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GIOVANNI BOLDINI (1842-1931)

Autoritratto di Montorsoli, 1892, Galleria d'arte Moderna, Palazzo Pitti (Fi)

GIOVANNI BOLDINI

Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) è stato uno dei principali pittori italiani di fine Ottocento, tra i più vicini all’impressionismo tra coloro che operarono in Italia. Boldini era noto per la sua vivace vita mondana, che trovò il suo apice a Parigi: le sue frequentazioni borghesi gli garantirono grande fama come talentuoso ritrattista di personalità culturali e soprattutto di figure femminili, che riportava sulla tela con eleganza, dinamismo e caratterizzazione psicologica, rifuggendo quindi dalla ritrattistica più classica.

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cenni biografici

Giovanni Boldini nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 dal pittore Antonio e da Benvenuta Caleffi. Già da bambino mostra una particolare predisposizione alla pittura e al disegno e nel 1858, dopo aver studiato come autodidatta, e soprattutto con il primo insegnamento del padre, inizia a frequentare lo studio dei fratelli Domenichini, pittori e decoratori ferraresi.

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Nel 1867 si reca a Parigi all'Esposizione Universale, qui incontra Degas, Manet e Sisley e ammira le opere di Corot. Tre anni dopo fa un viaggio a Londra e studia la ritrattistica inglese del Settecento, in particolare le opere di Reynolds, Gainsborough e Romney. Nel 1871 si stabilisce definitivamente a Parigi e inizia a lavorare per Goupil, uno dei mercanti più alla moda, espone con successo al Salon parigino e dipinge molti ritratti di esponenti dell'alta società.

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boldini a parigi

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Boldini vive intensamente la vita della capitale francese, è attirato dai Caffè, sia perché rappresentano il fulcro della vita contemporanea sia perché, vista la loro posizione sugli incroci nelle nuove vie, offrono ll'opportunità di incontrare non solo persone di bassa estrazione sociale ma anche l'élite parigina. Negli anni a seguire viaggia in Germania, Olanda e Spagna, nel 1878 esegue alcuni ritratti e frequenta assiduamente Degas, dal quale trarrà ispirazione per le sue opere. Nel periodo successivo si dedica alla ritrattistica e viene nominato commissario per la sezione dÂ’arte italiana all'Esposizione Universale di Parigi.

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la belle epoque

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I ritratti di Boldini ci mostrano uno spaccato della Belle epoque attraverso una carrellata di personaggi, mentre per l'artista rappresentano l'occasione di sperimentare un nuovo tipo di pittura. Sono ritratti che con la loro leggerezza, la loro ricchezza di sete, di piume e di eleganza ci mostrano uomini e donne dell'alta società parigina. Il pittore studia a lungo la sua tecnica fino ad arrivare a dei tratti costanti che ci rendono riconoscibili i suoi lavori. Lo sfondo grigio del quadro mette in contrapposizione una figura colorata e leggera che sarà in continuo movimento nei quadri di Boldini, perché tutta costruita da pennellate dinamiche e guizzanti. Questo processo viene sviluppato ulteriormente, con sempre maggiore libertà e dinamismo.

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femmes fatales

Durante la Belle Epoque la donna è moderna, indipendente, sensuale, consapevole. Non è più la madre amorosa dea del focolare ma regina delle platee, dei teatri e dei caffè concerto. Boldini raggiunge un’enorme fama tra le nobildonne dell’epoca anche perché ne ritrae fedelmente il volto ma le rende più belle, slanciate e magre di quanto non fossero nella realtà. Accanto alla bellezza di accessori, stoffe, guanti e cappelli il focus della modella è senz’altro il volto: Boldini ne cattura l’essenza scattando un’istantanea che coglie attraverso le espressioni e gli occhi la vera natura della donna ritratta.

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Ritratto della marchesa Casati con piume di pavone, 1911roma, galleria d'arte moderna

Il viso della marchesa è dipinto di profilo: lo sguardo è rivolto all'esterno del quadro, la bocca rossa e il naso ben delineato sono gli elementi che prevalgono. Gli occhi enormi e le pupille dilatate sono ottenute con gocce di estratto di belladonna, un prodotto molto utilizzato dalle femmes fatales dell'epoca.

La carnagione di un pallore spettrale la fa sembrare quasi una donna vampiro, seduttrice di uomini.

Celebre il suo abbigliamento sempre elegantissimo, in quest'opera la Casati è ritratta con una acconciatura realizzata con piume di pavone. I capelli color rosso cupo, simbolo di lussuria, trionfano sul vortice di pennellate.

Il soggetto, dipinto con pennellate lunghe e sottili, tende a confondersi con lo sfondo, anch'esso composto da linee di colore che vanno dal bianco, al nero, al marrone dorato e che rendono il quadro dinamico e movimentato. Boldini sembra, infatti, rappresentare il soggetto in diverse pose, riunendo in una stessa figura le diverse fasi di un'azione.

La Marchesa Luisa Casati ha incarnato più di chiunque altro la fugace vitalità e le esagerazioni di un'epoca mitica: eccentrica nell'abbigliamento come nel trucco, ostentava atteggiamenti stravaganti e preferiva vivere di gran lunga le ore notturne.

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