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Carme 48
Camilla
Created on April 15, 2024
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Transcript
C A T U L L O
Carme 48
TESTO
Mellitos oculos tuos, Iuventi, si quis me sinat usque basiare, usque ad milia basiem trecenta nec numquam videar satur futurus, non si densior aridis aristis sit nostrae seges osculationis.
Antony Elisa, Pasquini Camilla, Presenti Irene
TRADUZIONE
I tuoi occhi, o Giovenzio, dolci come miele,se qualcuno mi lasciasse liberamente baciare,io li bacerei migliaia di volte, ne mi parrebbe di essere mai sazio, anche se più fitta delle spighe mature fosse la messe dei miei sbaciucchiamenti.
ANALISI E COMMENTO
Lesbia non è stata l’unica destinataria delle attenzioni amorose di Catullo; un ragazzo , di nome Giovenzio, fu investito da uguale passionale sentimento. Un amore paidico, per un fanciullo avvenente, in una Roma in cui l’amore omosessuale non era riprovevole. Anche in questo caso ritornano motivi e sentimenti che provava per Lesbia: la passione, la gelosia, il desiderio. Forse, tuttavia, in questo caso, la passione si tinge meno di connotazioni erotiche: l’amore per Giovenzio è impregnata di una dolcezza che forse sconta una forma di protezione dell’uomo adulto verso il giovane che era oggetto del suo amore.
TEMI
COLLEGAMENTI
AMORE OMOEROTICO
FIGURE RETORICHE
COLLEGAMENTI
- Quando gli occhi dell'amato sono paragonati alla dolcezza inmiele, si ricorda Saffo in "Oppata mellicra" - “Ti ho rubato, o Giovenzio, tutto miele, mentre stavi giocando, un bacetto più dolce della dolce ambrosia” (carme 99). - “tu che sei un bocciolo di fiore fra i Giovenzi” (carme 24) L’associazione di Giovenzio coi fiori, con il miele ha un che di premuroso, di delicato, di fragile, completamente opposto alle parole, dettate dalla gelosia.
FIGURE RETORICHE
- "Mellitos tuos oculos": omoteleuto e metonimia. Oculos, gli occhi indicano il volto di Giovenzio Aridis e Aristis: paronomasia (accostare parole con suono simile), metafora dei baci e iperbole.
- Usque: antanaclasi. Usque ha in entrambi i casi funzione avverbiale, ma viene tradotta in modo diverso: v 2 = "continuamente", v 3 = "fino a"; anadiplosi (ripetizione di una parola usata al termine di un verso e all'inizio del successivo);
- mellitus v1 (da meilicos) aggettivo vezzeggiativo;
- basiare (da basia) esteso fino alle lingue romanze, oscurando i sinonimi osculum e savium;
- similitudine v5-6;
- iperbato v3 dove basiem si frappone tra milia e trecenta;
- iperbato v6 dove seges interposto tra nostrae ed osculationis;
- allitterazione "S" v2 (si quis sinat usque basiare): funzione di evocare una scena sensuale;
- iperbole v3 (milia);
Amore omoerotico
confronto Grecia e Roma
•In Grecia: la pratica omoerotica ha origine antichissime, infatti nelle tribù elleniche, essa faceva parte dei riti cerimoniali circa i passaggi d'età dall'età infantile a quella adulta. I giovani, trascorrevano due mesi n compagnia di un uomo adulto, il quale faceva lui da precettore, insegnando l'arte della sopravvivenza, del combattimento, ma anche dell'amatoria. L'esperienza omosessuale, dunque, non veniva condannata, sopratutto se essa si manifestava secondo principi di stima e afffetto che legavano un maestro e un discepolo.
•A Roma: prima della conquista della Grecia, a Roma il rapporto omoerotico era malvisto e rappresentava un'offesa al Mos Maiorum. Dopo la conquista della Grecia, questa ostilità nei confronti dell'omoerotismo venne meno. Il "Vir" potevai, intrattenere diverse relazioni amorose e tra queste configuravano anche quelle di matrice omoerotica. La "Lex Scatinia" era una legge che regolava i rapporti,