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ALTARE DI PERGAMO

Maura Fiorentino

Created on March 17, 2024

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Transcript

L' ARTE ELLENISTICA

L'ELLENISMO

Il periodo classico dell'arte greca, dalla metà del sec. V alla morte di Alessandro Magno (323 a. C.), ebbe il suo inizio, e anche il suo maggior splendore, nell'età di Pericle, in cui si raggiunse un felicissimo e uniforme equilibrio in tutto il mondo greco Tutti i più importanti santuari del mondo greco si arricchirono di templi dorici e quindi anche ionici e corinzi, di tesori, di monumenti votivi, in un primo tempo ancora non coordinati tra loro, secondo un concetto che fu abbandonato del tutto solo in età ellenistica. Gli scultori del sec. IV, reagendo all'idealizzazione fidiaca, diedero maggiore importanza all'uomo e ai suoi sentimenti. Famosi furono Prassitele, dolce e raffinato, Scopas, dalle figure colme di páthos, autore delle sculture del tempio di Atena Alea a Tegea, e Lisippo, lo scultore dell'ideale atletico, che fa muovere le sue figure nello spazio in piena tridimensionalità, introducendo l'arte ellenistica. L'arte ellenistica, al pari delle altre discipline, uscì rinnovata dal confronto con le tradizioni dei popoli di Asia Minore, Eurasia, Asia Centrale, Siria, Fenicia, Africa del Nord, Mesopotamia, Persia e India, grazie ai continui scambi tra dominatori e dominati. Convenzionalmente si tende a distinguere l'arte ellenistica in tre distinti periodi: primo (323-240 a.C.), medio (240-150 a.C.) e tardo (150 a.C.-31 a.C.) ellenismo. Si sarebbe quindi passati dalle esperienze tardo-classiche del primo ellenismo, ad uno stile con caratteristiche quali il movimento, la grandiosità e la ricerca dell'effetto scenografico del medio ellenismo, fino ad un'arte con tendenze classicistiche del tardo ellenismo.

Hermes e Dioniso bambino

Secondo la leggenda, Dioniso era figlio di Zeus e della mortale Semele. Ella, dopo aver assistito alla manifestazione del dio in tutta la sua potenza, rimane talmente spaventata che muore subito dopo. Allora Zeus sapendo che era incinta, prende il bambino dal ventre della madre e se lo fa cucire dentro la coscia; dopo tre mesi nasce Dioniso che Zeus affida immediatamente al fratello Hermes. Probabilmente la statua è una allegoria della pace tra gli abitanti di Elide, che avevano come patrono Hermes, e quelli di Arcadia, che avevano come patrono Dioniso. Hermes, in piedi, è nudo, ha la gamba sinistra flessa e più indietro di quella destra che è tesa. Il bacino e il busto si sporgono verso sinistra dove si trova, seduto sull’avambraccio sinistro, il piccolo Dioniso. Il braccio destro è mancante, ma dalla direzione della spalla si capisce che era alzato e probabilmente teneva in mano un grappolo d’uva per divertire il bambino. La testa di Hermes è leggermente inclinata verso sinistra a guardare il bambino; i capelli sono corti e molto ricci. Dioniso tende il braccio sinistro verso il centro, forse per cercare di prendere il grappolo d’uva, mentre il destro è appoggiato sulla spalla sinistra di Hermes. Quest’ultimo è appoggiato con il braccio sinistro ad un tronco, quasi tutto nascosto da una lunga veste che cade fino a terra e avvolge anche le gambe del bambino.

La Nike di Samotacia

La Nike di Samotracia è una scultura che rappresenta la dea alata della vittoria nell’atto di spiccare il volo.Il corpo femminile è coperto da un leggero chitone, la tipica tunica greca, ed è caratterizzato da due grandi ali, mentre la testa e le braccia sono andate perdute; nonostante la sua incompletezza è un’opera di grande fascino. La figura, eretta, poggia il peso sulla gamba destra, mentre la sinistra è arretrata come per cercare stabilità o darsi lo slancio necessario per librarsi in aria. Il torace è spinto in avanti, mentre le ali, al contrario, si aprono dietro la schiena. A causa della perdita delle braccia possiamo solo supporre che azione stesse compiendo la dea: probabilmente la destra era sollevata e innalzava una corona o una tromba, nella quale soffiava.

