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REALISMO
Leonardo Sellari
Created on January 22, 2024
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Transcript
IL realismo
"Esplorando la profondità della realtà attraverso l'arte del realismo"
inizia
LEONARDO SELLARI
INDICE
5. MILLET
6. ANGELUS
7. LE SPIGOLATRICI
8. HONORE DAUMIER
1. IL REALISMO
9. VAGONE DI TERZA CLASSE
2. BREVE STORIA DELL'800
3. SCUOLA DI BARBIZON
10. LA LAVANDAIA
4. LA CATTEDRALE DI CHARTRES
11. COLLEGAMENTI
IL REALISMO
Partendo dalla Francia del 1840, il realismo rivoluzionò la pittura, ampliando le concezioni di ciò che costituiva l’ arte. Lavorando in un’ epoca caotica segnata dalla rivoluzione e da un diffuso cambiamento sociale, i pittori realisti sostituirono le immagini idealistiche e le concezioni letterarie dell’ arte tradizionale con eventi di vita reale, dando ai margini della società un peso simile a quello dei dipinti e delle allegorie della grande storia. La loro scelta di portare la vita quotidiana nelle loro tele è stata una prima manifestazione del desiderio d’avanguardia di fondere arte e vita, e il loro rifiuto delle tecniche pittoriche, come la prospettiva, ha prefigurato le molte definizioni e ridefinizioni del modernismo del ventesimo secolo. Il realismo è ampiamente considerato l’ inizio dell’ arte moderna. Letteralmente, ciò è dovuto alla sua convinzione che la vita quotidiana e il mondo moderno fossero soggetti adatti all’arte. Filosoficamente, il realismo abbracciava gli obiettivi progressisti del modernismo, cercando nuove verità attraverso la revisione e il rovesciamento dei sistemi tradizionali di valori e credenze. Il realismo si occupava di come la vita fosse strutturata socialmente, economicamente, politicamente e culturalmente a metà del XIX secolo. Questo ha portato a raffigurazioni “brutte”, talvolta sconcertanti, dei momenti spiacevoli della vita e dell’ uso di palette scure e terrose che hanno messo a confronto gli ideali di bellezza dell’ arte più alta. Il realismo è stato il primo movimento artistico esplicitamente anti-istituzionale e anticonformista. Pittori realisti hanno preso di mira i costumi sociali e i valori della borghesia e della monarchia su chi ha patrocinato il mercato dell’ arte. Pur continuando a presentare le loro opere ai Salons dell’ Accademia ufficiale d’ Arte, non erano al di sopra dell’ allestimento di mostre indipendenti per mostrare con sfrenatezza il loro lavoro. In seguito all’esplosione della stampa di giornali e dei mass media sulla scia della Rivoluzione Industriale, il Realismo ha portato in una nuova concezione dell’ artista come auto pubblicista. Gustave Courbet, Édouard Manet e altri hanno volutamente corteggiato le polemiche e usato i media per aumentare la loro celebrità in un modo che continua tra gli artisti fino ad oggi.
Storia dell'800
Nell'Ottocento, un secolo tumultuoso che ha ridefinito il volto del mondo, le fondamenta della società furono scosse da rivoluzioni politiche, industrializzazione selvaggia e profonde trasformazioni culturali. La Rivoluzione francese, con il suo grido di liberté, égalité, fraternité, aveva già aperto le porte a un'epoca di cambiamenti radicali, gettando le basi per un secolo di fermento ideologico e sociale. Il motore principale di questa trasformazione fu la Rivoluzione Industriale, un vortice di innovazione e cambiamento che ha trasformato il volto dell'economia, spingendo le società europee verso una nuova era di produzione meccanizzata. Le città si espansero, le fabbriche emersero come nuovi centri di potere economico, e le classi sociali si ridefinirono in un tessuto urbano in rapida evoluzione. Parallelamente, le idee del Romanticismo si diffusero come una fiamma, portando un nuovo approccio all'arte e alla cultura. Artisti come William Blake e Caspar David Friedrich diedero voce a un desiderio di espressione individuale e una connessione più profonda con la natura, sfidando le convenzioni artistiche del passato. Nel cuore di questo fermento, la tensione politica culminò in movimenti nazionalisti che definirono l'ascesa e la caduta di imperi. L'Italia e la Germania videro i loro frammentati stati diventare nazioni unite, un processo che incarnò lo spirito dell'epoca e le aspirazioni di popoli in cerca di identità nazionale. Il Realismo, a metà del secolo, portò un cambio di paradigma nell'arte, con artisti come Gustave Courbet e Édouard Manet che abbracciarono una rappresentazione più accurata e sincera della vita quotidiana. Questo movimento rispecchiò l'ascesa di una classe media in crescita, con le sue lotte e i suoi trionfi, riflettendo la realtà in modo crudo e immediato. Allo stesso tempo, l'Impressionismo, con la sua enfasi sulle impressioni visive e luminose, incanalò il desiderio di cogliere l'effimero, il fugace, l'atmosferico. Monet, Degas e Renoir hanno catturato l'essenza della vita urbana e rurale in modo nuovo ed emozionante, aprendo la strada all'arte moderna. Questo secolo vide anche le macerie della Guerra Civile americana, un conflitto che scosse le fondamenta degli Stati Uniti, culminando nell'abolizione della schiavitù e la preservazione dell'Unione. Nel frattempo, l'Europa si lanciò in una corsa per conquistare territori coloniali, dando inizio a un periodo di imperialismo che avrebbe lasciato un'impronta duratura sul mondo. In conclusione, l'Ottocento non è solo un capitolo nei libri di storia, ma una tessitura intricata di eventi che hanno modellato il nostro presente. Il secolo XIX ha gettato le basi per il mondo moderno, intrecciando le storie di rivoluzioni, innovazioni e movimenti culturali che hanno plasmato il corso della storia e ci hanno portato fino ai giorni nostri.
