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ALLA SCOPERTA DELL'OLIMPISMO
Giusi Cervicato
Created on February 11, 2024
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Transcript
ALLA SCOPERTA DELL'OLIMPISMO: Fair play e valori olimpici
VALORI OLIMPICI E FAIR PLAY IN CLASSE
Pierre de Coubertin (1863-1937), fondatore dei Giochi olimpici moderni, ne era convinto: lo sport può aiutare gli uomini a superare il loro limiti, ma anche ad avvicinarsi e a capirsi meglio, indipendentemente dalle differenze. Per questo motivo difendeva i valori umanistici, divenuti indissociabili dall’Olimpismo: rispetto dell’avversario, amicizia fra i popoli, senza dimenticare il fair play, un codice di condotta utile sia nello sport che nella vita in generale. Un atleta fair play agisce secondo le regole, si comporta educatamente e con rispetto nei confronti dei suoi rivali. Questo comportamento non è sempre facile da applicare, sia per i bambini sia per gli adulti. Fortunatamente, il fair play lo si può imparare!
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UNA TRADIZIONE INGLESE / SO BRITISH!
Dal Medioevo in poi, il fair play è un concetto dalla valenza molto positiva, viene associato al coraggio e alle buone maniere, tanto che diventa il valore di riferimento dei cavalieri e, qualche secolo più tardi, anche degli aristocratici, che smettono di combattere e praticano numerosi sport, dando prova di garbo e cameratismo. Sono dei veri e propri gentlemen. Questa nozione è al centro delle scuole inglesi. Tramite lo sport, ai giovani vengono insegnati valori come lo spirito di squadra, il rispetto e l’amicizia. Questa filosofia colpisce molto il francese Pierre de Coubertin durante i suoi viaggi in Inghilterra e se ne ricorda nel momento in cui fonda i Giochi Olimpici moderni, nel 1896.
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Pierre de Coubertin è convinto che lo sport possa produrre effetti benefici non solo sulla salute (fisica e mentale) ma anche dal profilo della vita comunitaria. Per questa ragione, l’Olimpismo deve coltivare diversi valori fondamentali:
IL RISPETTO DELL'AVVERSARIO
L'AMICIZIA
L'eccellenza
Gli sportivi devono sempre impegnarsi a fondo e dare il massimo. Non si tratta solo di vincere, ma anche e soprattutto di progredire.
Un elemento essenziale per promuovere l’armonia e la comprensione reciproca fra gli uomini.
Visto e considerato che siamo tutti uguali, ogni individuo deve godere del rispetto degli altri.
Tutti questi principi figurano nella Carta olimpica, un documento che fissa le regole e i grandi principi dei Giochi Olimpici.
SIMBOLI E RITUALI
Gli anelli olimpici: i cinque anelli intrecciati simboleggiano l’unione e l’amicizia tra i popoli dei cinque continenti, da cui provengono gli atleti. Si trovano sullo sfondo bianco della bandiera.
La staffetta della torcia olimpica: questa staffetta esiste dal 1936. La fiamma viene trasportata da Olimpia (Grecia), culla storica dei Giochi Olimpici, fino alla città che ospita l’edizione in questione. La fiamma viene portata su una torica, che passa di mano in mano su un percorso di migliaia di km, lungo il quale si alternano tedofori di ogni nazionalità. È un bel simbolo di pace e di armonia fra i popoli del mondo intero.
Il giuramento olimpico: in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi, un atleta pronuncia il giuramento a nome di tutti i partecipanti, promettendo di rispettare le regole: «A nome di tutti i concorrenti, prometto che prenderò parte a questi giochi olimpici rispettando e osservando le regole che li governano, impegnandocinel vero spirito della sportività per uno sport senza doping e senza droghe, per la gloria dello sport el’onore della mia squadra.»
To be or not to be... fair-play
VS
Giochi Olimpici diTorino 2006
Giochi Olimpici diLos Angeles, 1932
Un ingrediente essenziale per la società
Il fair play si impara!
