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La Chiesa tra crisi e rinnovamento

Carla Velardo

Created on February 10, 2024

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Transcript

la chiesa

tra crisi e rinnovamento

i rapporti tra stato e chiesa

NEL MEDIOEVO

Nella Chiesa si assiste: al diffondersi della corruzione; al prevalere degli interessi civili, politici ed economici su quelli spirituali; all'attribuzione ai vescovi di poteri di carattere civile e amministrativo; al diffondersi del nicolaismo (cioè la violazione da parte dei sacerdoti del celibato); al diffondersi della simonìa (cioè il commercio dei beni sacri, come cariche ecclesiastiche e sacramenti).

Ciò provocò lo scontro tra il Papa e l'Imperatore, soprattutto riguardo alla scelta (l'investitura) dei vescovi che avrebbero assunto anche incarichi politici.

La profonda crisi della Chiesa suscita la necessità di un ritorno alla purezza evangelica.

Abbazia di Cluny

il movimento cluniacense

NASCONO NUOVI ORDINI MONASTICI

Sorse nei pressi di Cluny, in Borgogna (Francia), grazie alle donazioni del Duca Guglielmo D'Aquitania e ad un gruppo di monaci guidato dall'Abate Bernone. Costoro seguivano rigorosamente la regola di San Benedetto, basata sulla vita austera, la preghiera e il lavoro, presentando anche particolare attenzione all'attività spirituale e culturale, all'amore per la liturgia e alle celebrazioni religiose durante le quali il canto aveva un ruolo fondamentale. Tale monastero divenne il modello per numerosissimi monasteri cluniacensi in tutta Europa.

il movimento cistercense

San Berbardo di Chiaravalle

Fu fondato nel 1089 a Citeaux, in Borgogna da Bernardo di Chiaravalle. Questi monaci volevano trasformare il mondo non solo in senso spirituale, ma anche materiale ed è per questo che costruivano le loro abbazie in luoghi aridi o malsani e li trasformavano in terreni fertili e curati. Al contrario dei cluniacensi, i monaci di Citeaux coniugarono ermetismo e vita comunitaria: furono ripristinati i dormitori comuni, si recuperò il rigore della regola benedettina e fu attuata una scelta di completa povertà, dal cibo, all'abbigliamento, all'architettura. Le abbazie erano sviluppate intorno ad una chiesa austera, senza campanile nè decorazioni. La regola cistercense prevedeva inoltre la rivalutazione del lavoro manuale, in particolare quello dei campi che circondavano il monastero. I monaci vietario l'impiego di lavoro servile e si dedicarono al miglioramento delle tecniche agrarie e dell'allevamento. Il più grande predicatore di questo modello monastico fu Bernardo di Chiaravalle che entrò nell'ordine in età adulta , predicando e professando la necessità dell'umiliazione totale del corpo. Alla sua morte (1153) l'ordine contava almeno 300 monasteri che, nel giro di pochi decenniassunsero un'importanza notevole anche dal punto di vista economico e così l'ordine nato come reazione al lusso si ritrovò proprietario di cospicui beni materiali e ricchezze fondiarie.

Borgogna - Abbazia cistercense di Fontenay

MOVIMENTO CERTOSINO

L'Ordine certosino è di carattere penitenziale molto severo. Fin dai primi tempi è ben delineata la caratteristica che la vita certosina mantenne nel tempo: essere un'unione di uomini solitari che vivono in una piccola comunità. I certosini sono dei "solitari riuniti come fratelli"; la comunità che formano è piccola a causa della loro scelta eremitica, tanto che si parla di famiglia certosina. La vita comunitaria si esprime in momenti particolari, soprattutto nella liturgia celebrata in comune, ma anche negli incontri di ricreazione. L'abito dei certosini è bianco. Le celle dei monaci sono per lo più piccole abitazioni addossate al muro del chiostro, a una certa distanza l'una dall'altra e circondate da un piccolo orto. Spiritualità Il nucleo della spiritualità certosina consiste nell'abbandono delle realtà fuggevoli per cercare di afferrare l'eterno, nel coltivare il forte desiderio di entrare in unione di vita con Dio, abbandonando tutto il resto e lasciandosi afferrare dall'immenso amore di Dio, per vivere solo di questo amore. La ricerca di Dio avviene nella solitudine: "Abito nel deserto con dei fratelli". Il motto dell'Ordine è Stat Crux dum volvitur orbis ("la croce è ferma mentre il mondo gira").

STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS

Fu fondato da San Bruno di Colonia nel 1084 e Il primo monastero fu la Grande Chartreuse, presso Grenoble, nella Savoia. Il nome dell'Ordine si deve a questa prima fondazione, situata presso l'omonimo massiccio montuoso (Massif de la Chartreuse). San Bruno fondò il primo monastero insieme a sei compagni, quattro erano chierici e due laici. Chiamato a Roma come consigliere di papa Urbano II, san Bruno fondò nel 1091 una seconda Certosa nel luogo selvaggio di La Torre, in Calabria, dove egli stesso morì nel 1101. La Regola dell'Ordine (Consuetudines Domus Cartusiae) venne messa per iscritto, tra il 1127 e il 1128, da Guigo (1083-1136), quinto priore della Grande Chartreuse; in essa si accentua particolarmente l'obbligo del silenzio quasi perpetuo, dell'astinenza quasi completa dalle carni e della partizione del tempo tra preghiera e lavoro, quest'ultimo costituito principalmente da giardinaggio e trascrizione di libri. A motivo della sua rigidità l'Ordine si diffuse in maniera lenta. Nel 1924 il Papa Pio XI emanò una Costituzione Apostolica con la quale approvò gli Statuti dell'Ordine, riveduti alla luce del Codice pio benedettino.

NUOVI ORDINI RELIGIOSI

IN ITALIA

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Congregazione vallombrosana

Congregazione camaldolese

Gregorio VII, nacque tra il 1014 e il 1020 e a lui si deve il “Dictatus Papae”, una raccolta di 27 massime, tratte dai canoni della chiesa, da sentenze di papi e di concili. Per Gregorio il pontefice è innanzi tutto, il capo supremo e assoluto della chiesa, padrone di nominare e deporre i vescovi, unico autorizzato a convocare concili; è la più alta autorità della terra, giudice di tutti, anche di imperatori e di re, che da nessuno può essere giudicato.

L’azione riformatrice di Gregorio VII non fu accolta dappertutto con favore e fu proprio l’interdizione ai vescovi di ricevere dignità dalle mani di un laico a provocare la famosa lotta per le “investiture” di cui furono protagonisti Gregorio VII e Enrico IV che, nonostante il decreto contro le investiture, continuò a istituire vescovi in Germania e in Italia.

A Worms il 24 gennaio 1076 Enrico IV fece dichiarare deposto il papa, il quale, in risposta lo fece scomunicare. La scomunica ebbe in Germania gravi conseguenze ed è in questa occasione che Enrico IV, sceso in Italia implorò a Canossa da Gregorio VII la soluzione della scomunica.

LO SCONTRO CHIESA/IMPERO NEL BASSO MEDIOEVO

LINEA DEL TEMPO

1077

1076

1080

1122

1084

1075

PAPA GREGORIO VII EMANA IL DICTATUS PAPAE

L’IMPERATORE ENRICO IV DI CONTRO CONVOCA I VESCOVI TEDESCHI CHE DESTITUISCONO IL PAPA. ALLORA IL PAPA SCOMUNICA L’IMPERATORE.

MA ENRICO IV, RIENTRATO IN PATRIA E RIUNITI I VESCOVI A LUI FEDELI, DEPONE ANCORA UNA VOLTA IL PAPA E NOMINA L’ANTIPAPA CLEMENTE III.

ENRICO IV E' COSTRETTO A UN'UMILIANTE RICHIESTA DI PERDONO: SI RECA AL CASTELLO DELLA MARCHESA MATILDE A CANOSSA E SOLO DOPO 3 GIORNI DI PENITENZA E' RICEVUTO DAL PAPA E LIBERATO DALLA SCOMUNICA.

ENRICO IV CON IL SUO ESERCITO SCENDE IN ITALIA E CONQUISTA ROMA. GREGORIO VII SI RIFUGIA IN CASTEL SANT’ANGELO, DOVE ARRIVA IN SUO AIUTO ROBERTO IL GUISCARDO CON IL SUO ESERCITO NORMANNO CHE PORTA IN SALVO IL PAPA A SALERNO (DOVE MUORE L’ANNO SUCCESSIVO-1085), SCACCIA ENRICO IV E IL SUO ESERCITO DA ROMA SACCHEGGIA LA CITTÀ. DOPO ENRICO IV E GREGORIO VII, LO SCONTRO TRA PAPA E IMPERATORE CONTINUA CON I LORO SUCCESSORI PER QUASI QUARANT’ANNI.