Lacoonte con i figli

L' opera mostra una scena della guerra di Troia, il sacerdote troiano di Apollo, Lacoonte cerca di non far entrare nella città il cavallo di legno costruito dagli Achei. Allora Atena per punirlo fece uscire dal mare due serpenti che uccisero il sacerdote e i suoi due figli. I corpi assumono posizioni scomposte e instabili per testimoniare la perdita di equilibrio a causa dell' attacco e per comunicare maggior dramma. Infatti il loro volto è sofferente, proprio per rapprensentare il dolore che stanno provando sul punto di morte i personaggi.

Pergamo

Il regno di Pergamo nasce come separazione dal regno di Tracia di Lisimaco , questo in qualità di diadoco di Alessandro Magno , ereditò uno dei territori dell’impero . Verrà poi sconfitto da Seleuco di Siria , quest’ultimo consentì a Filetero, figlio di Attalo, che lo aveva appoggiato in guerra , di divenire re della città e dei suoi territori. Pergamo è capitale degli Attalidi , uomini intelligenti e colti , che vollero la fondazione di una biblioteca, questa farà molta concorrenza però a quella di Alesandria d’Egitto. Ed è proprio a Pergamo che si instituì il grande altare dedicato a Zeus Sotèr e Athena Nikephòros , è un’opera voluta dal re Eumene II , poi dal suo successore Attalo II, si poneva a fine di un lungo periodo di guerre contro i Galati , nome con cui i greci indicavano i Galli

L' Altare di Pergamo

L' altare di Pergamo fatto erigere dal re Pergamo Eumene per celebrare la vittoria di Attalo sui Galati. E' uno dei più spettacolari monumenti di età ellenistica. E' dedicato a Zeus Sotér (Zeus "salvatore") e Atena Nikephoros( "portatrice di vittoria").

Ha una forma quadrangolare e con un lato occupato da un’ampia gradinata. La parte anteriore è conservata al Pergamon museum a Berlino. La parte superiore dell’altare presenta un duplice porticato con colonne di ordine ionico , il primo esterno e il secondo interno ed è proprio in quello interno presente un fregio continuo con le storie di Telefo , figlio di Ercole

La GIGANTOMACHIA.

La gigantomachia dal greco γιγαντομαχία, "la guerra dei giganti" o "tra giganti": parola a sua volta derivante da γίγας -αντος "gigante"; e μάχη, ovvero "battaglia", è lo scontro tra i giganti stimolati dalla madre Gea e dai Titani

La Gigantomachia, che costituisce il fregio maggiore dell' opera, fu scelta dai committenti per il suo forte significato politico e propagandistico. Il fregio lungo oltre 120 m, comprendeva circa 11o figure, ciascuna delle quali era accompagnata dal nome scritto sulla cornice

Ma questi esseri sono realmente esistiti?

Ci sono delle ipotesi che fanno rabbrividire e pensare alla reale esistenza nel 1943, in un’isola delle Aleutine, dei genieri militari trovarono ossa e crani che, in proporzione, dovevano appartenere ad uomini alti ben sette metri! Ad Agadir, nel Marocco, furono ritrovati degli arnesi che, teoricamente, solo degli uomini con un’altezza di quattro metri potevano sollevare: pesavano, infatti, anche otto chilogrammi l’uno e servivano per cacciare.

