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Elisa Bonanomi
Created on April 14, 2024
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Transcript
LEVOMMI IL MIO PENSER IN PARTE OV'ERA
Bonanomi ElisaCalimani Sarah Scaccabarozzi Lisa Zoia Gemma
1.Introduzione
INDICE
2.Testo
3.Metrica e Parafrasi
4.Retorica
5.Semantica
6.Commento
7.Confronto con altri testi
INTRODUZIONE
Levommi il mio penser in parte ov’era è l’incipit del sonetto CCCII (302) del Canzoniere. È un componimento poetico composto a Valchiusa tra l'estate del 1351 e la primavera successiva, alcuni dopo la morte di Laura.
sonetto
Canzoniere
Valchiusa
TESTO
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
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METRICA E PARAFRASI
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
RIME INCROCIATE RIME RIPETUTE
AB B A A B B A C D E C D E
Il mio pensiero mi innalzò in un luogo dove eracolei [Laura] che io cerco sulla terra: qui, fra coloro che dimorano nel terzo cerchio, la rividi più bella e meno superba. Mi prese per mano e mi disse: «in questo spera, sarai con me [in questo cielo], se il desiderio non mi inganna; io sono colei che ti ha fatto tanto soffrire, e che morì prima di giungere alla vecchiaia. La mia beatitudine è tale che l’intelletto umano non è in grado di concepirla: aspetto solo te, ma quello che tanto hai amato, il mio bel corpo, è rimasto laggiù». Ahimè, perché tacque e lasciò andare la mia mano? Poiché al suono di parole così dolci e pure per poco non rimasi in cielo [con lei].
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RETORICA
Levommi il mio penser in parte ov'era
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra:
quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra:
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la rividi piú bella et meno altera
Per man mi prese, et disse: - In questa spera
i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra,
giornata
sera
velo
Deh perché tacque, et allargò la mano?
Deh perché tacque, et allargò la mano?
SEMANTICA
GIORNATA: vita di Laura SERA : Vecchiaia di Laura
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
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terzo cerchio
altera.
Laura dice a Petrarca che morì prematuranente, ovver prima di aver raggiunto la vecchiaia
In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra:
i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera.
giornata sera.
Mio ben non cape in intelletto humano:
quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo.
la beatitudine di Laura non è comprensibile all'intelletto umano
COMMENTO
Levommi il mio penser in parte ov’era poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
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ANALISI STRUTTURALE
- Inizio del sogno con il rapimento del poeta e incontro con Laura
- Prima parte del discorso di Laura
- Seconda parte del discorso di Laura
- Fine del sogno e ritorno alla realtà
MOTIVI
Il poeta è spinto a scrivere il sonetto poiché, tornando in Provenza, nota che la natura non è cambiata, ma dopo la morte di Laura quei luoghi pieni di fascino ora non esercitano più alcuna attrattiva ai suoi occhi. Sulla terra, infatti, non rimangono che le spoglie corporee della donna, prive di ogni bellezza, mentre la sua parte migliore, l'anima, è salita in cielo. In una visione onirica, Petrarca immagina di essere rapito egli stesso in paradiso, dove l'anima dell'amata gli appare in tutto il suo splendore. Il testo, dunque, trascrive il contenuto di un sogno: il fantasma di Laura si rivela a Petrarca e gli indica che l'aldilà è la destinazione finale di ogni cammino terreno.
PARAGONI
Levommi il mio penser in parte ov’era quella ch’io cerco, et non ritrovo in terra: ivi, fra lor che ’l terzo cerchio serra, la rividi piú bella et meno altera. Per man mi prese, et disse: - In questa spera sarai anchor meco, se ’l desir non erra: i’ so’ colei che ti die’ tanta guerra, et compie’ mia giornata inanzi sera. Mio ben non cape in intelletto humano: te solo aspetto, et quel che tanto amasti e là giuso è rimaso, il mio bel velo. - Deh perché tacque, et allargò la mano? Ch’al suon de’ detti sí pietosi et casti poco mancò ch’io non rimasi in cielo.
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bella
Nel sonetto di Iacopo da Lentini la collocazione della donna in cielo è solo una forma iperbolica di complimento galante, obbediente alle convenzioni dell’amor cortese. L’atmosfera cortese si riflette anche sulla raffigurazione del paradiso, che si presenta come una corte feudale, dove si conduce una vita lieta e spensierata. La gloria finale della donna, perciò, non ha nulla di mistico, ma richiama un ambiente elegante e mondano.
cielo
Terzo cerchio(V.3)
Il terzo cerchio corrisponde al terzo cielo del paradiso, ovvero il cielo di Venere, luogo dove risiede lo spirito degli amanti.
Metafora
La metafora è una figura retorica che consiste nella sostituzione di una terminologia con un’altra che ha con la prima un significato affine; tale figura esprime dunque un rapporto di similitudine, ma è priva dell’avverbio di paragone “come”.Nel testo sono presenti quattro metafore:
- Guerra=sofferenze di Petrarca
- Giornata=vita di Laura
- Sera=vecchiaia di Laura
- Velo=corpo
Parallelismo
Il parallelismo è una figura retorica di sintassi che consiste nello sviluppare due concetti simmetrici in successione; la somiglianza fra i due concetti può essere sia grammaticale sia di contenuto.
