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LA PIOGGIA NEL PINETO

ileniadaita29

Created on March 15, 2024

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Transcript

GABRIELE D'ANNUNZIO

LA PIOGGIA NEL PINETO

D'AITA ILENIA

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Indice

contenuto

gabriele d'annunzio

la poetica

la metamorfosi

"la pioggia nel pineto"

analisi metrica

tra le strofe: parafrasi

commento

GABRIELE D'ANNUNZIO

chi fu?

Gabriele D'Annunzio fu uno dei principali esponenti del Decadentismo italiano ed europeo, riconosciuto tra gli autori italiani di maggior spessore del '900.

LA BIOGRAFIA

LA BIOGRAFIA

D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863. Fin da subito mostrò un particolare interesse per la letteratura, tanto da pubblicare la sua prima raccolta di poesie "Primo vere" alla tenera età di sedici anni. Dopo la licenza liceale a Prato, si iscrisse alla Facoltà di lettere di Roma, non concludendo però i suoi studi. Nella grande città frequentò l'ambiente letterario e giornalistico, avviandosi alla vita mondana. 1879-1882: pubblicò anche CANTO NOVO, e si dedicò alla scrittura di racconti, contenuti nella raccolta "Le novelle della Pescara". 1889: pubblicò il primo romanzo "Il piacere". Dopo un periodo passato all'estero, dove scappò dai creditori che richiedevano il

pagamento dei debiti contratti per sostenere il suo stile di vita sregolato, rientrò in Italia per partecipare alla campagna interventista e alla Prima Guerra Mondiale. In questo periodo conobbe una celebre attrice, Eleonora Duse a cui dedicò "La pioggia nel pineto" e che diventò la sua musa ispiratrice. D'Annunzio fu un grande sostenitore della Guerra e si battè affinchè il Paese ne prendesse parte. Partecipò direttamente al conflitto, in alcune battaglie aeree nel ruolo di pilota ma presto, a causa delle ferite riportate, perse per un periodo la vista. E proprio di ciò ne parla nell'opera Il Notturno. A seguito della fine del conflitto e dell'ascesa del Fascismo, si trasferì in una villa sul Lago di Garda dove morì nel 1938.

Indice

contenuto

gabriele d'annunzio

la poetica

la metamorfosi

"la pioggia nel pineto"

analisi metrica

tra le strofe: parafrasi

commento

LA POETICA

La caratteristica comune della sua poetica è l'incentralità del tema dell'ARTE e dell'ARTISTA, ovvero colui che incarna la bellezza. D'Annunzio concepiva la sua stessa esistenza come un'opera d'arte, con l'intento, come abbiamo visto in precedenza, di costruire una "vita inimitabile" e degna di essere vissuta al massimo.

IL DECADENTISMO E LA TEORIA DEL SUPERUOMO

ESTETISMO: dalla parola greca estetica, ovvero filosofia che si occupa del benessere, della bellezza e dell'arte. L'Estetimo contempla il culto della bellezza, il contenuto passa al secondo piano, è importante come appaiono le opere, le quali devono essere piacevoli alla lettura, esprimendo un distacco dal comune. D'Annunzio interpreta al meglio ciò estremizzando e incentrando questi temi anche nella vita quotidiana. In linea con la chiave dell'Estetismo c'è anche la dottrina di Nietzsche, con il quale il poeta entrò in contatto.

Gabriele D'Annunzio è considerato un esponente del Decadentismo, corrente letteraria costituita da più movimenti che seguono tutti lo stesso concetto di fondo: la rottura con la società, l'allontamanento dalla massa borghese (che si vuole quasi far scandalizzare) e dalle tradizioni letterarie passate. PAROLA CHIAVE: INNOVAZIONE Al Decadentismo appartengono: il Simbolismo, Crepuscolarismo, Ermetismo e Estetismo. Ciò che ci interessa è proprio quest'ultimo.

