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powerpoint sull'arte greca
Sophie Piccolo
Created on March 18, 2024
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Transcript
Arte Greca
Il Tempio Greco, gli Ordini Classici dell'Architettura, l'Acropoli di Atene
Sophie Piccolo
3A TUR
a.s.: 2023-2024
arte e territorio
Indice
https://pin.it/48ckulSvE
7.
1.
L'Acropoli di Atene
Introduzione
8.
2.
Laocoonte
Contesto storico
9.
3.
Le sculture greche
I vasi greci
10.
4.
Grazie
Il tempio Greco
5.
Olimpo: la "casa degli dei"
6.
Gli Ordini classici
1. Introduzione
L'uomo misura del mondo
La storia greca si apre con la crisi della civiltà micenea e si sviluppa nel corso del I millennio a.C. La cultura greca è antropocentrica, cioè mette l’uomo al centro del mondo: gli artisti indagano le proporzioni del corpo, facendo della dimensione umana la misura del mondo. L’arte, al servizio di città indipendenti e privati cittadini anziché di sovrani assoluti, vive mutamenti rapidissimi rispetto al resto del Mediterraneo, mantenendo il suo primato culturale fino al 31 a.C., quando gli ultimi regni ellenistici passano sotto il dominio romano.
https://pin.it/1ycbxsPZb
2. Il contesto storico
L'età del bronzo e la prima età del ferro in Grecia
La fine della civiltà micenea (XI secolo a.C.), che si verificò in contemporanea con la caduta o la profonda crisi dei grandi imperi del Vicino Oriente, coincide con la fine dell'età del bronzo e l'inizio della prima età del ferro, che si conclude al sorgere delle prime città-stato greche, quando convenzionalmente inizia l'età classica in Grecia (IX secolo a.C.).
https://pin.it/3c8o213tm
https://it.wikipedia.org/wiki/Antica_Grecia#L'età_del_bronzo_e_la_prima_età_del_ferro_in_Grecia
2. Il contesto storico
Il periodo classico
Il periodo arcaico
Il periodo classico dell'arte greca va dal sec. V a.C. fino alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), raggiungendo il maggior splendore nell'età di Pericle (495 ca-429 a.C.). Quest'arte rappresentò la conquista di valori nuovi e sconosciuti rimasti poi essenziali nella storia dell'umanità: esaltò "l'uomo come misura di tutte le cose" ed espresse equilibrio, armonia, ordine e proporzione fissandoli in canoni che delinearono un ideale di bellezza e di "perfezione formale".
Verso la fine del IX secolo a.C. il mondo greco fu interessato da una progressiva trasformazione politica ed economica, caratterizzata dall'incremento demografico, dal contatto con le popolazioni ricche e progredite delle isole orientali dell'Egeo e delle coste dell'Asia Minore e da una ripresa degli scambi commerciali. Lentamente l'istituto monarchico perse il proprio potere a favore dell'aristocrazia, che nell'VIII secolo a.C. prese il potere in tutta l'area egea.
+ info
+ info
https://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/arte/L-arte-delle-civiltà-antiche/L-arte-greca/Il-periodo-classico.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Antica_Grecia#Il_periodo_arcaico
2. Il contesto storico
Il periodo ellenico
È il periodo compreso tra la morte di Alessandro Magno e la vittoria di Ottaviano ad Azio con la definitiva annessione della Grecia (e di tutto il regno ellenistico) all'Impero romano. In quest'epoca la pòlis greca, città-stato a misura d'uomo, è già tramontata, annullata dall'immensità dell'impero alessandrino. Alla morte del grande condottiero venne mancare una figura forte che reggesse un così vasto territorio e questo finì col dividersi in alcuni regni detti "ellenistici”.
