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Transcript

I MOTI RIVOLUZIONARI IN EUROPA

1820

rivendicazioni di libertà e di cambiamento

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I moti del 1820 furono una serie di rivolte e sommosse che ebbero luogo in Spagna, Portogallo e nel Regno delle Due Sicilie. Questi movimenti erano principalmente motivati dalla crescente insoddisfazione verso i regimi assoluti e autocratici, e dall'aspirazione verso maggiori diritti e rappresentanza politica. In Spagna, il movimento fu scatenato dal malcontento dell'esercito e portò alla restaurazione della Costituzione del 1812, che garantiva una maggiore partecipazione politica. Nel corso di queste rivolte, l'esercito e i liberali spagnoli riuscirono a costringere il re Ferdinando VII a concedere la Costituzione. In Portogallo, il moto del 1820 portò alla rivoluzione liberale che mise fine al dominio assoluto della monarchia e portò a una nuova Costituzione che limitava i poteri del sovrano. Nel Regno delle Due Sicilie, le rivolte furono inizialmente dirette contro il re Ferdinando I, portando alla sua abdicazione e all'ascesa di suo figlio Francesco I. Tuttavia, le rivolte furono represse e la restaurazione del potere assoluto continuò fino alle rivoluzioni del 1848. Questi moti del 1820 segnarono un momento significativo nella storia politica di queste nazioni e contribuirono all'evoluzione verso forme di governo più rappresentative e costituzionali.

1821

CAOS NEL MEDITERRANEO

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PIEMONTE: 6 Marzo 1821 Il 6 marzo del 1821 il militare e patriota Santorre di Santa Rosa si riunisce con i generali piemontesi e con l’erede al trono del Regno di Sardegna, Carlo Alberto di Savoia, per organizzare l’imminente insurrezione con lo scopo di adottare una costituzione che il Re, Vittorio Emanuele I, non era intenzionato a concedere. Quattro giorni dopo la riunione tra Santorre di Santa Rosa e i suoi alleati, i reggimenti di Alessandria, come pianificato, danno l’inizio all’insurrezione che prende il nome di moti piemontesi, innalzando per la prima volta la bandiera tricolore in segno di ribellione. Nel giro di due giorni, un gruppo di ufficiali fece insorgere i reggimenti della cittadella di Torino prendendone il controllo e innalzando la bandiera del tricolore. A seguito dell’uccisione del comandante del presidio militare di Torino, Vittorio Emanuele I abdica a favore del fratello Carlo Felice che però, in quel momento, era nel ducato di Modena dando così la reggenza a Carlo Alberto. Carlo Alberto, che era diventato reggente del Regno del Piemonte a seguito dell’abdicazione del padre, decide di concedere la costituzione ma venne fermato dal re Carlo Felice che gli ordinò di recarsi a Novara in attesa di nuovi ordini. Gli insorti vengono sconfitti da Carlo Felice che decise di reprimere i moti liberali e condannare i militari ribelli, grazie anche agli aiuti austriaci, e costringendo alcuni patrioti liberali all’esilio. Tra questi vi era Santorre di Santa Rosa che si recò in Grecia dove erano in corso moti per l’indipendenza dall’impero Ottomano. GRECIA: marzo-aprile 1821 Cresce il nazionalismo greco che sprona diverse popolazioni della Grecia a ribellarsi e combattere contro l’impero Ottomano, che da secoli occupava la penisola dei Balcani. Molte società segrete erano già attive col fine di innescare un’insurrezione contro l’occupazione Ottomana. Tra queste, la più importante società era la Filiki Eteria che operava già dal 1814. A guidare le rivolte furono Alexander Ypsilanti, che aveva assunto il comando della Filiki Eteria nel 1820 e suo fratello Demetrio Ypsilanti. Il 4 aprile 1821 cominciarono i combattimenti nella città di Patrasso tra greci e musulmani dove quest’ultimi si erano rifugiati nel castello di Patrasso. Il vescovo Germanos ordina un blocco sul castello che ospitava i rifugiati Ottomani visto che poteva solo contare sulla mancanza dell’acqua. Per ottenere la loro resa, un esercito Ottomano di 300 uomini entrò nella città rimuovendo il blocco al castello, facendo fuggire i greci senza combattere e riuscendo a togliere l’assedio e a tenere il controllo della città (nonostante numerosi assedi da parte dei greci) fino quasi alla fine della guerra d’indipendenza della Grecia. Queste insurrezioni non sono state altro che l’inizio di una guerra sanguinosa durata fino al 1830.

1830

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I moti rivoluzionari del 1830 partirono dalla Francia per poi propagarsi nei vari paesi europei dove però solo il Belgio riuscì a conquistare l’indipendenza. FRANCIA Inizio della Rivoluzione di Luglio (Luglio 1830): Le rivolte popolari a Parigi provocano la caduta del re Carlo X e portano all'ascesa al trono di Luigi Filippo d'Orléans come "Re dei Francesi", stabilendo la monarchia di luglio. Abdicazione di Carlo X e ascesa di Luigi Filippo (31 luglio 1830): Carlo X abdica in seguito alle rivolte, consentendo a Luigi Filippo d'Orléans di diventare il nuovo monarca, inaugurando così la monarchia di luglio in Francia. BELGIO Rivoluzione belga (Settembre 1830): Le ribellioni contro il dominio olandese iniziano a Bruxelles e si estendono in tutto il Belgio, iniziando così la lotta per l'indipendenza belga. Dichiarazione di indipendenza del Belgio (4 ottobre 1830): Il Belgio dichiara formalmente la sua indipendenza dall'Olanda, segnando l'inizio della sua storia come stato sovrano separato. Guerra delle Dieci Giornate (20 dicembre 1830 - 27 gennaio 1831): Il Belgio combatte contro l'Olanda nella guerra delle Dieci Giornate, che si conclude con la vittoria belga e il consolidamento dell'indipendenza del Belgio. Conferma dell'indipendenza belga (3 febbraio 1831): La firma del Trattato di Londra conferma ufficialmente l'indipendenza del Belgio e la sua separazione dai Paesi Bassi, ponendo fine alla rivoluzione e stabilendo il Belgio come stato sovrano riconosciuto.

1831

UNA NUOVA ONDATA DI INSURREZIONI

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Nel 1831, ci furono vari moti liberali in diverse parti d'Europa, comprese Modena, Bologna, Polonia e Parma. Questi eventi furono parte di un'ondata più ampia di movimenti rivoluzionari e liberali che si diffusero in Europa durante quel periodo, noto come il "Risorgimento" o le "Rivoluzioni del 1830". In particolare: Modena e Parma Nel 1831 ci furono rivolte contro i regimi governativi conservatori e autoritari, con l'intento di ottenere maggiori libertà civili e politiche. Francesco IV con l'aiuto delle truppe austriache riuscì a reprimere rapidamente la rivolta a Modena mentre a Parma la ribellione venne stroncata da Carlo III che reagì con brutalità e ordini repressivi. Bologna Anche qui si verificarono proteste e moti popolari, che facevano parte del più ampio movimento per l'indipendenza e l'unificazione italiana. Le rivolte furono però represse dal governo pontificio e dalla presenza di truppe austriache che intervennero per mantenere l'ordine. Polonia La rivolta polacca del 1830-31, conosciuta anche come l'Insurrezione di Novembre, fu un tentativo dei polacchi di ottenere l'indipendenza dall'Impero russo. Anche se la rivolta fallì, ebbe un impatto significativo sulla storia polacca e europea. Tuttavia, la rivolta di Novembre segnò l'inizio di un periodo di lotta continua per l'indipendenza che avrebbe coinvolto successivi movimenti rivoluzionari in Polonia nel corso nel XIX secolo. Chopin è stato un compositore e pianista polacco e fu uno dei più importanti compositori del periodo romantico. Dotato di grande talento musicale, crebbe in quello che fu l'allora Ducato di Varsavia, dove ebbe modo di completare la sua formazione. A seguito della repressione russa della Rivolta di Novembre (1830), all'età di 20 anni si trasferì a Parigi nel contesto della cosiddetta Grande Emigrazione polacca. Durante gli ultimi diciannove anni della sua vita si esibì pubblicamente solo trenta volte, preferendo l'atmosfera più intima dei salotti. Questi moti e rivolte riflettono la diffusa insoddisfazione con i regimi autoritari dell'epoca e il desiderio di maggiori libertà e autonomia nazionale. I moti liberali del 1831 in Europa portarono a repressione governativa, crescente nazionalismo, alcune riforme temporanee, emigrazione di liberali, rinforzo del conservatorismo e un'importante influenza a lungo termine delle idee liberali e nazionaliste.

1848

L'"ANNO DEI PORTENTI"

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I moti rivoluzionari esplosero contemporaneamente in tutto il continente d’Europa a causa del malcontento della popolazione, dovuta ad anni di contraddizioni e tensioni, presenti ormai da decenni. Definito “l’anno dei portenti” questo periodo è caratterizzato da un grande conflitto e confusione generale. I moti ebbero come obbiettivi politici l’indipendenza nazionale e libertà politica e rivendicazioni sociali. FRANCIA I moti rivoluzionari si accesero anche in Francia, la monarchia infatti non seppe affrontare la crisi economica che colpii fortemente il settore agricolo e il settore industriale portando così ad aumentare la gravità della situazione. Il 22 febbraio dello stesso anno i lavoratori si unirono per fronteggiare il re e lo costrinsero a lasciare il trono, nacque così la Seconda Repubblica, un governo provvisorio affiancato da radicali e Louis Blanc che si impegnò a garantire i diritti dei lavoratori. Provvedimenti della nuova Repubblica: Creazione delle fabbriche nazionali per i disoccupati; Riduzione a 10/11 ore della giornata lavorativa; Concessione del suffragio universale; Abolizione della pena di morte per reati politici; Abolizione schiavitù nelle colonie. I membri dell’alta borghesia avevano timore che una rivoluzione avrebbe portato all’abolizione della proprietà privata. Alle elezioni d’aprile i moderati ottennero la maggioranza a suffragio universale per scegliere i deputati. Questa nuova costituzione dava ampi poteri al presidente della Repubblica scelto dal popolo. Nel 1848 venne eletto un nipote di Napoleone Bonaparte appoggiato dalla borghesia (partito bonapartista). Il 25 febbraio, dopo la rivoluzione, si formò un governo provvisorio governato da il poeta liberale Lamertine; fu emanato il decreto sul diritto al lavoro che impiegava il governo a garantire il lavoro a tutti i cittadini. La pena di morte fu abolita il 4 marzo, giorno in cui si proclama la libertà di stampa e di riunione. Il giorno seguente fu istituito il suffragio universale maschile che portò il precedente corpo elettorale composto da 240000 elettori a 9 milioni. Il 27 aprile fu abolita la schiavitù nelle colonie. PRUSSIA Il 18 marzo 1848 scoppia una rivolta che viene repressa dall’esercito, ma il giorno seguente ne avviene un’altra quindi il re fa ritirare l’esercito. Nel 25 marzo 1848 una rivolta popolare costringe re Federico Guglielmo IV a: dare la libertà alla stampa, promettere una costituzione, convocare un Parlamento prussiano. Nella confederazione germanica riprese vigore la “ questione nazionale” era un programma di unificazione politica dei tedeschi. Eletto a suffragio universale, a Francoforte, si formò un Parlamento federale degli Stati tedeschi. Alcuni avrebbero voluto una “grande Germania” con l’Austria gli altri volevano una “piccola Germania” sotto la guida della Prussia, senza l’Austria. I delegati offrirono la corona di re di Germania a Federico Guglielmo IV di Prussia che non accettò perché data dall’assemblea di eletti (infatti non poteva fondarsi sulla volontà degli elettori). Federico Guglielmo voleva esercitare in pieno le proprie prerogative di sovrano alla pari degli altri monarchi europei e così il progetto dell’unità tedesca fu accantonata. AUSTRIA Il popolo insorse in Austria per eliminare un simbolo di restrizione, di un regime autoritario e di controllo nei confronto degli altri, cacciando il plenipotenziario Metternich avrebbero raggiunto questo obiettivo. Un altro scopo del popolo con questa insurrezione era quello di ottenere la costituzione. In questo modo l’imperatore Ferdinando I accettò di malgrado la formazione di un Parlamento eletto a suffragio universale. Nel frattempo anche gli Slavi, Ungheresi, Croati e gli Italiani reclamavano autonomia e indipendenza. Le richieste erano inaccettabili per l’Austria e vennero represse con la forza militare. In questa situazione difficile Ferdinando I abdicò lasciando il trono a Francesco Giuseppe, suo nipote che fu ancora più deciso a soffocare le rivolte con la forza militare.

18201848

I RISVEGLI RIVOLUZIONARI DELLA FRANCIA E DEL BELGIO