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Canto XI
MATTEO BARTOLINI
Created on April 3, 2024
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Transcript
Canto XI
IV cielo (del sole)
Bartolini Matteo, Duca Stefano, Improta Luigi
Elogio e vita di San Francesco[28-117]
Condanna ai domenicani corrotti [118-139]
San Tommaso e i dubbi di Dante[19-27]
Temi e Stile
Introduzione[1-18]
Introduzione
(vv. 1-18 con riferimenti al canto X)
"Poi che ciascuno fu tornato ne lo punto del cerchio in che avanti s'era,fermossi,come a candellier candelo. E io senti' dentro a quella lumera che pria m'avea parlato,sorridendo incominciar,faccendosi più mera."
"O insensata cura dé mortali, quanto son difettivi silogismi quei che ti fanno in basso batter l'ali!. Chi dietro a iura ad amforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi,e chi rubare e chi civil negozio,chi nel diletto de la carne involto s'affaticava e chi si dava a l'ozio, quando, da tutte queste cose sciolto, con Beatrice ,'era suso in cielo cotanto gloriosamente accolto."
San Tommaso e i dubbi di Dante
(vv. 19 - 27)
"Così com'io del suo raggio risplendo, sì, riguardando ne la luce etterna, li tuoi pensieri onde cagioni apprendo. Tu dubbi, e hai voler che si ricerna in sì aperta e 'n sì distesa lingua lo dicer mio, ch'al tuo sentir si sterna,ove dinanzi dissi: "U' ben s'impingua"e là u' dissi:"Non nacque il secondo".. e qui e uopo che ben si distingua."
Condanna ai domenicani
(vv. 118-139)
"Ben son di quelle che temono 'l danno e stringonsi al pastor; ma son sì poche, che le cappe fornisce poco panno. Or, se le mie parole non son fioche, se la tua audïenza è stata attenta, se ciò ch'è detto a la mente revoche, in parte fia la tua voglia contenta, perché vedrai la pianta onde si scheggia, e vedra' il corrègger che argomenta. U' ben s'impingua, se non si vaneggia."
"Pensa oramai qual fu colui che degno collega fu a mantener la barca di Pietro in alto mar per dritto segno; e questo fu il nostro patriarca; per che qual segue lui, com' el comanda, discerner puoi che buone merce carca. Ma 'l suo pecuglio di nova vivanda è fatto ghiotto, sì ch'esser non puote che per diversi salti non si spanda;" e quanto le sue pecore remote e vagabunde più da esso vanno, più tornano a l'ovil di latte vòte.
Temi e stile
Visto l'importante argomento e seguendo lo stile paradisiaco, il canto utilizza fin dalla prima parte latinismi e grecismi, accostati a metafore e vocaboli ricercati. Più avanti nel testo si potrà poi trovare anche delle personificazioni e replicazioni A influenzare molto Dante nella scrittura di questo canto è il genere agiografico, puntato alla descrizione religiosa dei santi. Questo lo aiuta a raccontare con una buona precisione la biografia del santo di Assisi, ma anche a creare certe immagini allegoriche per far comprendere al meglio il suo sentimento (matrimonio con la povertà, comparazione col Sole eccetera)
Il tema principale del canto è l'elogio al patriarca dell'ordine francescano. Come viene detto anche nel canto, questa lode è però anche estesa a San Domenico che, analogamente nel canto XII, verrà descritto e celebrato dal francescano San Bonaventura
Elogio e vita di San Francesco
Morte
Elogio a San Francesco e San Domenico
"Quando a colui ch'a tanto ben sortillopiacque di trarlo suso a la mercedech'el meritò nel suo farsi pusillo,a' frati suoi, sì com'a gisute rende,raccomandò la donna sua più cara,e comandò che l'amassero a fede;e del suo grembo l'anima preclaramover si volle, tornando al suo regno,e al suo corpo non volle altra bara(vv. 109 - 117)
"L'un fu tutto serafico in ardore;l'altro per sapienza in terra fuedi cherubica luce uno splendore.De l'un dirò, però che d'amenduesi dice l'un pregiando, qual ch'om prende,perch' ad un fine fur l'opere sue." (vv. 37 - 42)
Conversione
"Non era ancor molto lontano da l'orto,ch'el cominciò a far sentir la terrade la sua gran virtute alcun conforto;ché per tal donna, giovinetto, in guerradel padre corse, a cui, come a la morte,la porta del piacer nessuno diserra;e dinanzi a la sua spirital corteet coram patre le si fece unito;poscia di dì in dì l'amò più forte" (vv. 55 - 63)