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Valentina Laterza

Created on April 10, 2024

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RAEE

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici appartenenti al gruppo dei lantanidi e dei lantanoidi. Alcune delle principali proprietà delle terre rare sono: 1. Elevata reattività chimica: sono molto reattive chimicamente, soprattutto quando sono combinate con altri elementi per formare composti. 2. Resistenza alla corrosione: sono molto resistenti alla corrosione, il che le rende ideali per essere utilizzate in ambienti aggressivi. 3. Proprietà magnetiche: alcune terre rare, come il neodimio e il samario, sono note per le loro proprietà magnetiche, che li rendono importanti nella produzione di magneti permanenti ad alte prestazioni. 4. Temperatura di fusione elevata: hanno una temperatura di fusione molto alta, il che le rende utili in applicazioni ad alta temperatura. 5. Proprietà stabilizzanti: le terre rare sono utilizzate come agenti stabilizzanti in diversi materiali, come ad esempio catalizzatori e metalli speciali. 6. Luminescenza: possono emettere luce quando vengono eccitate da radiazioni esterne, rendendole utili in applicazioni di immagini e rilevamento.

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La distribuzione di questi metalli preziosi non è omogenea. I produttori principali sono Paesi come Cina, Asia, Russia, Turchia e Sud Africa, che non si fanno scrupoli a servirsi di pratiche di lavoro insostenibili e pericolose pur di massimizzare produzione e, di conseguenza, profitto.

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Esistono varie tecniche per estrarre e isolare le terre rare dai giacimenti, ma una tra le più utilizzate è quella idrometallurgica. Questa, per semplicità, può essere riassunta in tre passaggi fondamentali: Dissoluzione : si estraggono le terre rare dalle rocce tramite l'utilizzo di acidi; Separazione : si separano tra loro le differenti REE per formare soluzioni concentrate; Generazione : si ottiene il prodotto finale, cioè il concentrato di ciascuna terra rara. La dissoluzione prevede l'utilizzo di diverse tipologie di acido a seconda del tipo di elemento che si vuole isolare, così come la fase di separazione che può essere variabile da caso a caso.

Lavorare le terre rare può avere un grosso impatto sull’ambiente: per separarle dagli altri minerali devono essere disciolte a più riprese in acidi, filtrate, ripulite.Inoltre, la loro lavorazione emette prodotti tossici e anche radioattivi. I problemi maggiori sono legati ai due metodi di estrazione primaria. Il primo prevede la rimozione del terriccio, il trasporto in uno stagno di lisciviazione e l’aggiunta di sostanze chimiche (come il solfato di ammonio e il cloruro di ammonio) per separare i metalli. Le sostanze chimiche utilizzate in questo processo di separazione possono creare inquinamento atmosferico, causare l’erosione del terreno e filtrare nelle acque sotterranee. Il secondo metodo, invece, prevede la perforazione di fori nel terreno, l’inserimento di tubi in PVC e in gomma e il pompaggio di sostanze chimiche per eliminare la terra. Il liquame risultante viene quindi pompato instagni di lisciviazione. Tutti questi materiali rimangono disseminati nelle miniere che, restando abbandonate, creano dei rischi ambientali. Inoltre, le sostanze chimiche rimanenti possono continuare a filtrare nelle acque sotterranee.

Una spinta significativa arriva dai modelli adottati dall’economia circolare, uno dei metodi per ottenere terre rare senza doverle estrarre nuovamente dal suolo è quello, infatti, del recupero dei RAEE: le terre rare in questo caso verranno estratte da apparecchi elettronici in disuso. I rifiuti elettronici diventano in pratica una miniera di REE; attualmente il tasso di riciclo delle terre rare è ancora molto basso, mancano infatti le strutture adeguate per la raccolta e il recupero dei RAEE. Ma il futuro sarà controllare e limitare le estrazioni per uno sviluppo sostenibile e un’economia sempre più green.

COSA SONO I RAEE

I RAEE sono rifiuti di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Le AEE a loro volta sono apparecchiature che per un corretto funzionamento hanno avuto bisogno di correnti elettriche o di campi elettromagnetici e che sono state progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1.000 volt per la corrente alternata e a 1.500 volt per la corrente continua. I RAEE si dividono in domestici e professionali a seconda che siano originati da nuclei domestici o da attività commerciali, industriali, istituzionali e di altro tipo.

-Terre rare: tale termine venne assegnato a questi speciali elementi chimici presenti nei minerali non per la loro scarsa presenza sul Pianeta, ma per via della loro difficile identificazione oltreché per la complessità del processo di estrazione e lavorazione del minerale puro. Vengono nominate con l' acronimo REE e anche abbreviate anche con la sigla RE (Rare Earths). Le terre rare sono utilizzate nell'industria elettronica principalmente per le loro proprietà magnetiche, che le rendono essenziali per la produzione di magneti e componenti elettronici ad alte prestazioni. Le terre rare sono anche utilizzate nelle batterie ricaricabili, nei display a cristalli liquidi e nei dispositivi di illuminazione a LED.

