Dante e Petrarca

Inizia

dante: Tanto gentile e tanto onesta pare

petrarca: Erano i capei d'oro

INDICE

1. Analogie

2. Differenze

2.1 La bellezza della donna

2.2 L'amore

2.3 Tempi verbali e lingua

3. Creatori

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Le protagoniste dei due sonetti composti, uno di Dante e l'altro di Petrarca, sono due figure femminili: Beatrice e Laura.Tra i due sonetti, però intercorrono differenze e analogie. Si evidenziano analogie soprattutto stilistiche. Infatti entrambi i testi sono costituiti da due quartine e due terzine di versi endecasillabi. Inoltre in entrambi è presente una descrizione fisica della donna seppur marginale in Dante, e più dettagliata in Petrarca.

In "Tanto gentile e tanto onesta pare", Dante presenta Beatrice come una creatura soprannatural e insieme sensibile, che con la purezza la gentilezza dei modi infonde nel cuore di chi la vede un'infinita dolcezza e di Beatrice fisicamente ne descrive solo lo sguardo, l'andatura ed il saluto(v 1-2). Ma è attraverso i mirabili effetti prodotti da Beatrice con le sue virtù(benignamente l'umiltà vestuta v.6) che Dante si propose di riprendere la poesia della lode.

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Petrarca invece in "Erano i capei d'oro e laura sparsi" offre una descrizione più dettagliata di Laura: parla dei suoi "begli occhi", dei suoi capelli biondi(capei d'oro), del suo incedere(l'andar suo) e della sua voce.

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Il centro del sonetto di Petrarca è dunque la donna in tutta la sua bellezza giovanile, ma si chiude con l'elegia della caducità delle cose terrene e dello sfiorire della bellezza sotto l'incalzare inesorabile del tempo ma lui è fedele a quella visione giovanile. Il decadere della bellezza fisica precipiterà poi nella morte.

Mentre la bellezza di Beatrice, in chiave stilnovistica, è intangibile perfezione, che produce, in chi la vede con gli occhi(sensibilmente) e anche negli altri che non avevano avuto questo privilegio, quello che le parole umane non erano in grado di far intendere.

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Anche il sentimento dell'amore è concepito in maniera opposta dai due poeti Dante dell'amore preferisce la sfera spirituale e gli stessi aggettivi che usa per descrivere Beatrice fanno parte di questa sfera: Beatrice è gentile, onesta, d'umiltà vestuta, piacente e spirito soave.L'innamoramento per Laura di Petrarca è invece come una ferita causata da una freccia scoccata dall'arco, anche se si allenti la corda dell'arco che l'ha scoccata(v.14:piaga per allentar d'arco non sana). A volte però Petrarca cede alla tentazione di fare di Laura una creatura soprannaturale, e la ritrae secondo i modi della poesia stilnovistica: "non era l'andar suo cosa mortale, ma d'angelica forma...(v. 10-11)"

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La struttura compositiva di Petrarca poggia sull'uso di tempi verbali sia al presente, sia al passato, poichè per lui è il tempo che cambia la realtà, Dante predilige il presente poichè ha una visione atemporale della realtà soprattutto amorosa.Infine mentre nel sonetto di Dante esiste una parola chiave che costituisce la struttura portante dell'intero testo: "pare" nel senso di apparire che dà all'intero sonetto il carettere di apparizione miracolosa di Beatrice, nel sonetto scritto da Petrarca nessuna parola che spicca mai nel tessuto del discorso.

fINE

Troiano Mirko; Pecoraro Vincenzo

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