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apprendimento
Angelyca Briganti
Created on February 7, 2024
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Transcript
L' APPRENDIMENTO
- Briganti Angelica
- Spezzacatena Ilenia
Cos'è l'apprendimento?
L'apprendimento è una delle prime capacità della nostra mente che la psicologia ha cercato di studiare e spiegare. Le ricerche sull'apprendimento continuano tutt'oggi, soprattutto grazie alle nuove prospettive. Dal punto di vista scolastico l'apprendimento si sta evolvendo, ed è un obbiettivo sempre più importante poter coinvolgere nel processo , grazie alle teorie psicologiche, anche ragazzi che trovano difficoltà con i metodi tradizionali.
Ivan Pavlov nasce in Russia nel 1849, si iscrisse alla facoltà di medicina. Infatti lui si occupava di fisiologia e fece degli esperimenti sui cani.
Pavlov
introdusse il metodo dell' esperimento cronico. All' animale venivano applicate delle apparecchiature per misurare o stimolare le risposte fisiologiche agli stimoli.
Esperimento
PRIMA FASE: cibo - salivazione = Riflesso IncondizionatoSECONDA FASE: suono - NON salivazione = Nessun riflesso TERZA FASE: cibo + suono - salivazione = condizionamento QUARTA FASE: solo suono - salivazione = riflesso condizionato
QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA RIFLESSO CONDIZIONATO E INCONDIZIONATO?
CONDIZIONATO: è uno stimolo neutro che però può acquistare significato attraverso l'apprendimento associativo e pertanto provocare una nuova risposta. Negli esperimenti di Pavlov è rappresentato dal suono della campanella.
INCONDIZIONATO: Esso corrisponde alla risposta di un organismo ad una stimolazione specifica proveniente dall'ambiente. Un esempio di r. incondizionato è dato dalla produzione di saliva se viene presentato del cibo.
Il comportamentismo
E' una scuola di pensiero psicologica nata agli inizi del Novecento. Ricorre a esperimenti di laboratorio per verificare la relazione fra ambiente e il comportamento, si concentra solo sui dati osservabili.
I comportamentisti approfondirono lo studio dei meccanismi di apprendimento, essi pensavano che l'ambiente e l'esperienza determinassero quasitotalmente il comportamento della persona. I loro esperimenti (come pavlov) partivano dall' osservazione del comportamento animale in laboratorio.
Thorndike e la Puzzle Box
Nel suo più famoso esperimento lo studioso nordamericano osserva il comportamento di un gatto affamato rinchiuso all’interno di una gabbia, al di fuori della quale viene posto del cibo. L’animale, dopo diversi tentativi, impara correttamente ad azionare il meccanismo che consente di aprire la gabbia ed ottenere di conseguenza il cibo. Le successive ripetizioni dell’esperimento evidenziano che il gatto impiega sempre meno tempo a trovare la soluzione giusta per aprire la gabbia. Thorndike ne deduce che l’apprendimento si verifica gradualmente, attraverso una serie di “tentativi ed errori”, che porta al consolidamento delle reazioni dell’organismo che sono state ricompensate.
Il risultato di questo esperimento ha dato vita a tre leggi
- LEGGE DELL'ESERCIZIO ------> I comportamenti più esercitati sono appresi meglio
- LEGGE DELL'EFFETTO-----> Sostiene che il comportamento che è seguito da conseguenze positive è più probabile che si ripeta rispetto al comportamento che è seguito da conseguenze negative
- LEGGE DELL'IDONEITÁ------>La sequenza di azioni compiuta in seguito a un forte impulso genera calma e soddisfazione, se la stessa sequenza di azioni è ostacolata ne deriva frustrazione
Leggi:
L'esperimento del piccolo Albert
L’ esperimento fu effettuato nel 1920 su Albert, un bambino di 9 mesi, che fu esposto allo stimolo visivo di un topo bianco. Il piccolo fu subito interessato all’animale, senza patire alcuna preoccupazione. Successivamente, ogni volta che il bambino vedeva il topo bianco, Watson produceva un forte rumore, creando così un’associazione tra stimolo neutro (il topo) e uno stimolo spiacevole (il rumore). Il bambino rispondeva con pianto e terrore. Albert associò così emozioni spiacevoli alla vista del topo bianco, ma non solo, perché l’associazione continuava con altri stimoli che potevano ricordare il topo bianco, come altri animali dello stesso colore.
