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Salute e malattia nell'epoca romana
Cristian Terrenzio
Created on February 27, 2024
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Transcript
Salute e malattia nell'antica Roma
DOSSIER
Indice
Ospedali nell'epoca romana
Le malattie romane
Problematica negli ospedali attuali
Differenze con le malattie attuali
Cause di malattie nelle diverse epoche
Introduzione dei medici romani
Cure delle malattie romane
Galeno
Celso
Cure attuali
Obiettivo 3
L'Obiettivo 3 si propone di garantire la salute e di promuovere il benessere per tutti e a tutte le età. Esso si focalizza su diversi ambiti di intervento: ridurre la mortalità materno-infantile, debellare le epidemie, contrastare le malattie trasmissibili e le malattie croniche, promuovendo benessere e salute mentale.
Questa problematica persiste nel presente, come nel passato.
MALARIA
TUBERCOLOSI
è una malattia causata da parassiti, trasmessi attraverso le punture di zanzare. I sintomi tipici della malaria includono febbre, brividi, dolori muscolari, affaticamento e nausea. Invece, nei casi gravi, essa può portare delle complicazioni come un’influenza renale, danni celebrali e la morte, soprattutto nei bambini e nelle persone con sistemi immunitari carenti. La malaria era, nell’antica Roma, era diffusa a causa delle zone paludose presenti in molte regioni dell’impero Romano, dove le zanzare trovavano un ambiente ideale per la riproduzione.
Le mallatie dei Romani
è una delle malattie infettive più antiche conosciute dall'umanità e continua ad essere un importante problema di salute diffusa in molte parti del mondo. Essa colpisce principalmente i polmoni, ma anche altri organi come i reni, il sistema nervoso e le ossa. Viene trasmessa da una persona infetta a una sana tramite la tosse o gli starnuti. I sintomi includono tosse persistente, febbre, sidorazioni notturne e perdita di peso.
Le malattie nell'antica Roma erano per lo più collegate allo stile di vita e alle condizioni igienico sanitarie degli ambienti in cui vivevano e a causa di questo, erano una costante minaccia per la popolazione. Le malattie più conosciute che si diffusero furono la malaria, la tubercolosi, la sifilide e la peste.
PESTE
SIFILIDE
è una malattia sessualmente trasmessa, era conosciuta gia nell'antica Roma e si diffondeva rapidamente tra la popolazione. Questa malattia, inoltre, prosegue attraverso diversi stadi: primario, secondario e terziario. Nel primario, i sintomi includono delle lesioni cutanee indolori chiamati cancri. Nel secondario, possono verificarsi eruzione cutanee, febbre, mal di gola e linfonodi ingrossati.Inoltre, se non viene trattata, la sifilide può raggiungere il terzo stadio, che può coinvolgere il cuore, il cervello e altri organi, causando danni gravi e fatali
è una malattia infettiva che si trasmette principalmente attraveso le punture di pulci infette che si nutrono di roditori come topi e scoiattoli. Esistono 3 forme principali di peste: bubbonica, setticemica e polmonare. La peste "bubbonica" è caratterizzata da gonfiori linfatici dolorosi chiamati bubboni. La forma " setticemica" coinvolge la diffusione del batterio nel flusso sanguigno, mentre la peste "polmonare" è la forma più letale e può essere trasmessa da persona a persona attraverso goccioline respiratorie.
Differenze con le malattie attuali
Le malattie al giorno d'oggi sono meglio comprese grazie al progresso della scienza e alle tecnologie moderne , consentendo una risposta piu precisa e mirata rispetto ai tempi dell'antica Roma dove le malattie spesso erano poche comprese , proprio per questo la durata media di vita era di soli 25 anni , e i trattamenti erano molto limitati.Ad oggi in Italia curiamo le malattie le curiamo all'interno di ospedali pubblici che sono gratuiti e sono sicuri , mentre nell'antica Roma c'era la taberna medica , solo in un secondo momento furono creati gli ospedali pubblici. I medici al giorno d'oggi hanno la possibilità di specializzarsi in un particolare ambito della medicina mentre , all'inizio i medici erano generici e curavano tutti i tipi di malattie , poi divennero specilistici , curando una certa malattia o un organo preciso. I medici usavano pure gli assistenti , soprattutto negli interventi chirurgici , istruendoli quindi un po' nel campo . Così gli assitenti diventavano medici. Un'altra differenza sostanziale sta nella pulizia , infatti nell'antica Roma l'igiene era veramente molto scarsa e ciò non era una buona cosa, mentre al giorno d'oggi l'igiene e nettamente migliorato.