Fair play e rispetto vanno di pari passo. Soprattutto nello sport, dove durante le competizioni ci si misura gli uni con gli altri. Senza il rispetto delle regole, dell’arbitro, dei propri avversari, tutto sarebbe lecito: inganni, brutalità, insulti, ecc.Ma il mondo dell’Olimpismo non è l’unico ambito in cui si applica il fair play. Il fair play va ben oltre lo sport! Questo codice di condotta può essere adottato da tutti noi, al lavoro, a scuola, nella vita in generale. Permette di intrattenere relazioni più pacifiche con gli altri e di combattere contro l’intolleranza, le molestie, le discriminazioni, ecc
Non è sempre facile riuscire a mantenere la calma in ogni situazione, restare educati e agire secondo le regole sia con gli avversari che con i compagni! Ma come tutto il resto, anche il fair play è una cosa che si impara!
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RIFLETTI: COSA CI PUO' INSEGNARE QUESTA STORIA?
Che cos’è esattamente il fair play?
Per scoprirlo, osserviamo più da vicino questa parola. Avrai sicuramente notato che non è un termine italiano. Forse conosci già la parola «play», che in inglese significa «giocare» o «gioco»? «Fair» è un altro termine inglese, più precisamente un aggettivo che significa «bello», ma anche «giusto», «onesto». «corretto», «leale». Unendo la parola «fair» e la parola «play», in italiano si ottiene il risultato seguente: «bello/giusto +giocare». Essere «fair play», significa dunque essere un giocatore «corretto, che gioca secondo le regole». Un atleta fair play dà prova di modestia, anche in caso di vittoria. Rispetta le regole del gioco e i suoi avversari e, soprattutto, un giocatore fair play sa accettare le sconfitte!
Nella Carta si legge: «ogni individuo deve averela possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.»
1 Impara a conoscere te stesso, a capire cosa ti fa arrabbiare o ti rende nervoso. 2 Prima di parlare o di agire, riflettianche solo per 30 secondi. 3 Dopo una sconfitta o un fiasco, respira profondamente per calmare le emozioni o la collera. 4 Premi sul pulsante «pausa» e osserva le cose da un’altra prospettiva, non solo dal tuo punto di vista: cercadi metterti nei panni degli altri (compagni di squadra, avversari, compagni di classe, genitori, professori…). Questo permette di vedere le cose da un’angolazione diversa e di relativizzare. 5 Non devono piacerti tutte le persone, ma ti puoi comportare in modo educato e corretto con tutti. Non costa nulla e questo atteggiamento offre molti vantaggi!
Nella gara di Super-G, lo sciatore francese Pierre Emmanuel Dalcin era in testa alla classifica e sembrava destinato a salire sul podio. Ma a seguito di forti nevicate, la gara fu interrotta e, quando riprese, Dalcin commise un errore sul tracciato. Giunse al traguardo furioso e sollevò il dito medio in direzione dei giudici! Gli fu inflitta una multa di 3’200 euro.
La medaglia d’oro avrebbe dovuto essere assegnata alla britannica Judy Guiness, ma l’atleta segnalò ai giudici di gara che avevano dimenticato di attribuire due punti alla sua avversaria. Perse ogni speranza di vincere la medaglia, ma si guadagnò la stima degli spettatori e del mondo sportivo.
Che cos’è esattamente il fair play?
Per scoprirlo, osserviamo più da vicino questa parola. Avrai sicuramente notato che non è un termine italiano. Forse conosci già la parola «play», che in inglese significa «giocare» o «gioco»? «Fair» è un altro termine inglese, più precisamente un aggettivo che significa «bello», ma anche «giusto», «onesto». «corretto», «leale». Unendo la parola «fair» e la parola «play», in italiano si ottiene il risultato seguente: «bello/giusto +giocare». Essere «fair play», significa dunque essere un giocatore «corretto, che gioca secondo le regole». Un atleta fair play dà prova di modestia, anche in caso di vittoria. Rispetta le regole del gioco e i suoi avversari e, soprattutto, un giocatore fair play sa accettare le sconfitte!