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La vita in trincea

Antonello Miele

Created on March 1, 2024

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Non una novità del XX secolo

Introdotte nelle tattiche belliche già dall’avvento delle armi da fuoco, le trincee ebbero il loro periodo di gloria proprio durante la Grande Guerra. Si tratta di fortificazioni realizzate con scavi nel terreno da cui i soldati sparavano all’esercito nemico

Rinforzo e difesa

Spesso puntellate da assi e pali di legno per evitare le terra vi franasse all’interno, le trincee avevano sui margini dei sacchi di sabbia come protezione dai proiettili nemici

Le trincee della Prima guerra mondiale si estendevano per centinaia di chilometri, lungo confini che sembravano non cambiare mai. Alcune trincee sono ancora visibili e visitabili. Clicca sul bottone per visitare alcune delle trincee italiane

Trincee italiane

Le poche ore di sonno venivano trascorse in dormitori comuni, solitamente in letti a castello ma non era raro che più soldati dormissero nello stesso giaciglio

Il rancio

I pasti arrivavano di notte per questioni di sicurezza ma venivano somministrati ai soldati durante il giorno. Giornalmente, in teoria, i soldati consumavano 600 gr. di pane, 100 gr. di carne e pasta, frutta e verdura (quando disponibile), un quarto di vino e del caffè. L’acqua potabile non superava il mezzo litro a persona. Quando il rancio non arrivava si consumavano cibi in scatola, soprattutto carne o pesce. I soldati in prima linea avevano diritto a biscotti o gallette, cioccolato e grappa

Le lettere e la lingua

L’unico mezzo per comunicare con le famiglie erano le lettere. Tuttavia molti soldati erano analfabeti, per cui se le facevano leggere e scrivere dai commilitoni più istruiti. Inoltre in Italia non c’era stat una vera e propria Unità linguistica: i dialetti continuavano a essere la versa lingua madre della popolazione. Arrivati al fronte, i militari, per poter comprendere gli ordini, dovettero per forza di cose imparare l’italiano come lingua comune

Freddo e malattie

I principali nemici dei soldati, più dell’esercito nemico, erano il freddo e le malattie. Le temperature in inverno infatti scendevano molto al di sotto dello zero e l’equipaggiamento non sempre era adeguato a fronteggiare tali condizioni climatiche. Il fango gelato intrappolava stivali e ogni tipo di oggetto. Tra i militari era diffusa una malattia chiamata “piede da trincea” dovuta all’assideramento e alle scarse condizioni igieniche e che poteva portare all’amputazione del piede o addirittura alla morte. In tali circostanze anche perdere un calzino poteva essere letale. Sempre a causa della promiscuità, delle condizioni igieniche precarie e della malnutrizione, erano diffuse infestazioni di parassiti e malattie.

Tecnologia militare

La Grande Guerra è stato il primo conflitto condotto con armi a cui siamo, purtroppo, abituati anche oggi. Vennero infatti impiegati per la prima volta i carri armati che permettevano di avanzare lungo la “terra di nessuno”. Ma fu anche la guerra dell’aria. Quasi tutti gli eserciti avevano a disposizione degli aerei e i tedeschi utilizzarono i dirigibili come bombardieri. Anche se avevano fatto la loro comparsa nel corso del periodo coloniale, le armi chimiche conobbero ampio uso proprio durante questo periodo. Sotto i mari invece i sommergibili facevano stragi di navi, spesso civili.

Tuttavia alla Grande Guerra si devono anche delle scoperte in campo medico. Fu perfezionata la medicina d’emergenza e vennero create le prime banche del sangue per salvare i soldati feriti.

La terra di nessuno

Fra due trincee contrapposte c’era una lingua di terra di qualche centinaio di metri denominato “terra di nessuno”. Costellata di filo spinato, cavalli di Frisia e disseminata di mine, era il luogo il cui avvenivano le cariche e si cercava di guadagnare qualche metro. La terra di nessuno spesso era un autentico cimitero all’aperto poiché non sempre era possibile recuperare i corpi dei soldati rimasti uccisi. In uno di questi lembi di terra ha avuto luogo uno degli episodi più commoventi della Grande Guerra: la tregua di Natale.

Di tanto in tanto gli ufficiali ordinavano alle truppe di uscire dalla propria trincea per assaltare quella nemica. Si trattava più di una dimostrazione di forza che di una vera strategia. Infatti in questo modo i soldati erano facile bersaglio per i colpi di fucile e di mitragliatrice. Nel corso della guerra le cariche vennero progressivamente abbandonate per adottare una “guerra di posizione"

Le "altre" vittime

Le nuove armi impiegate nella Grande Guerra non solo ammazzavano i soldati ma facevano scempio dei loro corpi. Assistere a queste atrocità provocava shock spesso irreversibili negli uomini. Molti di questi soldati venivano considerati dei simulatori che speravano di essere congedati; il destino di chi tornava a casa era quello di essere rinchiuso in manicomio o, nel migliore dei casi, essere affidato a cure private. La gente cominciò a chiamarli “scemi di guerra”.