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Blaise Pascal
Lauretta Rinauro
Created on April 5, 2024
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Transcript
Blaise Pascal 1623 - 1662
Classe IV I Liceo delle Scienze Umane "E. Majorana" di Avola
Tematiche principali
Vita
Blaise Pascal nasce a Clermont nel 1623. Inizia la sua carriera come scienziato e a 18 anni inventa il primo prototipo della calcolatrice (la pascalina). Nel 1654, “chiamato dal dio di Abramo, Giacobbe e Gesù cristo”, si converte seguendo il movimento giansenista, che riteneva che solo la grazia divina poteva salvare l’uomo (i giansenisti non si allontanarono dalla chiesa cattolica, pur essendo ispirati alla controriforma). La sua opera più importante è “Pensieri”, che viene pubblicata dopo la sua morte. Rimprovera Cartesio di aver creato un Dio come esigenza della ragione che non tocca la vita dell’uomo, non è quindi un dio delle sacre scritture. Tutta la filosofia di Pascal ruota attorno alla religione e al più grande enigma dell’uomo, cioè l’uomo stesso, la cui soluzione può provenire solo dalla fede.
La fuga dal problema dell’esistenza: il divertissement Esprit de finesse ed esprit de géométrie L'infinitamente grande e l’infinitamente piccolo La scommessa su Dio
La fuga dal problema dell’esistenza: il divertissement
Tutto il pensiero di Pascal è fondato sull’interrogativo sul senso della vita, che per Pascal non può essere risolvibile al di fuori della fede. Per il filosofo gli uomini sono soliti fuggire dal problema dell’esistenza stordendosi di occupazioni e intrattenimenti sociali, che rappresentano però dei meri divertissements che non possono nascondere il pensiero costante della morte
Esprit de finesse ed esprit de géométrie
Pur essendo un matematico e un fisico, Blaise Pascal sottolinea come la scienza abbia dei limiti costitutivi che ne “inibiscono” l’utilità e ne restringono notevolmente il campo d’azione. In primis l’esperienza, con la quale la ragione si ritrova sempre a dover fare i conti. Contrariamente a quanto sostiene Cartesio, per Pascal la ragione non ha poteri assoluti. Ed è soprattutto nelle annose questioni esistenziali, che si manifesta l’incapacità e l’insufficienza della ragione, alla quale Pascal contrappone il cuore, dunque il sentimento e l’intuizione. Da qui il celebre aforisma: «Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce». Tale opposizione ragione-cuore la si ritrova espressa nell’opposizione tra l’esprit de géométrie – ovvero lo spirito di geometria, che si occupa degli aspetti esteriori, apparenti, astratti della matematica e si serve della dimostrazione – e l’esprit de finesse – ovvero lo spirito di finezza, che si occupa dell’uomo e si basa sul cuore, sul sentimento e sull’istinto. L’esprit de finesse vede immediatamente là dove di solito si sente, saltando in blocco la fase della riflessione, del ragionamento.
L'infinitamente grande e l’infinitamente piccolo
La filosofia è quindi nel pensiero di Pascal strettamente legata alla posizione che gli uomini occupano nel cosmo e che è mediana tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, scaturito dallo studio scientifico della realtà naturale. Modellando il ragionamento su un principio matematico, Pascal nota che l’uomo vive sempre a metà strada tra il mondo fisico e le sue aspirazioni spirituali e che ha riempito con i suoi divertissements l’abisso generato dall’assenza di Dio nella sua vita; la conseguenza è quella dell’angoscia, in quanto la ragione si rivela insufficiente a penetrare il mistero della grazia divina.
La scommessa su Dio
Non potendo avere la certezza razionale dell’esistenza di Dio, secondo Pascal l’uomo si trova davanti a un bivio: può scegliere di vivere come se Dio ci fosse o come se Dio non ci fosse. Evitare di scegliere è impossibile, perché implicherebbe comunque la scelta negativa. Quindi, pensando alla posta in gioco (ovvero: la possibilità della felicità eterna), all’uomo conviene scommettere sull’esistenza di Dio: infatti se vince guadagna il bene eterno, mentre in caso di perdita perderà solo dei beni finiti.