel tempo una sorta di “salotto” degli intellettuali e politici reggiani di cultura socialista, tra cui Camillo Prampolini e il pittore Gaetano Chierici. Il garzone di bottega era il nipote Attilio Badodi e la produzione dello studio spaziava dai ritratti, al patrimonio storico artistico della città e della provincia, alla documentazione ritrattistica dei degenti del San Lazzaro. Collaborò con il Comune e i Musei Civici, in particolare con l'allora direttore Naborre Campanini nel documentare la città e l'abbattimento delle mura di Reggio e del Convento di S. Ilario."
Nel 1899 si presentò alle elezioni amministrative del comune di Reggio Emilia nelle liste dei socialisti.
Lambertini, G., Leoni, M., Gasparini L., a cura di, (2017). Foto graphia : tra immagine e memoria : percorso didattico attraverso le collezioni fotografiche della biblioteca Panizzi. Reggio Emilia : Biblioteca Panizzi. pp 30
La Società Foto Ars viene fondata a Reggio Emilia dal pittore e fotografo Guido Lazzaretti nel 1921 con i garzoni del suo studio fotografico: Carlo Codeluppi ed Ettore Fornili. All'interno della società Fornili e Lazzaretti si dedicavano al ritratto, Codeluppi al 'reportage'. Grazie all’adesione di Codeluppi al partito fascista che lo vedeva occupato a documentare le numerose attività sociali organizzate dal partito, le sue immagini furono usate a corredo degli articoli del giornale “Il solco fascista. La Società Foto Ars era situata in Piazza del Monte a Reggio Emilia.
Conte Raffaello Sernagiotto di Casavecchia (Treviso 1858- Padova 1935). Diplomato alla Regia Scuola di viticoltura ed Enologica di Conegliano, è stato dal 1881 docente dell’Istituto agrario di Rimini come enologo e insegnante di Scienze Naturali. Inoltre è stato Direttore del Servizio di Controllo delle Sementi Agrarie presso la R. Scuola di Viticoltura e di Enologia “Umberto I” in Alba, e Preside della Scuola Superiore di Agraria di Cagliari. Nel 1887 apre un proprio atelier microfotografico per fotografie scientifiche. Sernagiotto presentò i suoi lavori all’esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92.
Giovanni M., di professione pittore o bianchino, è degente dell'Ospedale Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia. A partire dal 1867, Giovanni vine ricoverato otto volte, con diagnosi di follia morale / alcoolismo, fino al 1917 quando muore in manicomio di arteriosclerosi diffusa. Dalla sua cartella clinica si evince che crea burattini e miniature per dare spettacoli alla sala Galloni. Non ci sono accenni alla sua attività di fotografo. Sappiamo tuttavia che diventa aiutante del guardarobiere Emilio Poli nel gabinetto fotografico e, alla morte di questi, nel 1899, ne prende il posto come fotografo, fino alla sua dimissione del 1908. Sebbene venga nuovamente ricoverato successivamente, non risulta che riprenda questa attività che, anzi, è documentato passi a Francesco Burani. Giovanni è ricoverato, in terza classe, al Padiglione Guislain, un comparto di osservazione uomini, dove era stato "adibito a Gabinetto fotografico" un "locale Speciale". Giovanni "era adibito al lavoro di fotografo per tutti i malati nuovi ammessi e per quegli altri di volta in volta designati dalla Medica Direzione"
Le fotografie di pazienti di Francesco Burani stilisticamente sono molto simili a quelle del suo predecessore, Giovanni M., ma mentre quest'ultimo prediligeva il formato ovale, Burani ha stampato i ritratti in formato rettangolare. Si trovano solamente all'interno di cartelle cliniche dei pazienti del San Lazzaro, non sono mai stati raccolti in album.
Emilio Poli, 1892. Fondo Fotografico Archivio Ex Ospedale PSichiatrico San Lazzaro.
Ombra di Emilio Poli
Sorvegliante alla Colonia Agricola del San Lazzaro, ne diventa il fotografo dal 1908, quando il paziente Giovanni M., addetto fino a quel momento al gabinetto fotografico, viene dimesso. Nell'agosto di quell'anno si chiede di “adattare un vecchio cesso” della Colonia Agricola a Gabinetto fotografico. In una nota del 15 agosto 1908, il Presidente del San Lazzaro specifica che "nessun particolare compenso sarà al Burani dovuto o da lui preteso con aggravio di questo bilancio(*)".Nel 1918 chiede e ottiene di andare in pensione a soli 48 anni.
