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Presentazione Catullo

Chiara Amici

Created on March 21, 2024

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Transcript

Catullo

Carme 72 & Carme 11

AMARE E BENE VELLE

pag. 287/288

CARME, 72

AMARE E BENE VELLE

carmina, 72

Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. "Qui potis est?" inquis? Quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.

TRADUZIONE FEDELE ALLA GRAMMATICA

TRADUZIONE LIBERA

Dicevi un tempo di conscere solo Catullo, o Lesbia, e di non volere al mio posto neppure Giove. Allora ti amai, non tanto come la gente ama l’amante, ma come un padre ama i suoi figli e i suoi generi. Ora so chi sei veramente: e anche se brucio più forte, tuttavia per me sei molto più vile e di poco valore. “Come è possibile?” chiedi. Perché un'offesa del genere costringe l’amante ad amare di più, ma a volere meno bene.

Una volta dicevi di conoscere solo Catullo, Lesbia, e di non volere davanti a me abbracciare Giove. Allora ti amai, non tanto come la gente ama l’amante, ma come un padre ama i figli ed i generi. Adesso ti conosco: per cui anche se brucio più forte, tuttavia sei per me molto più vile e di poco peso. “Com’è possibile?” chiedi. Perché una tale offesa costringe l’amante ad amare di più, ma a volere meno bene.

CONTENUTI

TEMPO PRESENTE E TEMPO PASSATO

L'AMARE E IL VOLERE BENE

FOEDUS TUTELATO DALLA FIDES

POETA RAZIONALE E IRRAZIONALE

CATULLO E ITALO SVEVO

INETTO

EMILIO BRENTANI E ANGIOLINA

SENILITÀ

LA TRAFIGURAZIONE DI ANGIOLINA

CATULLO E ITALO SVEVO

da Senilità, cap. XIV

Lungamente la sua avventura lo lasciò squilibrato, malcontento. Erano passati per la sua vita l’amore e il dolore e, privato di questi elementi, si trovava ora col sentimento di colui cui è stata amputata una parte importante del corpo. Il vuoto però finì coll’essere colmato. Rinacque in lui l’affetto alla tranquillità, alla sicurezza, e la cura di se stesso gli tolse ogni altro desiderio. Anni dopo egli s’incantò ad ammirare quel periodo della sua vita, il più importante, il più luminoso. Ne visse come un vecchio del ricordo della gioventù. Nella sua mente di letterato ozioso, Angiolina subì una metamorfosi strana. Conservò inalterata la sua bellezza, ma acquistò anche tutte le qualità d’Amalia che morì in lei una seconda volta. Divenne triste, sconsolantemente inerte, ed ebbe l’occhio limpido ed intellettuale. Egli la vide dinanzi a sè come su un altare, la personificazione del pensiero e del dolore e l’amò sempre, se amore è ammirazione e desiderio. Ella rappresentava tutto quello di nobile ch’egli in quel periodo avesse pensato od osservato.

ADDIO DEFINITIVO

pag. 300/301

CARME, 11

CARME 11

Voi che siete pronti ad affrontare insieme a me tutte queste cose, qualsiasi cosa porti la volontà degli dei, riferite alla mia ragazza poche parole per niente gentili: viva pure e stia bene con i suoi amanti che lei abbracciandoli tutti insieme tiene trecento, non amandone nessuno veramente, ma sfiancando i reni di tutti senza posa; e non guardi indietro il mio amore, come prima, il quale per colpa di lei è caduto come un fiore al margine del prato dopo il passaggio dell’aratro.
Furio e Aurelio, compagni di Catullo, sia che si spinga tra gli Indiani che stanno in capo al mondo, dove la costa è battuta dall'onda orientale risonante da lontano, sia che si penetrerà tra gli Ircani e Arabi immersi nel lusso, sia tra i Soci e i Parti armati di frecce sia fino al mare che il Nilo dalle sette foci intorbida, sia che valichi le alte Alpi, per visitare le tracce delle imprese del grande Cesare, il Reno Gallico, e gli spaventosi e ultimi britanni,

