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Da eremita a papa

Celestino V:

BIOGRAFIA DI PIETRO DA MORRONE

CELESTINO A LIONE

Celestino V e Bonifacio VIII

Celestino V e Dante Alighieri

Celestino V nell'arte

Il TritticoStefaneschi

CELESTINO V

FONTI STORICHE E AUTORI CHE HANNO PARLATO DI

e Celestino V

IL CASTELLO DI FUMONE

ENTRA

CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE DI FERENTINO

Il rapporto tra Celestino V e il Castello di Fumone è legato al fatto che Celestino V passò i suoi ultimi anni lì. Fu eletto Papa, ma il suo pontificato durò solo alcuni mesi. Tuttavia, il suo successore, Papa Bonifacio VIII, temeva che Celestino potesse essere un rivale politico e lo fece imprigionare nel Castello di Fumone per il resto della sua vita. Celestino morì lì nel 1296, e il castello divenne quindi noto come il luogo della sua prigionia e morte.

Dalla storia sappiamo che Celestino si è recato a piedi a Lione in occasione del concilio del 1274 per conseguire da Gregorio X la conferma del suo ordine destinato altrimenti alla soppressione come tutti quelli di più recente istituzione. Di quella visita nella città francese è rimasta traccia in quanto nel cuore di Lione, lungo la Saone, vi è un quartiere che rivela la presenza massiccia dei Celestini.

Durante l'agonia di Celestino V, si verificò un miracolo straordinario che preannunciò la sua morte: l'apparizione di una croce splendente sospesa a lungo nell'aria davanti alla porta della sua cella. Testimoni oculari, tra cui Riccardo di Bellegra, Niccolò Verticello e due cavalieri al servizio del Custode di Fumone, deposero riguardo a questo evento durante il processo di canonizzazione ordinato da Clemente V nel 1313.

Dante lo pone con ogni probabilità tra gli ignavi dell'Antinferno, indicandolo come "colui che fece per viltade il gran rifiuto" (Inf., III, 59-60; non sono mancate altre identificazioni, tra cui Pilato). Dante gli rimproverava di aver favorito con la rinuncia alla dignità pontificia l'ascesa al Papato dell'odiato Bonifacio VIII, artefice con le sue trame della vittoria dei Neri a Firenze e dell'esilio politico di Dante.

ESPERIENZA EREMITICA

Nel 1240 si trasferì a Roma, presso il Laterano dove studiò fino a prendere gli ordini sacerdotali. Lasciata Roma nel 1241 ritornò sul monte Morrone, presso la piccola chiesa di Santa Maria di Segezzano. Successivamente si rifugiò sui monti della Maiella in Abruzzo.

“Il gran rifiuto” di Celestino V generò le condizioni per l’elezione al soglio pontificio del suo successore. Questa avvenne in soli dieci giorni nel conclave riunito in Castel Nuovo, a Napoli, il 24 Dicembre 1294. Il Sacro Collegio scelse il cardinale Benedetto Caetani, che fu poi incoronato nella Basilica di San Pietro a Roma il 23 gennaio 1295 con il nome di Bonifacio VIII. Si racconta che, durante l'ultimo colloquio che ebbe con Bonifacio VIII, Celestino V pronuncio' la terribile profezia: “Nel papato sei entrato come la volpe, regnerai come il leone, morirai come il cane”.
Secondo quanto afferma Dante, l’elezione papale di Bonifacio VIII fu carica di simonia e lo stesso Celestino V fu raggirato da quest’ultimo per rinunciare alla carica.Il pontificato di Celestino V fu caratterizzato da una notevole ingenuità nella gestione amministrativa della Chiesa.Il papa, anziano e da sempre dedito alla vita monastica ed eremitica, non conosceva il latino, ed era facile per lui cadere in continui errori burocratici.La confusa gestione dell’ufficio, unita ad una personalità probabilmente debole e non adatta a ricoprire quel ruolo, rischiavano di far cadere la Chiesa nel caos e lo stesso papa sembrò spesso vacillare nel volerlo portare avanti.

Bonifacio decise di farlo trasferire definitivamente lontano dal contatto con il mondo. Nella notte dell'agosto del 1295, lo fece trasportare clandestinamente nella Rocca di Fumone, scortato da sei cavalieri e trenta uomini d'arme. Il 19 maggio 1296, Celestino V morì dopo dieci mesi di misera prigionia. Durante la sua detenzione, Celestino V dovette dormire con la testa appoggiata nel luogo dove solitamente posava i piedi durante la celebrazione della messa. La sua cella è ancora custodita dai Marchesi Longhi de Paolis e è oggetto di devozione da parte di migliaia di fedeli ogni anno.