(*) Carteggio datato 4-25 agosto 1908 tra l’economato e la presidenza del San Lazzaro - Riadattamento di fabbriche.(Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.7.4.21)
Mario Vaiani (Lodi il 22/10/1880 - Reggio Emilia 15/05/1943) ebbe esperienze lavorative significative in Francia, a Lione, maturando un'esperienza e un gusto del tutto nuovi per la piccola città di Reggio Emilia. Utilizzò prevalentemente la tecnica del negativo su lastra di vetro con stampe alla gelatina bromuro d'argento e raffinati viraggi. A Reggio Emilia già dal 1906, la sua opera si svolse prevalentemente in studio, che era situato in via Cairoli 2 e in Piazza Cavour, oltre ad avere una vetrina espositiva in via Secchi angolo via Santa Croce (ora via Roma). Nel 1929 lo studio si sposta in Piazza d’Armi (ora Piazza Cavour) dove rimane fino al 1954. Dal 1956 si sposta in nel nuovo Isolato san Rocco. Tra il 1907 e il 1915, Vaiani si sposta a Roma, richiamato alle armi e distaccato presso la Compagnia fotografi di monte Mario. Il figlio Renzo (Reggio Emilia, 1915 - 1996) continuò l'attività del padre fino agli anni novanta del novecento
Retro fotografia di Mario Vaiani. Fonfo fotografico San Lazzaro.
Mario Vaiani, 1926..Negozio di Mario Vaiani. Fototeca Panizzi
Michele Schemboche, che apprese l'arte della fotografia da Nadar, succede a Jolivot nello studio di Torino, Piazza San Carlo 6, nel 1865. Già nella metà degli anni sessanta il fotografo apre una succursale in Firenze, Via Vigna Nuova 17 nei locali di M. Petagna. Nel 1871 la sede fiorentina si sposta in Via Borgognissanti 38, mentre compaiono sui dorsi gli indirizzi delle varie succursali romane, la prima aperta forse nel 1869. La presenza del fotografo in Torino dopo il 1873 è occasionale e lo stabilimento di Piazza S. Carlo è diretto da Paolo Bertieri, sino al 1875, anno in cui trasloca in Piazza Castello 25. Dal 1891 lo studio Schemboche è in Piazza Castello 23, ove dal 1906 subentrerà G. Alifredi. Ufficialmente, lo stabilimento torinese di Schemboche diviene Ditta dal 1885, ditta, retta da una società, che cessa definitivamente ogni attività nel 1906. In Roma l'attività dello studio Schemboche è segnalata in Via Gregoriana 20 almeno sino al 1879, e in Via Due Macelli 71. Dal 1882 lo studio Schemboche è in Via Mercede 54, sotto la direzione di Cesare Durando, certamente nel periodo 1887-1892. Dal 1894 al 1907 alla direzione dello stabilimento Schemboche, sempre in Via Mercede 54, è segnalato Baldi. Successori di Schemboche risultano anche, tra il 1908 e 1909, Natale Baldi & Giovanni Nardi. L'ultimo indirizzo romano dello stabilimento fotografico Schemboche risulta essere in Via delle Terme 61. Schemboche era anche titolare di una succursale in Parigi, Champs Elisées 28.
Nell'INVENTARIO del Manicomio di S. Lazzaro "del mobiliare, attrezzi, utensili, strumenti, macchine etc. incontrati il giorno 1 gennaio 1881" troviamo una macchina fotografica ed accessori assegnati al Guardaroba, Lavanderia.
