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Lo sport tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900
Francesca Brucoli
Created on March 16, 2024
Francesca Brucoli
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Lo Sport tra la fine dell'1800 e l'inizio del 1900
LE SCUOLE GINNASTICHE
La scuola Tedesca
Con Jahn, Klapp e Spiess
La ginnastica fu vista come lo strumento più idoneo per impartire l'addestramento disciplinare ed etico necessario alla rinascita del popolo tedesco. L'indirizzo ginnico della scuola tedesca fu, pertanto di tipo patriottico-militare, anche se non mancaro no aperture verso gli aspetti scolastico-educativo biologico-igienico e naturalista.
Rudolf Klapp (1873-1949), legato al movimento delle ginnastiche igienico-razionale e medica caratterizzate da esercizi a sfondo salutistico e/o riabilitativo) fu il propugnatore degli esercizi in posizione quadrupedica, che applicò ampliamente per il trattamento delle scoliosi.
Friedrich Ludwig Jahn (1778-1852) è considerato il padre della ginnastica tedesca ed è in assoluto una delle figure più rappresentative della storia dell'educazione fisica moderna. La sua idea ispiratrice fu quella di preparare i giovani al duro mondo delle armi: per fare ciò prediligeva l'attività all'aria aperta piuttosto che quella in palestra. Jahn inventò attrezzi tra cui anelli, parallele e sbarra e propugnò la marcia, esercizi per la corsa, il salto e le attività che richiedessero coraggio.
Adolf Spiess (1810-1858), iniziatore della ginnastica pedagogica, promosse il movimento come pratica adeguata alle esigenze e caratteristiche fisiche di ogni singolo individuo, allo scopo di migliorarne anima e corpo. Contrario all'uso di attrezzi artefatti e troppo impegnativi, si rifece a movimenti più naturali e alla portata di tutti. Egli riuscì a sostenere le sue proposte e far praticare la ginnastica nelle scuole, anche quelle femminili, influendo così sull'evoluzione sociale del suo Paese.
La scuola Svedese
Con Ling
Scopo fondamentale del metodo svedese era riuscire a rendere robusti i deboli e dar forza e agilità ai sani, permettendo di recuperare e mantenere la salute, prevenendo le malattie, grazie a un'attività fisica adatta ai bisogni dell'organismo. Nacque così nel 1814 l'Istituto Ginnastico di Stoccolma, retto da Ling secondo i precetti delineati nel suo trattato sui Principi Generali della Ginnastica (1840) che combinavano la nutrizione con l'igiene personale e l'esercizio fisico. Il cosiddetto sistema svedese che ne derivò è ancora oggi conosciuto e applicato in tutto il mondo come metodo igienico-medico
Pehr Henrik Ling (1776-1839) è da molti consi derato l'ideatore della ginnastica moderna. Pur ispirandosi inizialmente alle idee della scuola tedesca legata all'ambiente militare, in seguito se ne distaccò in modo definitivo. Secondo lui la salute si ottiene grazie alla forza, attraverso la padronanza di ogni singolo gesto, si può agire in profondità per arrivare sino all'anima. Grazie all'invenzione di numerosi attrezzi tra cui quadri, spalliere e scale e alla precisa strutturazione degli esercizi, si può anche ritenere l'intermediario tra la ginnastica per tutti e la ginnastica medica.
La scuola Inglese
Con Arnold e Baden-Powell
Ancora prima che le altre scuole europee promuo- vessero le loro idee, nobili, borghesia e popolo in- glesi già nel XVIII secolo iniziarono a sfidarsi in competizioni che mettevano a confronto i pari, con premi per i vincitori. Le gare rimanevano stretta- mente chiuse all'ordine sociale di appartenenza, tanto che ancora oggi esistono discipline sportive elitarie, come il polo, e discipline decisamente più popolari, come la boxe.
Thomas Arnold (1795-1842) fu un teologo e un educatore, rettore della Rugby School, dove fu "inventato" e poi codificato il gioco del rugby. Egli fu tra i primi a credere che la capacità di collaborare su un campo potesse avere ripercussioni anche nella vita di tutti i giorni, da un punto di vista sia pratico sia morale.
Il Fair Play
Con la pratica dei giochi sportivi, Arnold perseguiva tre obiettivi principali, ossia lo sviluppo dei ragazzi dal punto di vista sia psico-fisico sia morale sia sociale. Da questa combinazione nacque anche il concetto del fair play, inteso come correttezza e lealtà nella pratica sportiva e come rispetto delle regole e degli avversari. Il principio del fair play rappresentò, un passo fondamentale del percorso di definizione di regole fisse e unanimemente accettate per i differenti sport all'epoca praticati. I giochi di squadra, un tempo occasione di risse violente e scomposte contese, vennero concepiti e utilizzati per plasmare lo spirito di gruppo, il senso della solidarietà, della cooperazione e della disciplina.
