Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
La Grecia classica
Flavia Barile
Created on April 26, 2024
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Akihabara Connectors Infographic
View
Essential Infographic
View
Practical Infographic
View
Akihabara Infographic
View
Interactive QR Code Generator
View
Witchcraft vertical Infographic
View
Halloween Horizontal Infographic
Transcript
Barile Flavia 1BS
La Grecia classica
È il SECOLO D’ORO DELL’ARTE GRECA
"L'arte ricerca l''assoluto, l'idealee la perfezione delle proporzioni."
Efebo di Kritios
La statua è un opera in marmo alta 86 cm, oggi conservata al Museo del Louvre. E' stata ritrovata nella "colmata persiana" con mancante alcune parti.
Il ginocchio piegato, la torsione del torso e della testa sono caratteristiche che sono possibili rilevare in alcune opere tardo arcaiche, ma nell'insieme la posa dell'efebo non è rintracciabile in nessuna delle precedenti opere conosciute. Malgrado l'evidente allontanamento dell'efebo dall'impostazione del kouros arcaico. Il ritmo della statua è costruito tra la parte destra, più libera e dinamica, e la sinistra, più statica. Anche la solidità del viso e i capelli ricci sono una novità rispetto al kouros arcaico.
Auriga di Delfi
Fusione a cera persa
La fusione a cera persa è una tecnica scultorea diffusa già nel III millennio a.C., di cui fu maestra l'Antica Civiltà Sarda, e che nei secoli successivi ha conosciuto una notevole fioritura, soprattutto nella scultura greca e romana.
Scultura in bronzo realizzata nel 475 a.C. con la tecnica della fusione a cera persa, l’Auriga era parte di un gruppo scultoreo che includeva anche il carro e i cavalli. Il corpo è avvolto in un chitone cilindrico che ricorda una colonna dorica con le sue scanalature. Al di sopra della vita la veste si arricchisce di pieghe diagonali che creano un fitto chiaroscuro. Il volto, dall’espressione seria e concentrata, è incorniciato dai capelli finemente lavorati. Il busto è lievemente curvo all’indietro mentre le spalle si flettono in avanti a bilanciare la trazione esercitata dalle redini.
La fusione a cera persa è un procedimento per la creazione di oggetti, semplici o complessi, in una varietà di metalli (oro, argento, ottone o bronzo) mediante la fusione di un modello o stampo.
'Zeus di Capo Artemisio'
Scultura in bronzo realizzata intorno al 460 a.C. rappresenta la divinità greca nell’atto di scagliare un fulmine (oppure Poseidone che lancia un tridente, o un atleta che tira il giavellotto). La posizione, sviluppata su un solo piano, è quella di massima rincorsa del braccio prima dello slancio in avanti. Il corpo è ben equilibrato grazie alle gambe divaricate ma i muscoli sono comunque rilassati. La scultura greca, evidentemente, comincia a cogliere nuove posture prima impensabili: libere nello spazio, con arti separati dal corpo grazie alle possibilità offerte dalla fusione in bronzo .
BRONZI DI RIACE
I Bronzi di Riace furono rinvenuti il 16 Agosto 1972 dal sub Stefano Mariottini che le scoprì durante un' immersione nel Mar Ionio, presso il comune di Riace Marina, in Calabria. Vennero restaurate a Firenze e oggi si trovano nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Le due statue, denominate A e B, sono alte rispettivamente 198 e 205 cm. Al ritrovamento pesavano circa 400 kg, ma dopo lo svuotamento il peso diminuì a 160 kg circa. I due bronzi rappresentano due uomini completamente nudi e armati di scudo, lancia ed elmo, i quali probabilmente furono smontati al momento dell'imbarco.
Discobolo
Lancelotti
Il Discobolo è una scultura realizzata intorno al 455 a.C.
La statua originale era in bronzo, oggi è nota solo da copie marmoree dell'epoca romana, tra cui la migliore è probabilmente la versione Lancellotti.
L'opera venne probabilmente prima fusa, per poi essere scolpita, per la città di Sparta e rappresentava un atleta nell'atto di scagliare il disco.
CARATTERISTICHE
dIFFERENZE
DORIFORO DI POLICLETO
Il Dorìforo ("portatore di lancia") è una scultura marmorea databile alla metà del V secolo, conservata presso il museo archeologico nazionale di Napoli. La scultura è la miglior copia romana, ritrovata a Pompei, di un originale Doriforo bronzeo di età classica, eseguito da Policleto e databile intorno al 450 a.C.