'La Scuola di Barbizon è stata una esperienza pittorica francese a cavallo tra la pr e la seconda metà del XIX secolo, corrente di un più ampio movimento artistico europeo che tendeva all’affermazione del naturalismo nell’arte, e che ha dato un contributo significativo all’affermazione del Realismo ottocentesco francese. Si trattò di una libera associazione di artisti che lavorarono nel villaggio di Barbizon, situato appena fuori Parigi, vicino alla Foresta di Fontainebleau tra gli anni Trenta e Settanta dell’Ottocento. I membri della Scuola avevano interessi e stili artistici diversi, ma si concentravano prevalentemente sui paesaggi e sulla pittura all’aperto, con in comune il desiderio di elevare questo genere pittorico, da sfondo di scene classiche a soggetto a sé stante. La campagna e gli alberi secolari della foresta, così come i lavoratori dei campi intorno, esercitarono una forte attrazione di riscoperta delle bellezze naturali lontano dalla città, ispirando diverse generazioni di artisti. La foresta di Fontainebleau iniziò ad attirare artisti già nel XVIII secolo, inclusi i neoclassicisti Jean-Joseph-Xavier Bidauld, Théodore Caruelle d’Aligny e Alexandre Desgoffe. I pittori furono attratti non solo dal paesaggio selvaggio e vario, ma anche dalle favole e leggende francesi legate alla foresta. Fu, tuttavia, l’arrivo all’inizio del XIX secolo di Jean-Baptiste Camille Corot (Parigi, 1796 – 1875) e di Théodore Rousseau (Parigi, 1812 – Barbizon, 1867), che vi si trasferì definitamente nel 1846, a rendere l’area una calamita per altri artisti. In primis Jean-François Millet (Gréville-Hague, 1814 – Barbizon, 1875) che andò a vivere a Barbizon con la sua famiglia nel 1849 per sfuggire alle turbolenze politiche e sociali della capitale e che lì vi morì, insieme a Charles-François Daubigny, Jules Dupré, Narcisse-Virgilio Díaz de la Peña, Constant Troyon e Charles Jacque, tra gli altri. All’inizio degli anni Venti dell’Ottocento, Corot iniziò a disegnare e dipingere paesaggi intorno a Fontainebleau. Sebbene non abbia mai effettivamente vissuto nella zona, vi tornò spesso anche nel 1829 e nel 1830 e fu un influente e attivo sostenitore di altri artisti di Barbizon. All’inizio degli anni Trenta, lo sviluppo del sistema ferroviario da Parigi rese possibile viaggi facili a Barbizon e l’apertura della locanda “Auberge Ganne”, garantì agli artisti un luogo in cui vivere, lavorare e condividere idee e modalità pittoriche. Dal 1833 Rousseau iniziò a sostare a Barbizon per lunghi periodi, in cui avrebbe esplorato l’ambiente dedicandosi a realizzare degli schizzi e la pittura all’aperto. La sua passione per la foresta e il paesaggio lo resero un leader naturale del gruppo e attirò lì altri artisti, uniti in escursioni pittoriche e influenzati dalla sua pratica e dalle sue motivazioni. Nei decenni successivi, il villaggio di Barbizon e i suoi dintorni divennero una destinazione artistica primaria, in particolare durante i moti del 1848 che fecero fuggire molti artisti parigini verso la campagna apparentemente più sicura. Durante questo periodo sono stati realizzati centinaia di dipinti e fotografie, che ritraggono la zona e la sua vita rurale.