L’esperimento dimostrava come uno stimolo apparentemente neutro, possa essere correlato a risposte spiacevoli e, successivamente, generalizzato e che ogni essere umano apprende tramite un condizionamento da parte dell’ambiente.
Alla base degli studi di Watson c'era la concezione della scienza del comportmento e si concentrò sulla previsione e sulla verifica delle reazioni delle persone in più contesti
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Skinner e il condizionamento operante
Un altro esponente del comportamentismo fu Skinner, che teorizzò il condizionamento operante; che a differenza del condizionamento classico prevedeva un azione, l'individuo ha quindi un ruolo attivo e interagisce con l'ambiente al fine di soddisfare i suoi bisogni positivi ( ricevere una ricompensa) o negativi (sfuggire a un castigo). Infine la risposta è seguita da uno stimolo rinforzante.
Ci sono due tipi di rinforzi -Rinforzo positivo: quando un effetto piacevole aumenta la possibilità di ripetere un comportamento -Rinforzo negativo: quando un determinato comportamento viene appreso e ripetuto per eliminare uno stimolo spiacevole La punizione,invece, consiste nella presentazione di uno stimolo piacevole a seguito di una risposta comportamentale.
Questo è un paragrafo pronto a contenere creatività, esperienze e storie geniali.
Egli costruì intorno al 1930 un apparato strumentale noto come Skinner Box, una gabbia dove gli animali ricevevano una piccola ricompensa ( cibo, acqua) che costituisce il rinforzo, se essi mettono in atto un determinato comportamento.
Il Modellaggio
Infine, Skinner introdusse anche il concetto di modellaggio: una serie di condizionamenti operanti graduali e in successione per portare il soggetto a compiere un comportamento che non riesce a mettere in atto in maniera spontanea. Se gli animali nella gabbia non premevano mai la leva, Skinner dava loro un rinforzo positivo ogni volta che si avvicinavano, fino a quando non ci riuscivano. Lui si interessò molto anche alla scuola: egli sosteneva che i metodi educativi e di insegnamento dovevano essere aggiornati alla luce delle scoperte comportamentiste. La sua opinion era che, si dovesse pensare a piani di studio con contenuti stimolanti, piacevoli e ad attività scolastiche che catturassero l' interesse degli studenti. questa idea incontò presto delle critiche, infatti in molti contestavano la forte semplificazione del processo di insegnamento-apprendimento.
I CONTRIBUTI DELLA GESTALT
La Gestalt fu una delle teorie più importanti e innovative del 900. era l'approccio olistico ai fenomeni psichici secondo un famoso assioma " IL TUTTO È DIVERSO DALLA SOMMA DELLE SUE PARTI" (si basa sull' idea di non guardare singoli pezzi di un ' esperienza o di un problema, ma guardiamo l'immagine completa). I Gestaltici erano convinti che fosse necessario comprendere processi psichici e non soltanto i legami tra causa ed effetto del comportamento
La psicologia della Gestalt si basa sulla percezione della realtà e sul modo in cui si costruisce l'esperienza rispetto a diversi fenomeni. Secondo la Gestalt gli elementi simili che costituiscono un'immagine o una composizione, vengono raggruppati tra loro e poi percepiti come un unico elemento
Köhler e l'apprendimento per insight
Köhler (1887-1967) condusse una serie di esperimenti a Tenerife con degli scimpanzè, Sultano, uno dei primati, era chiuso in una gabbia e doveva raggiungere del cibo che si trovava fuori: non doveva uscire, ma aveva a disposizione degli oggetti. Dopo una serie di tentativi Sultano riuscì ad incastrare due canne di bambù che gli permisero di avvicinare a sè il cibo. Sultano fu poi in grado di ripetere tale procedimento poichè ormai lo aveva appreso
Köhler notò che lo scimpanzè arrivò alla soluzione grazie a un'intuizione (comprensione immediata). Formulò così la teoria dell' apprendimento per insight: grazie a un'intuizione improvvisa che permette di risolvere un problema, si apprende il procedimento applicato. Grazie a questo e ad altri esperimenti, gli studiosi della Gestal definirono l'apprendimento come la RICERCA ATTIVA DELLA SOLUZIONE A UN PROBLEMA, che avviene grazie a un insight.
Grazie a questa intuizione ha avuto accesso a una nuova rappresentazione della situazione nella quale gli elementi che la compongono assumono un nuovo valore
Wertheimer e l'apprendimento intelligente
L'obbiettivo di Wertheimer era quello diffondere nella scuola il concetto di APPRENDIMENTO INTELLIGENTE, voleva infatti introdurre nuove metodologie di apprendimeto che non fossero basate sulla memorizzazione.
Un elemento molto importante era la trasparenza del docente che, doveva spiegare un argomento in modo più chiaro possibile.
Wertheimer invece proponeva di interagire molto con gli studenti e di considerarli sempre in grado di produrre soluzioni creative e complesse.
Secondo Skinner un insegnate doveva molto chiaro soprattutto si trattava dell' utilizzo di rinforzi positivi
Il neocomportamentismo
A partire dal 1930 si diffuse il Neocomportamentismo che studiava le componenti psicologiche non manifeste, studia anche le spinte, i bisogni e le motivazioni dei comportamenti. Il maggior esponente fu Tolman. secondo Tolman ci sono due variabili che influenzano il comportamento:
- La MOTIVAZIONE, ovvero la forza e la voglia di arrivare a un obbiettivo.
- La COGNIZIONE, cioè la consapevolezza che gli errori compiuti sono utili per il raggiungimento dell' obbiettivo, che contribuiscono a una nuova visione del problema.
L'apprendimento intenzionale
L'apprendimento latente
Nell' esperimento che spiega l'apprendimento latente, Tolman formò tre gruppi di topi e li chiuse a turno in un labirinto per un certo numero di volte. - il gruppo 1 non trovava mai del cibo una volta uscito e non migliorò le sue prestazioni - il gruppo 2 trovava sempre del cibo e imparò rapidamente ad uscire - il gruppo 3 trovò il cibo solo a partire dall' undicesimo giorno e mostrò di imparare rapidamente solo una volta ricevutra la ricompensa.
Nel secondo esperimento di Tolman un gruppo di topi era addestrstrato a percorrere un labirinto con tre differenti percorsi per raggiungere il cibo. Il percorso più breve veniva usato dalla maggior parte dei topi ma, quando questo veniva bloccato, essi erano in grado di utilizzare gli altri. La consapevolezza di trovare il cibo era pertanto una spinta utile a cambiare percorso a trovare una soluzione.
Secondo Tolman l' apprendimento è quindi intenzionale, perchè legato alla volontà di raggiungere un obbiettivo. I topi, inoltre, erano in grado di cambiare il proprio percorso perchè utilizzavano una mappa cognitiva, cioè una rappresentazione mentale del labirinto in cui si muovevano e delle possibili soluzioni per arrivare al cibo.
Tolman formulò dunque il concetto di apprendimento latente, ovvero nascosto e non espresso. Tutti i topi imparavano ad uscire dal labirinto ma solo quelli che avevano come obbiettivo il cibo mettevano in atto il loro apprendimento. Alla base dell'apprendimento c'è pertanto la MOTIVAZIONE, cioè la spinta a mettere in atto un comportamento appreso.
IL COGNITIVISMO
Il comportamentismo considerava la mente come black box e considerava solo le risposte motorie e fisiologiche osservabili per arrivare a ipotesi sul funzionamento di una mente di fronte a un compito.Le novità introdotte furono molte, e sulla base di queste le differenze fra le opinioni dei vari studiosi erano altrettante. Il pensiero cognitivista presentava una serie di principi che erano, però, condivise da tutti.
- Principio delle basi biologiche dei processi psichici
- Principio evolutivo
- Principio costruttivista
- Principio mentalista
- Principio dell'elaborazione dell'informazione
- Principio della simulazione
L'apprendimento fu una delle aree della psicologia che ricevette molta influenza da parte del cognitivismo
Bruner si occupò inizialmente dello studio della percezione e fece parte della corrente del New Look, secondo questa corrente la percezione dipendeva dai bisogni, dalle motivazioni e dalle aspettative di ogni soggetto.
L'approccio cognitivista cerca dunque, di indagare il modo in cui avviene l'apprendimento: l'individuo riceve molti input dall'ambiente e, per poter capire e muoversi nella realtà compie alcune semplificazione e selezioni di questi stimoli; si potrebbe dire che li organizza e categorizza per conferire loro un senso.
Bruner e il contesto socioculturale
Secondo Bruner (1915-2016), uno dei più importanti esponenti del cognitivismo, il contesto sociale e culturale, cioè l'ambiente in cui un persona vive, influenza l'apprendimento. Il soggetto, infatti, per comprendere la realtà utilizza dei modelli, cioè delle strutture mentali, forniti dalla sua cultura di appartenenza: tutte le informazioni nuove vengono apprese e inserite nella struttura mentale quando si rivelano utili ed efficaci.
La facilitazione dell'apprendimento
In tutti questi scambi, un contenuto non viene semplicemente trasmesso da un individuo all'altro ma viene rielaborato, integrato e arricchito; l'apprendimento non è una semplice acquisizione di contenuti, poichè ogni individuo assimila le informazioni in base al suo percorso di crescita per creare una conoscenza soggettiva della realtà.
Per spiegare il processo di apprendimento Bruner ha introdotto anche il concetto di Scaffolding. la parola deriva dall' inglese "scaffold" e significa 'impalcatura': lo scaffolding è un ponte, un aiuto tra una persona e l'altra che facilita l'apprendimento, come avviene tra docente e alunno.
Lo strutturalismo didattico
In ambito scolastico, Bruner sostenne un orientamento chiamato strutturalismo didattico. L'obbiettivo dell'insegnante deve essere quello di fornire allo studente gli strumenti di base che facilitino i suoi processi di apprendimento. questo obbiettivo può essere raggiunto: SVILUPPANDO LE COMPETENZE, con le quali lo studente può comprendere la realtà; favorendo l'APPRENDIMENTO PER SCOPERTA, cioè lo studio tramite esperienze concrete.
Nonostante alcuni aspetti siano stati superati, la concezione dell'apprendimento di Bruner è considerata valida ancora oggi e si è diffusa oltre i confini disciplinari della psicologia. Studiosi come Bruner hanno infatti cambiato completamente la ricerca sull'apprendimento riportando al centro dell'attenzione ciò che il comportamentismo classico trascurava: la soggetività.
Bandura e l'apprendimento per imitazione
Bandura si è interessato agli effetti dell'imitazione del comportamento altrui, in particolar modo alle condotte aggressive. L'individuo, secondo Bandura, inserito in un ambiete sociale, osserva altri suoi simili compiere una serie di azioni, prima di produrne a sua volta. Alcuni di questi comportamenti esattamente; altri invece non sono imitati in maniera puntuale, ma servono da modello per adottare un comportamento adeguato al contesto
L'Esperimento di Bobo
L'ipotesi che l'imitazione portasse all' apprendimento di nuovi comportamenti venne dimostrata come uno studio molto celebre: l'esperimento di Bobo, condotto nel 1961. Questo esperimento coinvolgeva 3 gruppi di bambini: il primo gruppo guardava un video in cui degli adulti si comportavano in modo aggressivo con un pupazzo di nome Bobo; il secondo gruppo guardava lo stesso video, ma poi alcuni adulti spiegavano che quello che avevano visto era sbagliato e quindi si comportavano in modo gentile con il pupazzo e si intrattenevano con le costruzioni. Infine, a un terzo gruppo di bambini non fu fatto vedere alcun video. Quando i bambini, uno alla volta, incontrarono Bobo, si comportavano esattamente come gli adulti che avevano visto: I bambini del primo gruppo iniziarono piuttosto rapidamente a comportarsi in modo aggressivo con Bobo come nel video; in più, trattavano nello stesso modo anche gli altri giocattoli. I secondi, avevano un approccio gentile con il pupazzo e si dedicavano alle costruzioni. I bambini dell'ultimo gruppo che avevano, funzioni di modificare il comportamento, manifestarono aggressivià in alcuni casi.