Robert S. Baden-Powell (1857-1941), inventore dello scoutismo, creò una scuola di vita che mirasse a educare la persona nella sua integrità grazie a un rapporto diretto con la natura, per ottenere qualcosa di utile a sé e alla comunità.
Nuovi attrezzi
Spalliera svedese
Ling
Quadro svedese
Ling
Sbarra
Jahn
Cavallo con maniglie
Jahn
La palla rotonda
Richard Lindon (1816-1887) era un abile calzolaio inglese che lavorava il cuoio per confezionare scarpe e stivali. La sua bottega si trovava giusto di fronte alla Rugby School e, lavorando, gli capitava spesso di vedere i ragazzi che giocavano a calcio o rugby nei cortili della scuola, ai quali spesso risuolava le scarpe e cuciva palloni. La palla con cui giocavano gli studenti in quegli anni non era perfettamente sferica ma a forma di pera, poiché era realizzata con vesciche di maiale gonfiate con l'ausilio di una cannuccia di argilla e poi ricoperte con una guaina in cuoio. Egli s'impegnò allora nella ricerca di materiali alternativi e scoprì che la palla poteva essere realizzata con una camera d'aria in caucciù, gonfiata con un'apposita pompa con siringa in ottone e poi ricoperta di cuoio. In questo modo le palle avevano una miglior capacità di rimbalzo e soprattutto erano perfettamente tonde.
La bicicletta
Nata dall'evoluzione dei primi velocipedi apparsi in Francia a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento, questo mezzo di locomozione si trasformò rapidamente diventando sempre più funzionale e di semplice utilizzo, conquistando le classi più povere come quelle più abbienti. La stessa regina Vittoria possedeva e utilizzava un futuristico quadriciclo a pedali. La sua popolarità fu avvantaggiata anche dal progressivo abbassarsi dei prezzi: se a fine Ottocento, in Francia o in Italia, una bici costava l'equivalente di 600 ore di lavoro di un operaio, già agli inizi del Novecento l'investimento richiesto per un velocipede si era ridotto della metà. Il cambiamento era evidente nelle strade italiane dove, nel 1896, circolavano circa 30.000 bici che divennero oltre un milione e mezzo nel 1919. La bicicletta riuniva così in un unico strumento sia un mezzo di trasporto alla portata di tutti sia un'occasione di svago che una benefica attività fisica. Presto anche le associazioni si interessarono al fenomeno: nel 1890 si costituì il Touring Club de France e nel 1894 nacque il Touring Club ciclistico italiano, sodalizi che supportarono le più prestigiose competizioni ciclistiche dell'epoca: il Tour de France (1903) e il Giro d'Italia (1909).
L'attività sportiva
Dalle palestre agli oratori
Il movimento cattolico concepì lo sport come un modo per dimostrare la propria apertura al mondo moderno e lo sfruttò come strumento aggregativo e formativo. In Italia, intorno all'ultimo decennio dell'Ottocento, nacquero le prime società ginnastiche come emanazione degli oratori e già nel 1906 l'associazionismo di stampo religioso fu strutturato in modo più razionale con la creazione della Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Più che all'agonismo, lo sport di matrice cattolica era volto a sviluppare la perseveranza, la tenacia e la disciplina, qualità che caratterizzavano l'ideale stesso del buon cristiano.
L'attività sportiva
Da elitaria a popolare
La diffusione dello sport e delle associazioni in grado di organizzare l'attività fisica implicò una ridefinizione sociale dello sport. Nella regolamentazione delle attività fisico-ludiche si realizzò una moderata omogeneizzazione tra giochi nobili e giochi popolari, o meglio fu consentita, anche presso le classi lavoratrici, la pratica di quegli sport tradizionalmente appartenenti alla classe aristocratica, mentre perdevano favore i giochi popolari che finirono con essere confinati nel folclorismo tradizionalistico e localistico. La proclamazione del carattere socialmente universale degli sport, della loro libera fruizione, non significò che gli stessi si emancipassero del tutto dalla loro origine nobiliare, né che le nuove pratiche sportive non continuassero a sottolineare discriminazioni di rango sociale. Tuttavia un'era nuova si affacciava alla storia, quella della funzione socialmente riconosciuta dello sport e quella della sua universalità. La grande diffusione del football tra la classe operaia inglese non venne inizialmente condivisa anche dagli altri stati europei, dove il calcio rimase più a lungo uno sport elitario. Questa differenza era motivata soprattutto dalle diverse condizioni di lavoro degli operai: nei Paesi di più tarda industrializzazione come la Germania, la Francia e l'Italia, infatti, faticò ad affermarsi il diritto degli operai a un orario di lavoro ridotto.
