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LE CATEGORIE DI MACCHINE FOTOGRAFICHE

1. Compatte >> macchine fotografiche per la massa2. Bridge >> Sono caratterizzate da un obiettivo con una grande escursione focale, che però comporta maggiori compromessi ottici.3. Micro 4/3 o EVIL >> ottiche intercambiabili, ma sono prive di specchio che riflette l'immagine sul pentaprisma e di conseguenza del mirino ottico. Il vantaggio è che sono più facili da trasportare. 4. Reflex >> macchina da professionisti con ottiche intercambiabili, sensore più grande e prestazione superiore alle fotocamere viste finora.

LE PARTI DELLA MACCHINA: L'OBIETTIVO

La luce che colpisce il soggetto entra attraverso l'obiettivo della fotocamera, l'immagine registrata sul sensore. Gli obiettivi rifluiscono in modo decisivo sulla qualità delle fotografia perchè offrono risultati differenti in funzione dell'angolo di campo che sono in grado di coprire e varia a seconda della grandezza del sensore e della lunghezza focale.FOCALE = quel valore espresso in mm che indica la distanza fra il centro dell'ottica e il sensore.Gli obiettivi sono composti da più gruppi di lenti per motivi legati alla qualità ottica e alla luminosità. In questo caso la focale si misura dal centro ottico.

I tipi di obiettivi (ciascuno di loro può essere macro, decentrabile e stabilizzato):1. Grandangolari >> hanno una focale inferirìore ai 50 mm e un angolo di campo molto ampio che va dai 60° agli 80° fino ad arrivare ai 180° per i cosiddetti ultragrandangolari o fisheye. In generale, esse esaltano l'effetto prospettico.2. Teleobiettivi >> hanno una lunghezza focale superiore ai 50 mm ed un angolo di campo che va dai 20° fino a 5°. A loro volta si distingono in medio teleobiettivi e telespinti.3. Normali >> hanno una focale nominale intorno ai 50 mm e consentono di riprodurre una scena con un'agolo simile a quello dell'occhio umano, ovvero tra i 43° e i 45°.ATTTENZIONE! non si varia la prospettiva variando il focale, cambia però la resa prospettica

Gli obiettivi abbiamo detto che possono essere:1. Macro >> rapporto di riproduzione del soggetto pari o superiore a 1 ( > 1:1), ovvero quando le dimensioni dell'immagine sul sensore sono pari o superiori alle dimensioni del soggetto su scala reale. Gli obiettivi hanno distanza minima di messa a fuoco dal soggetto molto bassa.45 - 65 mm = prodotti o ogetti di piccole dimensioni90 - 105 mm = insetti, fiori, oggetti da una comoda distanza.150 - 200 mm = insetti e altri piccoli animali in cui è necessario lavorare a distanza.2. Stabilizzati >> il sistema di stabilizzazione compensa le vibrazioni causate dalla mano con un movimento identico ma opposto annullandolo.3. Decentrabili >> sono ottiche particolari, sbloccando una vite è possibile decentrare l'ottica facendo scorrere la parte anteriore dell'obiettivo. Queste ottiche vengono impiegate nella fotografia dell'archittìettura.

Insieme all'ottica ci viene fornito il paraluce, ma a cosa serive?1. Contrastare la luce parassita evitando così una perdita di nitidezza, ovvero il flare.A proteggere la lente frontale dell'obiettivo3. L'aggiunta di filtri qualsiasi tipo davanti all'obiettivo aumenta la possibilità di rifrazioni parassite. ATTENZIONE! Esistono anche gli obiettivi caradiottrici, dove troviamo due specchi, uno concavo e uno convesso che hanno la funzione di riflettere i raggi luminosi provenienti dal soggetto. Possiamo notare nella parte bassa della foto degli elementi diversi, quelli colorati in azzurro sono lenti attraverso le quali i raggi di luce passano e quelli colorati di rosso sono specchi che li riflettono. Un altro fattore è il prezzo, notevolemente inferiore in virtù della qualità delle immagini non eccezzionale.

La reflex o anche SLR (Single Lens Reflex) hanno questa denominazione per via di uno specchio posto a 45° rispetto all'obiettivo e da un pentaprisma. In pratica lo specchio riflette la luce che passa attraverso l'obiettivo per poter visualizzare l'immagine dal mirino, il pentaprisma ha il compito di aggiustare l'immagine che altrimenti presenterebbe i lati destro e sinistro invertiti. Nella posizione sollevata lo specchio chiude la finestrella dello schermo di messa a fuoco evitando l'ingresso di luce parassita dal mirino.

LE PARTI DELLA MACCHINA: OTTURATORE E DIAFRAMMA

Il diaframma è un meccanismo circolare o poligonale formato da sottili lamine metalliche che, scorrendo una sull’altra creano una variazione del diametro dell'apertura che regola la quantità di luce che passa attraverso l'obiettivo, la luce infine raggiunge il sensore (nella fotografia digitale) o la pellicola (nella fotografia analogica).Le fotocamere moderne utilizzano solitamente un tipo di diaframma regolabile chiamato "diaframma a iride". A determinare la quantità di luce che colpisce il sensore non è solo l’apertura del diaframma ma anche il tempo di esposizione. A tutta apertura il diaframma lascia passare, in un dato tempo determinato dal fotografo (tempo di esposizione), quanta più luce possibile verso il supporto sensibile; chiudendo il diaframma si riduce tale quantità di luce. Il diaframma può essere regolato su diverse aperture, distribuite regolarmente su una scala di intervalli detti numeri f (f/numero) o f/stop o comunemente "diaframmi".Valori di diaframma sono: f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64 (esistono anche valori intermedi) L'intervallo tra i diversi valori del diaframma viene comunemente indicato in gergo stop. I numeri f sono calcolati e ordinati in modo tale che chiudendo il diaframma di 1 stop si dimezza la quantità di luce, chiudendolo di 2 stop si diminuisce la luce di 1/4, chiudendolo di 3 stop di un 1/8 e così via.l'otturatore invece è il dispositivo che ha il compito di controllare per quanto tempo il sensore resta esposto alla luce. Gli otturatori possono essere classificati in due tipi: -Otturatori centrali-Otturatori a tendinaprimi sono dotati di lamelle disposte a raggiera, in modo simile a quelle del diaframma, questi ultimi non sono più inuso, i secondi sono composti da due superfici di stoffa o metallo disposte parallelamente lungo il piano focale, chescorrono verticalmente formando una fessura che lascia passare la luce.

LE PARTI DELLA MACCHINA: IL MIRINO

Il mirino è quel dispositivo che permette di visualizzare la scena inquadrata. Nelle fotocamere sono normalmente distinguibili quattro modelli di mirino:1. Mirino galileiano >> fotocamera usa e getta o nelle compatte economiche. E' composto da due lenti all'interno di una dinestrella vicino all'ottica. E' un sistema di mira semplice.2. Mirino a pozzetto >> è un tipo di mirino semplice di norma usato nelle biottiche, l'immagine è riflessa da uno specchio a 45° verso un vetro smerigliato posizionato sopra la fotocamera.3. Mirino reflex4. Mirino digitale >> display LCD

LE PARTI DELLA MACCHINA: DISPLAY LCD

Il display LCD è presente in tutti i tipi di fotocamera digitale. Nelle digitali spesso l'inquadratura si fa dal display. Nelle Nikon quando si usa il display si dice che si attiva il Modo visione live view, lo specchio si solleva e l'otturatore si apre.

LE PARTI DELLA MACCHINA: IL SENSORE

Prima dell'avvento del digitale l'immagine era impressionata sulla pellicora, ora sul sensore. Iniziamo col dire che i senori più usati nelle fotocamere sono il CCD e il CMOS. La risoluzione di un sensore si indica con i megapxel.MEGAPIXEL >> un numero più elevato di pixel permette un maggior potere risolutivo che influenza le dimensioni di stampa, ma questo è spesso limitato dal sistema ottico. Se il potere risolutivo dell'ottica è inferiore al potere risolutivo del sensore allora non si avrà alcun guadagno nell'aumento del numero di pixel. In generale i megapixel sono quanti pixel totali ci sono sul sensore della fotocamera. Sul sensore i pixel sono disposti sullo stesso piano e sono alllineati sia in orizzontale sia in verticale. E' però importante rilevare che una fotocamera con il doppio del pixel rispetto ad un'altra non produce stampe grandi il doppio > non è solo la risoluzione a determinare la grandezza di una stampa.

A questo punto bisogna introdurre il concetto della densità dei pixel. Per quantificarne la densità si usano i DPI ovvero i Dots per Inch che significa letteralmente "punti per pollice". In sostanza più pollici ci sono in un pollice più l'immagine apparirà definita perchè lo spazio tra di essi si riduce con l'aumentare dei pixel. La risoluzione incide sulla resa dell'immagine a seconda dei supporti di visualizzazione. Ricollegandoci alla scelta della fotocamera, se dobbiamo stampare foto ricordo 10x15 bastano in realtà 2 megappixel per stampare a 200dpi.

GLI ACCESSORI: LA SCHEDA SD (vedi libro)

GLI ACCESSORI: I FILTRI

  1. Il filtro polarizzatore >> serve a polarizzare la luce riflessa dalle superfici degli oggetti e dalle particelle atmosferiche, quindi rimuove i riflessi da tutte le superfici non metalliche e garantisce il massimo contrasto. Di questi esistono: a) i lineari (per le macchine dotate di autofocus) e b) i circolari. Grazie ai polarizzatori possiamo ottenere una saturazione naturale dei colori senza forzare troppo in post-produzione.
  2. Il filtro UV >> i filtri neutral density e i filtri degradanti sono usati nella fotografia di paesaggio e alterano l'esposizione e non introduce nessun colore dominante.
  3. Filtri degradati (o graduati a densità neutra) >> degradano dall'alto verso il basso e aiutano a equilibrare i cambiamenti di esposizione in una scena. E' meglio usare quelli a lastra perchè permettono di regolare l'altezza a nostro piacimento in modo da far combaciare il cambio di densità con la linea dell'orizzonte.

GLI ACCESSORI: TUBI DI PROLUNGA E ESPOSIMETRO

Le lenti addizionali vengono montate sull'obiettivo reflex per incrementare il fattore di ingrandimento. Si possono combinare tra loro più lenti per avere maggiore capacità di ingrandimento. Queste hanno due vantaggi, ovvero non assorbono la luce e aumentano l'avvicinamento al soggetto. I tubi di prolunga invece aumentano l'ingrandimento del soggetto e diminuiscono la minima distanza di messa a fuoco incrementando la distanza dell'obiettivo sensore. Tuttavia per usarli bisogna sbontare l'obiettivo esponendo il sensore alla polvere, la luminosità viene ridotta per un valore di 1-2 stop circa e si avrà una maggiore difficoltà nella messa a fuoco.L'esposimetro può essere sia interno sia esterno e serve a misurare la luce necessaria per ottenere un'esposizione corretta suggerendoci la coppia tempo/diaframma da usare in base agli ISO che abbiamo impostato. Gli esposimetri si dividono in due categorie: a) a luce riflessa (= incorporati nelle fotocamere, misura la luce riflessa dal soggetto inquadrato) e b) a luce incidente (= usato nella fotografia in studio). Presenta poi 5 modalità:1. Multi zona o valutativa >> è la modalità standard impostata sulle reflex. La scena viene suddivisa in zone e l'esposizione viene poi valutata su ogni singolo quadratino per poi farne risultare un valore medio.2. Media a prevalenza centrale3. Semispot o parziale >> delimita un'are al centro dell'inquadratura alla quale dare più importanza nella misurazione della luce. La grandezza di quest'area varia da macchina a macchina.4. Spot >> parziale ancora più accentuata. Adatta in particolari situazioni come gli spettacoli teatrali o in pieno controluce.5. Multispot >> rappresenta un'evoluzione del sistema spot, la si usa tutte le volte che nella scena sono presenti luminosità differenti.

LA LUCE

E' la luce riflessa dal mondo intorno a noi che rende visibile il mondo stesso, e questa cambia in relazione alla superficie che la riflette. La quantità e la qualità della luce presente sulla scena è determinante per la riuscita o no di una fotografia, quindi il fotografo deve saper sfruttare al meglio la luce disponibile. Il senso di una foto può variare notevolmente a seconda della luce utilizzata, per cui modificando l'illuminazione possiamo dare un tono differente alla foto, a seconda che questa sia ad esempio calda o fredda (misurazione in kelvin).La luce naturale in particolare, varia completamente in relazione a intensità e colore, a seconda dell'ora del giorno, del mese o della zona geografica. In interni la luce può passare attraverso la finestra, e ciò creerà dei chiaroscuri più netti, che si possono smussare attraverso l'uso di pannelli riflettenti o tende bianche. Fotografando con luci diffuse le forme e i volumi vengono messi meglio in evidenza. Al contrario, la luce diretta del sole produce un forte contrasto, con colori intensi e ombre molto scure. Quando la giornata è nuvolosa il contrasto diminuisce e l'illuminazione è più uniforme, mentre quendo è totalmente coperta non c'è differenza tra luce e ombra.

OCCHIO UMANO VS FOTOCAMERA

La fotografia ci permette di vedere e registrare il mondo con sfumature particolri. Ma quali differenze ci sono tra l'occhio umano e la nostra fotocamera? L'occhio lascia entrare la luce attraverso la cornea che si comporta più o meno come la parte frontale dell'obiettivo insieme al cristallino. Sono gli elementi di messa a fuoco dell'occhio. La cornea raccoglie i raggi divergenti di luce e li convoglia attraverso la pupilla. L'iride funziona come un fiaframma variabile che regola l'intensità luminosa, il cristallino viene usato come una lente, per produrre un'immagine nitida, e un'area fotosensibile. Tuttavia la visione umana è controllata in parte dall'occhio, in parte dal cervello. La nostra vista è selettiva ed elimina gli elementi che distraggono. La fotocamera registra tutto, quindi quello che ai nostri occhi in un primo momento è sfuggito risultando invisibile in foto si vedrà.

