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alibech

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Created on March 7, 2024

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Transcript

Giovanni Boccaccio

  • Nacque nel 1313 da
Boccaccino di Chellino con una donna di umiliorigini a Certaldo, presso Firenze.
  • Riconosciuto in tenera età dal padre, Giovanni fu
accolto verso il 1320, nella casa paterna
  • Compì i primi studi presso la scuoletta di Giovanni
Mazzuoli da Strada, imparando il latino e delle artiliberali, ma anche la Divina Commedia di Dante
  • Morì a Certaldo nel 1375 a causa di una malattia

IL DECAMERON

Composto tra il 1349 e il 1353, il decameron è l'opera piu famosa di Boccaccio. Racconta la vicenda di dieci giovani che, per sfuggire alla peste del 1348, si ritirano in una villa di campagna, dove trascorrono dieci giornate narrandosi a vicenda delle novelle per occupare il tempo

Ogni novella raccontata ha una sua trama. Il tema di ogni novella viene scelto, a turno, dal giovane che in quella precisa giornata è il re o la regina del giorno.

IL DECAMERON E L'INDICE DEI LIBRI PROIBITI

Il Decameron venne messo nell'Index librorum prohibitorum dalla Chiesa (l'indice dei libri proibiti), un elenco in cui venivano catalogate tutte le pubblicazioni censurate dalla chiesa Libri proibiti: perché furono messi all'Indice? Le ragioni principali dietro questa censura comprendono contenuti considerati eretici o blasfemi dalla Chiesa, potenziali minacce politiche alla stabilità del potere, oppure argomenti ritenuti immoralmente o socialmente pericolosi.

Spesso questi testi sfidavano il dogma religioso o esploravano idee politiche o scientifiche radicali, provocando timori tra le autorità. Tuttavia, con il passare del tempo, molte di queste opere sono state rivalutate e accolte come importanti contributi culturali e intellettuali, diventando veri classici.

Nell' indice dei dibri proibiti troviamo anche il Decameron, che venne poi "purgato" e venne ripubblicato senza le novelle proibite, tra le novelle proibite troviamo anche quella di Alibech e l'eremita.

IL DECAMERON

Stile e linguaggio: Prosa narrativa: le novelle sono scritte in prosa e utilizzano un linguaggio vivace e colorito Boccaccio usa il volgare fiorentino, contribuendo così a diffusione della lingua italiana

I temi principali delle novelle sono: L’amore: le novelle trattano spesso temi legati all’amore sia "vero" che passionale e devoto al sesso e alla seduzione. La fortuna: molte storie esplorano il concetto di fortuna e di come gli eventi influenzino le vite dei personaggi La satira sociale: Boccaccio critica la società del suo tempo attraverso le vicende i comportamenti dei suoi personaggi. In particolare troviamo una critica contro la chiesa e contro la sua corruzione

IL DECAMERON

I TEMI DELLE 10 GIORNATE

I Giornata: Tema libero II Giornata: La fortuna e avventure a lieto fine III Giornata: Il potere dell'ingegno IV Giornata: Amori Infelici V Giornata: Amori Felici

VI Giornata: Motti di spirito e argute risposte VIl Giornata: Beffe ai mariti VIlI Giornata: Altre beffe IX Giornata: Tema libero X Giornata: Esempi di magnificenza

LA POLEMICA CONTRO LA CHIESA

Nella novella Boccaccio coglie l’occasione per mettere in risalto l’ipocrisia della Chiesa dei suoi tempi. Nella novella c’è una forte polemica con la Chiesa, infatti Boccaccio non se la prende con Alibech che è una ragazzina ingenua ma con il monaco che abusa della sua ingenuità solo per ottenere i suoi obbiettivi, detto ciò troviamo un paragone tra il monaco che cade alla tentazione della bella ragazza e i frati che grazie alla loro devozione mandano via Alibech.