La cultura greca viene rielaborata in questi regni in un nuovo linguaggio raffinato, nel quale si perdono l'equilibrio, la misura e le proporzione tipici del classico a favore di pathos, dinamismo e senso di umanità.
https://www.didatticarte.it/storiadellarte/5d%20arte%20greca%20ellenistica.pdf
https://pin.it/2Q7quV0th
3. I vasi greci
I vasi greci
I vasi greci si suddividono in tre gruppi in base alla loro funzione: trasporto e conservazione, banchetti e toeletta.
https://pin.it/6N2UxtVfX
https://exploreintrosems.stanford.edu/news/arthist-100n-artist-ancient-greek-society
Le fasi della decorazione
Le decorazioni
Le fasi della decorazione includono la modellazione del vaso in argilla, la colorazione con un rivestimento a base argillosa, l'incisione dei contorni della decorazione, la prima cottura, la decorazione a pennello con ossido di ferro e alcali, la seconda cottura in un forno sigillato e la terza cottura in un forno ossigenato per ridare il colore rosso.
Le decorazioni sui vasi sono realizzate attraverso due principali tecniche: figure nere, in cui le forme dipinte in nero si stagliano su un fondo rosso, e figure rosse, in cui il rapporto è invertito.
3. I vasi greci
https://pin.it/emRd3ZBPt
Il cratere di Dìpylon
Gli scavi nella necropoli ateniese del Dipylon hanno portato alla scoperta di circa trenta vasi di grandi dimensioni utilizzati come segnacoli funerari. Tra questi, un cratere alto circa un metro mostra una decorazione che combina elementi geometrici e figurativi.
Al centro del vaso è raffigurata una processione funebre, con il defunto disteso su un letto circondato da commensali e seguito da un carro funebre e aurighi. Questo vaso, prodotto nella seconda metà dell'VIII secolo a.C., segna l'apice dello stile geometrico e l'inizio di un linguaggio più ricco e complesso nell'arte greca, con una maggiore autonomia ed espressività degli elementi figurativi.
4. Il tempio Greco
La statua della divinità era sempre situata all’interno dell’edificio sacro, che era la casa del dio. Per questo il tempio era anche chiamato oikos, termine che indica la dimora e, per estensione, la famiglia. Il culto si svolgeva invece su un altare esterno, posto davanti alla facciata.
Questo suddivideva il tempio in due aree distinte. Da un lato c’era la cella della divinità, in cui poteva entrare unicamente il personale addetto ai riti per lavare e vestire la statua sacra, e le cui porte erano sempre chiuse perché nessun altro potesse accedervi. Dall’altro, un’area porticata e colonnata che circondava la zona sacra ed era aperta a tutti. Il santuario greco, quindi, consiste in uno spazio privato e chiuso, circondato da uno spazio pubblico. La cella che ospita la divinità, è una specie di luogo oscuro e segreto che appartiene esclusivamente agli dei. Invece il portico circostante è della collettività, e i suoi membri possono deambularvi liberamente. In questo senso si può dire che il santuario ha due proprietari, ognuno dei quali possiede una parte specifica dell’edificio: la polis controlla il portico, aperto ai cittadini, mentre la divinità domina la cella.
https://pin.it/6XA0ntv8t
5. Olimpo: la "casa degli dei"
https://pin.it/64bw26hgd
L'Olimpo regno degli dei
Nel mito, viene raccontato che sulla vetta del Monte Olimpo, perennemente circondata da nubi, c’erano le abitazioni degli Dèi (chiamati Olimpi) costruite da Efesto su commissione di Zeus. Secondo i Greci, infatti, sopra queste nuvole vi erano le dimore degli Dèi, con porticati e splendidi giardini… profumi di fiori, nessun vento osava penetrare nel sacro recinto e troneggiava un cielo sempre azzurro, luminoso e sereno. In questo bellissimo posto, Zeus aveva eretto il suo palazzo d’oro, dove viveva con la sua sposa Era, e nella vasta sala del trono si radunava quasi ogni giorno il Concilio degli Dèi, per governare il mondo. Attorno al palazzo di Zeus si ergevano le dimore di altre divinità, che insieme a Zeus formavano il Concilio degli Dèi Celesti, meglio conosciute come le Dodici Divinità Olimpiche, sei divinità maschili e sei femminili. Ciascuna di queste divinità non abitava sola nel proprio palazzo, ma come ogni regnante aveva al seguito dei cortigiani: così, ogni divinità maggiore aveva una corte di divinità minori, di cui possiamo menzionare Le Muse, Le Càriti, Le Ore,Temi, Iris, Le Mòire, Ebe, Ganimede. Secondo la mitologia i banchetti degli Dèi erano allietati dalle Muse e dai festeggiamenti con nettare ed ambrosia. A capo della numerosa famiglia divina c’era Zeus, Re e Padre degli Dèi. Le altre divinità erano Era sua moglie, Poseidone suo fratello ed Estia sua sorella (che lasciò successivamente il suo posto a Dionisio), Ares, Ermes, Efesto, Afrodite, Atena, i gemelli Apollo e Artemide, Demetra ed infine, appunto, Dioniso.
http://www.filonidetaranto.it/2015/04/lolimpo-regno-degli-dei.html
https://pin.it/5Ob5kcXAr
6. Gli Ordini Classici
Ordine Dorico
L'ordine Dorico essendo il primo ad esser nato è il più tozzo. La colonna poggia direttamente sullo stilobate, senza una base vera e propria. Il fusto della colonna presenta venti scanalature a spigolo vivo, cioè accentuato, e presenta un leggero rigonfiamento detto Entasi. Era una correzione ottica, evitava che da lontano l'occhio umano vedesse il fusto della colonna ristretto, quindi sproporzionato e non perfetto. Non presenta un vero e proprio capitello ma vi è un elemento sopra al fusto, detto Echino, che presenta una forma tondeggiante. Ancora più su vi è l'Abaco, un elemento a forma di parallelepipedo. Come in ogni ordine architettonico, anche qui si prende il diametro di base della colonna e tutte le misure del tempio non sono altro che multipli o sottomultipli della misura. Nel caso dell'ordine dorico basta moltiplicare il diametro di base della colonna da quattro a sei. Sopra alla colonna vi è poi l'architrave, il fregio decorato con metope e triglifi, la cornice divisa in sottocornice e gocciolatoio, e infine vi è il frontone.
Durante l'età arcaica dei Greci, che va dal settimo secolo al 480/490 a.C., nacquero gli ordini architettonici, e il primo fu quello Dorico, seguito dallo ionico e poi dal corinzio.
https://www.skuola.net/storia-arte/classica/ordine-dorico.html
6. Gli Ordini Classici
Rispetto a Sparta, Atene era il centro di una civiltà più raffinata, più amante delle cose ricercate. Proprio questa città diventò il centro di irraggiamento dell’architettura di ordine ionico, che successe a quello ionico. Alcuni hanno visto nella colonna ionica un’ ispirazione all’abito femminile del tempo, altri una somiglianza con la ricercata acconciatura delle donne greche. Contrariamente alla dorica, la colonna ionica è provvista di una base che può avere forme svariate. Già questo primo elemento contribuisce a rendere meno pesante la colonna. Essa è appena rastremata, ma appare molto più snella rispetto a quella dorica; questo effetto è dovuto sia alla maggiore altezza in proporzione al diametro (altezza pari a 6-7 diametri, qualche volta 9). Nel dorico, invece il rapporto era da 4 a 5 ½. Inoltre tale effetto è dovuto anche al maggior numero di scanalature che vanno da 24 a 40, mentre nel dorico si va da 16 a 20. Le scanalature non terminano con uno spigolo vivo, ma lasciano, tra l’una e l’altra, un piccolo listello; anche queste linee verticali contribuiscono a dare slancio alla colonna e quindi a tutto l’edificio. Il capitello ionico è caratterizzato da due eleganti volute. Inoltre, fra il capitello e la colonna, troviamo un listello ed una decorazione formata da ovoli. Sopra questa, si nota una specie di morbido cuscino, chiamato pulvino che ai due lati si avvolge, formando due spirali.
