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Transcript

START

Relazione esperimento di laboratorio

Alla scoperta del dna della banana

Indice

6.SPIEGAZIONE

5. RISULTATO

2. Introduzione

1. Obiettivo

3. Materiali e strumenti

4. Procedura

7. DNA FINGERPRINTING

8. CONFRONTO

(clicca qui se vuoi saperne di più sul genoma delle banane)

Info

Estrarre il DNA da una banana in quantità sufficiente a poterlo visualizzare.

1. OBIETTIVO

Il materiale genetico, sotto forma di DNA, è contenuto in tutte le cellule viventi e abbonda nel nucleo delle cellule eucariote. Naturalmente il DNA contenuto in una singola cellula non è visibile a occhio nudo (può essere osservato al microscopio elettronico) ma se si riesce a liberare e a fare aggregare molte molecole di DNÀ, queste formeranno una massa visibile, filamentosa come le catene nu-cleotidiche che la compongono.

2. INTRODUZIONE

3. MATERIALI E STRUMENTI

  • 1/3 BANANA
  • 1 cucchiaio raso di sale fino 3g
  • 10 ml di detersivo liquido per piatti
  • 5 ml di succo di limone
  • 6 ml di alcool denaturato
  • 1 becher e 1 bicchiere di plastica
  • 1 provetta da 50 ml e 1 da 15 ml
  • 1 panno isostatico
  • 1 forchetta e 1 cucchiaio

1. Tagliare 1/3, BANANA a pezzetti, metterlo nel becher e ridurlo in poltiglia con una forchetta.

4. PROCEDURA

+ Info

2. Aggiungere 1 cucchiaio raso di sale fino e 1 cucchiaio di detersivo per piatti e mescolare bene. Aggiungi poca acqua (= 50 ml)

+ Info

3. Filtrare nel bicchiere di plastica la miscela usando un panno isostatico.

4. Recuperare 5 ml di filtrato e aggiungere un uguale volume di succo di limone e miscelare capovolgendo la provetta da 50 ml senza mai agitare.

5. Prelevare 3 ml della soluzione filtrata e, dopo averla versata nella provetta da 15 ml, aggiungere due volumi di alcool denaturato facendolo scendere lentamente lungo il bordo della provetta tenuta inclinata.

6. Lasciare la provetta ferma finché non cessano le bollicine: sarà possibile vedere il DNA salireverso l'alcool.

DEPROTEINIZZAZIONE

PRECIPITAZIONE

OMOGEINIZZAZIONE

Per omogenizzazione cellulare si intende una serie di metodiche attraverso cui, primariamente, rompere le membrane cellulari così da liberarne il contenuto (come proteine, RNA, organelli, DNA nel nostro caso ecc.) e permetterne il galleggiamento in una soluzione tampone, e infine rendere omogenea la miscela eterogenea appena ottenuta. Tali metodiche possono essere applicate ai materiali più disparati: piante, cibi, tessuti, e così via. L'omogeneizzazione cellulare è ottenibile attraverso metodiche molto diverse tra loro, classificabili sulla base di fattori come il tipo di azioni applicata, l'energia necessaria a compiere l'omogeneizzazione, ecc.

1. OMOGENEIZZAZIONE

Tra le proteine presenti nel contenuto cellulare si trovano anche enzimi in grado di degradare gli acidi nucleici. Inoltre l’associazione tra proteine e acidi nucleici ne inficia la funzione e la purificazione. Per questo è necessario rimuovere il contenuto proteico durante l’estrazione. Generalmente si utilizzano per questo scopo enzimi proteolitici, come le pronasi o la proteinasi K.

2. DEPROTEINAZZAZIONE

Lo scopo di questa fase è di concentrare, desalificare e recuperare il DNA in forma solida permettendone il successivo ridiscioglimento nella soluzione desiderata. Il DNA non si scioglie nell’alcool e la sua aggiunta come soluzione fredda fa aggregare rapidamente insieme le molecole di DNA che così possono precipitare. L’aggiunta di NaCl fa avvicinare tra di loro le molecole di DNA diminuendo la repulsione tra di loro dovuta alla schermatura delle cariche negative dello scheletro zucchero-fosfatoda parte degli ioni Na+ rendendo così più facile la loro precipitazione con gli alcoli.

3. PRECIPITAZIONE

All'interfaccia tra la soluzione acquosa e l'alcol compare una massa filamentosa bianca, costituita principalmente da DNA. La massa tende ad aumentare con lo scorrere dei minuti, poiché si aggregano sempre più molecole di DNA.

5. RISULTATO

Il tessuto vegetale deve essere ridotto in poltiglia per favorire la rottura della parete, della membrana cellulare e del tessuto in modo da renderli più facilmente aggredibili dalle sostanze chimiche con cui saranno messe a contatto. La poltiglia frullata viene filtrata attraverso il panno isostatico per separare la soluzione contenente il DNA e i residui cellulari dai grossolani frammenti di tessuto.I componenti che si utilizzano durante l'esperimento hanno funzioni specifiche: Il sale provoca la fuoriuscita dell'acqua dalle cellule per osmosi e, di conseguenza, il loro raggrinzimento. Provoca inoltre la disidratazione del DNA che tende a155 concentrarsi in una massa compatta. Il detersivo per la lana scioglie i fosfolipidi della membrana plasmatica e di quella nucleare, permettendo la fuoriuscita del DNA.

6. SPIEGAZIONE

OBIETTIVO

RISULTATO

PROCEDURA

MATERIALE UTILIZZATO-

INTRODUZIONE

DNA FINGERPRINTING

Estrarre il DNA dalle cellule salivari.

OBIETTIVO

INTRODUZIONE : Nella saliva ci sono cellule della mucosa della bocca che contengono DNA.

DNA FINGERPRINTING

MATERIALI E STRUMENTI:-Campione di saliva;-Bastoncino idrofilo; -Provetta da 1.5 ml; -500 ml di cloruro di sodio; -Termostato; -Centrifuga; -400ml di etanolo assoluto;

1) Inseriamo il bastoncino con le cellule prelevate dalla bocca nella provetta da 1.5 ml che contiene gia 500 microlitri di soluzione che serve a rompere le cellule per far uscire il DNA.2) Mettere la provetta a 50 gradi in un termostato per 5 minuti. Questa incubazione attiva un enzima che distrugge le proteine consentendo una preparazione di DNA pulita. 3)Al termine dei 5 minuti la provetta viene centrifugata per 5 minuti in modo da far depositare i detriti cellulari e lasciare il DNA in soluzione. 3)Dopo la centrifuga sono visibili due strati. Quello più in basso è il deposito dei detriti cellulari. Lo strato superiore è quello surnatante che contiene il DNA in soluzione. Preleviamone 400 microlitri.4) A questo punto è necessario aggiungere al surnatante 20 microlitri di cloruro di sodio al 5% che netrualizza le cariche negative del DNA e 400 microlitri di etanolo assoluto. 5) essendo che il DNA non è solubile in alcool e questo passaaggio serve a far precipitare il DNA in modo da recuperarlo facilmente;6) Mescoliamo bene la provetta e centrifughiamo ancora per 5 minuti.7)Facendo attenzione a non perdere il conenuto della provetta bisogna eliminare il liquido e risospendiamo il pellet in 200 microlitri di etanolo al 70%, pulendo il DNA da eventuali impurità8)Rimettiamo la provetta in centrifuga per altri 5 minuti. Eliminiamo il surnatante, facendo asciugare bene il pellet. Lasciamo la provettta aperta nel termostato a 70 gradi per altri 10 minuti. Bisognerà far evaporare l'alcol perchè il DNA sarà sospeso in una soluzione acquosa.8) Quando il pellet è secco risospendiamolo in 50 microlitri di tampone. Questa soluzione contiene RNAsi, cioè enzimi che degradano l'RNA e rendono il DAN recuperato più puro.9) Mettiaamo il campione finale a 37 gradi per 10 minuti in modo che gli enzimi abbiano il tempo di agire

PROCEDURA:

+ Info

Il DNA estratto è DNA genomico è cioè l'intera sequenza del materiale genetico contenuta nelle cellule della bocca

RISULTATO

1. Centrifugazione.2. Alcool assoluto.3. Si preleva il DNA utilizzando un bastoncino idrofilo.4. L'RNA viene distrutto. aggiungendo l'enzima RNAasi.5. Si tratta di cellule animali.6. In entrambi i casi viene utilizzato il cloruro di sodio.

1. Panno isostatico.2. Alcool denaturato.3. Per estrarre il DNA dal frutto preso in considerazione, lo abbiamo dovuto ridurre in poltiglia.4. Oltre a estrarre il DNA, abbiamo estratto anche l'RNA.5. Si tratta di cellule vegetali.6. Non abbiamo riscaldato la soluzione con il termostato, ma abbiamo solo atteso alcuni minuti che agisse.

VS

CONFRONTO

GRAZIE PER L'ATTENZIONE!

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Genoma delle banane

  • Innanzitutto, il genoma “n” della banana è di soli 11 cromosomi (gli Esseri umani ne hanno 23) e la classificazione più semplice è quella che prevede due specie dalle quali sarebbero derivate tutte le altre: la Musa acuminata (genoma di tipo A) e la Musa balbisiana (genoma di tipo B).Pertanto, la prima allo stato diploide avrà 22 cromosomi di tipo AA, mentre la seconda ancora 22 cromosomi di tipo BB, ma siccome sono interfeconde si può formare l’ibrido diploide AB, sempre con 22 cromosomi.
  • Esistono in natura pure banane tetraploidi, ad esempio AABB con 44 cromosomi, che incrociandosi con le banane diploidi origineranno delle banane triploidi (AAB o ABB).