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Triduo don Bosco

Luoni Daniela

Created on January 24, 2024

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Transcript

gennaio 2024

Un sogno che fa sognare

Triduo in preparazione alla Festa di don Bosco

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don bosco

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Ho fatto un sogno... un sogno molto speciale!

Confuso e spaventato soggiunsi che io era un povero ed ignorante fanciullo incapace di parlare di religione a que’ giovanetti. In quel momento que’ ragazzi cessando dalle risse, dagli schiamazzi e dalle bestemmie, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere che mi dicessi, «Chi siete voi», soggiunsi, «che mi comandate cosa impossibile?». «Appunto perche' tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili coll’ubbidienza e coll’acquisto della scienza». «Dove, con quali mezzi potro' acquistare la scienza?». «Io ti daro' la maestra sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza». «Ma chi siete voi, che parlate in questo modo?». «Io sono il figlio di colei, che tua madre ti ammaestro' di salutar tre volte al giorno». «Mia madre mi dice di non associarmi con quelli che non conosco, senza suo permesso; percio', ditemi il vostro nome». «Il mio nome dimandalo a Mia Madre».

A quell’eta' ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giuocavano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un uomo venerando in virile eta' nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona, ma la sua faccia era così luminosa, che io non poteva rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordino' di pormi alla testa di que’ fanciulli aggiungendo queste parole: «Non colle percosse ma colla mansuetudine e colla carita' dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti adunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosita' della virtu'».

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In quel momento vidi accanto di lui una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto, che risplendeva da tutte parti, come se ogni punto di quello fosse una fulgidissima stella. Scorgendomi ognor piu' confuso nelle mie dimande e risposte, mi accenno' di avvicinarmi a Lei, che presemi con bonta' per mano, e «guarda», mi disse. Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti, ed in loro vece vidi una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, orsi e di parecchi altri animali. «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte, robusto; e cio' che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo pei figli miei». Volsi allora lo sguardo ed ecco invece di animali feroci apparvero altrettanti mansueti agnelli, che tutti saltellando correvano attorno belando come per fare festa a quell’uomo e a quella signora. A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pregai quello a voler parlare in modo da capire, perciocche' io non sapeva quale cosa si volesse significare.

Allora Ella mi pose la mano sul capo dicendomi: «A suo tempo tutto comprenderai». Cio' detto un rumore mi sveglio' ed ogni cosa disparve. Io rimasi sbalordito. Sembravami di avere le mani che facessero male pei pugni che aveva dato, che la faccia mi duolesse per gli schiaffi ricevuti; di poi quel personaggio, quella donna, le cose dette e le cose udite mi occuparono talmente la mente, che per quella notte non mi fu possibile prendere sonno. Al mattino ho tosto con premura raccontato quel sogno prima a’ miei fratelli, che si misero a ridere, poi a mia madre ed alla nonna. Ognuno dava al medesimo la sua interpretazione. Il fratello Giuseppe diceva: «Tu diventerai guardiano di capre, di pecore o di altri animali». Mia madre: «Chi sa che non abbi a diventar prete». Antonio con secco accento: «Forse sarai capo di briganti». Ma la nonna, che sapeva assai di teologia, era del tutto analfabeta, diede sentenza definitiva dicendo: «Non bisogna badare ai sogni».

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28 gennaio

Dalla Strenna del Rettor Maggiore don Angel Artime

Don Bosco ci ha mostrato nel corso della sua vita che solo le relazioni autentiche trasformano e salvano. Papa Francesco ci dice la stessa cosa: «Non basta dunque avere delle strutture se in esse non si sviluppano relazione autentiche; e' la qualità di tali relazioni, infatti, che evangelizza». Per questo esprimo il desiderio che ogni casa della nostra Famiglia salesiana nel mondo sia o diventi uno spazio veramente educativo, uno spazio di relazioni rispettose, uno spazio che aiuti a crescere in modo sano. In questo possiamo e dobbiamo fare la differenza, perche' le relazioni autentiche sono all’origine del nostro carisma, all’origine dell’incontro con Bartolomeo Garelli, all’origine della vocazione stessa di Don Bosco.

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29 gennaio

Dalla Strenna del Rettor Maggiore don Angel Artime

Dio fa grandi cose con “strumenti semplici” e ci parla in molti modi, anche nel profondo del cuore, attraverso i sentimenti che si muovono dentro di noi, attraverso la Parola di Dio accolta con fede, approfondita con pazienza, interiorizzata con amore, seguita con fiducia. Aiutiamo noi stessi e i nostri ragazzi, le ragazze e giovani ad ascoltare il proprio cuore, a decifrare i movimenti interiori, a dare voce a cio' che si agita dentro di loro e in noi, a riconoscere quali segni o “sogni” rivelano la voce di Dio e quali, invece, sono l’esito di scelte sbagliate.

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30 gennaio

Dalla Strenna del Rettor Maggiore don Angel Artime

«Le fatiche e fragilita' dei giovani ci aiutano a essere migliori, le loro domande ci sfidano, i loro dubbi ci interpellano sulla qualita' della nostra fede. Anche le loro critiche ci sono necessarie, perche' non di rado attraverso di esse ascoltiamo la voce del Signore che ci chiede conversione del cuore e rinnovamento delle strutture». Un autentico educatore sa scoprire con intelligenza e pazienza cio' che ogni giovane porta dentro di se', e come tale agira' con comprensione e affetto, cercando di farsi amare. Sogno e desidero incontrare ogni giorno, in ogni casa salesiana del mondo salesiani e laici che credono nel miracolo che l’educazione e l’evangelizzazione salesiana hanno il potere di realizzare.

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31 gennaio

Padre e Maestro della gioventù, San Giovanni Bosco, docile ai doni dello Spirito e aperto alle realtà del tuo tempo sei stato per i giovani, soprattutto per i piccoli e i poveri, segno dell’amore e della predilezione di Dio. Sii nostra guida nel cammino di amicizia con il Signore Gesù, in modo che scopriamo in Lui e nel suo Vangelo il senso della nostra vita e la fonte della vera felicità. Aiutaci a rispondere con generosità alla vocazione che abbiamo ricevuta da Dio, per essere nella vita quotidiana costruttori di comunione, e collaborare con entusiasmo,

in comunione con tutta la Chiesa, all’edificazione della civiltà dell’amore. Ottienici la grazia della perseveranza nel vivere una misura alta di vita cristiana, secondo lo spirito delle beatitudini; e fa’ che, guidati da Maria Ausiliatrice, possiamo trovarci un giorno con te nella grande famiglia del cielo. Amen