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l'Ulisse dantescodigital storytelling:storie da giocare2023/2024 Corneliano d'Alba classe II Bprof.ssa Marzia Pellegrino

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Continua a leggere la storia (non prima di aver trovato la parte di "codice misterioso" nascosta nel giochino in questa pagina)

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Complimenti!!Hai trovato tutti i pezzi del "codice misterioso".Ora, USA LE LETTERE CHE HAI VINTO E COMPONI LA FRASE misteriosa!

indizio

Torna indietro se non hai trovato tutte le parti del "codice misterioso"

Li miei compagni fec'io sì aguti, con questa orazion picciola,al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino.

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto, che de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto.

"O_T_E I _ON_IN_ _EL _O_ _ O"

LA FRASE MISTERIOSA E':

cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna poi che ‘ntrati eravam ne l’alto passo, quando n’apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna.

Tre volte il fè girar con tutte l’acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’altrui piacque, infin che ‘l mar fu sovra noi rinchiuso”.

Sequenza 1

Lo maggior corno de la fiamma anticacominciò a crollarsi mormorandopur come quella cui vento affatica;indi la cima qua e là menando,come fosse la lingua che parlasse,gittò voce di fuori…

“O frati”, dissi “che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia d’i nostri sensi ch’è del rimanente, non vogliate negar l’esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna.Io e’ compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce strettadov’Ercule segnò li i suoi riguardi, acciò che l’uom più oltre non si metta:da la man destra mi lasciai Sibilia, da l’altra già m’avea lasciata Setta.

…………………………. «Quando mi diparti’ da Circe, che sottrasse me più d’un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enea la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né ’l debito amore lo qual dovea Penelopé far lieta, vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore;

Ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto.