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Transcript

le donne durante la prima guerra mondiale

Sofia Paltrinieri 3^I

0.

-Operaie-Crocerossine-Contadine-Insegnanti-"Dame di carità"-Infermiere/medici

Che cosa facevano?

Le donne si misero a servizio della società.

Operaie

Cambiò il materiale prodotto

  • Industria bellica
  • Industrua siderurgica
  • Industria tessile

La manodopera femminile aumentò:

Le donne in fabbrica

Le donne che lavorarono in fabbrica durante la prima guerra mondiale furono più di 200.000. Esempio:Fabbriche torinesi operaie: 1915: 23.000- 1916: 89.000

Crocerossine

Erano sempre sottovalutate rispetto ai medici.Dopo la guerra dovettero dimettersi, lasciando il posto agli uomini.
Assistevano psicologicamente chi stava per morire
Leggevano escrivevano al posto dei pazientimalati
Soccorrere sul campo di guerra
Curavano i malati di guerra

Tra le immagini più riconosciute nel dopoguerra, le crocerossine, erano un vero e proprio corpo militare, inventato da Henri Dunant.All'inizio potevano esserlo solo le ragazze provenienti da famiglie benestanti, poi con il maggior bisogno d'aiuto, anche quelle provenienti da ceti sociali più bassi.LAVORI:

Contadine

Agricoltura

C'era una grande richiesta di prodotti agricoli, erano chiamati donne, bambini, anziani a lavorare, nessun escluso.Tanti erano anche costretti per sopravvivere.Per incentivarle, erano stati creati premi di "merito agricolo".

Insegnanti

Maestre:

  • Aiutavano i bambini creando il "corriere dei piccoli".
  • Alfabetizzarono il popolo.
  • Adattarono i programmi agli argomenti di guerre.

"Dame di carità"

Erano una figura tipicamente femminile, paragonata ad un angelo.Tra le ragazze si crearono delle "competizioni", per le quali più cose a servizio della comunità una faceva, più era considerata "angelo".Questo spingeva tante a offrirsi volontarie, anche come crocerossine.

Inoltre le donne sole, "ospitavano" soldati nlle loro case.Facevano le faccende, gli lavavano i vestiti, cucinavano...

https://www.studenti.it/

https://www.prefettura.it/FILES/

https://it.wikipedia.org/

Fonti: