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VIRGILIO

Bojena Kmet

Created on February 29, 2024

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Transcript

publio virgilio marone

Presentazione di Bojena Kmet4Acl

70 a.C-19 a.C

INDICE

LINEA DEL TEMPO

VITA DI P.V.M.

LE GEORGICHE

LE SUE OPERE

APPROFONDIMENTI

LO STILE

GRAZIE!

CONCLUSIONE E QUIZ

la vita di publio virgilio marone••

Publio Virgilio Marone nacque il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, vicino Mantova, da un padre agricoltore e una madre che si dedicava all'apicoltura, non a caso Virgilio dedicò un'ampia sezione delle Georgiche all'allevamento delle api. Egli ebbe anche due fratelli, morti prima di lui, e un fratellastro.

+ info

in che periodo storico appare virgilio?

Inizia a comporre l'Eneide

Pubblica le Bucoliche

Lavora alle Georgiche

Subisce l'esproprio di alcuni possedimenti

Muore di ritorno da un viaggio in Grecia

Nasce ad Andes

29 a.C.

39 a.C.

37-30 a.C.

19 a.C.

41 a.C.

31 a.C.

70 a.C.

20 a.C.

44 a.C.

49 a.C.

Battaglia di Azio

Guerra civile tra Cesare e Pompeo

Ritiro di Mecenate dalla scena pubblcia

Morte di Cesare

LE OPERE DI VIRGILIO

Tre sono le opere sicuramente autentiche di Virgilio: le Bucoliche (o Ecloghe), le Georgiche e l’Eneide. Sotto il nome di Virgilio è poi giunto fino a noi un corpus poetico piuttosto esteso: è l’Appendix Vergiliana, che comprende testi differenti per stile, generi, temi ed epoca di redazione.

GEORGICHE

ENEIDE

BUCOLICHE

Poema scritto tra il 29 e il 19 a.C., in esametri dattilici e composto da dodici libri. Narra la storia dell'eroe troiano Enea, che riuscì a fuggire dopo la caduta della città e su cui intervengono le voci degli dèi, dei sogni e dei presagi.

Le Bucoliche (dal greco boukòlos, "pastore") furono scritte tra il 42 e il 39 a.C.. Si tratta di dieci componimenti pastorali in esametri brevi, ispirati agli Idilli di Teocrito per il tema pastorale.

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le georgiche••

Le Georgiche sono un poema epico didascalico scritto tra il 38 e il 26 a.c. Il poema è scritto in esametri ed è diviso in quattro libri, dedicato ognuno a un tema differente. Il primo e il terzo libro sono ampi e le conclusioni sono negative, mentre il secondo e il quarto sono molto brevi e il finale è positivo, ma oltre alla loro architettura caratterizzata da antitesi e rimandi, Virgilio sembra seguire un itinerario anche nella materia: 1-> cerealicoltura 2-> arboricoltura 3-> allevamento 4-> apicoltura Le materie vanno da attività per le quali all'uomo occorre molto lavoro a attività in cui l'impegno richiesto è minore, mentre, viceversa, cresce il ruolo esercitato dalla natura.

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primo libro

delle Georgiche

Il primo libro de Le Georgiche si apre con il proemio generale e prosegue con la dedica a Mecenate e l’invocazione alle divinità protettrici, prendendo in esame la natura, la semina e le sue cure specifiche, l’osservazione degli astri, i pronostici.

Il testo descrive il ciclo agricolo dall'inizio della primavera all'inverno, invocando gli dei protettori dell'agricoltura e menzionando l'importanza di curare la terra e di osservare il cielo per individuare i momenti propizi per seminare e lavorare il terreno. Si sottolinea l'incessante lavoro del contadino e l'importanza di scrutare gli indizi celesti per prevedere il tempo. Il libro si conclude con i prodigi legati alla morte di Giulio Cesare.

secondo libro

delle Georgiche

Il libro inizia con una lode a Mecenate e tratta poi della coltivazione delle piante, evidenziando la cura necessaria affinché producano frutti e la loro preferenza per la terra adatta, in particolare l'Italia. Viene descritto con perizia l'innesto delle piante e si esalta l'Italia per la sua bellezza, le sue meraviglie e il coraggio dei suoi abitanti. Si dedica molta attenzione alla coltivazione della vite e dell'olivo, due piante mediterranee di grande importanza. Il libro si conclude con una lode alla felicità della vita nei campi, sottolineando la libertà e la pace che caratterizzano l'esistenza dei contadini, ispirata alla vita degli antichi abitanti dell'Italia.

delle Georgiche

terzo libro

Il poeta inizia con un richiamo a Pale, dea italica della pastorizia, e ad Apollo pastore, e con un ricordo accorato della sua Mantova e del fiume Mincio, presso il quale era nato. Il libro poi è dedicato tutto all'allevamento dei bovini e dei cavalli, al loro addestramento e alla loro riproduzione. Da quest'ultima si apre una digressione sulla forza dell'amore e segue la parte dedicata agli ovini, con una digressione geografica sulla vita dei pastori nomadi dell'Africa. Il libro si chiude con una serie di avvertimenti sulle malattie che possono colpire gli animali e sterminare gli armenti.