Ordine Ionico
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https://www.skuola.net/storia-arte/classica/ordine-ionico.html
https://pin.it/1KMggHKTb
https://pin.it/1xKMFtXk6
6. Gli Ordini Classici
Ordine Corinzio
La base della colonna è come quella della colonna dorica, cioè presenta tre livelli tondeggianti, il primo e il terzo sono detti Toro, mentre quello centrale è la Scozia. La base è quindi a Toro Scozia Toro. Il fusto è come quello della colonna dorica, cioè presenta venti scanalature a spigolo vivo. Il capitello presenta una doppia fila di foglie di acanto, delle piccole volute nella zona superiore e al centro, sempre in alto, un fiore, detto fiore d'abaco con un pistillo. La zona che introduce a questa fila di foglie è detta Astragalo e presenta una forma tondeggiante. Nelle foglie di acanto vi è una specie di nervatura detta Nervatura assiale e tra queste foglie vi è una zona "scoperta" del capitello ed è detta Caulicolo. La zona del capitello che comprende la prima fila di foglie d'acanto è detta prima corona, quella che comprende la seconda fila è detta seconda corona, vi è poi un elemento detto labbro del calato e infine vi è l'Abaco. Il fiore d'abaco col pistillo è presente dal labbro del calato fino alla fine dell'Abaco.
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https://www.skuola.net/storia-arte/classica/ordine-corinzio.html
7. Acropoli di Atene
Propilei
I propilei rappresentano un edificio di maestose dimensioni, presenti all’ingresso del santuario di Atena e sono stati costruiti all'estremità occidentale della roccia dell‘Acropoli di Atene. La loro costruzione rientra all’interno di un programma edilizio vicino e risale circa agli anni compresi tra il 437 e 432 a.C. Dopo la progettazione, la costruzione fu sospesa a causa dello scoppio della guerra del Peloponneso. Infatti, a causa di ciò, il piano originale fu ridotto e la costruzione fu lasciata incompiuta.
Tempietto di Athena Nike
I calchi riproducono alcune parti della balaustra del tempietto dedicato ad Atena Nike (Vittoria) sull’Acropoli di Atene. Il tempietto fu realizzato tra il 430-420 a.C. dall’architetto Kallikrates nel settore meridionale dell’Acropoli, immediatamente visibile per quanti facciano l’ingresso alla spianata dai Propilei. Si tratta di un tempio di ordine ionico, anfiprostilo tetrastilo, cioè dotato di quattro colonne sulla fronte e altrettante sul retro.
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https://www.skuola.net/storia-arte/classica/propilei.html
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https://www.gipsoteca.sma.unipi.it/tempietto-di-atena-nike/
7. Acropoli di Atene
Eretteo
Questo santuario, dedicato alla dea Atena Poliade (protettrice della città), era legato a culti arcaici e alle più antiche memorie della storia leggendaria della città, costituendo il vero nucleo sacro dell’Acropoli e dell’intera città. In questo luogo si sarebbe infatti svolta la disputa tra Atena e Poseidone: vi si custodivano le impronte del tridente del dio su una roccia, un pozzo di acqua salata da cui sarebbe uscito il cavallo, dono del dio, e l’olivo, donato dalla dea Atena alla città.
Partenone e Statua "Criso-elefantina" di Athena "Parthenos"
La statua crisoelefantina, scolpita da Fidia nel 438 a.C., doveva essere collocata in una cella del Partenone, nel centro dell’Acropoli di Atene, da cui prende il nome. Realizzata in avorio, oro e pietre preziose, si tramanda che, date le sue imponenti dimensioni, per costruirla ci fosse stato bisogno di una tonnellata d'oro.
