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Non chiederci la parola

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Dalla raccolta Ossi di Seppia, 1925

EUGENIO MONTALE

OSSI DI SEPPIA: È la prima raccolta poetica di Eugenio Montale, pubblicata nel 1925 nella versione Gobetti. Come anticipa il titolo in questa raccolta il poeta si concentra sulla misera condizione di vita, ricerca il senso profondo della vita e dell’uomo. Gli elementi della natura diventano emblemi e sentimenti astratti.

. Eugenio Montale nasce il 12 settembre del 1896 a Genova. Si diploma nel 1915 in ragioneria e viene chiamato alle armi durante la Prima Guerra Mondiale (1917-1920). Dopo la guerra si avvicina al mondo della letteratura attraverso l’incontro di poeti liguri e torinesi.

Nell’1925 firma il manifesto degli intellettuali anti-fascisti di Benedetto Croce in risposta al manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile. Viene nominato direttore del Gabinetto Vieusseux, un gabinetto di letteratura fondato a Firenze nel 180.

Dopo la liberazione della città di Firenze riceve un incarico dal Comittato Nazionale di Liberazione e fonda nel 1945 la rivista ”Il Mondo“.Si trasferisce in seguito a Milano dove inizia a lavorare come redattore per il Corriere della Sera. Nel 1975 Montale riceve il premio Nobel per la letteratura a Stoccolma. Muore nel 1981 in una clinica a Milano.

ALTRE OPERE: Le Occasioni: eventi particolarmente importanti che possono mutare l’esistenza come l’incontro di figure femminili. La Bufera: sconvolgimento della guerra e la sfiducia nella storia, il poeta parla della sua impossibilità di portare avanti un impegno politica. Si accosta la figura femminile. La Satura: dedica alla moglie, suddivisa in quattro parti Xenia I, Xenia II, Satura I, Satura II. ALTRE OPERE: Le Occasioni

Anna Degli Umberti: giovane donna che canta nelle sue poesia con il nome di “Annetta - Arletta” Drusilla Tanzi: moglie che sposò nel 1962, presente in numerose poesie con il nomignolo “Mosca” Irma Brandeis: giovane studiosa statunitense che viene presentat con il nomignolo “Clizia”.

Non chiederci la parola

Non chiederci la parola che squadri da ogni latol'animo nostro informe, e a lettere di fuocolo dichiari e risplenda come un crocoperduto in mezzo a un polveroso prato.Ah l'uomo che se ne va sicuro,agli altri ed a se stesso amico,e l'ombra sua non cura che la canicolastampa sopra uno scalcinato muro!Non domandarci la formula che mondi possa aprirtisì qualche storta sillaba e secca come un ramo.Codesto solo oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato A l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco B lo dichiari e risplenda come un croco B perduto in mezzo a un polveroso prato. A Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti A sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. B Codesto solo oggi possiamo dirti, A ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. B

ALLITERAZIONE, ANTITESI:Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

ENJAMBEMENTS, METAFORA:Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l’uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l’ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

ANAFORA, ANTITESI: Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l’uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l’ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.