«Avendo lasciato l'Istituto il malato M[...] Giovanni, che da tempo era adibito al lavoro di fotografo per tutti i malati nuovi ammessi e per quegli altri di volta in volta designati dalla Medica Direzione, tale lavoro è stato ora assunto dal Sorvegliante Burani Francesco. Ma, mentre al [… G.] ., residente alla sezione Guislain, riusciva facile e comodo recarsi in un locale speciale di quella Sezione adibito a gabinetto fotografico, il Burani invece, che risiede alla Colonia Agricola, è costretto, per poter eseguire il suo lavoro, a consumare vario tempo nel tragitto e con un certo aggravio pel servizio. Ora, d'accordo coll'Ill.mo signor Direttore, si sarebbe pensato di utilizzare un piccolo ambiente della Colonia Agricola già destinato a cesso»
Carteggio datato 4-25 agosto 1908 tra l’economato e la presidenza del San Lazzaro - Riadattamento di fabbriche (Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.7.4.21)
Pasquale (1830-1895) ed Emilio Zambini (Treviso 1837- ) sono titolari di uno studio fotografico a Treviso, in via Calmaggiore 1603 e a Reggio Emilia in Corso della Ghiara 28. Probabilmente la ditta nasce dopo il 1876, data in cui Pasquale scioglie la società col fotografo reggiano Angelo Fortunato Sorgato. Esiste almeno una fotografia di Emilio Zambini con sede a Milano in Via Sant’Antonio n. 13 e Reggio Emilia in via della Ghiara n. 66 (Fototeca Panizzi Reggio Emilia) datata 1860. È quindi presumibile che nel 1876 Pasquale ed Emilio si associno trasferendo lo studio al n. 28 di via della Ghiara. A nome del solo Pasquale troviamo fotografie nel 1885, 1889 e 1890. Quest’ultima tuttavia potrebbe essere stata scattata dal fratello Emilio che nel 1890 si trasferisce a Gorizia, dove apre uno studio in Piazza della Ginnastica 2. Emilio tuttavia, fotografo ambulante, continua a dirsi titolare di stabilimenti a Parma, Treviso e Reggio Emilia. I discendenti di Pasquale saranno titolari di ditte fotografiche a Parma.
Ombra di Emilio Poli
Emilio Poli, Album del 1892. Fondo Fotografico Archivio Ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro.
Aldino Codeluppi ( - 1964?) Inizia la sua attività nei primi anni ’20 del ‘900 a Reggio Emilia in Corso Garibaldi. Nel 1932 è revisore dei conti dell’Unione Industriali Fascista della Provincia di Reggio e in quell’anno registra un brevetto per “Perfezionamenti alle macchine fotografiche per facilitare l’inquadramento e l’esecuzione rapida di più fotografie successive”. Nel 1933 risulta come Fotomeccanica di Aldino Codeluppi in via Emilia S. Pietro 35. Due anni dopo la Fototecnica Emiliana di Aldino Codeluppi Deposito di un marchio di fabbrica a Reggio Emilia per “fotoincisioni Galvodinam”. Nel 1936 lo troviamo come Codeluppi Aldino - Studio Foto-Artistico, Portici S. Pietro 48. Ancora nel 1960 risulta nella stessa via, ma al n. 35 dove ha la sede dell’amministrazione e studio artistico, mentre ha laboratori fototecnici in via Don Zeffirino Jodi n. 2 e un magazzino e laboratorio fotoceramico in via De Amicis n. 60. Notizie tratte da: Annuario generale d’Italia guida generale del regno, (1923). Volume 2. p. 2475 Confederazione Generale Fascista dell’Industria Italiana, (1932). Annuario 1931-1932. Roma: Società An. Tip. Castaldi. p. 1133. Guida Ricciardi: la pubblicità in Italia 1933-XI, (1933). Milano: Ed. L'ufficio moderno. p. 265. Industrie e arti grafiche. Attestatati di privativa, (1933). In: Bollettino della proprietà intellettuale. Roma, Istituto Poligrafico dello Stato. p. 413 Bollettino dei marchi di fabbrica e di commercio, (1936). 24(1-2):433 Indicatore di Reggio-Emilia e provincia: guida amministrativa professionale industriale e commerciale, (1936). p.48 Annali dei lavori pubblici, (1960). Volume 98:227
Ernesto Rossi (1858 -1940) La ditta “Studio di pittura e fotografia Rossi”, poi “Fotografia Rossi”, “Rossi”, “Cav.re Rossi”, “E. Rossi”, “Cav. Ernesto Rossi” e in fine “Cav. Uff. Ernesto Rossi Arte Fotografica”, è stata attiva a Genova tra 1889 e il 1940 circa. Specializzato in ritratti di regnanti italiani e stranieri, nobili, prelati e personalità di vario genere. Nel gennaio 1888 Ernesto apre, col Fratello Attilio, uno studio ad Acqui, in Corso Bagni, presso Casa Caratti. Nel settembre 1889, con anche il padre e l’altro fratello, Oreste, i due aprano uno studio a Genova, in via Giulia 15, con una dipendenza in via Minerva, nel Borgo Pila. Il 15 ottobre del 1898 inaugura lo studio in via Garibaldi, 6 a Genova. Nel 1923 l’ingresso dello stabilimento viene spostato in Vico del Ferro e nel 1933 si trasferisce in Via Caffarro 13 al piano terreno.