TEMI

STRUTTURE DEL TESTO

ADDIO DEFINITIVO DEL POETA DALLA SUA DONNA
APOSTROFE A FURIO E AD AURELIO
TERMINE DELLA VITA DEL POETA
VIAGGIO IN METE REMOTE ED ESOTICHE
ATTACCO ALLA LUSSURIA DI LESBIA
TERMINI TIPICI DELL'EPOS
RICHIESTA E MESSAGGIO SPREZZANTE DEL POETA
L'AMARO SARCASMO
IMMAGINE DEL FIORE
LE ULTIME DUE STROFE

LESSICO E STILE

  • Varietas
- Tono amichevole - Stile alto e solenne - Linguaggio banale e a tratti volgare
  • Aprosdoketon

TOPOS DEL FIORE CALPESTATO

Combinazione di un proverbio romano e un epitalamio di Saffo

"Va distrutto come l'ultima fava"
"come il giacinto sui monti i pastori coi piedi calpestano: a terra il fiore di porpora è caduto..."

Proverbio Romano

Saffo

Questo paragone verrà ripreso da importanti autori come Virgilio e Alessandro Manzoni

"Come quando il fiore purpureo, reciso dall'aratro languisce morendo o reclinano il capo i papaveri sullo stanco collo, quando sono appesantiti dalla pioggia"

Virgilio, Eneide (IX Libro)

"come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato."

Alessandro Manzoni, Promessi sposi (XXXIV Capitolo)

CARME 51 E CARME 11

Carme 51

Carme 11

  • In strofe Saffiche
  • Inizio dell'amore per Lesbia
  • Dichiarazione d'amore
  • Linguaggio dolce e armonioso
  • In strofe Saffiche
  • Fine dell'amore per Lesbia
  • Addio definitivo del poeta
  • Linguaggio sprezzante e talvolta volgare

CATULLO NEL TEMPO

  • ETA' IMPERIALE: Virgilio (carme 64), Ovidio e Tibullo, Marziale, gli eruditi del II secolo dC, poetae novelli
  • MEDIOEVO: scomparse opere catulliane
  • RISCOPERTA: Petrarca, Ariosto e Tasso, Shakespeare, Foscolo, Pascoli, classicisti preromantici e tardosettecenteschi
  • RISCRITTURE CONTEMPORANEE: Alfredo Panzini, Elsa Morante, Alessandro Banda, Carl Orff
Petrarca

CATULLO E PETRARCA

il carme 72 si può collegare ai sonetti 61 e 62 del Canzoniere

AMORE PASSATO E PRESENTE
PETRARCA AMMIRAVA CATULLO

BENEDETTO SIA 'L GIORNO, ET 'L MESE, ET L'ANNO

PADRE DEL CIEL, DOPO I PERDUTI GIORNI

Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, et l’anno, et la stagione, e ’l tempo, et l’ora, e ’l punto, e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto da’ duo begli occhi che legato m’anno; e benedetto il primo dolce affanno ch’i’ ebbi ad esser con Amor congiunto, et l’arco, et le saette ond’i' fui punto, et le piaghe che ’nfin al cor mi vanno. Benedette le voci tante ch’io chiamando il nome de mia donna ò sparte, e i sospiri, et le lagrime, e ’l desio; et benedette sian tutte le carte ov’io fama l’acquisto, e ’l pensier mio, ch’è sol di lei, sì ch’altra non v’a parte.

Padre del ciel, dopo i perduti giorni, dopo le notti vaneggiando spese, con quel fero desio ch’al cor s’accese, mirando gli atti per mio mal sì adorni, piacciati omai col Tuo lume ch’io torni ad altra vita et a più belle imprese, sì ch’avendo le reti indarno tese, il mio duro adversario se ne scorni. Or volge, Signor mio, l’undecimo anno ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo che sopra i più soggetti è più feroce. Miserere del mio non degno affanno; reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo; ramenta lor come oggi fusti in croce.

FOEDUS UN PATTO D'AMORE?

ADULTERIUM O FOEDUS?

SANCTAE FOEDUS AMICITIAE

MATRIMONIO A ROMA

ASPIRAZIONE IRREALIZZABILE

Grazie per l'attenzione!

Presentazione di Amici Chiara, Fontanesi Andrea e Pivetti Linda
  • ETA' ARCAICA
  • RITI MATRIMONIALI ANTICHI
  • ETA' CLASSICA

aeternum hoc sanctae foedus amicitiae.

questo patto infinito di sacra amicizia.