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modigliani e de chirico
ROBERTA MICHAEL
Created on February 25, 2024
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Transcript
Giorgio de Chirico e Amadeo Clemente Modigliani
Index
Amadeo Clemente Modigliani
Giorgio De Chirico
Piazza d'Italia Metafisica
La bambina in azzurro
Le muse inquietanti
Jeanne Hébuterne
Ritratto di Paul Guillaume
Il canto d'amore
Giorgio de Chirico
- Nonostante sia considerato uno dei più importanti pittori italiani, Giorgio de Chirico nasce a Volo, in Tessaglia. La Grecia e il mondo classico avranno un ruolo fondamentale nell’immaginario dell’artista: nei suoi dipinti, al fianco di piazze e caseggiati moderni, compaiono colonne, busti classici e candide statue di marmo.
- Giorgio de Chirico studia al Politecnico di Atene, all’Accademia di Belle Arti di Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Dopodiché si trasferisce a Milano nel 1909 e infine a Parigi nel 1911, dove già viveva suo fratello Alberto. Nella capitale francese fa la conoscenza di Picasso. È in questo periodo che dà vita ad una delle serie di quadri più note: quella delle “piazze metafisiche”
- Quando esplode la Prima Guerra Mondiale si arruola come volontario insieme al fratello Alberto. I due vengono inviati in servizio a Ferrara: è qui che Giorgio incontrerà il pittore futurista Carrà. I due daranno avvio alla corrente nota come “pittura metafisica”.
- La pittura metafisica porrà le basi per la nascita del “surrealismo”, corrente artistica che privilegerà la rappresentazione dell’io interiore dell’artista a discapito della fedeltà realistica. Artisti surrealisti sono Mirò, Dalì, Magritte.
- Nel secondo dopoguerra de Chirico avvierà quella che è conosciuta come “fase barocca”, con opere che ritraggono nature morte, soggetti storici mitologici e autoritratti come il famoso Autoritratto con corazza (1948 – in cima all’articolo).
- L’artista, ormai stimato e riconosciuto, avrà l’onore di festeggiare il novantesimo compleanno in Campidoglio, nel 1978. Si spegnerà pochi mesi dopo a causa di una lunga malattia.
Elementi chiave
Surrealismo, Pittura metafisica, Arte moderna, Architettura neobarocca
Piazza d’Italia Metafisica
Piazza d’Italia Metafisica, 1921, olio su tela, 65 x 81 cm. Mannheim, Städtische Kunsthalle
Nella scena cittadina si coglie un’atmosfera inquietante e misteriosa come in tutte le versioni di questo soggetto. Il tempo infatti sembra sospeso e domina un silenzio assoluto. L’opera emana così un senso di solennità che evoca un realtà parallela. Il tema della piazza deserte o con figure inquietanti e spettrali che proiettano lunghe ombre sul terreno ricorre spesso nella carriera De Chirico. In ogni scena l’impostazione è più o meno la stessa ma sono presenti alcune varianti che in quest’opera sono tutte presenti. Inoltre l’evocazione di volti umani, che si possono rintracciare nelle architetture, aumenta il senso di inquietudine e mistero dell’opera.
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PIAZZE d'ITALIA
Study NAME
Le architetture metafisiche
Nel dipinto intitolato Enigma dell’ora, del 1911, De Chirico dipinse una struttura architettonica ad archi che si trova anche in Piazza d’Italia Metafisica. Per il pittore questo porticato assume il significato di eterno presente. De Chirico, considerava l’istante come un enigma come il dipinto che realizzava in base al suo ricordo. Il fondo della piazza è chiuso da un muro che corre da un lato all’altro del dipinto. Questo muro, sul quale procede il treno a vapore, rappresenta un limite oltre il quale si trovano i misteri e gli enigmi che la vita ci pone. Inoltre è uno spazio della mente che racchiude i misteri della persona, i suoi sogni e le sue paure. Oltre questo limite, infatti, De Chirico dipinge spesso linee di montagne deserte, fabbriche, ciminiere e abitazioni sparse. Nel dipinto in questione il treno rappresenta la metafora visiva del viaggio, fisico ed esistenziale. Le uniche figure umane presenti sono due uomini in abiti formali che forse discutono proprio sui misteri evocati dal dipinto.