Il mito

Zeus, il re degli dèi, si era ribellato al padre Crono, un titano che aveva divorato un figlio dopo l’altro, nel terrore che si realizzasse la profezia che lo vedeva morire per mano di uno dei suoi eredi. Nella famosa versione del mito, Zeus, sopravvissuto grazie a uno stratagemma (la madre Rea, dopo averlo dato alla luce, lo nascose a Crono, dando invece in pasto al titano un sasso avvolto in fasce), liberò dal ventre del titano gli dèi suoi fratelli: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Ne segeì un conflitto, che prende il nome di Titanomachìa. Gli dèi scelsero come propria guida Zeus, i Titani Atlante. La battaglia si concluse con la vittoria degli dèi olimpici, che confinarono gli sconfitti Titani nel Tartaro, una realtà cupa descritta da Esiodo nella Teogonia. La tradizione dominante sulla Gigantomachia fu formulata dall’epica arcaica e successivamente ripresa da diversi autori tardi.

IL FREGIO SUD: GLI DEI DEL GIORNO E DELLA LUCE

IL FREGIO SUD

Febe, ovvero “la Brillante”. Corona d’oro, folgore: il tema è la luminosità. Accanto Themis, scomparsa, crea il collegamento con gli dei dell’Olimpo (su suo consiglio Zeus veste l’egida).

Etere a sinistra (è la personificazione del Cielo superiore dove la luce è più pura), Iperione a destra (colui che va al di sopra della Terra): sposato a Theia, sua sorella, generò il Sole (Helios), la Luna ( Selene) ed Aurora (Eos).

ECCO UNA RICOSTRUZIONE 3D

Adesso vediamo qualche differenza con il Partenone

Rhea-kybele
Nyx
Eos

Ecco un breve quiz per testare le conoscenze di storia dell' arte in inglese!!!

Grazie per la visione!

Maura Fiorentino Carla Palomba Aurora Staiano Antonia Savarese

Partenone e Altare di Pergamo sono due importanti monumenti dell'antica Grecia e dell'antica Roma, ma rappresentano contesti storici e artistici differenti. Ecco le principali differenze: Contesto storico e geografico: Il Partenone è un tempio dorico situato sull'Acropoli di Atene, in Grecia, costruito nel V secolo a.C. in onore della dea Atena Parthenos, da cui deriva il suo nome. L'Altare di Pergamo si trova nell'antica città di Pergamo, nell'attuale Turchia. È stato costruito nel II secolo a.C. dal re attalide Eumene II come parte di un complesso monumentale dedicato a Zeus. Funzione: Il Partenone era un tempio dedicato alla dea Atena e veniva utilizzato per ospitare la sua statua in oro e avorio. L'Altare di Pergamo era un altare monumentale dedicato a Zeus e agli dei dell'Olimpo. Stile architettonico e decorativo: Il Partenone è un esempio classico dell'architettura dorica, caratterizzato da colonne massicce e sobrie, con una decorazione scultorea relativamente semplice e raffinata. L'Altare di Pergamo è un esempio di architettura ellenistica, caratterizzato da una combinazione di stili dorico e ionico. È famoso per i suoi alti rilievi scolpiti, che rappresentano una serie di scene mitologiche, inclusa la battaglia tra gli dei e i giganti. Scopo delle opere artistiche: Le sculture del Partenone, come quelle del fregio dorico e delle metope, rappresentano principalmente scene mitologiche e cerimoniali, celebrando la grandezza di Atene. Gli altorilievi dell'Altare di Pergamo illustrano principalmente la lotta tra gli dei olimpici e i giganti, simboleggiando la vittoria del divino sull'umano e celebrando il potere regale. In sintesi, mentre entrambi i monumenti rappresentano capolavori dell'arte antica, il Partenone è un esempio dell'architettura e della scultura greca classica, mentre l'Altare di Pergamo riflette lo stile e i temi tipici dell'arte ellenistica.

Adrasteia, che in greco significa inevitabile era una delle ninfe che allevarono Zeus dopo che Rea lo sottrasse alla voracità di Crono e assieme alla sorella Ida lo nascosero in una grotta del monte Ida a Creta nutrendolo con miele e il latte della capra Amaltea. Si dice che le due sorelle furono in seguito piazzate in cielo come costellazioni dell'Orsa Maggiore e Minore.