Alessandro Cassarini (Bologna, 1847 - Castelfranco Emilia, 1929). Alpinista e fotografo, era fratello dell'allora più noto Clodoveo: entrambi appartenevano alla ricca famiglia bolognese che possedeva l'omonimo importante stabilimento chimico-farmaceutico in cui venivano prodotte le polveri antiepilettiche note per l'appunto come "Cassarine". Alessandro si dedicò alla fotografia dopo essere entrato a far parte della sezione bolognese del Club Alpino Italiano. Affinata la tecnica, fece conoscere le sue riprese durante alcune delle più importanti Esposizioni Nazionali e, ovviamente, nel corso della grande Esposizione Emiliana di Bologna nel 1888.Cassarini fotografò, nella seconda metà dell’ottocento, rocche e castelli dell’appennino emiliano, da Piacenza a Forlì, eseguendo a sue spese una formidabile Campagna di documentazione, commissionata da Corrado Ricci, sovrintendente dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti, che fu l’estensore delle note storicoartistiche del Catalogo a stampa, pubblicato nel novecento. Dopo la morte di Cassarini, il suo preziosissimo archivio fu disperso.
Roberto Sevardi (1865-1940) Nato a Correggio Roberto Sevardi arrivò alla fotografia in età adulta, e divenne uno dei più grandi fotografi reggiani. Era un fotografo dilettante (come egli stesso amava definirsi), e autodidatta, solo nel 1915 scelse di dedicarsi esclusivamente alla fotografia, trasformandola nella propria professione. Ottenne numerosi premi e riconoscimenti, e alcune sue fotografie furono pubblicate su riviste di grande diffusione; intensa fu anche l’attività editoriale locale, con le prime cartoline di vedute della città e della provincia. Nel 1935 si trasferì a Montecchio, e qui morì nell’estate 1940. Sevardi fu anche un ricercatore nella tecnica fotografica: dal viraggio seppiato alla carta colorata, dalla carta salata fino al filmato, e nel primo decennio del Novecento realizzò una serie di vedute dell’Appennino reggiano e dei castelli con la tecnica del “trasporto”.
Assunto al San Lazzaro nel 1872 come copista al servizio della Direzione, svolgeva diverse mansioni; dal l876 era responsabile del guardaroba, era diventato fotografo e si prestava ad eseguire lavori tecnici. Per fotografare utilizzava una vecchia macchina e provvedeva da sé a tutte le fasi dello sviluppo, in "una stanzetta con 3 o 4 boccettine*" di acidi. Morì nel 1899.La carriera del Poli la si ricostruisce dal Registro cronologico delle delibere 12/4/1899, Punto 6 (pag. 380), sebbene non si faccia menzione della sua attività di fotografo (Archivio Amministrativo del San Lazzaro, cat. 2.10.1.1.)
*Tamassia, A. (1878)
Ombra di Mario Vaiani
Mario vaini, 1921. Colonia-Scuola "Antonio Marro"Fondo Fotografico Archivio Ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro.
Paolocci., D. (1889). Il Frenocomio di Reggio Emilia: III - la colonia agricola. L’illustrazione italiana. 16(21), 328-330.
Giuseppe Fantuzzi, 1910. "Iconografia del Manicomio di S. Lazzaro in Reggio Emilia - 1910". Fondo Fotografico Archivio San Lazzaro di Reggio Emilia
I fratelli Vuillemenot. Risultano titolari dell'atelier Fotografia Reale di Montabone a Roma i fratelli Vuillemenot, dal 1905 fino al 1910, con sede in via Nazionale 188. Gli studi che Luigi Montabone aveva avviato nella seconda metà del XIX secolo a Torino, Milano, Firenze e Roma saranno portati avanti da vari successori dopo la sua morte nel 1877.
Il GAF - Gruppo Artigiani Fotografi viene costituito nel dopoguerra con sede in via Roma a Reggio Emilia per poi trasferirsi in via Secchi e, infine, in via Turri. Tra i soci fondatori ci sono i tre fratelli Codeluppi: Fulgenzio, Giuseppe e Vittorio. Giuseppe Codeluppi si occupa prevalentemente dell’amministrazione di cui diventa responsabile e fonda poi il GAD (Gruppo Amatori Diapositive). Il GAF costituisce un’esperienza di fotografia militante a fianco del Partito Comunista.