Jean-Marc Gaspard Itard e Victor
La storia del ragazzo selvaggio e del suo "maestro".
Il fanciullo selvaggio dell’Aveyron
“Accorsero in massa, lo si guardò senza osservarlo, lo si giudicò senza conoscerlo e poi non se ne parlò più”.
Nell’Aveyron, un dipartimento della Francia meridionale, viene scoperto un fanciullo dell’età di 12 anni circa cresciuto come una bestia nella solitudine dei boschi. Si nutre di ghiande e radici, è incapace di comprendere e parlare il linguaggio degli uomini. Non comunica né a voce né a gesti, ma reagisce al dolore con suoni inarticolati.
(Itard, 1801, Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron).
Condotto a Parigi nel 1800, viene ricoverato presso l'Istituto per sordomuti, in quanto non sembra capace di recepire suoni o parlare, e analizzato da vari professori, tra i quali:
- Bonaterre che ne descrive le condizioni fisiche;
- Pinel, dottore specializzato in malattie psichiatriche, il quale dichiara che il selvaggio presenta tutti i segni dell'idiozia ed è incapace di qualunque risocializzazione;
- Itard l’unico a non limitarsi ad osservare i comportamenti del bambino, interagendo invece costantemente con lui.
“[…] gli occhi vedevano ma non osservavano, le mani erano utilizzate per afferrare ma non per percepire le forme […]".
(Itard, 1801, Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron).
Lo sguardo pedagogico di Itard
Jean Itard instaura un vero e proprio rapporto con il ragazzo. Per prima cosa lo accoglie e sceglie per lui un nome, fornendogli così un'identità sociale e la dignità di essere umano.
visione video
Itard adotta uno sguardo pedagogico che si sofferma su:
- creazione di una relazione empatica, attraverso l’affettività e la tecnica del maternage
- sviluppo dell’educazione senso-motoria che è alla base dei processi intellettivi.
visione video
“Devo a Locke e a Condillac l’aver apprezzato l’influenza potente che ha sulla formazione e lo sviluppo delle nostre idee, l’azione isolata e simultanea dei nostri sensi.”
Nella Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron del 1801, Itard descrive chiaramente gli obiettivi educativi perseguiti, tra i quali:
- Risvegliare i suoi organi sensoriali;
- Reintegrarlo in società;
- Fargli pronunciare parole e frasi;
- Ampliare le sue idee a seconda dei suoi bisogni fisici;
- Sviluppare le principali operazioni intellettuali umane, iniziando da operazioni concrete;
- Condurlo all’uso della parola con l’esercizio dell’imitazione.
(Itard, 1806, Developpement des fonctions des sens in Rapport sur les nouveaux développements de Victor de l'Aveyron).
L'intervento educativo di Itard per Victor
Itard ritiene prioritario sviluppare la sensibilità generale di Victor per poi passare allo sviluppo dell’attenzione e all’educazione di ciascun senso.
visione video
Quando ritiene che l’attenzione sia sufficientemente esercitata, comincia a cercare di sviluppare le funzioni intellettive utilizzando dei procedimenti e dei materiali già elaborati da Sicard per l’educazione delle persone sorde, modificandoli secondo i bisogni di Victor.
(Itard, 1806, Developpement des fonctions des sens in Rapport sur les nouveaux développements de Victor de l'Aveyron).
L'intervento educativo di Itard per Victor
Itard introduce lo studio della scrittura cominciando dall’imitazione di movimenti grosso-motori come sollevare le braccia, mettere avanti un piede, sedersi e alzarsi e la ripetizione di numerosi movimenti con le dita, semplici e combinati, per poi proporre l’associazione tra un oggetto e la sua rappresentazione grafica, fino ad introdurre le lettere dell’alfabeto.
visione video
Itard racconta di aver creduto di essere riuscito a far nascere in Victor l’idea del rapporto esistente tra le parole e le cose quando il ragazzino, ricevuta una tazza di latte, compone la parola latte.
Il rapporto segno/oggetto è effettivamente colto dal ragazzino, ma si tratta di una mera associazione automatica dovuta a uno stimolo e non a un processo di pensiero.
Lo stesso Itard sarà costretto a constatare che Victor, ricevendo il latte, compone la parola, ma non compone la parola per ricevere il latte. Lo studioso non è riuscito a far sì che il ragazzino si attivi autonomamente nel mettere in gioco le facoltà intellettive.
Progressi, sconfitte, traguardi
I progressi di Victor, seppur minimi sul piano “assoluto”, sono immensi dal punto di partenza. Itard ha dimostrato che il selvaggio è educabile sul piano pedagogico. Dopo 5 anni di terapia pedagogica, Victor non è più un selvaggio, né un idiota, infatti:
è in grado di associare alcuni oggetti concreti alle parole
è in grado di leggere e scrivere un certo numero di parole
ha stabilito vincoli affettivi con le persone che si prendono cura di lui
è in grado di riconoscere il bene ed il male
Itard documenta tutti i suoi tentativi in due relazioni, la prima delle quali del 1801 suscita grande entusiasmo e viene anche tradotta. La seconda del 1806 mostra i chiari segni della sconfitta. Victor ha compiuto progressi sensoriali, intellettivi e morali assai limitati, è rimasto in sostanza un individuo asociale in grado di compiere le semplici attività quotidiane, ma non è capace di formulare concetti astratti ed esprimersi oralmente.