+ info
https://kouroikorai.wordpress.com/eretteo/
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https://www.skuola.net/storia-arte/classica/atena-parthenos.html
8. Laocoonte
Laocoonte
Il gruppo statuario venne ritrovato nel 1506 a Roma sull'Esquilino e subito identificato con il Laocoonte descritto da Plinio come il capolavoro degli scultori di Rodi Agesandros, Athanodoros e Polydoros. Durante la guerra di Troia, Laocoonte, sacerdote troiano del dio Apollo, si era opposto all'ingresso del cavallo di legno entro le mura della città. Atena e Poseidone, favorevoli ai Greci, inviarono dal mare due mostruosi serpenti che avvolsero con le loro spire Laocoonte e i suoi due figli. In una prospettiva romana della vicenda, la morte di questi innocenti è funzionale alla fuga di Enea e dunque alla fondazione di Roma. Una scultura di tale importanza non poteva sfuggire a Giulio II (1503-1513) che subito la acquistò per il Cortile delle Statue, facendone il fulcro ideologico del programma decorativo. Molto dibattuta è la cronologia del capolavoro marmoreo, per il quale sembra ora prevalere una datazione intorno al 40-30 a.C.
https://pin.it/6SQEq0MyK
https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/musei/museo-pio-clementino/Cortile-Ottagono/laocoonte.html
9. Le sculture greche
Kleobis e Biton
Tra il 1893 e il 1894 furono ritrovate nel Santuario di Delfi, e più esattamente nei pressi del Tesoro degli Ateniesi, due koùroi arcaici quasi identici, alti più di 2 metri, attribuiti allo scultore Polimede di Argo e identificati come Cleobi e Bitone grazie ad alcune iscrizioni sulle basi. Secondo la mitologia greca, i fratelli Cleobi e Bitone erano i figli di Cidippe, una sacerdotessa di Era della città di Argo. Non essendo disponibili i buoi del carro che doveva portare la madre al tempio, e per consentire alla donna di arrivare ugualmente a destinazione, i due fratelli si sottoposero a una fatica estrema, trainando essi stessi il veicolo per circa 8 chilometri. La madre, commossa da tanta filiale devozione, pregò la dea di premiare i figli. Era allora concesse loro un sonno eterno, che li preservò all’invecchiamento e dalla morte.
https://www.artesvelata.it/cleobi-bitone/#Cleobi_e_Bitone
9. Le sculture greche
Hera di Samo
L'Hera di Samo è una scultura in marmo (h. 192 cm), databile al secondo quarto del VI secolo a.C. e conservata nel Museo del Louvre a Parigi. Si tratta di una delle sculture greche più antiche, dedicata alla dea Hera nel santuario di Samo, da un membro dell'aristocrazia ionica di nome Cheramyes, come indicato dall'iscrizione incisa lungo il bordo del velo (epiblema). Dal 1881 è conservata al Museo del Louvre dove è registrata con il numero di inventario Ma 686. È una statua acefala, cioè senza testa.
https://pin.it/7uQ7nAu2E
https://www.artesvelata.it/cleobi-bitone/#Cleobi_e_Bitone
9. Le sculture greche
Auriga di Delfi
L’Auriga di Delfi, capolavoro greco della prima età classica, è un magnifico originale in bronzo, uno dei pochi giunti fino a noi. La scultura è stata ritrovata negli scavi del Santuario di Apollo a Delfi, nei pressi del tempio dove probabilmente era collocata. Scolpita nel 475 a.C., probabilmente dallo scultore Sòtade di Tèspie, è l’unica statua rimasta di un gruppo scultoreo commissionato da Polizelo, tiranno di Gela, forse per ricordare una vittoria ottenuta nella corsa con i carri, nel 478 a.C. Il monumento includeva anche il carro, i cavalli preceduti da un inserviente, nonché, probabilmente, il principe. Di tale gruppo, oltre all’Auriga, si conservano solo pochi frammenti dei cavalli e dello schiavo.
