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ADA LOVELACE

LA PRIMA PROGRAMMATRICE DELLA STORIA

Augusta Ada Byron nacque il 10 dicembre 1815. Fu una bambina dalla salute cagionevole e a sette anni contrasse una malattia che la costrinse a letto diversi mesi. A quattordici anni le sue gambe rimasero temporaneamente paralizzate in seguito a una forma grave di morbillo: la giovane dedicò così molto tempo allo studio e alla lettura. La madre le offri un’educazione severa e attenta, che comprendeva musica, francese e matematica. Volle anche che la figlia ricevesse una formazione scientifica. Per incentivare l’interesse di Ada per la scienza e la tecnologia, madre e figlia viaggiarono nelle regioni più industrializzate d’Inghilterra, dove la giovane poté ammirare i macchinari più innovativi.

L'INFANZIA

primi passi verso la programmazione

Compiuti i diciott’anni, Ada cominciò a partecipare alle feste dell’alta società. In una di queste, organizzata dalla sua tutrice, conobbe il matematico Charles Babbage, che aveva progettato un calcolatore meccanico. Progettò anche, pur non arrivando mai a costruirla, una macchina analitica per eseguire programmi di tabulazione o computazione. L’invenzione di Babbage entusiasmò Ada: la giovane pensò che quell’invenzione dimostrava che un giorno non molto lontano le macchine sarebbero state in grado di cambiare la vita delle persone.

Charles Babbage

Nel 1835 Ada conobbe William King- Noel, conte di Lovelace, membro di un’influente famiglia. La madre della giovane approvò presto la relazione. L’8 luglio 1835 la coppia si sposò e Ada prese il nome di lady King. A partire da quel momento si firmò sempre Ada Lovelace. All’epoca la salute della nuova contessa di Lovelace iniziò a peggiorare: aveva problemi digestivi e respiratori che, trattati con oppiacei.

LADY KING

Nel 1842 Ada redasse la sua unica pubblicazione professionale per la rivista Scientific Memoirs, che le aveva dato la traduzione di un articolo scritto in francese dall’ingegnere militare italiano Luigi Menabrea in cui era descritta la macchina analitica di Babbage. Ada pubblicò l’articolo con numerosissime note di suo pugno, con le quali fornì le proprie teorie sul funzionamento della macchina di Babbage. Alla fine, queste estesissime note divennero più famose della traduzione stessa dell’articolo. In questi sviluppa diversi concetti che potremmo definire visionari. Il più celebre si riferisce al funzionamento di quello che oggi è noto come algoritmo informatico. Ada prese a esempio i numeri di Bernoulli, che consistono in una serie infinita di cifre che giocano un ruolo importante nel descrivere, attraverso un diagramma, le operazioni che la macchina di Babbage avrebbe dovuto eseguire per poterle calcolare. Di fatto fu Ada a introdurre quell’algoritmo nella macchina di Babbage, abbozzando un concetto informatico che oggi conosciamo come “iterazione” e “subroutine”.

LA VISIONARIA

Anche se non si può affermare categoricamente che Ada Lovelace sviluppò il primo programma informatico della storia, fu sua l’idea di una macchina che si potesse programmare e riprogrammare per eseguire diverse funzioni.

In seguito Ada non riprese a lavorare e, tormentata dalla malattia e dalla dipendenza da oppiacei, cercò rifugio nel gioco e nelle braccia di numerosi amanti. Mandò all’aria gran parte dei suoi beni e il suo stesso matrimonio. Ada morì il 27 novembre 1852 a causa dei salassi inflittile dai medici dell’epoca nel tentativo di curare il cancro all’utero da cui era affetta.

IL TORMENTO DELLA MLATTIA

L’algoritmo di Ada Lovelace per calcolare i numeri di Bernoulli non fu mai sperimentato e dunque neppure dimostrato, perché la macchina analitica di Babbage non venne mai costruita. Dovettero trascorrere quasi cento anni perché un ingegnere statunitense, pioniere nel campo dell’informatica, di nome Howard Aiken, progettasse un computer elettromagnetico strettamente legato al lavoro di Babbage sulla macchina analitica.

CICIOCARMELORUGGERO

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