FRANCESCO PETRARCA
Perifrasi
La perifrasi è una figura retorica nota anche come giro di parole. La sua funzione è quella di indicare una cosa, una persona oppure un concetto; a essa si ricorre per rendere più poetica una frase, evitare una terminologia inopportuna oppure eccessivamente tecnica o troppo realistica, dare una certa enfasi al discorso, ironizzare, dare un tono celebrativo, per motivi di chiarezza...Nel testo tutte e tre le perifrasi si rifersicono a Laura, la donna amata dal poeta
Per Dante la gloria di Beatrice in paradiso è oggettiva. La donna, splendente di luce nell’Empireo, la contemplazione dello spirito che si separa dal corpo, il carattere oltre umano dell’oggetto della visione, che si traduce nell’ineffabilità.
Beatrice
Per Petrarca la beatitudine del paradiso, a cui allude nella nell’ultima terzina, è una metafora, dietro cui si nasconde l’esperienza psicologica della soddisfazione del desiderio cercata nel sogno.
Laura
VS
Laura
Altera (V.4)
La bellezza di Laura ha trovato il suo compimento celeste, dunque è più perfetta; il suo atteggiamento verso Petrarca è meno altero, ossia più dolce ed affettuoso che sulla terra, dove cedere alle richieste di colui che l'amava significava compremettere la sua virtù.
Figure retoriche
- Alliterazioni
- Parallelismo
- Perifrasi
- Metafore
- Chiasmo
- Antitesi
- Domanda retorica
Lo spazio onirico
Petrarca immagina di essere rapito durante il suo sogno e di essere condotto al terzo cerchio dei cieli dove si trovano le anime degli spiriti amanti.
Petrarca si mette sulla scia di:
San Paolo
Dante (XIII e IX)
Afferma che i suoi contenutisono frutto di una rivelazione divina in seguito a un rapimento che lo ha portato al terzo cielo.
Attraversa il cielo di Venere e dialoga con gli spiriti amanti
Pararllelismo
Il parallelismo è una figura retorica di sintassi che consiste nello sviluppare due concetti simmetrici in successione; la somiglianza fra i due concetti può essere sia grammaticale sia di contenuto.
I' so' colei che […] sera
Laura parla al poeta dicendogli che ciò che vede non è una fantasia, ma lo spirito della donna che ha amato.
Quel che tanto […] velo
Il corpo di Laura è morto ed è rimasto in terra, mentre la parte nobile e spirituale del suo animo è salita al cielo. I beni terreni, quindi, non devono essere preferiti a quelli spirituali perchè allontanano l'uomo da Dio e sono meno durevoli
Domanda retorica
La domanda retorica è una figura retorica che consiste nel porre una domanda che non ha lo scopo di ottenere una determinata informazione che non conosciamo, ma piuttosto sottintende una risposta predeterminata, ovvia, implicita, tant’è che alcuni la definiscono “domanda finta”.
Domanda retorica
La domanda retorica è una figura retorica che consiste nel porre una domanda che non ha lo scopo di ottenere una determinata informazione che non conosciamo, ma piuttosto sottintende una risposta predeterminata, ovvia, implicita, tant’è che alcuni la definiscono “domanda finta”.
Allitterazione
L'allitterazione è una figura retorica consistente nella ripetizione di un suono (molto spesso una consonante) all’inizio, oppure all’interno, di parole successive.
Lo spazio onirico
Petrarca immagina di essere rapito durante il suo sogno e di essere condotto al terzo cerchio dei cieli dove si trovano le anime degli spiriti amanti.
Petrarca si mette sulla scia di:
San Paolo
Dante (XIII e IX)
Afferma che i suoi contenuti sono frutto di una rivelazione divina in seguito a un rapimento che lo ha portato al terzo cielo.
Attraversa il cielo di Venere e dialoga con gli spiriti amanti
Chiasmo e antitesi
Il chiasmo è una figura retorica che consiste nella disposizione incrociata di parole o espressioni, solitamente affini a livello di significato o di valore sintattico.
Per man mi prese, et disse:-In questa spera Deh perchè tacque, et allargò la mano
L’antitesi è una figura retorica che consiste nell’accostamento di termini o frasi che hanno significato opposto.Nel testo i concetti opposti sono :
- Per man mi prese - allargò la mano
- Disse-tacque
La visione della donna amata in paradiso
La visione della donna amata in paradiso riprende un motivo della poesia d’amore cortese e stilnovistica. In particolare, si nota una somiglianza ai sonetti “Io m’agio posto in core a Dio servire” di Iacopo da Lentini e “Oltre la spera che più larga gira” di Dante, anche se rimane evidente la differenza tra la poesia Dantesca e Cortese e la poesia Petrarchesca.
Io m’agio posto in core a Dio servire”
"Oltre la spera che più larga gira”
In questa spera […] erra
Solo seguendo i beni spirituali Petrarca potrà raggiungere Laura in Paradiso.Questo dimostra che il raggiungimento della salvezza eterna dipende dalle scelte morali di ogni uomo.