Cause di malattie nelle due epoche
Le cause delle malattie tra l'epoca romana e quella moderna sono differenziate da diversi fattori. Nell'antica Roma, la mancanza di igiene, le condizioni abitative sovraffollate e la carenza di conoscenze mediche contribuivano alla diffusione di malattie infettive come la malaria e la tubercolosi. Nell'epoca moderna, sebbene siano state compiuti notevoli progressi nella medicina, le malattie croniche legate allo stile di vita come l'obesità e le malattie cardiovascolari sono diventate più prevalenti a causa di diete poco salutari e stili di vita sedentari. Inoltre, la globalizzazione e i viaggi internazionali hanno reso più rapida la diffusione di malattie infettive come l'HIV/AIDS e l'influenza.
CURE
Nell'antica Roma
Oggi
Il 70% di tutte le decisioni cliniche vengono prese dagli esami di laboratorio. A ben vedere, quindi, la medicina di laboratorio è l’attività sanitaria di gran lunga più utilizzata dai cittadini. Se prima le informazioni erano poche, adesso sono enormemente aumentate come numero di accessi per pazienti, ma anche come numero di esami eseguibili.Successivamente, viene prescritto un medicinale. Tutti i medicinali sono costituiti da principi attivi e da vari eccipienti: -Il principio attivo è il componente dei medicinali da cui dipende la sua azione curativa. -Gli eccipienti sono invece componenti inerti del medicinale, privi di ogni azione farmacologica. Hanno la funzione di proteggere il principio attivo dagli agenti esterni che potrebbero danneggiarlo, di aumentare il volume per consentire la preparazione di compresse o di qualsiasi altra forma farmaceutica di dimensioni accettabili e di facilitare l’assorbimento del principio attivo nell’organismo.
I romani curavano la gran parte delle loro malattie attraverso l’utilizzo delle piante, da cui ricavavano i principi attivi che costituivano la base della loro medicina. Ogni pianta aveva un effetto che nel corso del tempo i medici romani avevano collegato al trattamento di una particolare patologia. Ad esempio: I fichi secchi utilizzati per curare la tonsillite Il cavolo, una sorta di panacea per tutti i mali, aveva moltissime proprietà e poteva essere combinato con diversi altri alimenti o piante. Curava dall’indigestione fino all’insonnia, dai dolori articolari alla stipsi e in generale era considerato un ricostituente per gli anziani. I funghi: i romani avevano intuito che esistevano degli elementi in grado di sconfiggere le infezioni e probabilmente avevano immaginato la presenza di piccoli corpuscoli, i batteri, che andavano combattuti. I funghi possono essere comodamente considerati come degli antibiotici o antisettici dell’epoca.
Interventi chirurgici
Un altro campo in cui i romani eccellevano, era quello degli interventi chirurgici: il primo fondamentale e più importante era quello di aggiustare e sistemare le ossa. Le slogature, le fratture, anche molto gravi, erano trattate quotidianamente. E nel corso dei secoli, i medici romani hanno dimostrato una grande capacità nel curare le ossa rotte, nello steccare un braccio o una gamba e nell’eseguire aggiusti manuali Ancora, erano soliti curare le emorroidi, anche quello un problema abbastanza diffuso, di eseguire estrazioni dei denti, e alcune fonti ci parlano addirittura di piccoli interventi al cranio per curare le commozioni cerebrali. Gli interventi chirurgici erano estremamente pericolosi e dolorosi, in quanto esistevano solo alcuni blandi anestetici certamente non paragonabili alle sostanze di cui disponiamo oggi.
GLI OSPEDALI
I Romani cominciarono a costruire edifici chiamati valetudinaria per la cura di schiavi malati, gladiatori e soldati già intorno al 100 a.C.: molti però risalgono anche ad epoche successive. L'accettazione del Cristianesimo nell'Impero Romano ha portato ad un allargamento dell'offerta di assistenza sanitaria. Infatti, dopo il primo concilio di Nicea nel 325 d.C. si iniziò la costruzione di un ospedale in ogni città cattedrale: tra i primi ci furono quelli costruiti dal medico San Sansone a Costantinopoli e da Basilio di Cesarea nell'odierna Turchia verso la fine del IV secolo. All'inizio del V secolo, gli ospedali erano già diventati onnipresenti in tutto l'Oriente cristiano, cosa che ha costituito un sostanziale cambiamento nella società rispetto all'era precristiana dell'Impero Romano, quando infatti non esistevano ospedali civili.Alcuni ospedali ospitavano anche biblioteche e programmi di formazione: i medici completavano i loro studi di medicina e farmacologia con il supporto dei manoscritti.