IL DECAMERON

Alibech e l’eremita è la X novella della III giornata del Decameron

Il narratore è: Dioneo La regina è: Neifile

Rubrica: «Alibech divien romita, a cui Rustico monaco insegna rimettere il diavolo in Inferno: poi, quindi tolta, diventa moglie di Neerbale».

IL RUOLO DI DIONEO

Il nome del narratore, Dioneo,Secondo alcuni deriverebbe da Dione, madre di Afrodite, la dea dell'amore; ma è stato sostenuto anche un collegamento Con Dioniso, il dio dell'ebbrezza data dal vino e dall'éros. Caratteristica del giovane novellatore è infatti il linguaggio spregiudicato, facile ai doppi sensi alla battuta oscena. Egli solo nella brigata gode della facoltà di raccontare per ultimo e di non rispettare tema stabilito per e giornata, preferendo di gran lunga novelle a sfondo sessuale. L'importanza del personaggio ci è confermata anche da unparticolare: in una delle sue lettere giovanili Boccaccio Si era firmato "spurcissimus Dyoneus (ignobilisimo Dioneo). Si crea quindi un legame nascosto tra il novellatore el'autore del libro.

trama

Alibech è la bellissima figlia di un mercante. Presa da un impeto mistico, chiede quale sia il modo migliore per servire Dio seguendo la fede cristiana. Le viene risposto che gli eremiti del deserto della Tebaida rappresentano, da questo punto di vista, l’esempio da imitare. Ella si mette allora in marcia verso quella regione, dove è dapprima “rifiutata” da due eremiti, che temono di non saper resistere alla tentazione carnale, ma alla fine viene accolta dal monaco Rustico, il quale vuole invece mettere alla prova la saldezza delle proprie convinzioni. Il frate non riesce tuttavia a resistere e finisce per sedurre la giovane, utilizzando uno stratagemma linguistico: le dice che non c’è miglior modo di servire Dio che rimettere il diavolo in Inferno alludendo esplicitamente all’atto sessuale, approfittando della totale ingenuità della ragazza. Le prime volte Alibech, infatti, non comprende bene il piacere di questa speciale “incarcerazione nell’inferno”, dopodiché, sempre più convinta di servire Dio e la Chiesa nel “rimettere il diavolo nell’inferno”, comincia lei stessa a chiedere all’eremita Rustico di fare il suo dovere. Ansi si domanda come mai, se il diavolo sta bene nell’inferno, se ne esce sempre e poi ha voglia di tornarci… A un certo punto l’eremita non ne può più: essendo anziano non può soddisfare tante richieste delle giovane.

L'INGANNO DI RUSTICO

"E primieramente con certe domande, lei non avere mai uomo conosciuto conobbe, e cosí esser semplice come parea; per che s’avvisò come, sotto spezie di servire a Dio, lei dovesse recare a’ suoi piaceri. E primieramente con molte parole le mostrò quanto il diavolo fosse nemico di Domenedio, ed appresso le diede ad intendere che quel servigio che piú si poteva far grato a Dio si era rimettere il diavolo in inferno, nel quale Domenedio l’aveva dannato. La giovanetta il domandò come questo si facesse; alla quale Rustico disse: Tu il saprai tosto, e per ciò farai quello che a me far vedrai. E cominciossi a spogliare quegli pochi vestimenti che avea, e rimase tutto ignudo, e cosí ancora fece la fanciulla; e posesi inginocchione a guisa che adorar volesse e di rimpetto a sé fece star lei. E cosí stando, essendo Rustico piú che mai nel suo disidèro acceso per lo vederla cosí bella, venne la resurrezion della carne; la quale riguardando Alibech e maravigliatasi, disse: Rustico, quella che cosa è che io ti veggio, che cosí si pigne in fuori, e non l’ho io? O figliuola mia, disse Rustico questo è il diavolo di che io t’ho parlato; e vedi tu ora: egli mi dá grandissima molestia, tanto che io appena la posso sofferire. Allora disse la giovane: O lodato sia Iddio, ché io veggio che io sto meglio che non stai tu, ché io non ho cotesto diavolo io. Disse Rustico: Tu di’ vero, ma tu hai un’altra cosa, che non l’ho io, ed haila in iscambio di questo. Disse Alibech: O che? A cui Rustico disse: Hai il ninferno, e dicoti che io mi credo che Iddio t’abbia qui mandata per la salute dell’anima mia, per ciò che, se questo diavolo pur mi dará questa noia, ove tu vogli aver di me tanta pietá e sofferire che io in inferno il rimetta, tu mi darai grandissima consolazione ed a Dio farai grandissimo piacere e servigio, se tu per quello fare in queste parti venuta se’, che tu di’. La giovane di buona fede rispose: O padre mio, poscia che io ho il ninferno, sia pure quando vi piacerá."

trama

A questo punto alcuni avvenimenti imprevisti modificano la vicenda di Alibech. L’intera famiglia di Alibech perisce in un incendio così che Alibech diventa erede universale dei beni familiari. Al contempo un concittadino di Alibech, il giovane Neerbale, va in rovina e, per mettere riparo alle sue finanze, si pone alla ricerca della ragazza per sposarla e diventare co-possessore dei beni di lei. Neerbale infine ritrova Alibech, la rapisce e la riporta in città. Alibech è sconfortata pensando che in vita non potrà più servire Dio e rimettere il diavolo nell’inferno. Si confida con un gruppo di donne, che scherzosamente la consolano: non c’è da preoccuparsi, «ché egli si fa bene anche qui».

tema

Neifile propone come tema della giornata l’industria al servizio, cioè l’ingegno e l’intelligenza necessarie per raggiungere ciò che fortemente si desidera. La novella ruota attorno alla tematica erotica che va a collegarsi alla tematica religiosa ecclesiastica ovvero tra sesso e castità.

ambientazione

La novella è ambientata inizialmente a Capsa, città della Barberia nella quale ha inizio il viaggio di Alibech verso il deserto di Tebaida dove rimarrà per gran parte della novella prima di tornare a Capsa in seguito alla morte del padre. Si svolge tra il 1350 e il 1353, durante il periodo del preumanesimo.

i personaggi principali

Alibech: è la protagonista del racconto ed è una ragazza giovane, bella e ingenua di soli 14 anni Frate Rustico: personaggio che ci viene presentato come persona buona e devota che per mettere alla prova la sua rettitudine e la sua devozione ospita Alibech, ma dopo poco cade alla tentazione, nel corso della novella si evolverà in un personaggio furbo e intelligente che tramite la beffa riuscirà ad ottenere ciò che desidera, simbolo del sesso appesantito dal moralismo

L'INCONTRO TRA RUSTICO E ALIBECH

"Il valente uomo, veggendola giovane ed assai bella, temendo non il dimonio, se egli la ritenesse, lo ’ngannasse, le commendò la sua buona disposizione, e dandole alquanto da mangiare radici d’erbe e pomi salvatichi e datteri, e bere acqua, le disse: Figliuola mia, non guari lontan di qui è un santo uomo il quale di ciò che tu vai cercando è molto migliore maestro che io non sono: a lui te n’andrai. E misela nella via: ed ella, pervenuta a lui ed avute da lui queste medesime parole, andata piú avanti, pervenne alla cella d’un romito giovane, assai divota persona e buona, il cui nome era Rustico, e quella domanda gli fece che agli altri aveva fatta. Il quale, per volere fare della sua fermezza una gran pruova, non come gli altri la mandò via o piú avanti, ma seco la ritenne nella sua cella; e venuta la notte, un lettuccio di frondi di palma le fece da una parte, e sopra quello le disse si riposasse. Questo fatto, non preser guari d’indugio le tentazioni a dar battaglia alle forze di costui; il quale, trovandosi di gran lunga ingannato, da quelle senza troppi assalti voltò le spalle e rendessi per vinto: e lasciati stare dall’una delle parti i pensier santi e l’orazioni e le discipline, a recarsi per la memoria la giovanezza e la bellezza di costei incominciò, ed oltre a questo, a pensar che via e che modo egli dovesse con lei tenere, acciò che essa non s’accorgesse, lui come uomo dissoluto pervenire a quello che egli di lei disiderava."

