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Linea Maginot

alice.pisan

Created on January 23, 2024

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Transcript

linea maginot

storia e struttura

contest storico

Alsazia e lorena, territori contesi da due paesi

Invasione tedesca occupò i territori, inglobati nel terzo reich

Alla fine della Prima Guerra Mondiale diventa francese dopo 50 anni.

1939

1871

Dopo la guerra franco-prussiana diventa tedesca

Seconda Guerra Mondiale, evacuazione dei territori per proteggere la frontiera

1940

1919

contesto storico

Alsazia e lorena, territori contesi da due paesi

Germanizzazione dei territori, per poi iniziare la completa nazificazione. Con l'introduzione del servizio militare e la creazione dei vari campi.Continua però la resistenza degli alsaziani

Fine 2 guerra mondiale la regione è restituita ai francesi. Successivamente vengono istituiti i parlamenti regionali.

1945-72

1942

01

Storia della linea

Perchè fu creata e perchè si rivelò inutile

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale alla Germania furono imposte pesanti condizioni dal Trattato di Versailles. Ma negli anni Trenta i francesi temendo il riarmo tedesco cominciarono a pensare ad un imponente sistema di fortificazioni lungo i confini con la Germania, il Lussemburgo e l’Italia. Un insieme di fortificazioni integrate con corridoi sotterranei, depositi per le munizioni: era “la Linea Maginot”. Questo complesso venne pensato in funzione di una guerra statica, che si combatteva duramente nelle trincee, proprio come era avvenuto nella prima guerra mondiale. Era il fiore all’occhiello del sistema difensivo francese e per costruirla vi impiegarono oltre 10 anni. Questa maestosa e complessa linea di difesa era ritenuta insormontabile dai generali francesi e in particolare da Maurice Gamelin.

cosa accadde?

02

Dopo la veloce conquista della Polonia i generali tedeschi nel 1940 puntavano al fronte occidentale ma erano consapevoli che un attacco diretto alla linea Maginot avrebbe richiesto numerose truppe e, soprattutto, avrebbe impegnato l’esercito tedesco in una battaglia lunga molti mesi. Occorreva trovare una soluzione che aggirasse le fortificazioni. Il piano di invasione tedesco sul fronte occidentale venne pianificato dal generale Erich von Manstein: furono appostate delle truppe lungo la linea Maginot come diversivo e il 10 maggio del 1940 la Wehrmacht (nome delle forze armate tedesche) invase il Lussemburgo, l’Olanda e il Belgio: in pochi giorni le forze tedesche raggiunsero le sponde del fiume Dyle. Ma anche l’operazione nelle Fiandre era una manovra diversiva: l’attacco principale fu svolto a sorpresa creando una via nella foresta delle Ardenne, ritenuta dal comando militare francese impenetrabile e non percorribile dalle divisioni corazzate tedesche.

+info

una parte efficace

Per contro, l’opera di Fermont potentemente armata con artiglieria, riesce a respingere gli attacchi nemici.Nelle Alpi l’attacco sferrato dagli Italiani viene ovunque respinto prima di giungere alla linea di resistenza offerta dai grossi forti. Si può quindi trarre la seguente conclusione : ove la Linea Maginot fu costruita secondo gli schemi originali e quindi potentemente armata con artiglieria, ebbe modo di resistere efficacemente a ogni attacco, sia esso frontale che proveniente dalle retrovie. I tedeschi in pochi giorni tuttavia avevano fatto un milione e duecentomila prigionieri. La Francia firmò presto l’armistizio. Sono pagine di storia conosciute. E sono pagine tristi. Nonostante questo insuccesso enorme, nell’establishment francese il modello della linea Maginot è rimasto come un retaggio ancestrale, è rimasto nell’inconscio anche cinquant’anni dopo.

03

Stuttura della linea

La Linea Maginot conta: - 22 grossi forti -36 piccoli forti -348 casematte e blockhaus

-78 ricoveri corazzati -14 osservatori corazzati

casematte :

Sono dei veri e propri forti in miniatura, che comunicano tra di loro, o con i forti vicini, tramite le solite linee telefoniche. L’obiettivo delle casematte di intervallo è l’eliminazione del nemico eventualmente infiltratosi tra le grosse fortificazioni.Questo scopo si ottiene incrociando il tiro delle armi in dotazione. Dalla volta delle casematte sporgono torrette corazzate di diverso tipo (per fucile mitragliatore, per mitragliatrice binata, per armi miste e per osservatorio). L’equipaggio è formato da un minimo di 15 ad un massimo di 30 fanti. Qualora la casamatta avesse funzione di osservatorio di artiglieria, l’equipaggio include alcuni artiglieri.

