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Presentazione su Ugo Foscolo
Alessandro Montalbano
Created on March 26, 2024
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Transcript
LEtteratura italiana
Ugo Foscolo
alessandro montalbano 4bsa
Indice
la vita di ugo foscolo
"alla sera"
Pag. XX
Pag. XX
La poetica
dei sepolcri
Pag. XX
Pag. XX
le odi e i sonetti
Pag. XX
UGO FOSCOLO
Il ritratto
Racconto di una vita
- Nasce il 6 Febbraio 1778 a Zante, in Grecia;
- Comincia prestissimo a scrivere in versi;
- Nel 1796, a 18 anni è sorvegliato dalla polizia veneziana per le sue dichiarazioni in favore di Napoleone Bonaparte;
- Viaggia pe tutta l'Italia, da Bologna a Milano per poi tornare a Bologna.
- Nel 1808 divenne professore universitario;
- Fugge dalla polizia austriaca rifugiandosi in Svizzera;
- Nel 1816 si trasferisce in Inghilterra;
- Muore nel 1827 nei pressi di Londra.
UGO FOSCOLO
La poetica
Per le sue opere Ugo Foscolo si inspira ad altri autori come Parini ed AlfieriE' quasi impossibile individuare tutti i riferimenti disseminati da Foscolo nei suoi testi: tra i più frequenti troviamo la Bibbia. Foscolo si serve anche del proprio materiale citando se stesso nelle sue opere ed inserendo tratti reali della propria vita. La nascita a Zante e l'educazione religiosa greco-orientale ricevuta dalla madre influisce molto sul modo di scrivere di Foscolo. Come riportano numerosi studi infatti, l'autore inserisce spesso nelle proprie opereversetti biblici.
UGO FOSCOLO
Poetica
LE ODI E I SONETTI
UGO FOSCOLO
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l'inclito verso di colui che l'acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura.
UGO FOSCOLO
Poetica
Dei sepolcri
Il carme Dei Sepolcri di Ugo Foscolo fu scritto nel 1806 e dedicato a Pindemonte. È costituito da 295 endecasillabi sciolti e il testo è suddivisibile in quattro parti: la prima va dai versi 1-90 e dimostra come i monumenti funebri siano inutili per i morti ma importanti per i vivi perché riescono a risvegliare gli affetti virtuosi che sono stati lasciati in eredità ai vivi dalla persone per bene, solo i malvagi non si curano di lasciare un proprio ricordo ai vivi: si tratta di una condanna a due editti, il primo è quello di Saint-Cloud di Napoleone che voleva che le tombe fossero tutte uguali e in una prima stesura dell’editto prevedeva che sulla tomba non ci fosse il nome del morto, presente solo sulla parete delle mura del cimitero; in questo modo le sepolture dei buoni e dei malvagi sarebbero state uguali e non ci sarebbe stata nessuna dignità di ricordo. L’altro editto era stato emanato da Maria Teresa d’Austria e prevedeva che al di fuori delle mura cittadine fossero recintati luoghi adibiti a cimitero con fosse dove mettere i corpi indifferentemente e con calce viva che bruciasse la carne insieme alla terra. Questo fu il destino di Mozart e di Parini. Foscolo condanna esplicitamente questi due editti
ugo foscolo
Grazie per l'attenzione
alessandro montalbano 4bsa