Ulteriori copie, molto rovinate o reintegrate con frammenti di altre statue, si trovano a Vienna, a Roma e a Firenze. Sono stati ritrovati anche semplici frammenti di altre copie, e in particolare alcune teste: una di queste, bellissima e in bronzo, si trova a Napoli.
descrizione
DESCRIZIONE E STILE
La statua rappresenta un atleta a dimensioni naturali, alto circa 160 centimetri, che sta per lanciare il disco. Il viso e il busto sono chinati in avanti; il braccio destro, la cui mano regge il disco, è portato indietro per prendere lo slancio, mentre il sinistro forma un semiarco in avanti, col polso che arriva a sfiorare il ginocchio destro. Le ginocchia sono flesse, la gamba destra è leggermente più avanti dell’altra e pare sostenere il peso del corpo, mentre il piede sinistro poggia solo sulla punta.
L'atleta venne raffigurato nel momento in cui il suo corpo, dopo essersi rannicchiato per prendere slancio e radunare le forze, sta per aprirsi e liberare la tensione imprimendo al lancio maggiore energia. Subito dopo girerà su sé stesso e scaglierà il disco, accompagnando il gesto con tutto il corpo.
Uno dei punti di forza dell’opera è l’armonia della composizione: facendo scorrere le dita, dalla mano che stringe il disco fino al tallone del piede sinistro, ci si accorge che le linee delle varie parti del corpo disegnano un arco.
La scultura classica
Caratteristiche
-La testa si rimpicciolisce e diventa perlopiù sferica; -Di conseguenza gli occhi e la bocca trovano il giusto posizionamento; -Le palpebre diventano più consistenti; -I capelli non sono più raccolti in trecce, ma sono raffigurati con ciocche ricciolute;
-La massa muscolare viene ben distribuita su tutto il corpo, si allargano le spalle e si arrotonda il busto;-le gambe sono slanciate.
Caratteristiche
La figura è eretta rivolta verso chi guarda. Le braccia sono sollevate quasi a formare una croce: il sinistro è teso in avanti, come a prendere la mira, mentre il destro è flesso come se stesse per scagliare il tridente. Lo sguardo è rivolto in avanti, il volto teso e impassibile, concentrato nell’azione che sta per compiere. La barba è definita tramite riccioli allungati e sinuosi, che incorniciano con un ritmo decorativo il viso. L’opera non sembra pensata per esser vista solo da un lato: infatti anche i muscoli della schiena e delle spalle sono modellati in maniera accurata.
Descrizione
L'uomo è nudo, in posizione eretta su un piedistallo. La mano sinistra è chiusa "a pugno" e si può vedere che in mezzo c'è un foro, questo sta ad indicare che l'uomo stringeva qualcosa all'interno della mano, probabilmente una lancia, siccome il significato del nome della scultura è "portatore di lancia",
la sua altezza è di 2.12 m.
La figura del Doriforo è ponderata. Infatti, è eretta ma non rigida, come avveniva nei koùroi. Presenta una posizione “ancata”, che comporta una flessione dell’anca: il peso è sostenuto interamente dalla gamba destra, che per questo motivo è detta “gamba portante”; la gamba sinistra è invece “scarica”, quindi flessa e indietreggiata, con il tallone sollevato da terra: il fianco destro risulta così alzato e per compensazione la spalla destra è abbassata. Il volto è lievemente ruotato verso la propria destra e appena inclinato.
Due statue
Statua A
La statua rappresenta un giovane che ha una postura eretta, le spalle larghe e appoggia il suo peso sul piede destro. Ha una barba arricciata e dei capelli lunghi e ondulati, trattenuti da una lunga fascia. Gli occhi furono realizzati in pietra e avorio mentre le labbra furono realizzate in rame rosso. E' l'unica statua dell'antichità ad avere i denti, i quali sono realizzati in argento.
Statua B
La statua raffigura un uomo più anziano con una lunga barba arricciata. Gli occhi e le labbra sono realizzati allo stesso modo del Bronzo A. La testa si presenta liscia, deformata e ricoperta da una cuffia di cuoio o di feltro; da essa fuoriescono i lobi inferiori delle orecchie e corte ciocche di capelli.
I DISCOBOLI
Dell'opera si conoscono diverse versioni. Tra le più importanti, oltre a quella Lancellotti, ne esiste una integra al British Museum detta Townley che si distingue per un trattamento della testa più adrianeo, dai capelli più lunghi; inoltre lo scultore, possedendo una tecnica più avanzata, ridusse il tronco d'appoggio a lato della figura. Nel Museo nazionale romano si conserva un'altra versione frammentaria, detta di Castelporziano.