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gabriele d'annunzio

la poetica

la metamorfosi

"la pioggia nel pineto"

analisi metrica

tra le strofe: parafrasi

commento

"La pioggia nel pineto"

E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pèsca intatta, tra le pàlpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alvèoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i mallèoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione.

che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitìo che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita

E immersi noi siam nello spirto silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne.

Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, sui nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri

Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria è muta; ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue ciglia nere sì che par che tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca.

Informazioni generali

La lirica "La pioggia nel pineto" fu pubblicata tra il luglio e l'agosto del 1903 e appartiene alla sezione Alcyone, terzo libro delle Laudi dannunziane, composto tra il 1899 e il 1903.

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la poetica

la metamorfosi

"la pioggia nel pineto"

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tra le strofe: parafrasi

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PARAFRASI

Senti? La pioggia che cade sulla vegetazione del pineto producendo un rumore costante che varia nell'aria in base alle foglie, che siano più o meno fitte. Ascolta. Risponde alla pioggia il canto delle cicale, che nè la pioggia portata dall'Austro impaurisce, nè il cielo grigio. E il primo ha un suono, e il mirto un altro suono, e il ginepro un altro ancora, come strumenti diversi suonati da tantissime dita. E immersi siamo noi nell'anima, partecipi della vita del bosco; e il tuo volto, esaltato dall'immedesimarsi con la natura, è bagnato dalla pioggia come una foglia, e i tuoi capelli profumano come le ginestre chiare, o creatura terreste, che hai per nome Ermione.

Taci. All'arrivo del bosco non voglio più ascoltare le parole dette da esseri umani; ma voglio ascoltare il rumore delle gocce e delle foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole. Piove sugli arbusti sempreverdi, pieni di sale e inariditi dal sole; piove sui pini che hanno la corteccia scagliosa e le foglie ad aghi; piove sui mirti divini, sulle ginestre che splendono di fiori raccolti, sui ginepri ricoperti di bacche profumate, piove sui nostri visi, che fanno parte della foresta; piove sulla nostre mani nude, sui nostri abiti leggeri, sui freschi pensieri che la nostra anima, rinnovata dalla pioggia, fa sbocciare, sulla favola bella (il sogno) che ieri ti ha illuso e che oggi illude me, o' Ermione.

PARAFRASI

Ascolta, ascolta. Il canto armonioso delle cicale sui rami degli alberi a poco a poco si attutisce, sotto la pioggia s'intensifica; ma si mescola un altro canto più gorgogliante che sale da laggiù, dalla palude ormbreggiata. Più attutito, si allenta e si spegne. Solo una nota continua a tremare, si spegne, risorge, trema, si rispegne. Non si sente il mare. Ora si sente su tutti gli alberi lo scrosciare della pioggia che purifica, questo scrosciare varia in base che le fronde degli alberi siano più o meno forti. Ascolta. La cicala, figlia del vento, ora è in silenzio, ma la rana, figlia del fango, canta nell'ombra più profonda, chissà dove, chissà dove. E piove sulle tue ciglia, o' Ermione.

Piove sulle tue ciglia nere cossichè sembri tu pianga ma di piacere, non più bianca di carnagione, ma quasi resa verdeggiante, come se fossi uscita dalla corteccia, come una ninfa. Tutta la vita che è in noi è fresca, il cuore nel petto è come una pesca non colta, gli occhi tra le palpebre sono come sorgenti nei prati, i denti nelle gengive sono come mandorle acerbe. E andiamo da un cespuglio all'altro a volte per mano, a volte separati (e i verdi rami tenaci ci stringono le caviglie ostacolando il movimento delle ginocchia), chissà dove, chissà dove! E piove sui nostri volti, piove sulle nostre mani nude, sui nostri vestiti leggeri, sui pensieri freschi che l'anima rinnovata fa sbocciare sulla favola bella che mi ha illuso e che oggi ti illude, o' Ermione

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"la pioggia nel pineto"

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tra le strofe: parafrasi

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CONTENUTO

Amore tra natura

Il tema centrale della poesia è il forte sentimento provato da Gabriele D’Annunzio per l’attrice Eleonora Duse. Qui, la donna amata lo accompagna durante una passeggiata estiva in una pineta vicino al mare, finché non vengono sorpresi dalla pioggia, che li lascia soli, ma intimi, nel pineta: lo scroscio d’acqua crea, per D’Annunzio, un’atmosfera surreale. Il bosco sembra quasi prendere vita. Il poeta invita più volte la sua compagna a stare in silenzio per ascoltare la musicalità della pioggia e i suoni emessi dalla natura: non sono le parole umane che vuole sentire, bensì le "parole" proferite da ciò che c'è attorno.