La chiesa di Sant'Antonio Abate a Ferentino, in Italia, fu fondata da Celestino V, dove fu seppellito dopo la sua morte e ne accolse le spoglie fino al 1327 divenendo così meta di pellegrinaggi. La chiesa è dedicata a Sant'Antonio Abate, un santo eremita considerato protettore degli animali e degli allevatori. è stata costruita in stile romanico e presenta diverse opere d'arte all'interno, tra cui affreschi e dipinti che risalgono a diverse epoche storiche. La sua importanza storica e artistica la rende un luogo significativo per i fedeli e per gli appassionati di arte sacra. Durante il suo breve pontificato, Celestino V dimostrò un profondo legame con la Chiesa di Ferentino. Questo legame risale al periodo in cui Celestino V era ancora un eremita presso il Monte Morrone, nelle vicinanze di Ferentino. Si dice che Celestino V abbia trascorso del tempo nella zona e che avesse un'affinità spirituale con la chiesa e la sua comunità. Anche se il suo pontificato fu breve, la sua connessione con la Chiesa di Ferentino e con Sant'Antonio Abate rimane un elemento significativo nella sua storia e nel suo legato spirituale.

Il Castello di Fumone è situato nella città di Fumone, in provincia di Frosinone, Italia. È un'imponente struttura medievale costruita su una collina rocciosa, che offre una vista panoramica sulla Valle del Sacco. Il castello ha una storia ricca e complessa, che include periodi di utilizzo come residenza signorile, prigione e sede militare.

Sono le anime degli ignavi, coloro che in Terra si sono astenuti dalle scelte e sono respinti da Dio, poiché i cieli non vogliono vedere contaminata la loro bellezza e dall'Inferno, perchè i dannati si vanterebbero di aver preso una decisione, nella loro vita terrena. Tra questi, Dante riconosce "colui che per viltade fece il gran rifiuto" (interpretabile con tre personaggi: Celestino V, Ponzio Pilato o Esaù, figlio di Isacco e Rebecca). Queste anime vengono punite per contrappasso, per antitesi: in vita non sentirono alcuno stimolo, ora, invece si: mosconi e vespe, rigano loro il volto, e il sangue, mischiato alle lacrime, viene raccolto, ai piedi, da vermi.

GLI IGNAVI

Temuto, odiato, corrotto e senza scrupoli, Bonifacio VIII fu uno tra i più discussi capi della Chiesa anche dopo la sua morte. In tanti si espressero sulla sua attività politica ma, tra tutti, il giudizio più severo fu quello di Dante Alighieri. Il poeta fiorentino odiò talmente tanto Bonifacio VIII da decidere di riservargli un bel posticino all’Inferno, sebbene quest’ultimo non fosse ancora morto.
Di origini molto umili (i genitori erano contadini e lui era il penultimo di dodici figli) Celestino V fu eletto al soglio pontificio il 5 luglio 1294 in tempi molto bui per la Chiesa. 
Erano trascorsi appena quattro mesi di pontificato quando papa Celestino V abdicò creando le condizioni per una nuova elezione.
Secondo quanto afferma Dante, l’elezione papale di Bonifacio VIII fu carica di simonia e lo stesso Celestino V fu raggirato da quest’ultimo per rinunciare alla carica.Il pontificato di Celestino V fu caratterizzato da una notevole ingenuità nella gestione amministrativa della Chiesa.Il papa, anziano e da sempre dedito alla vita monastica ed eremitica, non conosceva il latino, ed era facile per lui cadere in continui errori burocratici.La confusa gestione dell’ufficio, unita ad una personalità probabilmente debole e non adatta a ricoprire quel ruolo, rischiavano di far cadere la Chiesa nel caos e lo stesso papa sembrò spesso vacillare nel volerlo portare avanti.
Vita Bonifacio VIII

Al momento della sua elezione, Benedetto Caetani aveva 64 anni. Originario di Anagni, nel Lazio, aveva un carattere diretto e brusco. Bonifacio VIII aveva una concezione teocratica, secondo la quale il papa era al di sopra dei re e dei regni, e perciò doveva avere il dominio su tutta la terra e su ogni anima. Bonifacio può essere considerato l’ultimo grande pontefice medievale e la sua abilità politica fu tale da condizionare molte scelte che portarono alla formazione di nuovi equilibri, nuove alleanze e nuovi regni. Tra questi, nel 1297, la creazione ex novo del Regnum Sardiniae et Corsicae.