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ppt Platone
beatrice cascio
Created on March 8, 2024
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Transcript
PLATONE-La teoria dello statO E IL MITO DELLE STIRPI
Vittoria Ferrante, Beatrice Cascio, Emma Seidita, Dorotea Sole, Giovanni Rosiglione, Ferdinando Sole 3B
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lo stato ideale
Esaminiamo la concezione platonica di una comunità ideale descritta nella sua opera principale, "La Repubblica". Platone sostiene che i filosofi dovrebbero governare la società per garantire una vita giusta e felice. La giustizia è considerata fondamentale per la stabilità dello Stato. Platone organizza la società in tre classi: governanti, guerrieri e lavoratori, ciascuna con una virtù caratteristica: saggezza, coraggio e temperanza. La temperanza è vista come il governo della ragione sui sensi e il rispetto della gerarchia sociale.
La giustizia
Platone afferma che il fine di una società guidata da filosofi è la giustizia, essenziale per la vita dello Stato. Nel suo modello di Stato ideale con tre classi, assegna la saggezza ai governanti, il coraggio ai guerrieri e la temperanza ai produttori. La giustizia, comprende queste virtù e si realizza quando ogni cittadino svolge il proprio compito. La giustizia non solo preserva l'equilibrio interno, ma implica anche l'accordo dell'individuo con la comunità.
l'origine delle classi sociali
Platone sostiene che la giustizia è l'adempimento del compito assegnato a ogni individuo e classe sociale. La distinzione delle classi deriva dalla necessità di compiti diversi nello Stato, basati sulla predominanza di parti dell'anima. Contrariamente alle caste orientali, Platone ammette la mobilità sociale basata su inclinazioni individuali, illustrato nel "mito delle stirpi". Tuttavia, la sua visione sociale è anti-democratica.
IL MITO DELLE STIRPI
Nel terzo libro della "Repubblica", Platone racconta il mito fenicio, una storia fittizia e vergognosa, diversa dai miti poetici, creata per giustificare la gerarchia sociale. Il mito divide gli uomini in tre categorie - oro, argento e bronzo - determinando il loro ruolo sociale in base al metallo di cui sono fatti. Tuttavia, il mito è anti-aristocratico poiché sostiene che l'aristocrazia non è determinata dalla nascita o dalla ricchezza, ma dalle capacità innate, che possono essere in contrasto con la classe sociale di origine.Il mito proposto da Platone mira a giustificare un ordine gerarchico nella società, con filosofi, soldati e cittadini comuni. Tuttavia, alla base del mito, c'è solo il fatto che le capacità cognitive di ciascuno si sviluppano in modo diverso, non ereditate né trasmesse dalla terra. Socrate crede nell'importanza dell'educazione individuale, che rende ogni individuo unico. Tuttavia, questa diversità porta alla disuguaglianza nella capacità di dominare il proprio sapere, un elemento falsamente presentato come innato nel mito.
IL MITO DELLE STIRPI
Platone propone l'uso di una menzogna benefica, un mito fenicio, per convincere i governanti e i cittadini della necessità di mantenere la gerarchia sociale. Nel mito, gli uomini sono nati dalla terra con diversi metalli nell'anima, determinando il loro ruolo sociale. La divinità ha infuso oro nei governanti, argento negli ausiliari e metalli inferiori nei contadini e artigiani. I governanti devono trattare i cittadini come propri figli, cercando di scoprire il metallo dell'anima di ciascuno. Se un figlio dei governanti ha metalli inferiori, deve essere relegato a ruoli meno prestigiosi, mentre quelli con metalli preziosi devono essere promossi. Questo mito mira a incentivare la cura della città e dei rapporti reciproci. Platone suggerisce di diffondere il mito per influenzare le future generazioni e migliorare la città, guidando i cittadini con i valori del mito.
IL "COMUNISMO" PLATONICO
Parliamo delle idee di Platone riguardo alla struttura sociale e politica ideale per uno Stato funzionante e giusto. Platone suggerisce l'eliminazione della proprietà privata per le classi superiori, promuovendo la comunanza dei beni. I governanti-filosofi dovrebbero vivere in modo semplice senza proprietà personali e condividere tutto, comprese le donne. Le unioni matrimoniali saranno temporanee, stabilite dallo Stato per scopi eugenetici. I bambini saranno cresciuti dalla comunità, promuovendo un senso di solidarietà. Platone sostiene che la felicità per i governanti risiede nell'adempimento del proprio compito per il bene dello Stato, oltre a sottolineare che i filosofi, grazie alla loro conoscenza, sono intrinsecamente felici e non cercano la realizzazione nei beni materiali.
le degenerazioni dello stato
Platone descrive uno Stato ideale, un'aristocrazia di filosofi, riconoscendo che questa realtà non esiste concretamente, ma serve come modello per migliorare gli Stati esistenti. L'autore elenca possibili degenerazioni della società e degli individui al potere: dalla timocrazia, basata sull'onore, all'oligarchia, governata dal censo, fino alla democrazia e alla tirannide. Platone considera la tirannide la forma più spregevole, caratterizzata da un tiranno schiavo delle passioni e circondato da individui senza scrupoli.
I TRATTI PECULIARI DELL'ARISTOCRATICISMO PLATONICO
Platone critica la democrazia ateniese del suo tempo e propone una riforma sociale e politica basata sull'aristocraticismo e la gerarchia. Egli crede che uno Stato sia giusto quando ciascuno svolge il proprio compito senza ribellarsi alla propria posizione sociale, mentre diventa ingiusto quando le classi si mescolano e i governati pretendono di governare. Platone propone uno Stato guidato dai filosofi, non per nascita o ricchezza, ma per il possesso della conoscenza, introducendo così un governo dei sapienti o dell'intelligenza.
chi custodirà i custodi?
Affrontiamo la preoccupazione di Platone riguardo a chi vigilerebbe sui governanti nella sua visione di uno Stato ideale, privo di istituzioni democratiche e di controllo popolare. Platone risponde a questa sfida sottolineando l'importanza dell'educazione dei governanti, che devono essere filosofi in grado di custodire se stessi prima di governare gli altri. L'ordinamento politico e l'educazione sono strettamente connessi, con lo Stato configurato come un'Accademia per la formazione continua di custodi ineccepibili. Platone crede che individui addestrati fin dalla nascita a pensare al bene collettivo saranno capaci, una volta al potere, di agire per il bene supremo dello Stato, controllando razionalmente gli interessi egoistici e passionali. Tuttavia, l'educazione proposta da Platone è riservata alle prime due classi sociali, evidenziando il carattere non democratico del suo pensiero e ignorando l'istruzione della massa dei lavoratori.