i personaggi secondari

Gli altri due frati: persone devote a dio che per paura di cadere alla tentazione del demonio non ospitano Alibech ma le indicano la strada verso la cella di frate rustico. Le donne: delle donne a cui Alibech racconta quello che ha scoperto su come servire dio non sappiamo nulla se non che prendono in giro ridendo Alibech in quanto meno ingenue. Il marito Neerbale: questo personaggio interviene solo alla fine della novella, quando dopo la morte del padre di Alibech si reca nel deserto per riportare la ragazza nella sua città per riscuotere l’eredità che le spetta. Neerbale si interpone tra Alibech e Rustico con altra variante del modo di vivere la sessualità: egli, rapendo Alibech per interesse economico, simboleggia la sottomissione dell’eros alla “ragion di mercatura”.

L'INCONTRO CON LE DONNE

"Le donne domandarono: Come si rimette il diavolo in inferno? La giovane tra con parole e con atti il mostrò loro; di che esse fecero si gran risa, che ancor ridono, e dissono: Non ti dar malinconia, figliuola, no, ché egli si fa bene anche qua; Neerbale ne servirá bene con essoteco Domenedio. Poi l’una all’altra per la cittá ridicendolo, vi ridussono in volgar motto che il piú piacevol servigio che a Dio si facesse era rimettere il diavolo in inferno; il qual motto, passato di qua da mare, ancora dura. E per ciò voi, giovani donne, alle quali la grazia di Dio bisogna, apparate a rimettere il diavolo in inferno, per ciò che egli è forte a grado a Dio e piacere delle parti, e molto bene ne può nascere e seguire."

La «ragion di mercatura»

La "ragion di mercatura" È dunque operante nella novella quella «ragion di mercatura» che il critico Vittore Branca ha individuato, pur con qualche forzatura, come tratto dominante dell'intero Decameron. Ovvero ragioni di necessità economica spingono il furfante ad accettare l'oneroso e fruttuoso incarico Nel caso della novella di Alibech e l'eremita possiamo trovare la ragion di mercatura nel marito Neebale che non avendo più disponibilità finanzia riarapisce la giovane, erede del ricco mercante non ragionando se fosse la cosa giusta o no ma penstando solo di sottrarle i suoi beni.

IL RITORNO DI ALIBECH IN CITTà

"Ma mentre che tra il diavolo di Rustico ed il ninferno d’Alibech era, per troppo disiderio e per men potere, questa quistione, avvenne che un fuoco s’apprese in Capsa, il quale nella propria casa arse il padre d’Alibech con quanti figliuoli ed altra famiglia avea; per la qual cosa Alibech d’ogni suo bene rimase erede. Laonde un giovane chiamato Neerbale, avendo in cortesia tutte le sue facultá spese, sentendo costei esser viva, messosi a cercarla, e ritrovatala avanti che la corte i beni stati del padre, sí come d’uomo senza erede morto, occupasse, con gran piacere di Rustico e contro al voler di lei la rimenò in Capsa e per moglie la prese, e con lei insieme del gran patrimonio di lei divenne erede. Ma essendo ella domandata dalle donne di che nel diserto servisse a Dio, non essendo ancora Neerbale giaciuto con lei, rispose che il serviva di rimettere il diavolo in inferno e che Neerbale avea fatto gran peccato d’averla tolta da cosí fatto servigio."