LA COMPOSIZIONE DELL'IMMAGINE

Potremmo elencare 9 regole fondamentali:1. Centrare bene quello che vi interessa. Significa che bisogna avere ben presente e far capire agli altri chi è il soggetto principale della foto.2. Non dividere mai la foto in due, che sia in orizzontale o in verticale.3. Non inclinare la linea dell'orizzonte.4. Cercare il punto di vista migliore, quindi fotografare dallo stesso punto con diverse inquadrature.5. Nei ritratti dividere la foto orizzontalmente in tre parti uguali e mettere la linea degli occhi nel primo terzo.6. Cercare il centro d'interesse della scena per valorizzarlo.7. Prestare attenzione alle forme, le linee e i volumi, cercando di realizzare composizioni geometriche, soprattutto per la fotografia di paesaggio urbano. Le linee sono le zone di confine tra due aree di elevato contrasto e comunicano emozioni differenti.8. La regola dei terzi >> dividere la scena fotografata in terzi, sia orizzontale che in verticale. La griglia si chiude con due linee verticali e due orizzontali distanziate tra loro di un terzo. Quando componiamo l'immagine, i punti di interesse devono essere contenuti nell'intersezione delle linee affinchè la foto possa dirsi bilanciata.

LA PERCEZIONE VISIVA

Nel linguaggio della fotografia abbiamo il contatto, ovvero la foto, il suo supporto (se proiettata, stampata, pubblicata), il codice è la tecnica, il messaggio è quello che risalta agli occhi dell'autore e il contesto è il dove o l'ambito fotografico in cui la scena viene presentata. Dall'altra parte c'è il destinatario che è l'occhio umano. Quindi, lo schema è:FOTOGRAFO - CONTESTO - DESTINATARIOSOGGETTOSUPPORTOTECNICA FOTOGRAFICALa percezione umana è molto complessa. Cosa ci mostra l'occhio e cosa seleziona il nostro cevello dell'immagine trasmessa? e ancora, in una foto cosa determina l'essere sfondo o l'essere soggetto? Innanzitutto la dimensione e il trapporto tra le dimensioni. Un soggetto grande viene notato prima di un soggetto piccolo. Nell'immagine del vaso si notano prima i due profili. In secondo luogo, lo spazio e la loro collocazione in esso; il fatto che siano in un determinato punto dell'immagine. Ha un'importanza fondamentale e informa il nostro subconscio su quale sia il soggetto e quale lo sfondo. Anche il tipo di margine è importante, insieme alla luce.VEDI ESEMPIO AL PARAGRAFO 3

BIANCO E NERO O COLORE?

Perchè in era digitale, HD e 3D si vedono foto in bianco e nero con grana e imperfezioni addirittura volute e ricercate? La scelta è dettata dal proprio gusto personale. La fotografia a colori è sicuramente più realistica a differenza del bianco e nero che è invece più astratto e artistico. Nel bianco e nero le immagini hanno soltanto due dimensioni, mentre la fotografia a colori aggiunge prospettiva e contrasto

MESSA A FUOCO

Quando ruotiamo la ghiera di messa a fuoco non facciamo altro che regolare la distanza tra le lenti dell'ottica e il sensore. La luce entra nell'obiettivo è convogliata verso il sensore formando un cono. Nella messa a fuoco automatica basta premere a metà corsa il pulsante di scatto, mentre con la reflex abbiamo 4 modalità di messa a fuoco:1. AF one shot >> per soggetto che stanno fermi, data la messa a fuoco automatica.2. AF continuo >> teniamo premuto il pulsante di scatto da usare con soggetti in movimento.3. AF intelligente >> la fotocamera decide automaticamente interpretando la scena se usare la modalità, detta anche ibrida per questa sua particolarità.4. AF predittivo >> soggetti in movimento, la fotocamera corregge la messa a fuoco cercando di prevedere il punto di messa a fuoco futuro.5. Manuale >> si deve disattivare l'autofocus e ruotare la ghiera dell'obiettivo.

ISO, DIAFRAMMI E TEMPI DI ESPOSIZIONE

Una fotografia è fatta di luce, gestendo la macchina fotografica decidiamo quanta luce andrà a colpire il sensore o la pellicola. Quello che prima abbiamo chiamato segno è in realtà la fotografia che risulterà dallo scatto. Seguiamo le prove che avete fatto con lo stesso ordine.ISO >> indicano quanto è sensibile alla luce il sensore o la pellicola. Più gli iso sono bassi, meno è sensibile, mentre più è alto il numero più è sensibile alla luce.DIAFRAMMI >> quell'insieme di lamelle che trovate dentro l'obiettivo. Più sono aperte più luce entra più sono chiuse meno luce entra. I valori vanno da numeri bassi, quasi sempre con la virgola a numeri più alti.TEMPI >> quando si parla di tempo si farà entrare luce nella macchina, per quanto tempo la luce colpirà il sensore. L'unità di riferimento è il secondo e di solito una posa di un secodo è molto più lunga. Per esempio, un tempo di 1/125 vuol dire che la velocità di scatto è di un 1/125 di secondo.

Profondità di campo e diaframma

Quando si mette a fuoco una scena solo un piano sarà veramente nitido e si tratta di un'area di dimensioni variabili chiamata profondità di campo. Quindi la PDC è lo spazio che appare nitido davanti e dietro al nostro soggetto. Essa è influenzata da tre fattori:1. apertura del diaframma2. Lunghezza focale3. Distanza tra il soggetto e l'obiettivoA diaframmi chiusi corrisponde una maggiore profondità di campo, mentre a diaframmi aperti corrisponde una minore profondità e questo perchè più il diaframma è aperto più il fascio di luce disegna l'immagine sul sensore quindi sarà meno precisa l'immagine disegnata. Insomma, più è aperto più è vasta l'area nitida dietro il piano di messa a fuoco. Poi, lasciando inalterato il diaframma e aumentando la lunghezza focale, diminuisce la PDC. Più ci avviciniamo al soggetto, più è minore la PDC.

Tempi di esposizione

Grazie all'otturatore possiamo decidere la durata dell'esposizione a parità di diaframma: tempo di otturazione e apertura del diaframma regolano l'esatta quantità di luce da far arrivare al sensore. I tempi vengono indicati in frazioni di secondo (1/2, 1/4, 1/1000 etc.). Inoltre, tutte le reflex permettono di usare la posa B (bulb) che permette l'uso di tempi molto lunghi (es. fotografia notturna). Quando si imposta la posa B l'otturatore viene aperto alla pressione del pulsante di scatto e viene chiuso quando il pulsante viene rilasciato. Ciò qualifica i tempi di scatto come lenti o rapidi. Se dobbiamo fotografare un soggetto statico e non possiamo alzare gli Iso o modificare il diaframma, l'unica è usare tempi lunghi evitando il mosso generato dalle vibrazioni della mano con il cavalletto. La giusta quantità di luce è data quindi da tempo, diaframma ed esposizione. I valori di esposizione EV indicano la luminosità del sogggetto inquadrato. L'EV (exposition value) è relazionato alla luminosità della scena e alla sensibilità ISO del sensore. Per calcolare l'EV si usa l'esposimetro.