La Rinascita delle Olimpiadi
Olimpiadi del 1896 ad Atene
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De Coubertin riportò in vita le antiche Olimpiadi con un duplice scopo: creare un grande evento capace di dare rilievo allo sport come strumento di pace e fratellanza e, contemporaneamente, allenare e addestrare una nuova generazione di giovani che riscattasse l'impreparazione fisica dimostrata dall'esercito francese nei confronti di prussiani e britannici. Nel 1896 ad Atene, dopo oltre quindici secoli dall'ultima edizione delle Olimpiadi antiche i Giochi Olimpici tornarono a riempire gli stadi greci: non più le arene dell'antica Olimpia ridotta ormai in rovina, ma nel rinnovato stadio Panathinaiko della capitale ellenica, con una capacità di oltre 90.000 spettatori.
Ai Giochi di Atene 1896 parteciparono 250 atleti in rappresentanza di 15 Paesi, vennero però escluse le donne dalle competizioni su preciso volere di De Coubertin che, rifacendosi alla tradizione ellenistica che concepiva il genere femminile come inferiore rispetto a quello maschile, convinto che la partecipazione delle donne fosse un male per gli atleti di sesso maschile.
aiuto!
Il motto delle Olimpiadi moderne fu:
"Citius, Altius, Fortius"
Ossia: più veloce, più alto, più forte come esortazione agli atleti a dare il loro meglio.
Le discipline
Un viaggio nel tempo tra tradizione e innovazione
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Le competizioni proposte per la prima edizione dei Giochi Olimpici moderni riunivano sia sport della tradizione classica - come l'atletica, la lotta e il lancio del peso - sia sport più moderni come il ciclismo, il tennis, la ginnastica, il nuoto e la scherma. Tra le prove di abilità si disputarono gare di tiro a segno con carabina e pistola, mentre tra le prove di forza vennero inclusi il sollevamento pesi e la lotta greco-romana, ma non venne ammesso il pugilato, considerato uno sport poco nobile. In totale si svolsero 43 competizioni che videro primeggiare sportivi americani, greci e tedeschi.
Le Olimpiadi da Dimenticare
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Olimpiadi di Saint Louis 1904
Olimpiadi di Parigi 1900
Le Olimpiadi di Saint Louis, quattro anni dopo andarono anche peggio e non solo per le strutture inadeguate. Questa cittadina dello stato del Missouri che aveva fatto la sua ricchezza grazie agli schiavi nelle piantagioni di cotone, accanto alle gare ufficiali, organizzò i cosiddetti "Anthropological days", appositamente pensati per i "primitivi", ossia nativi americani, pigmel, mongoli e filippini. I partecipanti, per divertire il pubblico bianco, oltre alle normali gare di corse e di lanci dovettero competere in gare come la lotta nel fango e l'arrampicata sugli alberi.
Nel 1900 a Parigi doveva aver luogo un'importante evento e e per questo motivo fu scelta anche come sede delle gare. Per la costruzione delle strutture sportive il comitato olimpico aveva, delegato gli organizzatori dell'evento, i quali, impegnati in tutt'altre faccende, non fecero assolutamente nulla, cosi quando si arrivò al giorno dell'inaugurazione non esistevano né stadio né piste né villaggio olimpico. Si cercò di improvvisare: le gare di corsa vennero disputate su una pista per cavalli, le gare di nuoto nella Senna, il concorso ippico in una piazza del centro cittadino. Oltretutto, in assenza di transenne il pubblico spesso intralciava l'andamento delle gare.
La Tregua di Natale
durante la prima guerra mondiale
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La partita in questione si svolse realmente, e fu giocata il 25 dicembre 1914 nei pressi della cittadina belga di Ypres. Campo di gioco: la NO MAN’S LAND (“TERRA DI NESSUNO”), lo spazio che divideva le trincee inglesi da quelle tedesche. Fu il momento culminante di quella che passerà alla Storia come “tregua di Natale”. Dopo aver sepolto i corpi dei commilitoni uccisi nei combattimenti dei giorni precedenti, i due schieramenti fraternizzarono, preparando una festa in piena regola. Un soldato inglese si mise a tagliar capelli ai nemici in cambio di qualche sigaretta. Nel frattempo attorno a lui tutti si scambiavano abbracci e visite di cortesia. Inglesi e tedeschi si regalarono caffè e cioccolata, marmellata e sigari, tè e whisky, nonché alcuni accessori delle divise. Dopo la tregua di Natale, i combattimenti ripresero regolarmente.
GRAZIE PER L'ATTENZIONE
Francesca Brucoli 5 A Rim