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DIFFERENZE TRA PLATONE E ARISTOTELE

Jennifer soraia Miranda lopes

Created on April 9, 2024

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ARISTOTELE vs PLATONE

INTRODUZIONE

Platone e Aristotele sono due dei più grandi filosofi della storia occidentale. Le loro idee hanno avuto un impatto immenso sulla cultura e la civiltà occidentale, influenzando il pensiero in campi come la filosofia, la politica, l'etica, la scienza e la metafisica, ma le loro prospettive e approcci filosofici differiscono in molti modi.

LA VITA

Platone nacque attorno al 428-427 a.C. in una famiglia aristocratica ad Atene.​ Fu discepolo di Socrate e fu profondamente influenzato dal suo pensiero e dal suo processo dialettico.​ Fondò l'Accademia, una delle prime istituzioni di istruzione superiore nella storia occidentale, dove insegnò filosofia e matematica.​ Viaggiò ampiamente in Egitto, in Sicilia e in Italia, dove entrò in contatto con altre tradizioni filosofiche.​

Aristotele nacque nel 384 a.C. a Stagira, in Macedonia.​ Fu discepolo di Platone all'Accademia per circa vent'anni, ma sviluppò differenze teoriche significative con il maestro.​ Dopo la morte di Platone, Aristotele si stabilì ad Atene e fondò la sua scuola, il Liceo, dove insegnò una vasta gamma di discipline, dall'etica alla biologia.​ Fu chiamato da Filippo II di Macedonia per educare il giovane principe macedone, che poi divenne Alessandro Magno il Grande.​

Tra l'età classica e l'età ellenistica

L'ACCADEMIA DI PLATONE E IL LICEO DI ARISTOTELE

IL DIALOGO

Platone è famoso per i suoi dialoghi, che costituiscono la maggior parte dei suoi scritti. Questi dialoghi prendono spesso la forma di conversazioni tra Socrate e altri personaggi, durante le quali si discutono vari argomenti filosofici. Socrate, l'insegnante di Platone, è il protagonista centrale di molti di questi dialoghi e rappresenta il metodo socratico di interrogazione e ricerca della verità. Tra i dialoghi più noti di Platone ci sono "La Repubblica", "Il Simposio", "Fedone", "Fedro" e molti altri. Ogni dialogo ha un tema principale e solleva domande filosofiche importanti, come la natura della giustizia, dell'amore, della conoscenza e della realtà. Attraverso questi dialoghi, Platone presenta le sue idee filosofiche in modo indiretto, permettendo ai lettori di esplorare e valutare diverse prospettive.

A differenza di Platone, Aristotele non ha scritto dialoghi come mezzo principale per esprimere le sue idee. Invece, Aristotele ha preferito scrivere trattati e opere sistematiche che presentassero le sue teorie in modo più strutturato e organizzato. Tuttavia, Aristotele non ignorava il valore del dialogo; anzi, nel suo lavoro "Etica Nicomachea", Aristotele adotta una forma di dialogo simile a quella platonica. Nell'"Etica Nicomachea", Aristotele si rivolge al suo studente Nicomaco e discute vari argomenti relativi all'etica e alla moralità. Anche se non è strutturato esattamente come i dialoghi di Platone, questo lavoro presenta elementi di conversazione e discussione che richiamano il metodo dialogico.

L'ONTOLOGIA

Aristotele: Aristotele respingeva l'idea di un mondo delle idee separato. Per lui, l'essenza delle cose risiedeva negli oggetti stessi, non in qualche realtà separata. Aristotele sviluppò la sua teoria dell'essenza e della sostanza, distinguendo tra sostanza primaria (sostanza individuale) e sostanza secondaria (qualità e quantità che caratterizzano la sostanza primaria).​

Platone: Platone credeva in un mondo delle idee o delle forme, che rappresentava la vera realtà. Questo mondo delle idee era eterno, immutabile e perfetto, mentre il mondo sensibile che percepiamo attraverso i sensi era solo una copia imperfetta delle idee. Per Platone, l'essenza delle cose risiedeva nelle idee, e il mondo sensibile era solo un riflesso di queste idee.​

LA DIALETTICA

Per Platone, la dialettica era un mezzo per raggiungere la verità assoluta e la conoscenza delle forme ideali o delle "idee" eternamente esistenti. Nel suo dialogo "La Repubblica", Platone descrive la dialettica come un processo di interrogatorio e discussione che mira a condurre l'anima dall'ignoranza alla conoscenza, mediante la ricerca della forma ideale di concetti come giustizia, bellezza e bontà. Platone credeva che solo attraverso la dialettica si potesse raggiungere la comprensione autentica e universale.​ ​