La coppia tempo-diaframma

Apertura dell'obiettivo e tempo di esposizione, ovvero diaframma e otturatore influiscono sull'immagine in due modi diversi:1. Modificando la quantità di luce che arriva al sensore2. Ciascuno esercita sull'immagine un effetto diverso, per cui il diaframma modifica la profondità di campo, mentre il tempo di esposizione se il soggetto è in movimento. A seconda del tempo impostato possiamo congelare il movimento o provocare un effetto mosso.Possiamo quindi modificare l'effetto sull'immagine facendo entrare la stessa quantità di luce.

La sensibilità ISO

Quando per via della scarsa illuminazione non è possibile variare il tempo di esposizione o il diaframma, si interviene con la sensibilità ISO, che sarebbe la sensibilità della luce di un sensore, definito su una pellicola come ASA. A ogni raddoppio degli ISO corrisponde un raddoppio della sensibilità alla luce del sensore, per esempio a 200 ISO possiamo fotografare con un tempo d'otturazione o ad un'apertura di diaframma dimezzati rispetto a quelli necessari a 100 ISO. In condizione di luce ottimale, è conveniente tenere gli iso a livello standard, ovvero 100 o 200. Aumentando gli ISO aumenta il rumore elettronico che provoca la comparsa della grana digitale e del rumore di croma.

Programmi di scatto - Come settare in pratica tempi, diaframmi e ISO

Automatico: imposta automaticamente a seconda della scena inquadrata tempi, diaframmi, ISO e bilanciamento del bianco, in questa modalità non si possono impostare diaframmi e tempi ruotando la ghiera, è possibile impostare solo gli ISO manualmente. Manuale: siamo noi a scegliere la coppia tempo - diaframma e gli ISO, la fotocamera comunque ci dica quando l'esposizione è corretta o se stiamo sbagliando.Priorità dei tempi: scegliamo il tempo e la fotocamera imposta automaticamente il diaframma, utile quando il soggetto è veloce, modalità che uso nella street photography settando un "tempo di sicurezza" e lasciando la scelta del diaframma alla fotocamera.Priorità dei diaframmi: discorso inverso alla modalità priorità di tempi, settiamo il diaframma e la fotocamera imposta il tempo di scatto.

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I FORMATI DELLE IMMAGINI

Prima di fotografare bisogna settare il formato in cui le nostre foto dovranno essere memorizzate. 1. RAW -> contiene senza compressioni tutte le informazioni catturate dal sensore della fotocamera, dando una maggiore libertà di movimento in post-produzione. Questo formato non esserendo compresso è più pesante in termini di spazio su disco. Per le caratteristiche è considerato un negativo digitale.2. JPEG -> ne esistono di tre tipi, ovvero Fine, Normal e Basic, che corrispondono a tre diversi livelli di compressione. Il Fine sarebbe il JPEG meno compresso e quindi di migliore qualità3. RAW + JPEG -> la fotocamera salva la stessa foto sia in raw sia in jpeg4. TIFF -> non è presente nel meno della mia fotocamera ma si tratterebbe di un'immagine non compressa e la qualità è la stessa del RAW con la differenza che lo spazio occupato è il doppio perchè è un formato universale.Esistono poi i formati di esportazione:1. Adobe photoshop (.psd)2. Formato JPEG

Come ordinare le foto, come numerarle e come fare back-up (vedi sul libro)

L'istogramma

Si tratta di uno strumento essenziale in fotografia digitale che serve per vedere se l'esposizione è corretta. Può essere consultato in fase di scatto dallo schermo lcd della fotocamera o dal programma di post produzione da noi usato. Subito dopo aver scattato la fotografia posso vedere il preview dell'immagine dallo schermino lcd e visualizzare i dettagli di scatto. Il grafico in alto a destra è l'istogramma. L'istogramma composito rappresenta la quantità di pixel presenti per le varie luminosità, l'immagine è correttamente esposta quando la zona dove inizia e finisce il grafico non è tagliataLa sovraesposizione in questi casi è vantaggiosa (= istogramma con la curva a destra) e questo perchè nella gamma di grigi, sovraesponendo posso cogliere l'immagine sui toni grigio medi-grigio chiari .

BRESSON E GLI ELEMENTI PER UNA BUONA FOTOGRAFIA

Bresson ci dice che fotografare vuol dire mettere sullo stesso piano occhio, mente e cuore.1. OCCHIO -> chi ama fotografare osserva, cerca, rielabora. Cerca cose non visibili o evidenti, vuole quel soggetto, quella luce, quella angolazione. Rielabora, inquadra e scatta in modo che il soggetto acquisti valore.2. MENTE -> la mente rende il soggettivo un po' più oggettivo3. CUORE -> coinvolgimento emotivo

GENERI FOTOGRAFICI

Fotografia documentaria

Documentaria è la fotografia della polizia scattata sul posto di un delitto, un documento con un'utilità. Per questo l'arte non è mai un documento ma può adottarne lo stile. Questa corrente fotografica ha le sue controversie nel termine stesso, la funzione di documento della fotografia era una cosa già assodata dai primi del 900 e, in quanto tale, non poteva essere considerata forma d'arte in quanto la caratteristica del documento è il riprodurre la condizione reale con estrema chiarezza, l'immagine deve avere un fine, un'utilità. Il concetto stesso di documento, prevede una chiara identificazione del soggetto fotografato, una contestualizzazione e un'imparzialità di veduta.La fotografia documentaria nacque in Inghilterra nel 1877 con John Thomson e Adolph Smith che immortalarono i quartieri più poveri della città. L'uso del termine documentario compare solo intorno agli anni '20, preso in prestito dal cinema. Gran parte dei testi fa risalire gli albori della fotografia documentaria alla depressione economica degli USA. A tal proposito, abbiamo due nomi, Walker Evans e Augurst Sander. Visionando le opere di questi due fotografi abbiamo la massima nitidezza delle immagini rappresentate, le immagini sono studiate fin nei dettagli e non frutto di uno scatto istintivo. L'interpretazione viene fatta attraverso diverse modalità: Evans cura l'asetticità, mentre Sander lo contestualizza nell'ambiente di appartenenza.

Il reportage: significato, difficoltà e semantica

Parlare di reportage sociale o fotogiornalismo vuol dire trattare di quella fotografia che vuole raccontare particolari aspetti della società in cui viviamo, oppure portare a conoscenza di altri situazioni altrimenti sconosciute o lontane. Non necessariamente il fotografo deve rappresentare situazioni di degrado, violenza o sofferenza: la scelta dipende dalla sua sensibilità o vocazione sociale. 1. FASE PREPARATORIAAdeguata preparazione culturale prima di affrontare il viaggio. A tale scopo incomincio a documentarmi sulla cultura, la religione, gli usi, i costumi delle popolazioni e, antropologicamente fondamentale, anche in ordine alle patologie mediche che potrò trovarmi ad affrontare. Questo lavoro è fondamentale per pre-visualizzare nella mente le situazioni. In mancanza di valutazione seria si rischia di fotografare random soggetti casuali.Eugene Smith ci dice he il reportage fotografico non può essere completamente obiettivo, sicuramente però onesto.2. SUL CAMPOVale più la pratica della grammatica. Il fotografo è testimone della propria soggettività, del modo in cui si pone come soggetto davanti a un oggetto. Quello che dico è banale, ma la fotografia è enunciata da un corpo che preso posizione nel mondo e per questo è necessario interrogarsi sull'insieme formato da macchina e fotografo.

