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Cronache della conquista ispanoamericana

Alessandra Rossana Stan

Created on March 18, 2024

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Transcript

Individui diversi e i loro pensieri

CRONACHE DELLA CONQUISTA

Encomienda
  • Da naufrago a indigeno Maya
  • Consigliere di guerra
  • Zazil Há: principessa indigena

1470-1536

GONZALO GUERRERO

Watch

Athanasius Kircher, Ars magna lucis et umbrae in decem Libros digesta (Roma: ‪ex typographia Ludovici Grignani, 1646)

  • Navigatore e cartografo fiorentino
  • Famiglia nobile
  • Mundus Novus, 1503

frase

nome

1454-1512

AMERIGO VESPUCCI

I viaggio: 1497-1499, Colombia e VenezuelaII viaggio: 1499-1500, territorio dell’attuale Guyana, Isola di Trinidad e fiume Orinoco III viaggio: il primo al servizio del Re del Portogallo, 1501-1502, Isola di Capo Verde, Rio de Janeiro, Rio de la Plata, la Patagonia IV viaggio: 1503-1504, costeggia le coste del Brasile ma non ci furono rilevanti scoperte

Pubblicazione in Germania e cannibalismo

Universalis Cosmographia, Waldseemüller, 1507
  • Storico e naturalista spagnolo
  • Nombrado primer cronista de las Indias
  • Histroia general y natural de las Indias, 1535
  • Restituzione divina della terra spagnola
  • Criticato da LAS CASAS

1478-1557

FERNÁNDEZ DE OVIEDO

  • Santo cattolico e umanista inglese
  • Lord cancelliere d'Inghilterra
  • Utopia, 1516

1478-1535

THOMAS MORE

  • Storico e religioso spagnolo
  • Cappellano di Hernán Cortés
  • Historia general de las Indias, 1552
  • Immenso successo editoriale in Europa

frase 2

FRASE

1511-1566

FRANCISCO LÓPEZ DE GÓMARA

III categoria

  • Missionario e naturalista spagnolo
  • De procuranda indorum salute, 1577
  • Gerarchizzazione delle barbarie

II categoria

I categoria

1540-1600

JOSÉ DE ACOSTA

  • Filosofo e moralista francese
  • Essais, Des cannibales, 1580
  • Uomo vicino alla natura

frase 2

FRASE

1533-1592

MICHEL DE MONTAIGNE

  • Cronista della conquista del Messico
  • 1517: prima spedizione in Yucatan
  • 1518: seconda spedizione in Messico
  • Scambio di oggetti di guerra
  • Historia verdadera de la conquista de la Nueva España, 1568

frase

1492-1584

BERNAL DÍAZ DEL CASTILLO

  • Missionario spagnolo
  • Svolse la propria opera tra gli aztechi
  • Racconti indigeni della conquista
  • Codice fiorentino e Historia general de las cosas de Nueva España, 1575

CODICE

1499-1590

BERNARDINO DE SAHAGÚN

  • Cronista indigeno del Perù
  • Discendente di una nobile famiglia inca
  • Primer nueva corónica y buen gobierno, 1615

Carta

OPERA

1534-1615

FELIPE GUAMAN POMA

  • Scrittore peruviano
  • Educazione europea
  • Indigeno a tutti gli effetti
  • Soprannominato El Inca
  • Meticcio

FRASE

1539-1616

INCA GARCILASO DE LA VEGA

  • Azteco convertito al cristianesimo
  • Uno dei primi indios a ricevere battesimo
  • Proclamato santo
  • Apparizione della Madonna di Guadalupe nel 1531

MADONNA

1474-1548

JUAN DIEGO CUAUHTLATOATZIN

Ultima cena, Leonardo da Vinci

Ultima cena, Diego de la Puente

Filippo Toso Alessandra Rossana Stan

GRAZIE

“La prima è quella di coloro che non si discostano troppo dalla retta ragione e dall'uso comune degli uomini; ad essa appartengono coloro che hanno una repubblica stabile, leggi pubbliche, città fortificate, magistrati obbedienti e, ciò che più conta, l'uso e la conoscenza delle lettere; infatti, ovunque ci siano libri e monumenti scritti, il popolo è più umano e politico. A questa classe appartengono, in primo luogo, i cinesi, che hanno caratteri di scrittura simili al siriaco che ho visto (....). Seguono i giapponesi e molte altre province dell'India orientale, da cui non dubito abbiano ricevuto in tempi antichi la cultura europea e asiatica. Tutte queste nazioni, pur essendo in realtà barbare e allontanandosi in molte cose dalla retta ragione, devono essere chiamate al Vangelo.”