Quali sono i loro componenti?

I rifiuti elettronici contengono numerosi componenti, tra cui: - Componenti metallici: come rame, alluminio, ferro, acciaio, oro, argento e platino. - Componenti di vetro: come schermi di computer e televisori. - Plastica: utilizzata per contenitori, involucri e altre parti dei dispositivi. - Sostanze chimiche dannose: come mercurio, piombo e bromo presenti in batterie e circuiti stampati. - Materiali non biodegradabili: come plastica e vetro. -Silicio: adoperato per i chip e i componenti elettronici.

cosa sono nel dettaglio le terre rare

QUALI SONO I RAEEE?

GRANDI ELETTRODOMESTICI (frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, apparecchi elettrici di riscaldamento/condizionamento);PICCOLI ELETTRODOMESTICI ( frullatori, apparecchiature per la pulizia, macchine per lavorazioni tessili, apparecchiature per misurare il tempo); APPARECCHIATURE INFORMATICHE E PER TELECOMUNICAZIONI (computer, stampanti, copiatrici, telefoni e altre apparecchiature per trasmettere suoni, immagini o altre informazioni); APPARECCHIATURE DI CONSUMO (videocamere, videoregistratori e strumenti musicali); APPARECCHIATURE DI ILLUMINAZIONE; STRUMENTI ELETTRICI ED ELETTRONICI (trapani, seghe, strumenti per avvitare, inchiodare, verniciare, attrezzi per attività di giardinaggio, etc);

GIOCATTOLI ED APPARECCHIATURE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO (console, videogiochi, apparecchiature sportive, etc.); DISPOSITIVI MEDICI (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati ed infetti); STRUMENTI DI MONITORAGGIO E CONTROLLO; DISTRIBUTORI AUTOMATICI.

COME SI SMALTISCONO E RICICLANO?

I RAEE, una volta raccolti separatamente, vengono trattati in centri specializzati, che devono aver ricevuto l’autorizzazione alla gestione di rifiuti di questo tipo.Le fasi di trattamento dei RAEE sono molteplici e variano a seconda della tipologia di rifiuti trattati, ma prevedono in linea di massima almeno cinque diverse fasi: - Stoccaggio dei rifiuti, in attesa del loro trattamento - Messa in sicurezza (bonifica), ovvero eliminazione delle componenti pericolose (liquidi refrigeranti dei frigoriferi, mercurio e così via) -Triturazione dei rifiuti per ridurne la pezzatura - Separazione dei materiali, ovvero suddivisione delle principali componenti (plastica, metalli ferrosi, metalli non ferrosi…) che costituiscono il rifiuto - Recupero dei materiali, ovvero differenziazione dei singoli materiali presenti. Si calcola che in questo modo sia possibile recuperare e riciclare l’80% dei materiali che compongono i RAEE (che contengono anche quantità piccole ma significative di metalli pregiati come oro, argento o rame) rendendoli nuovamente utilizzabili per nuove applicazioni.

Perchè allora non tutti riciclano i RAEE?

Tuttavia, secondo la seguente statistica appare ancora difficile ottenere una completa partecipazione al corretto smaltimento di tali rifiuti, che avrebbe un ottimo impatto positivo sul pianeta, se osservato davvero da tutti.
A cosa è dovuta questa sindorme di accumulo dei rifiuti elettronici?

LA DIRETTIVA EUROPEA

A partire dal 2002 l’Unione Europea ha emanato apposite Direttive finalizzate alla “prevenzione della produzione di RAEE e al loro successivo reimpiego, riciclaggio e altre forme di recupero, in modo da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire”. Tali Direttive sono state recepite in Italia con il Decreto Legislativo n.151 del 2005 e successivamente con il Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014, che si pone l’obiettivo di migliorare, sotto il profilo ambientale, l’intervento dei soggetti che svolgono un ruolo attivo nel ciclo di vita dei prodotti elettrici ed elettronici: dai produttori ai consumatori, passando per gli attori della filiera distributiva, fino agli operatori del riciclo. La Direttiva Europea sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) afferma il principio della responsabilità del produttore per i prodotti a fine vita, principio sancito per la prima volta a livello europeo nel settore automobilistico ed ora esteso anche al settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Evitando in questa maniera il costo ambientale che l'uomo già si infierisce da solo, anche ognuno nel proprio piccolo.

Il tema del riciclo acquista un'importanza ancora più fondamentale non solo in termini di sostenibilità ma anche di ideologia.

Si può fare un uso intelligente dei materiali che già sono a nostra disposizione evitando estrazioni ex novo.