Problematiche nella lettura e nelle semantiche

l problema principale nella lettura di una fotografia di reportage isolata dal suo contesto è la decontestualizzazione. Ogni osservatore interpreta l'immagine attraverso il proprio vissuto, ma questo non è sufficiente per comprenderla correttamente. È necessario analizzarla nel contesto del reportage e chiedersi cosa l'autore voglia trasmettere. Solo superando pregiudizi personali e adottando un approccio più analitico e oggettivo si può arrivare al significato profondo dell'immagine. Se questo non emerge, la fotografia è priva di valore e significato.

Il ritratto

Il ritratto è un genere fotografico comune, praticato sia all'aperto che in studio. Solitamente si usano obiettivi con lunghezze focali tra 70 e 105mm per evitare distorsioni, ma alcuni fotografi sperimentano con grandangoli per effetti insoliti. Un obiettivo popolare è il 70-200mm F2.8, ideale per la flessibilità all'aperto. L'illuminazione è fondamentale nei ritratti e non esiste una soluzione migliore: dipende dal risultato desiderato e dalle caratteristiche del soggetto che si vogliono evidenziare.Il testo descrive l'esperienza di un fotografo ritrattista professionista con oltre 50 anni di attività, specializzato in ritratti eseguiti in studio. Utilizza una fotocamera Zenza Bronica con pellicola bianco e nero a 100 ISO e un obiettivo da 105 mm. La gestione della luce è centrale nel suo approccio: impiega diversi flash da studio con diffusori, posizionando la luce principale su un lato, un riempitivo sul lato opposto e un terzo flash dall'alto per creare un effetto silhouette. L'interazione psicologica con il soggetto è essenziale per ottenere espressioni naturali, soprattutto con i bambini, con tecniche specifiche per metterli a loro agio. Dopo lo scatto, il processo di sviluppo in camera oscura permette ulteriori personalizzazioni dell'opera.

Street photography

Dare una definizione esaustiva della Street photography non è semplice. Si potrebbe cominciare dicendo che è un genere fotografico, più precisamente un genere di reportage. La Street photography è infatti l’istantanea della vita urbana osservata per strada nella sua quotidianità e nei suoi molteplici aspetti: l’ironia, la tragedia, l’imprevedibilità, la bellezza ed anche la crudeltà. Le immagini di questo genere fotografico sono lo specchio della società, delle persone che la compongono, catturate durante la vita di tutti i giorni da qualche occhio attento alle sfumature dell'umana commedia che va in atto negli spazi pubblici. Essere uno Street photographer significa entrare in sintonia con la vita, percepirne gli umori, gli odori, i colori, viverla con intensità per poi cercare di rappresentarla solo dopo averla assorbita.Henri Cartier-Bresson, che con le sue immagini ha contribuito alla nascita della Street photography, disse che per cogliere attraverso l'obiettivo i momenti decisivi della vita è necessario porre sullo stesso piano mente, occhio e cuore. Un’attitudine che, sempre secondo le parole del celebre fotografo, richiede prontezza, disciplina, sensibilità e senso geometrico.

Fotografia glamour

La fotografia glamour è un genere fotografico che si concentra sull'esaltazione dell'eleganza, sensualità e fascino, spesso associato alla seduzione. Tuttavia, ha una doppia faccia, poiché può essere usato sia in ambito pubblicitario che pornografico. Le sue caratteristiche principali includono:Sensualità e fascino: Il glamour punta a rendere il soggetto attraente e accattivante, con un forte focus sull'estetica e la bellezza.Erotismo raffinato: Nella sua interpretazione più elevata, cerca di evocare desiderio senza scadere nella volgarità, mantenendo un livello di eleganza.Doppia interpretazione: Mentre in pubblicità può essere usato per promuovere prodotti con immagini seducenti, spesso si trova al confine con la pornografia, per cui lo stesso termine può riferirsi a entrambi i generi.Stile personale del fotografo: Come dichiarato dall'autrice del testo, un buon fotografo glamour evita la volgarità e la riduzione del soggetto a mero oggetto sessuale, cercando invece di valorizzare la persona fotografata.Distorsione contemporanea: L'autrice critica l'uso attuale del glamour come strumento per shockare e vendere, descrivendo un degrado che ha portato a una mercificazione del corpo e della sessualità, perdendo la raffinatezza e il significato rivoluzionario iniziale.In sintesi, il glamour si fonda su una rappresentazione visivamente attraente ed erotica, ma può variare significativamente a seconda di come viene interpretato e utilizzato dal fotografo.

Fotografia naturalistica, etica e ambiente

La fotografia naturalistica è un genere fotografico che mira a catturare immagini della natura, degli animali selvatici e dei paesaggi, mantenendo un forte rispetto per l'ambiente e i soggetti ripresi. Le sue principali caratteristiche includono:Contatto diretto con la natura: Il fotografo naturalista opera spesso in ambienti naturali incontaminati, cercando di cogliere la bellezza e l'essenza della vita selvaggia.Rispetto per l’ambiente: È fondamentale che il fotografo non alteri né danneggi l'ambiente o i soggetti, evitando comportamenti irrispettosi che potrebbero compromettere l'ecosistema.Tecnica e sensibilità artistica: La fotografia naturalistica combina emozionalità e perfezione tecnica. Non sempre è possibile raggiungere entrambi gli aspetti a causa delle condizioni selvagge, ma si può ottenere uno scatto interessante senza danneggiare la natura.Uso di tecniche avanzate: Oltre alla fotografia paesaggistica e macro, vengono impiegate tecniche come l'appostamento e le trappole fotografiche, sempre nel rispetto della natura.Attrezzature specifiche: Vengono utilizzati strumenti come i Plump, aste flessibili con pinze, per stabilizzare i posatoi degli animali o per migliorare l'illuminazione, senza alterare l'ambiente naturale.In sintesi, la fotografia naturalistica richiede una combinazione di abilità tecniche, creatività e, soprattutto, una profonda responsabilità verso la natura e la sua conservazione.