Dopo sei anni l'esperimento di Itard giunge ad una fine e Victor viene riportato all'Istituto per sordomuti.Dal 1811 fino alla morte, Victor ha vissuto con la signora Guérin in una casa privata nei pressi dell'Istituto per sordomuti, ricevendo una pensione statale. Di questo periodo della sua vita nulla è noto.
Itard e Victor
Francesca Terminiell
Created on February 18, 2024
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Jean-Marc Gaspard Itard e Victor
La storia del ragazzo selvaggio e del suo "maestro".
Il fanciullo selvaggio dell’Aveyron
“Accorsero in massa, lo si guardò senza osservarlo, lo si giudicò senza conoscerlo e poi non se ne parlò più”.
Nell’Aveyron, un dipartimento della Francia meridionale, viene scoperto un fanciullo dell’età di 12 anni circa cresciuto come una bestia nella solitudine dei boschi. Si nutre di ghiande e radici, è incapace di comprendere e parlare il linguaggio degli uomini. Non comunica né a voce né a gesti, ma reagisce al dolore con suoni inarticolati.
(Itard, 1801, Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron).
Condotto a Parigi nel 1800, viene ricoverato presso l'Istituto per sordomuti, in quanto non sembra capace di recepire suoni o parlare, e analizzato da vari professori, tra i quali:
“[…] gli occhi vedevano ma non osservavano, le mani erano utilizzate per afferrare ma non per percepire le forme […]".
(Itard, 1801, Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron).
Lo sguardo pedagogico di Itard
Jean Itard instaura un vero e proprio rapporto con il ragazzo. Per prima cosa lo accoglie e sceglie per lui un nome, fornendogli così un'identità sociale e la dignità di essere umano.
visione video
Itard adotta uno sguardo pedagogico che si sofferma su:
visione video
“Devo a Locke e a Condillac l’aver apprezzato l’influenza potente che ha sulla formazione e lo sviluppo delle nostre idee, l’azione isolata e simultanea dei nostri sensi.”
Nella Mémoire sur les premiers développements de Victor de l’Aveyron del 1801, Itard descrive chiaramente gli obiettivi educativi perseguiti, tra i quali:
(Itard, 1806, Developpement des fonctions des sens in Rapport sur les nouveaux développements de Victor de l'Aveyron).
L'intervento educativo di Itard per Victor
Itard ritiene prioritario sviluppare la sensibilità generale di Victor per poi passare allo sviluppo dell’attenzione e all’educazione di ciascun senso.
visione video
Quando ritiene che l’attenzione sia sufficientemente esercitata, comincia a cercare di sviluppare le funzioni intellettive utilizzando dei procedimenti e dei materiali già elaborati da Sicard per l’educazione delle persone sorde, modificandoli secondo i bisogni di Victor.
(Itard, 1806, Developpement des fonctions des sens in Rapport sur les nouveaux développements de Victor de l'Aveyron).
L'intervento educativo di Itard per Victor
Itard introduce lo studio della scrittura cominciando dall’imitazione di movimenti grosso-motori come sollevare le braccia, mettere avanti un piede, sedersi e alzarsi e la ripetizione di numerosi movimenti con le dita, semplici e combinati, per poi proporre l’associazione tra un oggetto e la sua rappresentazione grafica, fino ad introdurre le lettere dell’alfabeto.
visione video
Itard racconta di aver creduto di essere riuscito a far nascere in Victor l’idea del rapporto esistente tra le parole e le cose quando il ragazzino, ricevuta una tazza di latte, compone la parola latte.
Il rapporto segno/oggetto è effettivamente colto dal ragazzino, ma si tratta di una mera associazione automatica dovuta a uno stimolo e non a un processo di pensiero. Lo stesso Itard sarà costretto a constatare che Victor, ricevendo il latte, compone la parola, ma non compone la parola per ricevere il latte. Lo studioso non è riuscito a far sì che il ragazzino si attivi autonomamente nel mettere in gioco le facoltà intellettive.
Progressi, sconfitte, traguardi
I progressi di Victor, seppur minimi sul piano “assoluto”, sono immensi dal punto di partenza. Itard ha dimostrato che il selvaggio è educabile sul piano pedagogico. Dopo 5 anni di terapia pedagogica, Victor non è più un selvaggio, né un idiota, infatti:
è in grado di associare alcuni oggetti concreti alle parole
è in grado di leggere e scrivere un certo numero di parole
ha stabilito vincoli affettivi con le persone che si prendono cura di lui
è in grado di riconoscere il bene ed il male
Itard documenta tutti i suoi tentativi in due relazioni, la prima delle quali del 1801 suscita grande entusiasmo e viene anche tradotta. La seconda del 1806 mostra i chiari segni della sconfitta. Victor ha compiuto progressi sensoriali, intellettivi e morali assai limitati, è rimasto in sostanza un individuo asociale in grado di compiere le semplici attività quotidiane, ma non è capace di formulare concetti astratti ed esprimersi oralmente.
Dopo sei anni l'esperimento di Itard giunge ad una fine e Victor viene riportato all'Istituto per sordomuti.Dal 1811 fino alla morte, Victor ha vissuto con la signora Guérin in una casa privata nei pressi dell'Istituto per sordomuti, ricevendo una pensione statale. Di questo periodo della sua vita nulla è noto.