Lo stile
Le muse inquietanti
- 1918,
- olio su tela,
- 97 x 66 cm.
- Milano, collezione privata
Nel quadro sono presenti tutte le tematiche che caratterizzano la pittura Metafisica. I manichini rappresentano una citazione classica. La piazza deserta, sulla quale si affacciano una fabbrica e il castello di Ferrara crea un ponte inquietante tra passato e presente.
Se Chirico abbandona il linguaggio sperimentale dei futuristi per recuperare classicità. Del tutto contraria alla rappresentazione del movimento futurista, nella Metafisica, viene celebrata l’immobilità della tradizione e delle opere da museo. Caratteristiche della pittura metafisica sono le citazioni classiche che si concretizzano con forme statuarie. Infatti la base del manichino di destra ricorda il fusto di una colonna. Sul busto di pietra è scolpito un abbigliamento che ricorda le statue greche.
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Il canto d'amore
- 1914,
- olio su tela,
- 73 x 59 cm.
- New York, Moma
Il tratto più evidente è il riferimento all’antichità classica. In questo caso è evidente nella riproduzione del calco dell’Apollo del Belvedere. Non vi sono personaggi riconoscibili e figure umane. Nel dipinto, così, non vi è nessun riferimento alla vita. Le figure e le architetture sono dipinte con un modellato che recupera le tecniche rinascimentali. Il dipinto è giocato su un contrasto di complementari, non eccessivamente saturi. Infatti il marrone degli edifici e del muretto risulta complementare al blu spento della strada e all’azzurro del cielo. Il treno è in controluce e si staglia nettamente contro un debole bagliore all’orizzonte.
Amedeo Clemente Modigliani
Amedeo Clemente Modigliani, (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920), è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Affetto da tubercolosi, morì all'età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino del Père Lachaise. Modigliani sviluppò uno stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo del movimento artistico dei cubisti, ma di cui non fece mai parte. Modigliani è famoso per il suo lavoro rapido: si dice che completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Eppure, tutti coloro che avevano posato per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come "farsi spogliare l'anima". Modigliani si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore e iniziò a scolpire seriamente dopo che Paul Guillaume s'interessò al suo lavoro sulla scultura nera, a Parigi lo presentò a Constantin Brâncuși e poco dopo a Picasso. La concezione della sua pittura basata sul disegno lineare, la purezza arcaica della sua scultura e la vita romantica e tribolata di miseria e malanni fanno di Modigliani una personalità eccezionale nel quadro dell'arte moderna, isolata dalle correnti del gusto contemporaneo (cubismo, futurismo, dadaismo e surrealismo) pur lavorando nel loro stesso periodo. Oggi, Modigliani è universalmente considerato come uno dei più grandi artisti del XX secolo e le sue opere sono esposte nei più grandi musei del mondo.