Macrofotografia

La macrofotografia è un genere fotografico che si concentra sulla ripresa di soggetti molto piccoli, ingrandendoli fino a farli apparire a dimensioni naturali o superiori. Nella macrofotografia, il soggetto viene catturato in scala 1:1 (cioè le dimensioni del soggetto sul sensore sono le stesse nella realtà) fino a un ingrandimento di 10 volte le sue dimensioni reali. Superando questo ingrandimento, si entra nel campo della microfotografia. Se invece il soggetto viene catturato con un ingrandimento inferiore (da 1:10 a 1:2), si parla di fotografia close-up. Caratteristiche principali della macrofotografia:

  • Elevato ingrandimento: Il soggetto appare ingrandito, rendendo visibili dettagli altrimenti impercettibili a occhio nudo, spesso nel mondo degli insetti, fiori o piccoli oggetti.
  • Precisione tecnica: È necessaria una grande attenzione a elementi tecnici come la messa a fuoco, l'esposizione e la profondità di campo, che spesso risulta estremamente ridotta a causa del forte ingrandimento.
  • Attrezzatura specifica: Lenti macro dedicate (a focale corta o lunga) sono utilizzate per ottenere l'ingrandimento desiderato. La focale lunga permette di stare a distanza dal soggetto, utile per evitare di disturbare gli animali o di proiettare ombre indesiderate.
  • Illuminazione: La luce naturale può essere usata, ma spesso si utilizzano flash o altre fonti di illuminazione, dato che in molte situazioni la luce è scarsa o difficilmente direzionabile.
  • Stabilizzazione: La nitidezza è fondamentale nella macrofotografia. Stabilizzatori d’immagine e treppiedi sono spesso impiegati per evitare il micromosso, particolarmente critico a questi livelli di ingrandimento.
  • Dettagli e leggibilità: La nitidezza dei dettagli è essenziale per rendere l'immagine interessante, e la fotografia digitale ha portato grandi vantaggi, come la possibilità di controllare immediatamente il risultato e correggere eventuali errori.

OBIETTIVOQuando si sceglie un obiettivo per la macrofotografia, il primo fattore da considerare è il budget, con prezzi che variano dai 300 ai 1.900 euro. Si può iniziare con prodotti di fascia medio-bassa, anche usati, poiché la maggior parte delle ottiche macro offre buone prestazioni. La lunghezza focale influisce sul tipo di ripresa: un 60mm darà un risultato diverso rispetto a un 200mm, ma accessori come i tubi di prolunga possono aiutare ad ottenere effetti simili. La luminosità non è fondamentale, poiché spesso si scatta con diaframma chiuso, e gli zoom con la dicitura "Macro" non sono veri obiettivi macro, quindi è meglio evitarli per scopi specifici.LIVE VIEWIl LiveView, presente su quasi tutte le reflex digitali, permette di inquadrare usando il monitor LCD posteriore, una funzione utile soprattutto in macrofotografia. Anche se molti lo vedono come una trovata commerciale, nella macro consente una messa a fuoco manuale estremamente precisa, perché avviene direttamente sul piano del sensore. Inoltre, evita posizioni scomode durante lo scatto e sostituisce i vecchi mirini angolari o pozzetti delle reflex analogiche. Il LiveView consente anche di ingrandire la scena fino a 40x, facilitando il controllo della messa a fuoco e della profondità di campo.

NO AUTOFOCUSIn macrofotografia, la messa a fuoco manuale è preferibile per soggetti statici, mentre per quelli in movimento può servire un buon autofocus, anche se meno preciso. Gli obiettivi stabilizzati non sono essenziali, mentre è importante considerare la minima distanza di messa a fuoco, che varia con la lunghezza focale. Obiettivi con focale più lunga offrono maggiore distanza di lavoro, utile per evitare di spaventare il soggetto. L'autore utilizza quattro obiettivi macro, preferendo il 60mm e il 200mm per la loro nitidezza e micro contrasto, ma riconosce il valore del più economico Sigma 150mm.IL TUBO DI PROLUNGAL'uso di obiettivi tele, come il Micro Nikkor 200mm, è costoso, ma si possono ottenere buoni risultati utilizzando un obiettivo 50-60mm con tubi di prolunga, che aumentano il tiraggio e il rapporto di riproduzione senza degradare la qualità dell'immagine. I tubi consentono di mantenere automatismi di esposizione e messa a fuoco, ma riducono la messa a fuoco all’infinito e la luminosità nel mirino, oltre a diminuire significativamente la profondità di campo.

PROFONODITA' DI CAMPOL'uso di tubi di prolunga aumenta lo sfocato, ma richiede una messa a fuoco manuale precisa, poiché la profondità di campo diminuisce. Chiudere il diaframma oltre un certo punto causa diffrazione, riducendo la nitidezza. Per le riprese macro, l'illuminazione naturale è preferibile, e le reflex digitali moderne permettono di scattare a sensibilità ISO elevate senza perdita di qualità. Si consiglia di fotografare al mattino presto per sfruttare la calma degli insetti. L'apertura ideale per gli obiettivi macro è tra f/8 e f/16, bilanciando nitidezza e profondità di campo.TREPPIEDILa nitidezza è fondamentale in macrofotografia e il mosso rappresenta un grande nemico. Pertanto, è essenziale utilizzare un treppiedi robusto per garantire stabilità, evitando vibrazioni indesiderate. Un treppiedi pesante (4-5 kg) è consigliato per le reflex, mentre le teste a cremagliera, come la Manfrotto 410, offrono maggiore controllo rispetto alle teste sfera, permettendo movimenti micrometrici. Per chi desidera precisione extra, una slitta micrometrica può essere un investimento utile, contribuendo a ottenere immagini di alta nitidezza.

  • Fotografia paesaggistica
  • Stenoscopia
  • Lomografia

Still-Life

Lo Still Life è un genere fotografico che richiede creatività e controllo sui dettagli della scena. A differenza delle istantanee, offre la possibilità di pianificare composizione e illuminazione, permettendo al fotografo di raccontare una storia attraverso l'immagine.Elementi chiave dello Still Life:Composizione: Gli oggetti devono essere disposti in modo armonioso e coinvolgente, richiedendo spesso riorganizzazioni per ottenere il giusto equilibrio visivo.Sfondo: Deve contrastare adeguatamente con gli oggetti, influenzando la luce e l'effetto finale. Sfondi variabili, da bianco a velluto nero, possono creare diverse atmosfere.Illuminazione: Essenziale per definire tonalità e ombre. La luce naturale è spesso preferita, ma si possono usare luci artificiali per effetti specifici.Suggerimenti pratici:Posizionare un oggetto alla volta e sperimentare con le posizioni.Provare sfondi diversi, anche tramite editing.Sperimentare con luci di vari colori e intensità.Studiare il lavoro di fotografi rinomati per migliorare le proprie capacità.Infine, l'uso di un tavolo da still life con illuminazione adeguata aiuta a eliminare le ombre e conferire tridimensionalità al soggetto.

Fotografia astronomica

La fotografia astronomica è un genere tecnico che si concentra sulla cattura di corpi celesti, risultando tra i più impegnativi. Poiché i soggetti non possono essere illuminati artificialmente e si muovono a causa della rotazione terrestre, richiede attrezzature specifiche.Attrezzatura necessaria:

  • Telescopio: Si consigliano modelli Newton o Cassegrain con diametro minimo di 200 mm e lunghezza focale tra 1000 e 2000 mm.
  • Cavalletto: Fondamentale per stabilità, specialmente per riprese di pianeti che necessitano di esposizioni lunghe.
  • Montatura equatoriale: Deve essere allineata con l'asse di rotazione terrestre per seguire il moto apparente delle stelle.
  • Per fotografare la luna, si possono usare tempi di otturazione rapidi, mentre per i pianeti è necessario un sistema di inseguimento preciso.