Ciò dimostrava che il comportamento può essere appreso per imitazione. In più, i bambini generalizzavano, estendevano cioè il loro comportamento anche agli altri giocattoli.
I risultati dell'esperimento
I bambini del secondo gruppo, aveva assistito a due diversi comportamenti possibili: su di loro agivano quindi due differenti effetti, l'imitazione del modello positivo e la disapprovazione come punizione sul cattivo esempio.
I bambini del primo gruppo, non avevano appreso una semplice sequenza di azioni, ma uno stile comportamentale che il modello aveva introdotto nel contesto.
Con questo esperimento si dimostrava dunque nuovamente come nell'apprendimento entrino in gioco fattori diversi dal solo meccanismo stimolo-risposta-rinforzo (SRR). Inoltre l'apprendimento sarà più o meno efficace in base a quanto il soggetto si identifica con quello che vede e la condotta imitata potrà essere facilmente riprodotta a distanza di tempo se il soggeto incontrerà una nuova situazione compatibile con il contesto di apprendimento originale.
L'apprendimento sociale
Nel corso delle sue ricerche Bandura introdusse il concetto di determinismo reciproco per indicare che non solo l'ambiente influenza il comportamento dell'individuo, ma il soggetto stesso modifica la risposta del proprio contesto sociale con le proprie azioni.
Per questo è fondamentale, secondo Bandura, fornire modelli di comportamento positivo. L'apprendimeto sociale, infatti, avviene principalmente per osservazione e per questo è anche definito vicario. Da questi studi derivarono nuove tecniche per la terapia delle fobie come per esempio il modellamento (da non confondere il modellaggio di Skinner). Esso consiste nel mostrare all' individuo fobico altre persone che compiono azioni o si espongono a stimoli che gli provocano paura. L'idea di base è che, osservando gli altri, il soggetto apprenderebbe nuovi modi di superare le proprie difficoltà, rassicurato dagli esiti positivi di questi modelli.
IL SENSO DI AUTOEFFICACIA
Un altro fondamentale contributo di Bandura fu la definizione del senso di AUTOEFFICACIA.
L’autoefficacia è la fiducia di una persona nelle proprie capacità, abilità, potenzialità di esercitare un controllo sugli eventi e gestire la propria vita. E’ quindi il senso di “essere capace di”, di avere le abilità tecniche per svolgere con successo un determinato compito che si può avvertire come problematico. L’autoefficacia corrisponde alla convinzione di “sapere di saper fare”, che si traduce nella capacità di utilizzare al meglio le proprie abilità, traendo il massimo vantaggio dalle possibilità dell’ambiente.
Il livello di autostima e di autoefficacia percepita svolgono un ruolo fondamentale nel modo di pensare della persona e, di conseguenza, nel modo in cui questa decide di comportarsi nelle varie situazioni interpersonali. Una limitata fiducia nelle proprie capacità e possibilità porta ad evitare di affrontare molte situazioni, il ché a sua volta rafforza il senso di impotenza e di scarso valore.
Le ricerche hanno evidenziato che il senso di autoefficacia e la percezione di se sono sensi che si sviluppano nel corso della crescita di un soggetto. Nei primi anni di vita hanno un ruolo fondamentale le esperienze dirette del bambino e lo stile genitoriale. Nell'età adolescenziale assumono un ruolo di grande rilievo le esperienze difficili affrontate e superate con successo.
Esistono quattro fonti responsabili della costruzione del senso di autoefficacia:la propria esperienza di successo; le esperienze vicarie, cioè l'osservazione di modelli che si impegnano e ottengono successo; la persuasione sociale, ovvero il convincimento da parte degli altri di possedere le capacità necessarie; i propri stati emotivi, poichè la riduzione di stati d'animo negativi incide sulla percezione della propria efficacia.