Arte moderna, Espressionismo, Scuola di Parigi, Fauves
La bambina in azzurro
1918, olio su tela, 116 x 73 cm. Parigi, collezione Jonas Netter
è raffigurata una bambina dal viso inclinato verso destra. La piccola porta una capigliatura sobria con i capelli tirati in alto e solo qualche ciuffo sopra la fronte. La protagonista mostra poi uno sguardo timido e un po’ impacciato. Indossa un abitino azzurro decorato con un ampio colletto bianco ricamato. Ai piedi indossa alti stivaletti che arrivano fino ai polpacci. La piccola protagonista del ritratto è in posizione eretta al centro del dipinto e assume una posa un po rigida tenendosi le mani educatamente. Infine il pavimento è composto da piastrelle sconnesse di colore marrone. Le due pareti chiare s’incontrano nello spigolo che si trova dietro la protagonista. Infine l’ombra della sua figura si proietta sulla parete e sul pavimento a destra dell’osservatore
Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne è stato il più grande amore di Modigliani; era una donna dolce, taciturna, di grande bellezza e dal temperamento un po’ “depressivo”. Tra il 1918 e il 1919 Modigliani la ritrae più di 20 volte; ritratti del volto o a mezzo busto, frontali, di profilo. La tecnica pittorica e compositiva di Modigliani raggiunge in questo periodo la sua massima espressione. Il ritratto viene quindi stilizzato, perde le caratteristiche reali e soggettive; ma ciò nonostante rimane riconoscibile. La modella incarna alla perfezione l’ideale di bellezza femminile di Modigliani, nella sua fisicità, nelle forme pure e rarefatte. Il ritratto è uno dei pochi che presenta anche le pupille dipinte: “Dipingerò i tuoi occhi quando conoscerò la tua anima”.
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ritratti di Jeanne Hébuterne
Ritratto di Jeanne Hébuterne
1918 Olio su tela dimensioni 55×38 cm Collezione privata
Nel ritratto, Jeanne è ritratta con un cappello nero che copre i suoi lunghi capelli scuri, e indossa una maglietta marrone con al collo una collana azzurra. Il suo viso è rappresentato in modo delicato e le sue caratteristiche sono dolci e femminili, con occhi grandi e labbra sottili. L’artista ha anche utilizzato una tavolozza di colori morbidi per creare un’atmosfera romantica e malinconica.Gli occhi in particolare sono dipinti con un’attenzione profonda alla luce e donano al quadro un effetto magico e spirituale. Colpiscono la posizione del collo e la sua lunghezza che, grazie alla collana, viene messo in risalto.
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Ritratto di Paul Guillaume
1916 Olio su tela Dimensioni 81×54 cm Ubicazione Museo del Novecento, Milano
Allora poco più che trentenne, l’artista amava ritrarre nei suoi dipinti amici e conoscenti: Paul Guillaume è stato un importante collezionista d’arte e mecenate, a cui Modigliani ha dedicato ben tre ritratti. La sua posa in questo ritratto riprende una serie di fotografie scattate nel 1915 nell’atelier dell’artista. Una figura costruita attraverso la linea cubista, una resa plastica quasi scultorea, una figura dallo sguardo perso nel vuoto, una particolare attenzione alla fisionomia e un utilizzo dei colori sempre più densi e compatti. E sullo sfondo, quasi come se fosse un graffito, il nome del soggetto raffigurato e la data di realizzazione del dipinto. In quest’opera, in particolare, l’artista raffigura Guillaume con un solo occhio, il motivo lo spiega lo stesso Modigliani con queste parole: “Perché con uno tu guardi il mondo, con l’altro guardi in te stesso”.
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La serie di opere intitolate Le piazze d’Italia sono luoghi vedute di luoghi realmete esitenti che De Chirico frequentò a Milano, Torino, Roma, Firenze, Ferrara, Venezia. L’assenza di precisi riferimenti spazio-temporali, poi, connota il dipinto con una componente lirica e non narrativa. Gli elelmenti della scena sono infatti da intendersi come simboli della realtà personale dell’artista anche se ricordano edifici presenti nella città di riferimento. Queste piazze, infatti, sono frutto del ricordo e non della pittura dal vero, quindi la loro rappresentazione è filtrata dal suo universo interiore.
La relazione tra Modigliani e la Hébuterne viene ritenuta scandalosa, le due famiglie si oppongono e la tengono segreta. Jeanne venne cacciata di casa.Anche lei era una pittrice di discreto talento. Per volere della famiglia le sue opere non furono mai rese pubbliche impedendo così il riconoscimento del suo talento. A Jeanne non fu mai perdonata la sua scelta d’amore: troppa differenza di età, vita troppo dissoluta di lui.Un anno dopo la morte di Modigliani, alla tenera età di 22 anni e incinta di nove mesi, Jeanne si gettò dal quinto piano di un palazzo perché non riusciva a continuare a vivere senza il suo grande amore.
Ritratto di Modigliani
A destra, invece, si trova un’altra forma che ricorda una persona seduta. L’abito scende a terra formando quattro pieghe volumetriche che ricordano il fusto della colonna di sinistra. Le parti che rappresentano le braccia, poi, sono unite sulle gambe e sembrano conserte. Il torace, infine, è aperto e mostra un’apertura scura mentre al posto della testa vi è il pomello di un manichino. Ad indicare che si tratta di uno strumento da sartoria vi sono le impunture tratteggiate lungo la struttura.
Il titolo Le Muse inquietanti allude alla presenza fisica di personaggi della mitologia classica. Nonostante il dipinto sia privo di figure umane, è evidente che Le Muse siano rappresentate dai manichini inanimati e composti. Questa ulteriore citazione classica ricorda le divinità che proteggevano le arti nel mondo antico. Forse, i manichini sono anche le personificazioni di artisti visionari e profetici. L’accostamento del mondo classico, che rappresenta la storia, con quello dell’Industria crea un ponte tra passato e presente.
Elementi chiave delle opere metafisiche di De Chirico sono le immense piazze prive della presenza umana in cui emergono elementi bizzarri come manichini, busti di marmo e colonne classiche. Da queste opere spesso traspare un senso di solitudine e inquietudine, come se ci si trovasse immersi in uno strano sogno.
Per la figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo, De Chirico trae ispirazione dall'"uomo senza volto", personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e scrittore.
De Chirico riusci ad ottenere questo effetto di inquietudine sull’osservatore accostando in modo inconsueto oggetti, architetture, monumenti ed elementi del paesaggio. Inoltre la loro semplificazione formale e la presenza di lunghe ombre al suolo sono caratteristiche antinaturalistiche che avvicinano le figure al mondo dei simboli. Le scene poi sono estremamente ordinate e ogni figura è dipinta in modo ben definito, seppur con tratti molto semplici. Si ha così, la sensazione di atmosfere cristalline e raggelate nello spazio-tempo. Per rendere verosimile la rappresentazione il pittore progettò spazi geometrici leggibili in modo chiaro attraverso le figure architettoniche.
Modigliani riuscì a rappresentare solo gli occhi della sua amata, che per lui erano lo specchio dell’anima. Dopo aver condiviso insieme una vita di povertà, scontri, difficoltà e malattie, durante la quale mai la donna decise di abbandonarlo, Modigliani si rese conto di aver davvero conosciuto la sua compagna. Egli era quindi in grado di vedere la sua splendida anima.Modigliani considerava i grandi occhi vitrei come un modo per rappresentare l’introspezione dei suoi personaggi. Essi sono un invito a “guardarsi dentro” e non solo a guardare cosa c’è fuori.
La statua di Arianna
Una statua di Arianna addormentata è dipinta al centro della piazza. Gli esperti della pittura di de Chirico indicano questo soggetto del periodo neometafisico. La figura di Arianna, soggetto classico, mantiene un significato simolico ma la sua immagine è realizzata con una descrizione sommaria, meno definita. Questo dettaglio rivela che il pittore era più interessato ai valori formali della figura rispetto a quelli pittorici e descrittivi. Infine, secondo alcuni commentatori, la figura di Arianna rappresenta la femminilità mentre quella della torre o delle ciminiere, contrappone quella maschile e falllica.
Pittura Metafisica
Per “pittura metafisica” si intende un’arte che usa gli strumenti tecnici tipici delle pittura (prospettiva, chiaroscuro, colore) per rappresentare qualcosa che va al di là dell’esperienza sensoriale, lasciando spazio a sogni e visioni frutto dell'inconscio. Nella pittura metafisica anche i luoghi, per quanto realistici, assumono una valenza onirica per via di una prospettiva spesso distorta, di elementi apparentemente fuori luogo (statue, manichini) e di colori innaturali.
Grande interno metafisico - 1917