FOTOGRAFARE LA LUNAFotografare la luna può essere complicato a causa del suo movimento. Per ottenere un'immagine nitida in un paesaggio notturno, si consiglia di fare due scatti: uno senza luna e l'altro con un'esposizione di circa 1/30 di secondo, per poi unire le due immagini in post-produzione.Senza un telescopio, la luna appare piccola nelle foto; un obiettivo da 100 mm darà un'immagine di 1 mm di diametro. Per riprendere i pianeti, sono necessarie lunghezze focali di 5000-20000 mm, spesso ottenute con moltiplicatori di focale.Per chi non possiede un telescopio, l'attrezzatura minima include:ReflexObiettivo di almeno 300 mmTreppiedi robustoTelecomandoÈ importante fotografare lontano dall'inquinamento luminoso e controllare la posizione della luna prima di scattare. L'esposizione è delicata, quindi è utile fare esperimenti con il bracketing e scattare in RAW per ottimizzare la post-produzione. Scattare a f/11 è generalmente consigliato.

TRACCE STELLARIIn fotografia astronomica, le "tracce stellari" si ottengono con esposizioni lunghe che evidenziano il movimento delle stelle. Puntando verso il Polo nord celeste, si vedrà la stella polare al centro, mentre le altre stelle appariranno in movimento circolare. Se si è vicino all'equatore, le tracce saranno rettilinee. Maggiore è il tempo di posa, più lunghe saranno le tracce.Per immagini senza movimento evidente, si possono usare tempi di posa più brevi, generalmente con obiettivi da 50 mm o zoom tra 28 mm e 35 mm. Il tempo di esposizione massimo, oltre il quale si percepiscono movimenti, è calcolato con la formula T = 550/f, dove T è il tempo in secondi e f è la lunghezza focale in mm.TECNICA DEL FUOCO DIRETTO CON IL TELESCOPIOPer la fotografia astronomica, si utilizza una macchina reflex a cui si smonta l'obiettivo e si collega un telescopio tramite un anello adattatore T2. In questo modo, il telescopio funge da obiettivo a lunga focale, facilitando la ripresa di oggetti piccoli e deboli, con rapporti focali spesso superiori a f/6 e tempi di posa che possono arrivare a 20 minuti.È importante utilizzare un vetrino della fotocamera più chiaro o un ingranditore per la messa a fuoco. Per evitare il mosso e le tracce stellari, è necessario inseguire l'oggetto inquadrato. Questo può essere fatto montando un telescopio secondario per seguire una stella guida, o usando un prisma per la guida fuori asse.Questa tecnica offre elevato contrasto, nitidezza e luminosità, particolarmente utili per la fotografia planetaria e degli oggetti del profondo cielo.

INTRODUZIONEL'autore presenta un approccio passo-passo per creare fotografie immersive, guidando il lettore attraverso ogni fase, dalla scelta della posizione del cavalletto fino al salvataggio dei file e alla creazione di filmati. Sottolinea l'importanza di una composizione attenta e dell'analisi del punto di scatto, incluso il pavimento, e menziona la post-produzione come fase cruciale. Introduce una foto personale come esempio e annuncia che i dettagli operativi saranno trattati nei capitoli successivi. I concetti esposti sono applicabili a diverse attrezzature fotografiche.

FOTOGRAFIA DI PARTENZA E DI ARRIVOL’autore illustra il processo di creazione di una fotografia immersiva, partendo dal risultato finale: una panoramica equirettangolare 360° x 180°, ottenuta tramite la fusione di otto immagini. Passaggi:1. Posizionamento del Cavalletto -> È fondamentale posizionare il cavalletto in modo da evitare ombre sul terreno e assicurarsi che la macchina fotografica sia in bolla.2. Scatti Iniziali -> Si effettuano sei scatti orizzontali ogni 60° per coprire tutti i 360° dell'orizzonte, aggiungendo uno scatto per il zenith (in alto) e uno per il nadir (in basso). Gli scatti devono sovrapporsi per facilitare la fusione.3.Rimozione di Elementi Indesiderati -> Prima di procedere con lo stitching, si rimuovono ombre e oggetti indesiderati dalle immagini singole, senza modificare luminosità e contrasto.4. Stitching delle Immagini -> Si utilizza PtGui per fondere le immagini. È necessario prestare attenzione ai punti di giunzione, specialmente per l’immagine zenith e per il nadir, dove può essere necessaria una giunzione manuale.5. Correzione dell'Output -> Dopo la fusione, si ottiene un’immagine equirettangolare con un'area nera per il nadir che deve essere sostituita con l’immagine scattata. Si possono poi effettuare ulteriori correzioni (luminosità, saturazione, ecc.) usando Photoshop.6. Creazione delle Facce del Cubo -> Si utilizza Pano2VR per convertire l'immagine equirettangolare in un cubo a sei facce. Si deve curare il nadir, ritagliando l'immagine originale e utilizzando strumenti di Photoshop per una fusione adeguata.7. Conversione Finale -> Le facce del cubo sono pronte per la conversione in file multimediali interattivi, sia in formato Flash che QuickTime, per visualizzare l’immagine a 360°. L’autore conclude sottolineando che il processo consente di creare un’esperienza immersiva unica, regalando emozioni visive intense grazie alla panoramica a 360°.

PREPARAZIONE DEL TREPIEDI E DELLA TESTA FOTOGRAFICA

  • Impostazione della Testa Panoramica -> È cruciale regolare la testa panoramica sul punto nodale dell’obiettivo per evitare errori di parallasse. Questo passaggio è essenziale per ottenere immagini panoramiche di alta qualità.
  • Attrezzatura Necessaria -> Fotocamera: Reflex Nikon D300.
Obiettivo: Nikon 10,5mm fisheye.Accessori: Cavo per scatto remoto, tripiede Manfrotto 055Pro, testa panoramica Manfrotto 303Plus, piastra livellante Manfrotto 338, bolla a slitta Manfrotto 337.
  • Stabilità del Tripiede -> Il tripiede deve essere robusto per sostenere il peso della reflex e dell'obiettivo senza vibrazioni, fondamentale per scatti con esposizioni lunghe o multiple.
  • Testa Panoramica -> La testa panoramica consente di correggere il punto nodale, riducendo gli errori di parallasse. È un elemento imprescindibile per la fotografia immersiva.
  • Piastra Livellante -> Aiuta a mantenere il sistema in bolla, essenziale per ottenere immagini corrette. La bolla livellante permette di verificare l'allineamento della fotocamera.
  • Correzione del Punto Nodale -> È fondamentale per la riuscita di un'immagine panoramica. Il punto nodale varia a seconda dell'obiettivo e deve essere regolato correttamente per evitare problemi di stitching.