  • Società ideale
  • Proprietà privata e divieto
  • Tempo libero
  • Famiglia
  • Tolleranza religiosa
  • Vita pacifica
Utopia

“Non m’importa rilevare l’orrore barbarico di una tale azione ma piuttosto questo, che pur giudicando bene le loro colpe, siamo così ciechi riguardo alle nostre. Penso che c’è più barbarie nel mangiare un uomo vivo che nel mangiarlo morto; nel lacerare con tormenti e supplizi un corpo ancora sensibile, farlo arrostire a poco a poco, farlo mordere e dilaniare da cani e da porci piuttosto che nell’arrostirlo e mangiarlo dopo che è morto (come noi abbiamo letto e visto anche di recente, non tra antichi nemici, ma tra vicini e concittadini e, quel che è peggio, sotto il pretesto della pietà religiosa).”

“Nel disastro di questa triste notte, morirono quattrocentocinquanta spagnoli, quattromila indiani amici, quarantasei cavalli e, credo, tutti i prigionieri. Chi dice di più, chi dice di meno; ma questo è il dato più certo. Se questo fatto fosse accaduto di giorno, forse non sarebbero morti tanti e non ci sarebbe stato tanto rumore; ma, essendo accaduto di notte, buio e nebbia, fu un momento di molte urla, grida, ululati e terrore, poiché gli indios, come vincitori, gridavano vittoria, invocavano i loro dei, oltraggiavano i caduti e uccidevano quelli che stavano in piedi e si difendevano. I nostri, come i vinti, maledicevano il loro destino disastroso, l'ora e chi li aveva portati lì. Alcuni invocavano Dio, altri Santa Maria, altri ancora dicevano: "Aiuto, aiuto, sto annegando". Non so dire se morirono in acqua o sulla terraferma, perché volevano nuotare o saltare i burroni e gli occhi della strada rialzata, e perché gli indios li gettarono in essa, non potendo in nessun altro modo fare sponda con loro; e si dice che quando lo spagnolo cadde in acqua, gli indios andarono con lui, e siccome nuotavano bene, li portarono alle barche e dove volevano, o li tirarono fuori”

"Nei giorni passati ti ho scritto piuttosto diffusamente del mio ritorno da quelle nuove terre che, con la flotta e i finanziamenti e il mandato del Serenissimo Re di Portogallo, abbiamo cercato e trovato. Le quali è lecito chiamare Nuovo Mondo, dato che i nostri avi non ne ebbero alcuna cognizione e quindi costituiscono per tutti quelli che ci ascoltano una novità assoluta."

Codice fiorentino

  • Manoscritto
  • Redazione bilingue della Historia universal de las cosas de Nueva España
  • Testimonianze indigene
  • Proibito
  • I: Cina e Giappone
  • II: Perù e Messico
  • III: cannibali

Madonna de Guadalupe

Appellativo con cui Maria viene venerata dalla Chiesa cattolica, in seguito all'apparizione in Messico nel 1531.

“Infine, la terza classe di barbari, non è facile dire a quanti popoli e nazioni del Nuovo Mondo appartengano. Sono selvaggi come bestie selvagge, che non hanno quasi alcun sentimento umano; senza legge, senza re, senza alleanze, senza magistrati, senza repubblica, che cambiano la loro dimora o, se ne hanno una fissa, è più simile alle caverne delle bestie selvatiche o ai recinti degli animali. Tali sono innanzitutto quelli che il nostro popolo chiama Caribi, sempre assetati di sangue, crudeli con gli stranieri, che divorano carne umana, vanno in giro nudi o coprono a malapena le loro vergogne. Aristotele parlava di questo tipo di barbari quando diceva che potevano essere cacciati come bestie e domati con la forza. E nel Nuovo Mondo ce ne sono infiniti branchi (...) Appartengono a questa classe anche altri barbari che, pur non essendo assetati di sangue come le tigri o le pantere, tuttavia si differenziano poco dagli animali: anche loro camminano nudi, sono timidi e si danno ai crimini più vergognosi della lussuria e della sodomia”