D'altra parte, Aristotele, pur riconoscendo l'importanza della dialettica, la vedeva in modo diverso. Aristotele, nell'"Organon", la sua opera sul metodo logico, considerava la dialettica come uno strumento per esaminare le opinioni e le argomentazioni degli altri, piuttosto che per raggiungere una verità trascendente. Per lui, la dialettica era più orientata alla retorica e al ragionamento persuasivo piuttosto che alla ricerca della verità assoluta. Aristotele utilizzava la dialettica come un mezzo per analizzare argomenti, scoprire errori logici​

I DUE TIPI DI conoscenza

L'ANIMA

Per Platone, l'anima è la parte immortale e divina dell'essere umano, separata dal corpo e dotata di conoscenza delle idee eterne. Nel dialogo "Fedone", Platone presenta l'argomento dell'immortalità dell'anima, sostenendo che l'anima è eterna e immortale e che la morte è solo la separazione dell'anima dal corpo. Platone credeva che l'anima fosse collegata al mondo delle idee, dove esistono forme perfette e eterne di ogni cosa. L'anima umana, secondo Platone, ha vissuto prima della nascita nel mondo delle idee, dove ha acquisito conoscenza, e continua a esistere dopo la morte, portando con sé le esperienze e l'apprendimento accumulati. La conoscenza dell'anima è risvegliata attraverso la filosofia e la contemplazione delle idee..

Aristotele offre una concezione diversa dell'anima rispetto a Platone. Per Aristotele, l'anima è l'essenza o la forma di un essere vivente e non esiste separatamente dal corpo. Aristotele credeva che l'anima fosse mortale e sopravviveva fino alla morte del corpo ma non la concepiva come un'entità separata destinata a sopravvivere alla morte del corpo; piuttosto, l'anima è integrata nell'essere umano come principio di vita e funzione organizzatrice.

"La conoscenza è il tesoro più grande, ma la vera saggezza sta nell'essere consapevoli della nostra ignoranza." socrate

DI: KELLY AMADOR E JENNIFER MIRANDA

Per Platone, la conoscenza è strettamente legata al mondo delle idee o delle forme eterne. Nel suo dialogo "La Repubblica", Platone presenta l'allegoria della caverna per illustrare la sua teoria della conoscenza. Platone credeva che le forme ideali, come la giustizia, la bellezza e la bontà, esistessero al di là del mondo fisico e fossero accessibili solo attraverso la ragione e la filosofia. La conoscenza vera, quindi, non può essere ottenuta attraverso i sensi o l'esperienza empirica, ma solo attraverso la riflessione e il ragionamento razionale. La via per arrivare a questa conoscenza è attraverso l'educazione filosofica e la contemplazione delle idee.

L'età ellenistica

L'età ellenistica, che va dal IV secolo a.C. alla conquista romana dell'Egitto nel I secolo a.C., è caratterizzata dalla diffusione della cultura greca grazie alle conquiste di Alessandro Magno. Ciò ha portato alla formazione di nuovi regni e imperi come il Regno tolemaico in Egitto e l'Impero seleucide in Mesopotamia. Durante questo periodo, c'era un maggiore scetticismo riguardo alla certezza delle verità assolute, il che ha favorito una maggiore diversità di opinioni e approcci filosofici. In questo contesto, Aristotele, con il suo approccio sistematico si adattava bene a questo periodo di esplorazione e incertezza, influenzando il pensiero filosofico e scientifico in modi duraturi..

A differenza di Platone, Aristotele era più orientato verso lo studio della conoscenza empirica e della realtà concreta. Per Aristotele, la conoscenza inizia con i sensi e l'esperienza del mondo naturale. Nel suo lavoro "Metafisica", Aristotele discute della conoscenza attraverso la teoria dell'epistemologia, o teoria della conoscenza. Aristotele identifica due tipi di conoscenza: conoscenza teorica (episteme) e conoscenza pratica (phronesis). L'episteme riguarda la comprensione delle cause e dei principi fondamentali delle cose, mentre la phronesis riguarda la saggezza pratica o morale. Aristotele credeva che la conoscenza si sviluppasse attraverso un processo di osservazione, esperienza, ragionamento e deduzione logica.

L'eta CLASSICA

L'età classica, che si estende approssimativamente dal V al IV secolo a.C., è comunemente associata all'apice della civiltà greca, con Atene che fungeva da centro culturale e intellettuale. Durante questo periodo, la Grecia ha conosciuto un'incredibile fioritura nelle arti, nella filosofia, nella politica e nell'architettura. In questo contesto, Platone, come discepolo di Socrate, ha sviluppato la sua filosofia all'interno di una società che valorizzava l'importanza della retorica, della dialettica e dell'educazione filosofica. Le opere di Platone riflettono il fervore intellettuale e la ricerca di verità assolute che caratterizzavano l'età classica, con un'enfasi sulla ricerca della giustizia e dell'ideale politico.