LA VISIONE DELL'EROTISMO

In questa novella ll’erotismo, messo relazione con il sacro, è considerato come una sorta di rito religioso necessario affinché si possa vivere bene. I personaggi della novella di Boccaccio pensano che bisogna cogliere la possibilità di godere con il proprio corpo ma deve essere anche un modo per cui possiamo essere felici

LO SCOPO E LA MORALE

Scopo Lo scopo della novella è di intrattenere ed istruire il lettore attraverso una storia moralistica. Essa mette in evidenza il tema dell’interpretazione errata delle parole religiose e dei rischi dell’eccessiva letterali ta dell’interpretazione dei testi sacri. Morale La morale può essere interpretata come un monito contro l’interpretazione estrema delle pratiche religiose e una riflessione sull’importanza della guida spirituale saggia ed equilibrata. La novella riflette inoltre sugli errori umani e sulle tentazioni che possono deviare anche coloro che cercano la spiritualità.

lo stile Giochi di parole ed equivoci linguistici

A livello linguistico la novella è una continua invenzione verbale, un gioco di parole da parte di Dioneo e di Frate Rustico, i quali utilizzano costantemente metafore e similitudini a sfondo osceno, dette non solo per creare un effetto di ironia ma anche perché vogliono sottolineare che il sesso vuoi o non vuoi è sempre un tabù. “Rimettere il diavolo in inferno” “come star si dovesse a dovere incarcerare quel maledetto da Dio", “gli trassero sì la superbia del capo, che gli si stette volentieri in pace" “sì la bambagia del farsetto tratta gli avea" La parola e l’invenzione linguistica diventano in questa novella mezzi di sublimazione e di superamento del dissidio, tutto maschile, tra il desiderio sessuale e freno d’ordine sociale e morale. Quindi solo la donna vive la sessualità in maniera naturale: gli uomini Rustico e Neerbale, sono invece incastrati tra pulsione e repressione.

IL GIOCO DI RUOLI

Il gioco di ruoli Oltre che per l'affermazione della forza insopprimibile dell'éros e del desiderio, la novella si caratterizza per un abile gioco di ruoli. Rustico, quando incontra l'ingenua Alibech sfrutta la propria superiorità dialetticoculturale ai danni di lei, che per tutta la prima parte appare passiva vittima dell'appetito sessuale dell'eremita. Lo scenario isolato o desertico, in cui vicenda si svolge, rinvia a una costante tipica della narrativa religiosa degli exempla, in Cui gli asceti sono spesso tentati dal demonio in abiti femminili. Proprio per questo i primi due monaci allontanano la giovane. Rustico invece, per dare prova di resistere alla tentazione (per volere fare della sua fermezza una gran prova‣, rr. 36-37), la trattiene, ma dopo una sola notte si arrende, facendo prevalere la natura (l'istinto sessuale) sulla virtù. Presto, però, tra i due protagonisti si rovesciano ruoli: Alibech comincia ad apprezzare il gioco, tanto da farsene prima complice e poi decidere di condurlo. Da parte sua, Rustico, che aveva inizialmente guidato il gioco servendosi abilmente della metafora dell'esorcismo (rimettere il diavolo allinferno), subirà una sorta di comico contrappasso: alla lunga, infatti, non sarà capace di soddisfare la potenza del desiderio di Alibech.

il rovesciamento dei modelli

Un altro rovesciamento a cui si assiste nella novella riguarda il modello della letteratura esemplare, che prevedeva racconti edificanti intorno a santi ed eremiti sulla difficile strada della perfezione cristiana. Boccaccio adotta gli schemi tipici di questo genere narrativo, come quello della fuga dal mondo in cerca di Dio e della resistenza alla tentazione; questi sono però ribaltati in chiave parodica mostrando come la via della santità non sia per tutti. Il linguaggio di Dioneo ne costituisce la spia principale: la presenza demoniaca dei racconti agiografici è qui ridotta a un ambiguo e dissacrante gioco linguistico Il diavolo diventa l'organo sessuale maschile, a cui si lega, parodicamente, il significato del termine superbia: se nei testi agiografici essa è il vizio dell'animo in cui incorrono anche i santi uomini, qui si abbassa a indicare il segno carnale dell'eccitazione

