Presentazione Giornale
giordano08c
Created on May 28, 2024
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Transcript
Aldo moro
Nasce il 23 settembre 1916
Iscritto presso l'Università di Bari alla Facoltà di Giurisprudenza
Nel 1945 sposò, a Montemarciano, Eleonora Chiavarelli (1915-2010), dalla quale ebbe quattro figli: Maria Fida, Anna, Giovanni, Agnese
Nel 1948 ottiene la cattedra straordinaria all'università di Bari
Nel 1951 ottiene la cattedra ordinaria
Primi passi in politica
Tra il 1966 e il 1968 ci fu il terzo governo Moro che batté il record di durata e fu uno dei più longevi della repubblica
1946
1953
1955-1957
1963-1964
Governo Moro 1
1964-1966
Governo Moro 2
Agguato e rapimento
Caso Moro
Il caso Moro è l'insieme delle vicende relative al sequestro, prigionia e uccisione di Aldo Moro
La mattina del 16 marzo 1978 l'auto che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei deputati fu intercettata e bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse. Dopo una prigionia di 55 giorni, Moro fu ucciso il 9 maggio. Il suo cadavere fu ritrovato quello stesso giorno nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata a Roma in via Michelangelo Caetani.
Fuga e diffusione della notizia
l'obiettivo delle b.r. e la prigionia
L'uccisione e il ritrovamento
Il 9 maggio, dopo 55 giorni di detenzione, Moro fu assassinato per mano di Mario Moretti, anche se per molti anni, fino alla confessione di Moretti, si pensò che a sparare fosse stato Prospero Gallinari. Il cadavere fu ritrovato il giorno stesso in una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani, in pieno centro di Roma.
Una volta eseguito l'omicidio, l'auto con il cadavere di Moro fu portata in via Caetani nel centro storico di Roma, vicino alle sedi nazionali della DC e del PCI, dove fu lasciata parcheggiata circa un'ora dopo.
Dopo aver perso tempo a cercare un posto sicuro da cui telefonare e contattare uno dei collaboratori di Moro, verso le 12:30 Valerio Morucci riuscì a effettuare la telefonata finale con il professor Francesco Tritto, uno degli assistenti di Moro. Con tono freddo chiese a Tritto, di comunicare subito alla famiglia che il corpo di Aldo Moro si trovava nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, «i primi numeri di targa sono N5...», in via Caetani.
Giordano Cucchi Federico Laurelli
Gratias ad operam
Traduzione latina di "Grazie per l'attenzione"
Fuga e diffusione della notizia
La notizia dell'agguato si diffuse immediatamente in ogni angolo del Paese. Le attività quotidiane furono bruscamente sospese: a Roma i negozi abbassarono le saracinesche, in tutte le scuole d'Italia gli studenti uscirono dalle aule scolastiche riunendosi in assemblee, mentre le trasmissioni televisive e radiofoniche furono interrotte da notiziari in edizione straordinaria. Ci furono moltissimi scioperi da parte dei cittadini per protestare contro queste violenze.
Dopo la sparatoria i brigatisti presero Moro e scapparono per una strada secondaria, facendo perdere le loro tracce
Agguato e rapimento
Il rapimento è stato organizzato in maniera perfetta da parte delle brigate rosse. I brigatisti dovevano intercettare Moro e la sua scorta quando sarebbero entrati in Via Fani.
Quando l'auto di Moro entrò in quella via cominciò l'azione. Ci fu una sparatoria dove furono sparati 91 colpi e la squadra di difesa di Moro fu totalmente uccisa.
In quella via il gruppo dei brigatisti era diviso in 2 squadre: una a terra (che aveva il compito di rapire il politico) e una in macchina (pronta a fermare le macchine delle scorte).
L'obiettivo delle b.r. e la prigionia
Durante il periodo della sua detenzione, Moro scrisse 86 lettere ai principali esponenti della Democrazia Cristiana, alla famiglia, ai principali quotidiani e a papa Paolo VI, di cui era amico personale.
Lo scopo dichiarato delle BR era colpire la democrazia cristiana. Nell'ottica brigatista, infatti, il successo della loro azione avrebbe interrotto «la lunga marcia comunista verso le istituzioni», per porre le basi del controllo BR sulla sinistra italiana.
Alcune arrivarono a destinazione, altre non furono mai recapitate e vennero ritrovate in seguito nel covo di via Monte Nevoso a Milano. Attraverso le lettere Moro cercò di aprire una trattativa con i colleghi di partito e con le massime cariche dello Stato.
Stando a una dichiarazione di Mario Moretti rilasciata nel 1990, sembra che le Brigate Rosse volessero invece colpire specificamente Moro in quanto artefice principale della solidarietà nazionale e dell'avvicinamento tra DC e PCI.