Stuttura della linea

Grossi forti :

Costituiscno l'ossatura della linea, sono strutturati come delle vere città sotterranee dove in superficie emergono solo i blocchi di combattimento e le entrate al forte. Le varie parti di un forte sono collegati tra di loro con parecchi chilometri di gallerie di collegamento scavate a una profondità che va ad un massimo di 95 metri. Il sistema di trasporti interni consiste in una rete di binari e numerosi montacarichi, con lo scopo di sollevare i materiali dai corridoi sotterranei ai blocchi di combattimento in superficie. La caserma sotterranea riunisce i dormitori per la truppa, le cucine, le docce, i magazzini per i viveri, l’infermeria, eec. La ventilazione è costituita da due circuiti indipendenti: uno per immettere aria pulita presa dall’esterno, l’altro per estrarre l’aria viziata, disperdendola all’esterno. Contro i gas tossici si mette in surpressione l’intero forte, automaticamente espellendo all’esterno l’ossido di carbonio generato delle armi in dotazione. Il posto comando generale si compone di: una centrale telefonica, un posto comando per il comandante del forte a cui e’ unito il servizio informazioni. Posti tra un grosso forte e l’altro si vedono i piccoli forti, che si differenziano dai grossi, per il minor numero di blocchi di combattimento.

torri corazzate

Lungo tutta la linea maginot sono state create torri corazzate di diverso tipo

suddivise in due tipi: PASSIVE ed ATTIVE. Le passive sono prese d’aria corazzate utilizzate per la ventilazione dei blocchi; normalmente una serviva per l’aspirazione, l’altra per l’evacuazione dell’aria viziata (Champignon). Le torrette attive servono per l’osservazione o per la difesa ravvicinata del forte, esse emergono dalla volta dei blocchi a seconda dei tipi da un minimo di 80 cm. ad un massimo di 1,26 m. Possentemente corazzate, lo spessore varia da 18 a 33 cm., sono concepite per resistere al piu’ potente cannoneggiamento (una torretta GFM di Fermönt ha resistito all’impatto di un proiettile da 305 mm che l’ha colpita in pieno). Il diametro interno va da un minimo di 1,2 metri . ad un massimo di 2 metri ,il loro peso varia da 10 a 35 tonnellate, vari sono i modelli.

+info

Ben schreck:art at war

Realizzato da Pisan Alice e Paltrinieri Samantha di 5A

Il generale Heinz Guderian – teorico della guerra lampo – il 13 maggio 1940 con solo tre divisioni corazzate, effettuò lo sfondamento decisivo sulla Mosa a Sedan: non aspettò l’arrivo delle divisioni di fanteria di supporto e con un abile manovra riuscì a incunearsi tra i due Gruppi d’armata francesi. Guderian avanzando rapidamente il 20 maggio aveva già raggiunto la Manica. Con un’operazione velocissima le truppe francesi furono ingabbiate in una tenaglia micidiale e la linea Maginot aggirata.Il corpo di spedizione inglese riuscì miracolosamente a imbarcarsi a Dunkerque

Torri corazzate a scomparsa

Per la possibilità’ di tiro in ogni direzione questa torre è l’ideale per la difesa-offesa di una fortificazione. Praticamente invulnerabile in posizione di riposo (eclissata) è vulnerabile in posizione di tiro (in batteria) in quanto l’impatto del proiettile sui fianchi può provocare bavature ed addirittura la fusione del materiale, bloccando lo scorrimento tra la torretta e l’avancorazza. Le torri utilizzate nella Linea Maginot sono un perfezionamento delle torri impiegate nelle fortificazioni Sérè de Rivières ( i forti della prima guerra mondiale ).

Esse si differenziano per l’armamento, di conseguenza per le dimensioni ed il peso; Ad esempio:Torre corazzata per armi miste + mortaio da 50 mm (7 torri) sono totalmente nuove, nate come arma per fanteria “tuttofare”,’ possono colpire con il sistema cannone mitragliatrice sia i carri armati che la fanteria d’assalto, con il mortaio da 50 mm, grazie al tiro curvo, possono colpire la fanteria annidata negli angoli morti. In posizione eclissata un periscopio permette l’osservazione.