https://pin.it/x3787WNxK
https://www.artesvelata.it/auriga-delfi/
9. Le sculture greche
Discobolo
Il “Discobolo” è una scultura realizzata in bronzo da Mirone nel 455 avanti Cristo. Presso il Museo Omero è esposta una copia da calco al vero in gesso di una copia romana in marmo ritrovata nella Villa Adriana di Tivoli. La statua rappresenta un atleta a dimensioni naturali, alto circa 160 centimetri, che sta per lanciare il disco. Uno dei punti di forza dell’opera è l’armonia della composizione. Mirone ha posto grande cura nella resa di alcuni dettagli anatomici, come la muscolatura del torace, i tendini e le vene della mano destra che si gonfiano per lo sforzo. Il Discobolo è sicuramente l’opera più nota di Mirone nonché un’icona dell’arte greca. In essa si concentrano alcune delle maggiori suggestioni legate all’antica Grecia: la passione per i giochi olimpici, il culto della perfezione del corpo umano, la calma interiore e la ricerca dell’armonia formale.
https://pin.it/5tKkpfIDU
https://www.museoomero.it/opere/discobolo/
9. Le sculture greche
Bronzi di Riace
I Bronzi di Riace, alti rispettivamente 198 e 197 centimetri e pesanti all’incirca 160 kilogrammi ciascuno, raffigurano due uomini con barba e capelli ricci, completamente nudi, con corpi atletici dai muscoli ben definiti, le labbra che, nel caso del Bronzo A, si aprono a rivelare i denti, un’espressione seria, e nella stessa posa: hanno il braccio destro steso lungo il fianco, il sinistro piegato all’altezza del petto, e si presentano in contrapposto, ovvero con la gamba sinistra (quella opposta al braccio a riposo) che avanza, e il peso che viene scaricato su quella destra, tesa. Il Bronzo B indossa una cuffia, in greco kyne, che lo qualifica come re o stratega. Non solo: in antico le due statue indossavano un elmo, e si presentavano con una lancia o una spada nella mano destra e uno scudo sul braccio sinistro, elementi che sono andati perduti. Sono interamente in bronzo, fatta eccezione per alcuni particolari: il Bronzo A presenta denti in argento, i capezzoli di entrambe le statue sono in rame, così come le labbra e le ciglia, mentre gli occhi sono in calcite bianca, le iridi (andate perdute) si presentavano anticamente in vetro e la ghiandola lacrimale è di una pietra rosa. In origine, le due opere erano certamente colorate.
https://pin.it/35zkAIq2I
https://www.finestresullarte.info/opere-e-artisti/bronzi-di-riace-storia-capolavori-scultura-greca
Grazie mille!
Sophie Piccolo
https://pin.it/1xfW8CKBP
- La sua destinazione religiosa è evidente nelle numerose statue di divinità le cui figure, costumi e atteggiamenti ritraggono con naturalezza la forma umana a immagine della divinità; capolavoro del periodo è il Tempio di Zeus a Olimpia (sec. V), soprattutto per le metope figurate e le sculture del frontone. La sua destinazione pubblica si manifestò nei più significativi monumenti e nelle costruzioni civili erette nell'Acropoli di Atene, dal Partenone dorico di Ictino, ai Propilei di Mnesicle (in cui l'ordine dorico si unisce a quello ionico), all'Eretteo di Filocle e al tempietto di Atena Nike di Callicrate, di pieno stile ionico. Tutti i più importanti santuari del mondo greco si arricchirono di templi, di tesori, di monumenti votivi.
- Si regolarizzarono poi le città, che vennero impostate su criteri urbanistici basati su assi ortogonali, secondo il sistema detto ippodameo dal nome di Ippodamo da Mileto, autore della nuova sistemazione della città del Pireo. L'agorá, centro politico e commerciale, assunse aspetto monumentale con la costruzione di templi, di portici (stoái), di fontane imponenti, di altri monumenti pubblici.
Anche l’architrave non è più quella semplice trave che appariva nell’ordine dorico; esso è ora diviso in tre fasce orizzontali degradanti che lo rendono meno massiccio. Le metope e i triglifi dell’ordine dorico sono sostituiti da una decorazione a festoni e ornati. Nel complesso, tutta la trabeazione, che nell’ordine dorico era pari ad 12/3 dell’altezza della colonna, nell’ordine ionico è ridotta a meno di ¼. Anche questo contribuisce a rendere più leggero il peso della costruzione sostenuto dalle colonne. L’ordine ionico apparve verso il VI secolo a.C., in Asia Minore: il più antico monumento in stile ionico che conosciamo è l’Ereo, costruito sull’isola di Samo. Fra i numerosi edifici in stile ancora esistenti abbiamo l’Eretteo di Atene ed il tempio di Atena Nike. L’Eretto si trova sull’Acropoli di Atene. Su di un lato, si apre una bellissima loggia, la cui volta è sostenta da sei statue, raffiguranti delle fanciulle, chiamate “cariatidi”. Questo uso della figura umana quale elemento architettonico costituisce un esempio di un ordine architettonico raramente usato e chiamato “ordine figurato” Il tempio di Atena Nike si trova anch’esso sull’Acropoli. Fu costruito verso il 430 a.C. ed era dedicato ad Atena Vittoriosa. Rimase in buone condizioni fino al Seicento, quando fu sciupata dagli Ottomani che, sull’Acropoli, installarono una polveriera
Sorsero così le poleis, delle città-stato, che divennero veri e propri centri politici, economici e militari, retti da governi autonomi e indipendenti. Tra l'VIII ed il VII secolo a.C. vi fu un fenomeno migratorio che ebbe notevoli ripercussioni sull'assetto sociale, politico ed economico della Grecia arcaica. La colonizzazione greca, causata dai gravi contrasti di classe', dalle guerre tra città e dall'aumento della popolazione, che fece crescere il fabbisogno di terre e materie prime, interessò sia l'area orientale (Tracia e Mar Nero), sia quella occidentale (Italia meridionale, Francia e Spagna). Tra le conseguenze socio-economiche di questa colonizzazione vi furono l'espansione e l'incremento degli scambi commerciali e delle attività artigianali ed industriali e l'introduzione della moneta, favorendo la formazione di una nuova classe di commercianti ed industriali, che progressivamente misero in crisi il predominio dell'aristocrazia.
L'ultimo ordine architettonico greco ad essere nato è quello Corinzio. Viene chiamato così perché nacque nella città di Corinto.L'ordine corinzio è il più raffinato perché quando lo si vede dà subito un'idea di eleganza non paragonabile a quella degli altri ordini. Inoltre è molto scenografico e slanciato.
Nonostante le varie leggende sulla statua, è certo che essa sia stata oggetto di ammirazione per tutta l’antichità, ciò è dimostrato dalle numerose copie della statua e dalle frequenti riprese dei temi iconografici ad essa collegati. Infatti le uniche testimonianze che abbiamo della statua, purtroppo andata persa, provengono dalle copie in scala ridotta e dalle fonti scritte contemporanee alla sua creazione. Alcune delle fonti letterarie, tra le quali quella di Tucidide, affermano che la massiccia quantità d’oro presente sulla statua potesse essere asportata in caso di necessità. Fu ciò che fece il tiranno Lacare nel 269 a.C. per pagare le sue truppe. Successivamente sembra che la statua fosse stata di nuovo ricoperta con uno strato d’oro che però risulta essere più sottile del precedente.
Un nuovo propileo fu edificato tra gli anni 510-480 a.C., ma fu poco dopo abbattuto dai Persiani intorno al 480 a.C. In seguito all’attacco dei Persiani, l’edificio fu sistemato e ricostruito durante la realizzazione del programma del muro dell'Acropoli, da parte di Temistocle e Cimone. I monumentali propilei di epoca classica, che riguardano quelli che il visitatore va a vedere tutt’oggi, fanno parte del grande programma di costruzione portato avanti da Pericle sull'Acropoli.
Qui il re Cecrope, metà uomo e metà serpente, avrebbe consacrato il Palladio, la statua della dea caduta miracolosamente dal cielo. Il santuario ospitava inoltre le tombe di Cecrope, di Eretteo e un luogo di culto dedicato a Pandroso, la figlia di Cecrope amata dal dio Ermes. L’Eretteo venne costruito in sostituzione del tempio arcaico (VI secolo a.C.) avente la stessa funzione votiva di cui restano le fondamenta tra l’edificio più recente e il Partenone; in epoca romana il nuovo edificio prese il nome di Eretteo (“colui che scuote”), dall’appellativo di Poseidone. Costruito in marmo pentelico, l’Eretteo è opera dell’architetto Filocle. Il tempio è prostilo (ovvero con colonne nella parte anteriore), con sei colonne ioniche sulla fronte a est; a ovest gli intercolumni (spazi tra le colonne) sono chiusi da setti murari dotati di ampie finestre e le colonne si presentano all’esterno come semicolonne sopraelevate sul muro di 3 metri costruito per superare il dislivello del terreno. L’interno era suddiviso in due celle a livello diverso e non comunicanti tra loro: quella orientale, più alta, alla quale si accedeva dal pronao esastilo, che ospitava il Palladio, e quella occidentale più in basso, suddivisa in tre vani: un vestibolo comune dava accesso a due vani gemelli che ospitavano i culti di Poseidone e del mitico re Eretteo. Al corpo centrale si addossano la loggia con le Cariatidi a sud, che custodisce la tomba del re Cecrope, e un portico a nord, più sporgente del corpo centrale verso ovest, costruito per proteggere la polla di acqua salata fatta sgorgare da Poseidone. Il portico è costituito da quattro colonne in fronte e due di lato; da qui si accede sia alla cella per il culto di Poseidone e di Eretteo, sia ad una zona a cielo aperto davanti al basamento pieno che sorregge le semicolonne della fronte occidentale, dove si trovavano l’ulivo di Atena. Le statue delle Cariatidi, forse opera dello scultore Alcamene, sono attualmente sostituite da copie, mentre gli originali sono conservati al riparo nel Museo dell’Acropoli. Una delle cariatidi angolari, rimossa da lord Elgin, si trova al British Museum di Londra.
A causa delle piccole dimensioni della cella (5,44 x 8, 27 m), la parete d’ingresso venne sostituita da ante laterali e pilastri, tra cui doveva essere collocata una cancellata bronzea. Intorno alla cella, in alto, corre un fregio continuo (com’è tipico dell’ordine ionico) che narra le vicende legate alle Guerre Persiane. Alcuni anni più tardi, intorno al 410 a.C., il tempio venne abbellito da una balaustra in marmo pentelico, decorata con Nikai (Vittorie) in atto di sacrificare e alzare trofei dinanzi ad Atena, la dea della città. Soprattutto l’immagine di una Nike che si aggiusta il sandalo riassume efficacemente la cifra stilistica di questi rilievi: le pieghe fitte e aderenti del chitone assecondano il movimento libero di un corpo dai solidi volumi. Questi elementi stilistici fanno pensare che i bassorilievi della balaustra siano stati realizzati da un artista formatosi nel cantiere del Partenone, sotto la guida di Fidia. Attraverso l’ambizioso programma decorativo del tempio, che ruota intorno alla dea protettrice della città (venerata con l’epiteto di Vittoria) e a un grande successo militare del passato (la vittoria contro i Persiani), gli Ateniesi mettono in scena le proprie ambizioni politiche in anni tormentati, segnati dal conflitto fratricida noto come Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che vede Atene e Sparta affrontarsi insieme ai propri alleati.