Crónica

  • Bilingue: spagnolo e quechua
  • 1200 pagine
  • 400 disegni
  • Dedicata a Filippo III
  • Visione indigena dopo la conquista

Opera

Tras una breve disquisición sobre la navegación al Nuevo Mundo, trata de las posesiones hispanas, La Española, Cuba, Cubagua, Margarita y otras islas de las Antillas, así como de la Tierra Firme (territorio que hoy corresponde a la Venezuela continental, el istmo de Panamá y parte de Colombia), ocupándose de los habitantes y sobre todo de los animales y vegetales.

"Arrivai alla terra degli Antipodi, e riconobbi di essere al cospetto della quarta parte della Terra. Scoprii il continente abitato da una moltitudine di popoli e animali, più della nostra Europa, dell'Asia o della stessa Africa."

Opere

  • La Florida del Inca, 1605
  • Commentari reali degli Inca, 1609
  • Historia general del Perú, 1617

“In questa seconda classe includo i barbari che, pur non avendo raggiunto l'uso della scrittura, né la conoscenza filosofica o civile, hanno la loro repubblica e alcuni magistrati, e sedi o insediamenti stabili, dove mantengono le modalità di polizia, l'ordine degli eserciti e dei capitani, e infine qualche forma solenne di culto religioso. Di questo tipo erano i nostri messicani e peruviani, i cui imperi e repubblica, leggi e istituzioni sono davvero degni di ammirazione. Per quanto riguarda la scrittura, hanno compensato la loro mancanza con tanta ingegnosità e abilità da conservare la memoria delle loro storie, leggi, vite e, soprattutto, il calcolo dei tempi, i conti e i numeri”

"Sulla costa c'erano alcuni edifici di pietra usati come case di preghiera, che contenevano molti idoli di legno, pietra o terracotta. Alcuni rappresentavano figure femminili, altri serpenti, mentre altri ancora raffiguravano corna di cervi."

“Ora, per ritornare discorso, io ritengo che non ci sia niente di barbaro e selvaggio in questa nazione, per quanto mi è stato riferito, se non che si chiama “barbarie” ciò che non è nei nostri costumi; sembra infatti che non abbiamo altro criterio di verità e di ragione che non sia l’esempio e l’idea delle opinioni e delle abitudini del paese in cui siamo. Là è sempre la religione perfetta, il governo perfetto, l’uso perfetto e compiuto d’ogni cosa. Essi sono selvaggi, al modo stesso in cui noi chiamiamo selvatici i frutti che la natura ha prodotto da sé nel suo sviluppo naturale; laddove, in verità, dovremmo piuttosto chiamare selvatici quelli che noi abbiamo col nostro artificio alterati e distorti dall’ordine naturale. In quelli sono vive e vigorose quelle virtù e proprietà che sono le vere, più utili e naturali, quelle che noi abbiamo imbastardito in questi, adattati al piacere del nostro gusto corrotto. E nondimeno il sapore medesimo e la delicatezza di diversi frutti di quelle regioni, che non sono stati coltivati, sembrano eccellenti, rispetto ai nostri.”

Carta al rey Felipe

Il nome America deriva da Amerigo, in quanto egli fu il primo esploratore a rendersi conto che le terre scoperte di recente fossero parte di un continente ignoto, quindi un nuovo mondo.

"Agli indios, ai meticci e ai creoli dei regni e delle province del grande e ricchissimo Impero del Perù, l'Inca Garcilaso de la Vega, vostro fratello, compatriota e connazionale, salute e felicità”

“A don Carlos Emperador de romanos, Rey de España, señor de las Indias y nuevo mundo, Francisco López de Gómara, clérigo Muy soberano Señor:La mayor cosa después de la creación del mundo, sacando la encarnación y muerte del que lo crió, es el descubrimiento de Indias; y así las llaman Nuevo Mundo.”