Analogia con le altre novelle

Ser Ciappelletto: Ragion di mercatura Il tema della beffa Andreuccio da Perugia: Il parlare bene per convincere l'interlocutore accomunano Rustico e Fiordaliso che riescono a convincere i beffati per ottenere ciò che desiderano. In entrambe le novelle troviamo l'industria ovvero la capacità di ottenere i propri obbiettivi con l'ingegno. Il tema della beffa Calandrino e l'eritropia Visione non buona della donna infatti nella novella di calandrino la donna viene picchiata per aver tolto l'effetto della pirtra mentre rustico vede Alibech come un "oggetto" con cui fare sesso Il tema della beffa

Analogia con le altre novelle

Frate Cipolla: Satira religiosa: entrambe le novelle sono satiriche riguardo religione e il comportamento di figure religiose. In Frate Cipolla viene messa in ridicolo l’ipocrisia di un frate che racconta storie incredibili per guadagnare denaro mentre in Alibech e l’eremita si tratta il tema della tentazione del desiderio carnale all’interno di un contesto religioso. Uso dell’inganno e della manipolazione: in entrambe le novelle i personaggi principali utilizzano l’inganno e la manipolazione per ottenere ciò che vogliono. Frate Cipolla inventa storie sensazionali per impressionare la gente e guadagnare soldi mentre in Alibech e l’eremita sfrutta la giovane ragazza per soddisfare i suoi desideri sessuali. Risultati comici: entrambe le novelle sono caratterizzate da situazioni comiche e ironiche che derivano dall’ipocrisia del comportamento ridicolo dei personaggi principali.

Confronto Dante, Petrarca e Boccaccio nella visione della Chiesa e di Dio

Dante e Petrarca credono che la religione sia un valore indiscutibile.

  • Dante la vede come una dottrina necessaria al mondo e come la giustificazione e il fine ultimo dell’uomo.
  • Petrarca invece ha un rapporto più conflittuale ed espresso nel piano di una meditazione interiore.
  • Boccaccio invece ha una visione molto più umanistica e infatti non mette Dio al centro delle sue opere ma l’uomo. Racconta vizi e virtù senza preconcetti religiosi, che per di più critica.

IDEOLOGIA DI BOCCACCIO

  • Gli uomini si rivolgono ai monaci e alle figure ecclesiastiche come mediatori nei loro rapporti con Dio, ma sono un’invenzione umana, e possono essere anche cacciati all'inferno da Dio, il quale accoglie solo le buone intenzioni di coloro che rivolgono a lui preghiere.
  • Dio può convertire un fatto negativo in uno positivo

TEMI DI ATTUALITà

il tema taboo del sesso. La fragilita delle donne che spesso subiscono una " violenza psicologica" da parte dei partner facendo cosi fare cose che non avrebbero fatto. Il poco aiuto da parte delle donne nei confronti di alibech, che nel "momento del bisogno" anziché spiegare di cosa si trattava veniva derisa e non compresa.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

https://www.studenti.it/ser-ciappelletto-riassunto-e-spiegazionedecameron-video.html https://library.weschool.com/lezione/decameron-ser-ciappelletto-analisi-4526.html https://it.wikipedia.org/wiki/Cepparello_da_Prato https://letteritaliana.weebly.com/ser-ciappelletto.html https://www.studiarapido.it/ser-ciappelletto-di-boccaccio-riassunto/ https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwjl4ujvs-KEAxXLnf0HHfCwA68QFnoECDgQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.letture.org%2Fser-ciappelletto-riassunto&usg=AOvVaw07O5dyXaD1ZZDczOQ93o2Y&opi=89978449 https://www.sololibri.net/Ser-Ciappelletto-trama-analisi-novella-boccaccio.html https://losbuffo.com/2018/05/02/decameronvive-ser-ciappelletto-e-i-mondi-possibili/