Problematica ospedaliera negli ultimi anni
Negli ultimi due anni uno degli errori più grossolani, dicono sindacati e associazioni, è stato discutere degli spazi più che delle professionalità. Si è dato grande peso all’aumento dei posti in terapia intensiva e negli altri reparti senza considerare chi avrebbe lavorato intorno a quei letti. Ogni paziente, infatti, deve essere assistito da un numero adeguato di operatori sanitari, un rapporto che non è stato quasi mai rispettato se non spostando medici e infermieri da altri reparti, limitando altri servizi sanitari come esami e operazioni programmate.Dall’inizio dell’epidemia sono stati aggiunti circa mille posti letto effettivi nelle terapie intensive dopo che per anni erano stati tagliati.Ma all’emergenza coronavirus si sono aggiunti incidenti stradali, infarti, infortuni più o meno gravi. Negli ospedali dove la pressione di malati di COVID-19 è diventata insostenibile sono state concentrate le risorse nelle terapie intensive, rimandando l’attività ordinaria. Secondo molti medici, non basta discutere di quante strutture costruire, ma di come ripensare la sanità nelle strutture nuove e in quelle esistenti perché i problemi causati dall’epidemia continueranno anche nei prossimi anni. Servirebbero strutture multispecialistiche con spazi adeguati a gestire un’emergenza epidemica, con reparti e percorsi puliti, e personale aggiuntivo. Bisogna assolutamente trovare una soluzione, altrimenti continueremo a negare il diritto alla cura ai malati di altre patologie.
MEDICI ROMANI
Per far luce sulla categoria dei medici occorre dire che nell'antica Roma non c'erano dei veri e propri medici, e le malattie spesso erano curate in modo casalingo da guidatori, autodidatti o persone che avevano imparato il mestiere seguendo qualcuno più esperto.Addirittura, secondo quanto ci racconta Plinio il Vecchio nel I secolo d.C., fin quando non giunsero i medici provenienti dalla Grecia e in minoranza dalla Palestina e dall'Egitto, a Roma mancavano veri e propri medici, e le cure mediche risultavano essere raramente efficaci. L'arrivo a Roma dei medici greci inizialmene non fu visto di buon occhio; i romani pensavano che, dato che i greci erano stati sconfitti, volessero vendicarsi sui romani consigliando cure controproducenti o inefficaci. Inoltre, le prestazioni dei medici nell'antica Roma non erano gratuite, soprattutto erano più costose quelle dei medici più esperti; questo portava la maggior parte della popolazione a rivolgersi a semplici guaritori e in ogni caso le cure e i relativi rimedi spesso si basavano su conoscenze mediche individuali.
+ info
GALENO
Tra i medici più famosi di Roma antica e che diedero grande impulso allo sviluppo dell'arte medica abbiamo Galeno, medico greco di Pergamo, studiò medicina per dodici anni. Quando tornò a Pergamo, nel 157, lavorò come medico alla scuola dei gladiatori facendo esperienza sui traumi e le ferite che lui, descriverà come le finestre nel corpo. Dal 162 visse a Roma, dove scrisse e operò, dimostrando pubblicamente la sua conoscenza dell'anatomia. Per la sua fama divenne medico dell'imperatore Marco Aurelio, Commodo e Settimio Severo. Effettuò delle sperimentazioni di numerosi animali per studiare la funzione dei reni e del midollo spinale, impiegando ben 20 scrivani per annotare le sue parole. Molte delle sue opere e manoscritti furono distrutti da un incendio del Tempio della Pace a cui li aveva donati. Dimostrò che le arterie trasportano sangue, non aria; effettuò i primi studi sulle funzioni dei nervi, del cervello e del cuore; sostenne inoltre che la mente era situata nel cervello, non nel cuore, a differenza della tradizione aristotelica. Ebbe numerosi meriti, soprattutto per lo studio dell'anatomia anche se fu brutale e spietato nel trattamento degli animali. Tuttavia fece anche errori, e il più grave fu che non adottò il bendaggio per bloccare le emorragie appoggiando la pratica del salasso trasformandolo in un rimedio universale.
CELSO
Ma il medico più importante della prima epoca imperiale fu il medico romano, Aulo Cornelio Celso (25 a.c. - 50 d.c.), considerato l'Ippocrate Romano e il Cicerone della medicina. Nelle sue opere trattó di patologia, di clinica, di igiene, ma soprattutto di chirurgia, come la legatura dei vasi nelle emorragie, la sutura delle ferite, la toracotomia, le ernie inguinali, ombelicali e scrotali, l'eliminazione dei calcoli vescicali, le operazioni di emorroidi e varici, la chirurgia plastica e 24 procedure chirurgiche in oculistica. Celso, seguace di Ippocrate, aveva ottima conoscenza dell'anatomia, come dimostra la descrizione del cranio con le suture ed i punti di maggiore o minore resistenza. Egli fece anche studi di chirurgia per ferite e ulcere suppuranti o ferite da freccia o giavellotto; interessante soprattutto per i militari in guerra.
Dossier realizzato da:Cristian Terrenzio Alessia De Vincenzo Luciano Ciccotelli