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Pascoli

Michela Di Santo

Created on February 21, 2024

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Transcript

Opere
Biografia
Ideologia
Poetica del Fanciullino
Stile

Giovanni pascoli

1855-1912
Nel saggio Il fanciullino, Pascoli spiega come all'interno di ciascuno/a di noi ci sia un fanciullino che ammira il mondo per la prima volta, ne rimane estasiato e meravigliato, non ancora limitato dalle convenzioni della razionalità. Il poeta-veggente è quindi in grado, con la sua poesia e il suo lessico, di indagare le relazioni misteriose in natura, proprio come i Decadentisti dicevano. La poesia di Pascoli è, quindi, chiamata anche la poesia delle piccole cose poiché, per l'autore, non solo le cose grandi hanno valore ma soprattutto quelle piccole, quelle umili, quelle poco considerate, descritte e amate proprio come farebbe un bambino.
Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna da famiglia della piccola borghesia rurale.
L'uccisione del padre il 10 agosto 1867 sconvolge l'autore: in lui nasce il grande senso di ingiustizia e di attaccamento al nido familiare.
Dopo la laurea in Lettere a Bologna, diventa insegnante liceale, vivendo con le due sorelle Ida e Maria. Dal 1895 è titolare della cattedra di greco e latino all'Università di Bologna, sostituendosi a Carducci. Muore nel 1912, l'anno successivo al suo grande discorso nazionalista "La grande proletaria si è mossa".
  • Myricae: 4 edizioni, la definitiva è del 1900. Myricae indica in latino le tamerici come simbolo di poesia umile e dimessa: è la poesia delle piccole cose. I componimenti sono molto brevi e dipingono la vita campestre idealizzata; ai suoni, però, si legano trame misteriose e atmosfere suggestive che si caricano di sentimenti e sensazioni nuove e moderne. I temi ricorrenti sono la morte, il dolore, l'inevitabilità del male, la sofferenza, il ricordo etc.
  • I canti di Castelvecchio (1903): sono la continuazione di Myricae, quindi abbiamo ancora l'ambientazione rurale, la sicurezza del nido familiare, l'ossessione per la tragedia familiare e il male nel mondo, la morte anch'essa rifugio ma anche l'eros, visto come qualcosa di ignoto, disgustoso e affascinante.
Durante gli anni universitari, Pascoli si avvicina al socialismo e al movimento anarchico, diventandone militante attivo tanto da essere arrestato e subire una detenzione. Con il passaggio al socialismo rivoluzionario di Marx, Pascoli si allontana dalla politica non sposando l'ideale di lotta di classe. Il socialismo di Pascoli, infatti, mira piuttosto all'armonia tra le classi sociali e si caratterizza come fede umanitaria di bontà e fratellanza sociale e umana di fronte al mare, al dolore e alla sofferenza universale. Al capitalismo oppone la laboriosità e la parsimonia del piccolo proprietario terriero, l'unico che custodisce il valore della famiglia. Il concetto di famiglia viene presto allargato alla nazione: l'Italia è una nazione proletaria, costretta a vedere i suoi figli emigrare a causa della povertà. Pascoli, quindi, sostiene la campagna coloniale in Libia: soluzione alla povertà italiana.
  • Sintassi paratattica: brevi frasi spesso collegate per asindeto, spesso nominali o ellittiche
  • Struttura alogica, tipica del pensare fanciullesco --> ciò crea un'atmosfera onirica o visionaria
  • Codici linguistici misti: aulico, popolare, umile, terminologia specifica (botanica, ornitologia, astronomia), dialettale e a volte con lessico non italiano
  • FONOSIMBOLISMO --> Stile retorico fondato sull'onomatopea, sull'allitterazione, sull'assonanza: i suoni si caricano di simboli, staccandosi dall'oggetto il cui suono riproducono
  • Uso retorico dell'analogia, ovvero accostamento di parole non collegate tra loro; uso della sinestesia e della metafora.