CONCORDATO DI WORMS STIPULATO DA PAPA CALLISTO II E L’IMPERATORE ENRICO V 1. L’INVESTITURA SPIRITUALE SPETTA AL PAPA 2.L’INVESTITURA TEMPORALE SPETTA ALL’IMPERATORE 3.IN GERMANIA L’INVESTITURA TEMPORALE PRECEDE QUELLA SPIRITUALE 4.IN ITALIA E BORGOGNA L’INVESTITURA SPIRITUALE PRECEDE QUELLA TEMPORALE. IL CONCORDATO, SEBBENE ALLENTÒ LA TENSIONE TRA LA CHIESA E L'IMPERO, NON RIUSCÌ A RISOLVERE ALLA RADICE IL PROBLEMA DI QUALE AUTORITÀ DOVESSE PREVALERE SULL’ALTRA.

questo progetto e' stato realizzato da

Giada Maria Cottone

“Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno; quando tu vai, c’è odore di umidità, ci sono tante cose che non vanno. Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa".

Papa Francesco

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L'ABBAZIA DI CLUNY

L'abbazia di Cluny fu fondata nell'omonimo paese della Borgogna il 2 settembre 909, quando il duca di Aquitania e conte d'Alvernia, Guglielmo I detto il Pio, fece dono di un grande possesso fondiario a un abate, Bernone, che fu incaricato di costruirvi un monastero. Rinunciando a qualsiasi diritto personale sulla nuova istituzione, Guglielmo I mise il monastero sotto la diretta autorità del papa, sottraendolo quindi al potere del vescovo locale. L'abbazia, che adottò la Regola benedettina, acquisì presto grandissima rilevanza politica ed economica e giunse ad esemplificare il tipo di vita religiosa caratteristico del X e dell'XI secolo. Lo stesso monastero di Cluny divenne la più famosa, prestigiosa e sovvenzionata istituzione monastica d'Europa. La maggior influenza cluniacense si ebbe a partire dalla seconda metà del X secolo fino ai primi anni del XII. Dopo la primitiva chiesa di medie dimensioni (Cluny I), tra il 955 e il 1040 fu ricostruita la chiesa principale (Cluny II), oggi conosciuta solo tramite scavi archeologici. Mostrava un ampio presbiterio, con absidi anche sul transetto, e un coro allungato, tripartito e con deambulatorio. La chiesa fu voluta dal quarto abate dell'Ordine cluniacense, San Maiolo, che operò anche per la diffusione della riforma cluniacense in tutta l'Europa occidentale. Il modello di Cluny II venne per esempio replicato nella chiesa di Santa Reparata a Firenze, dove fu vescovo Gerardo di Borgogna, che aveva avuto modo di vedere il modello nella sua terra di origine. Nel Regno di Sicilia, dove il modello viene metabolizzato nell'architettura siculo-normanna, conosce la sua prima applicazione nel Duomo di Catania, di cui il comparto absidale è il solo resto monumentale tangibile, e nel Duomo di Cefalù con varianti premostratensi e bizantine.

La chiesa di Cluny, divenuta il luogo di maggiore richiamo monastico ed anche ecclesiale della cristianità, divenne troppo piccola per l'affluenza dei fedeli[. Nel 1088 l'abate Ugo decise la costruzione della terza chiesa abbaziale (chiesa di San Pietro e Paolo o "Cluny III"). L'edificio era di notevoli dimensioni: lungo 187 metri, era dotato di un particolare tipo di nartece a sviluppo longitudinale, chiamato «galilea», che in molte chiese conventuali cluniacensi precedeva l'ingresso all'area liturgica vera e propria, con funzione di filtro tra interno ed esterno. Aveva ben cinque navate, un coro allungato diviso sempre in cinque navate con deambulatorio e cappelle radiali, un doppio transetto e sette torri. Rimase il più grande edificio religioso d'Europa prima della ricostruzione della Basilica di San Pietro a Roma nel XVI secolo. Tra l'altro non venne demolita la vecchia chiesa abbaziale, ma venne lasciata a fianco della nuova.