IMPOSTAZIONI DELLA MACCHINA FOTOGRAFICAModalità Manuale -> È importante disattivare gli automatismi della fotocamera e impostarla in modalità manuale per garantire uniformità tra gli scatti. Le impostazioni consigliate includono:

  • Scattare in RAW.
  • Autofocus manuale.
  • Bilanciamento del bianco manuale.
  • Tempi di scatto e diaframma impostati manualmente.
  • Opzione di bracketing, se possibile.
Esecuzione degli Scatti -> Gli scatti devono coprire 360° dell'orizzonte, con 6 scatti orizzontali a 60° l'uno dall'altro, e aggiungere gli scatti al zenith e al nadir. Utilizzare il sistema a scatto della testa panoramica per garantire precisione.

PREPARAZIONE DELLE IMMAGINIDopo aver completato gli scatti sul campo, si passa alla post-produzione, necessaria per ottenere una panoramica a 360° o un file multimediale. In questo capitolo, esamineremo le operazioni preliminari allo stitching, raccomandate sulla base dell'esperienza personale.

  • Rimozione dell'Ombra del Tripiede -> Un aspetto comune da affrontare è la rimozione dell’ombra del tripiede. Ambienti con pavimenti irregolari possono essere corretti con strumenti come Photoshop, in particolare il Timbro Clone, che offre il massimo controllo sul punto di sostituzione. È preferibile a strumenti come il Pennello correttivo al volo e lo Strumento Toppa per questo tipo di intervento.
  • Interventi su Superfici con Elementi Architettonici -> Se il suolo presenta linee geometriche definite, la rimozione dell’ombra richiede maggiore attenzione. È fondamentale mantenere il realismo dell’immagine e garantire che non ci siano effetti residui visibili.
  • Rimozione di Elementi Indesiderati -> Scattando in 360°, è probabile che vengano catturati elementi indesiderati, come persone, veicoli o oggetti che distraggono dalla composizione. Prima dello stitching, è consigliabile rimuovere questi elementi per ottenere scatti più puliti e giunzioni più precise.
  • Esempi Pratici -> Due esempi mostrano la facilità di ritocco con il Timbro Clone. Nella prima immagine, l’ombra del tripiede è evidente; nella seconda, è stata rimossa completamente, dimostrando l'efficacia del ritocco.
  • Un Trucco Efficace -> Per minimizzare l'ombra del fotografo, è utile utilizzare l'autoscatto. Spostandosi di alcuni metri tra gli scatti, si riduce la superficie d'ombra visibile, mantenendo il focus sull'immagine.

LO STITCHING NELLE IMMAGINIIn questo capitolo, vedremo le operazioni necessarie per realizzare un'immagine panoramica attraverso il processo di stitching. Questa fase è fondamentale per unire le immagini scattate in modo da creare un panorama che copra un angolo di ripresa completo, generando un'immagine immersiva.

  • Preparazione e Software di Stitching -> Negli ultimi anni, l’avanzamento delle fotocamere digitali e dei software di stitching ha reso questa tecnica più accessibile. Per questo tutorial, utilizzeremo PtGui, uno dei programmi più apprezzati, disponibile in versioni Standard e Professional.
  • Importazione delle Immagini -> Iniziamo caricando le immagini in PtGui. Clicchiamo su "Load Images" e selezioniamo i file necessari. Caricheremo sei immagini scattate sull'asse orizzontale e una scattata al punto di zenith, per un totale di sette scatti. PtGui legge automaticamente i dati Exif per determinare la lunghezza focale, essenziale per un corretto allineamento.
  • Allineamento delle Immagini -> Dopo aver caricato le immagini, procediamo con il primo stitching. Rimuoviamo l'immagine scattata al punto di zenith (indice 6) poiché offre pochi elementi per lo stitching. Clicchiamo su "Align Images" per generare l'immagine panoramica.
  • Panorama Editor -> Una volta completato il primo stitching, si apre il Panorama Editor, dove possiamo visualizzare un’anteprima e fare eventuali modifiche. Prima di proseguire, dobbiamo aggiungere l'immagine al punto di zenith, precedentemente rimossa.
  • Ricerca Manuale dei Punti di Giunzione -> Poiché PtGui non ha trovato punti di giunzione per l'immagine di zenith, dobbiamo cercarli manualmente. Utilizzando l'etichetta Control Points, possiamo individuare i punti di giunzione e collegare le immagini. Qui, un efficace zoom e la funzione di anteprima ci aiuteranno a posizionare i punti con precisione.
  • Ottimizzazione -> Dopo aver aggiunto i punti, dobbiamo eseguire nuovamente l'Optimizer. Questo processo genera una statistica sulla distanza media dei punti di giunzione. I risultati possono variare da “Good” a “Bad”, indicando la qualità dell’allineamento.
  • Panorama Editor (Aggiustamenti Finali) -> Se soddisfatti dei punti di giunzione, passiamo al Panorama Editor per eventuali aggiustamenti di prospettiva e rotazione. Utilizzando i cursori e una griglia regolabile, possiamo perfezionare l'allineamento.
  • Creazione del Panorama -> Siamo pronti per creare l'immagine panoramica. Nella sezione Create Panorama, possiamo scegliere la dimensione e il formato del file, come JPEG o TIFF. Per bozze di lavoro, consiglio di selezionare "For Print" per una visione rapida e dettagliata.
  • Batch Stitcher -> PtGui offre anche un'utilità, il Batch Stitcher, che consente di elaborare più file in background. Questa funzione è estremamente utile quando si lavora con molte immagini ad alta risoluzione.
  • Risultato Finale -> Una volta completato il processo di stitching, il risultato finale è un'immagine panoramica di 11760px x 5880px, con una dimensione del file di 55,4MB in formato JPEG. La striscia nera in basso rappresenta l'area scattata al punto di nadir, che verrà rimossa nel prossimo articolo.

Fotografia 3D

Per ottenere una vera foto 3D, è necessario un apparecchio progettato per questo scopo, capace di scattare due immagini da punti di vista distanti tra loro, simili alla distanza tra i nostri occhi. Le elaborazioni a partire da un singolo scatto possono creare solo un leggero effetto di profondità, senza fornire le informazioni tridimensionali necessarie.Se non disponi di una fotocamera 3D, puoi comunque creare immagini tridimensionali seguendo alcune semplici tecniche. Tieni presente che questa procedura è applicabile solo a soggetti statici, come paesaggi, statue e monumenti.

  • Posizionamento: Durante il primo scatto, posiziona la fotocamera in modo da inquadrare il soggetto.
  • Spostamento: Dopo il primo scatto, sposta la fotocamera a destra o sinistra di alcuni centimetri, mantenendo la stessa linea di inquadramento. È fondamentale che lo spostamento avvenga sullo stesso piano per evitare risultati deludenti.
  • Sincronizzazione: Per risultati ottimali, i due scatti dovrebbero essere il più sincronici possibile, evitando ogni movimento nella scena.
Per facilitare questo processo, puoi utilizzare un dispositivo chiamato "macro rails", che permette di spostare la fotocamera fino a 10 cm mantenendo la stessa lunghezza focale. Questo strumento è utile per garantire che il movimento avvenga con precisione e senza alterare l'angolo di visione.[PER PRECISAZIONE VEDI MANUALE]

TECNICA FOTOGRAFICA