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"la pioggia nel pineto"

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commento

LA METAMORFOSI

Il processo di metamorfosi viene messo in atto sin dai primi versi della lirica, al fine di creare una premessa per la fusione tra gli uomini e la natura che viene esplicitata già nei versi 20-21, attraverso i quali si nota che i volti del poeta e di Ermione (Eleonora) sono diventati silvani e quasi della stessa sostanza del bosco. Successivamente la donna è paragonata agli elementi della natura: il suo volto è come una foglia e i suoi capelli emanano lo stesso profumo delle ginestre.

LA METAMORFOSI

Ermione e eleonora

Gradualmente, arrivano entrambi a fondersi con la natura e a sentirsi parte di essa, tanto è che il poeta, attraverso l’uso delle similitudini, mostra come la donna sembri aver assunto l’aspetto di una pianta verdeggiante e sembri uscita dalla corteccia di un albero come una ninfa. Il suo cuore sembra vivere di una nuova vita, è simile al frutto della pesca e persino gli occhi e i denti si trasformano.Ciò riporta alla metamorfosi di Ermione, personaggio della mitologia greca, figlia di Elena e Menelao, abbandonata da Oreste dopo il matrimonio: D'Annunzio però, come Oreste, torna da lei in ambienti al di fuori della vita caotica e mondana. Ermione, come nei miti, diventa una creatura del bosco e i due innamorati si fondono con ciò che c'è attorno.

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"la pioggia nel pineto"

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tra le strofe: parafrasi

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ANALISI METRICA

linguaggio

METRICA

Il lessico è semplice ma ornato da termini e espressioni raffinate con una ricerca alla base. In particolare negli aggettivi è evidente l'uso di un registro alto e aulico che rispecchia al meglio la volontà del poeta: la poesia deve essere piacevole alla lettura e donare un senso di bellezza. Il linguaggio traduce in parole i suoni della natura.

  • La poesia è una lirica costituita da 4 strofe;
  • I versi in totale sono 138 e sono liberi (non rispettano un numero preordinato di sillabe, anche se ricorrono spesso i ritmi ternario, senario e novenario) e sciolti (non seguono un sistema metrico fisso di rime).

ANALISI METRICA

Figure retoriche

La lirica è caratterizzata da una particolare ricerca fono-simbolica: la scelta delle parole non è casuale e ognuna di esse dona peculiari effetti sonori e ritmici alla poesia. I versi presentano: -anastrofe (il poeta si rivolge direttamente alla donna amata-Ermione-) -epifora (ogni fine di ogni strofa finisce con un richiamo ad Ermione); -anafora (vv. 8-10-12-14-20-22); -personificazione (Ermione rappresenta il concetto dell'amore); -onomatopee (v.6- gocciole, v.19- coccole, v.36- crepitìo, v.82- crosciare, v.85- croscio); -allitterazioni (della s e della r); -enjambements (confluiscono a creare un flusso continuo); -metafore (v.89- figlia dell'aria, vv.90/91- figlia del limo); -similitudini; -sineddoche (v.95. le ciglia sono usate per intendere gli occhi e l'intero viso)

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COMMENTO

COMMENTO

La lirica fa immergere il lettore in un ambiente surreale, proprio come quello descritto: la metamorfosi dei personaggi. La poesia inscena al meglio l'amore verso la donna amata, tramite la purezza e la genuinità del paesaggio: la semplice pioggia dona al poeta emozioni particolari che danno vita a un complesso di parole immediato.