Il libro è dedicato all'apicoltura e inizia con una nuova apostrofe a Mecenate. La vita delle api è simile a quella di una città ben organizzata, regolata da norme precise, che tutti rispettano; le api sono laboriose, sobrie, e producono il divino alimento che di tutti è il più dolce, ossia il miele. Queste doti naturali furono attribuite loro da Giove, perchè, quando era ancora neonato nella sua grotta, esse vennero a nutrirlo con il loro miele. Il libro prosegue analizzando le varie fasi dell'apicoltura, stagione per stagione, e si chiude con il mito del pastore Aristeo e di Orfeo ed Euridice.

quarto libro

delle Georgiche

video sulle georgiche

VIRGILIO(70 a.C.-19 a.C.)

compone

poesia epica: ENEIDE (30-19 a.C)

poesia didascalica: GEORGICHE (37-30 a.C)

poesia pastorale: BUCOLICHE (42-39 a.C)

*pietas come valore fondante della civiltà romana*l'origine divina della gens Iulia da cui deriva Augusto

*la celebrazione poetica dell'agricoltura e della vita campestre *i valori della civiltà contadina italica *l'armonia tra uomo e natura

*idealizzazione della natura e della vita agreste *la funzione consolatrice della poesia rispetto alle conseguenze causate dalla guerra e dall'amore

*pietas come valore fondante della civiltà romana*l'origine divina della gens Iulia da cui deriva Augusto

*stile sublime e solenne, con ampio utilizzo di figure retoriche *narrazione soggettiva, con interventi diretti del poeta

*stile formalmente molto curato *ampio utilizzo di digressioni, metafore e personificazioni

*stile humilis: ricerca della semplicità formale *il ricorso a frasi brevi e a un linguaggio non troppo elaborato

LO STILE

di Virgilio

Virgilio scrive in esametri, tanto belli quanto profondi. Il suo stile varia a seconda dell'argomento: nelle Bucoliche e in parte nelle Georgiche c'è uno stile humilis, costituito da frasi brevi e parole non solenni, nell'Eneide lo stile diventa sublime e solenne, con la presenza di composti come armipotens, mentre le Georgiche si caratterizzano per la ricerca della perfezione formale e di uno stile variegato, arricchito da digressioni, cambi di ritmo e metafore. Una delle sue figure retoriche preferite è il chiasmo, che compone in una struttura equilibrata l'ordine naturale delle parole. Altre caratteristiche dello stile virgiliano sono l'uso moderato degli aggettivi, la raffinatezza delle metafore e la capacità di alternare descrizioni ampie ed estese con immagini evocative. Inoltre, Virgilio riesce in pochi versi a rendere la drammaticità della scena, infatti tratta della sventura di Priamo in soli dieci versi.

quiz!!

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Sitografia e bibliografia

https://www.frasicelebri.it/frasi-di/publio-virgilio-marone/?page=4#start-content

https://www.studenti.it/virgilio-vita-e-opere.html

https://www.skuola.net/letteratura-latina-eta-augustea/georgiche.html

https://www.studiarapido.it/georgiche-di-virgilio-contenuto-e-spiegazione/

E.Cantarella-G.Guidorizzi,Ad Maiora, Milano 2023

'La mente muove tutta la mole del mondo'

'Vince solo chi è convinto di poterlo fare'

'Perfido amore, a che non costringi il cuore umano'

GRAZIE MILLE!!!

SECONDO LIBRO

PRIMO LIBRO

QUARTO LIBRO

TERZO LIBRO

Un finale dominato dal mito di Aresteo ed Orfeo.

Virgilio, attraverso un espediente retorico chiamato , racconta due vicende mitologiche: quella di Aristeo, che perde le api per una pestilenza, e quella di Orfeo, che aveva perso l’amata Euridice. Aristeo è infatti informato dal dio Proteo di essere la causa involontaria della morte della donna, avvelenata dal morso di un serpente proprio mentre lui la inseguiva. Il lamento di Orfeo, inventore della poesia, aveva impietosito gli dèi che avevano fatto tornare in vita Euridice, ma la curiosità dello stesso Orfeo ne determina nuovamente la morte. Si era infatti voltato a guardarla prima del momento prestabilito. Aristeo, saputo ciò, offre piamente vittime riparatrici alle Ninfe, compagne di Euridice, come richiestogli da Proteo: dalle viscere dei buoi sacrificati rinascono miracolosamente le api. Questo mito è scritto in forma di , ovvero attraverso una antica tecnica alessandrina che ha permesso a Virgilio di utilizzare questo mito per spiegare da dove nasce la Bugonia, ossia la capacità delle api di generarsi dai buoi morti. Sia Orfeo che Aristeo combattono contro la morte: Orfeo contro la morte di Euridice, Aristeo contro quella delle api.

ἔκϕρασις

αἴτιον

Il padre lo fece studiare a Cremona e in quel periodo prese la toga virile che segna il passaggio all'età adulta. Da Cremona si trasferì a Milano e poi a Roma, dove studiò la retorica e conobbe esponenti aristocratici come Elvio Cinna e Ottaviano. Virgilio aveva una personalità sensibile, introversa e proiettata verso l'otium letterario. Si tenne lontano dalla vita politica, infatti celebrava valori della civiltà contadina vissuta con una sensibilità nuova. Un evento fondamentale della vita di Virgilio fu l'incontro con l'epicureismo, che predicava una vita lontana dalla politica e che si addiceva perfettamente alla sua sensibilità. Al termine della guerra civile, nel 41 a.C., una parte delle terre dell'Italia settentrionale e i campi di Virgilio furono assegnati ai veterani di Ottaviano. La perdita delle terre lo portarono a trasferirsi a Roma con il padre. Da lì inizio la stesura delle sue opere più importanti: le Bucoliche, le Georgiche e l'Eneide. Nel 19 a.C. egli partì per un viaggio in Grecia, durante il quale si ammalò e fu costretto a tornare morendo, però, sulla via del ritorno, a Brindisi il 21 settembre. Agli amici Vario e Tucca chiese per testamento di bruciare il manoscritto dell'opera perchè insoddisfatto. Augusto lo vietò ed è grazie a lui che possediamo i suoi capolavori.