LA SCUOLA DI BARBIZON
CATTEDRALE DI CHARTRES
La cattedrale di Chartres è raffigurata inquadrando la facciata e la parte esposta a sud. Sono visibili il portale a tre ingressi e il rosone in alto al centro. Ai lati sono rappresentate le due torri gotiche asimmetriche. La massa della cattedrale è parzialmente coperta da un cumulo si terra in primo piano. Sul terreno la vegetazione ha già radicato e si notano ciuffi di erba al sommo e sui fianchi. Alla base sono disposti alcuni massi sagomati accanto ai quali staziona una donna. A sinistra un uomo è seduto su una grossa pietra mentre verso il fondo si nota una carrozza che transita. Ai piedi della Cattedrale di Chartres è costruito un palazzo moderno e dietro di esso spuntano i tetti di semplici abitazioni. Sui cumuli di terreno in primo piano crescono anche giovani alberi mossi dal vento. I loro rami ondeggiano e le foglie argentate brillano tra il fogliame. Il cielo è ingombro di nubi bianche che riflettono la luce la diffondono sul paesaggio. Interpretazioni e simbologia de La cattedrale di Chartres di Jean-Baptiste Camille Corot Il paesaggio che accoglie la Cattedrale di Chartres è raccontato con una interpretazione romantica. Infatti la scena integra armonicamente figure umane e natura. Secondo alcune interpretazioni storiche Corot nei suoi paesaggi non inserì le architetture per soli motivi artistici. Infatti era nei suoi interessi armonizzare civiltà e natura, considerate come una unità estetica e filosofica (Argan). Quindi, per sottolineare questa concezione poetica dipinse uno spazio unitario ed in equilibrio tra Cattedrale e paesaggio.
MILLET
Nato il 4 ottobre 1814 a Gruchy, un piccolo gruppo di case sulla riva del mare di Normandia, Jean Francois Millet è considerato uno dei più importanti pittori del realismo francese del secondo Ottocento. Studia a Cherbourg presso un allievo di Gros fino al 1837, quando, grazie a una borsa di studio, può frequentare i corsi di Paul Delaroche all'Accademia di Belle Arti di Parigi. Tornato a Cherbourg nell'inverno 1840-1841, vi incontra Pauline-Virginie Ono, con la quale si trasferisce a Parigi e che sarà la sua prima moglie. Rimasto vedovo dopo soli tre anni, sposa Catherine Lemaire; dai suoi matrimoni avrà nove figli. Nei primi anni quaranta, Millet esordisce, nella ritrattistica, genere che, nella piccola città di Cherbourg, poteva garantirgli delle commissioni. Presto, ai ritratti il pittore, seguendo il gusto di allora, si dedica alle scene pastorali, agli idilli classici ed ai nudi femminili, in una "maniera fiorita" come fu definito dai suoi contemporanei. La sua attività giovanile, iniziata nell’ambito del romanticismo, conserva una intonazione lirica che manca, spesso, agli altri interpreti del realismo, quali ad esempio Goustave Courbet, e, verso la fine degli anni quaranta i temi della sua poetica si impregnano di un crescente naturalismo. I soggetti dei suoi quadri sono quasi sempre contadini che vengono presentati con una intonazione poetica senza qualsiasi intento provocatorio o di polemica sociale. Il Salon, dopo aver respinto alcuni suoi quadri, accetterà di esporre i lavori di Jean-Franà§ois Millet per più di un ventennio, quando verrà nominato membro della giuria nel 1868. Le sue prime tele, di contenuto agreste, risalgono al 1848, lo stesso anno della svolta realista di Gustave Courbet e anno della rivoluzione di febbraio che portò all’istituzione, in Francia, della Seconda Repubblica. Dopo la rivoluzione del 1848, grazie a una somma stanziata dallo Stato, Millet, dal giugno 1849, si trasferisce con la numerosa famiglia a Barbizon nella foresta di Fontainebleau, dove rimarrà, salvo brevi viaggi, fino alla morte nel gennaio del 1875, facendo la fortuna di questo paese che divenne un polo d'attrazione per gli appassionati d'arte di tutto i mondo, specialmente gli americani.Il quadro che segna la svolta artistica di Jean-Franà§ois Millet è Il seminatore esposto al Salon del 1850, dove riscuote un autentico successo, soprattutto tra i repubblicani e i critici di sinistra, con vivacissime polemiche dei conservatori. La vita del popolo riveste una dignità fino ad allora sconosciuta, la rivoluzione aveva permesso a Millet, Courbet e ad altri, di celebrare la rivoluzione sociale ritraendo immagini inedite della vita rurale. In quella che può esse definita "epopea dei campi", l'artista racconta, con partecipazione sincera, la vita dei contadini, conferendo dignità alla fatica del loro quotidiano lavoro, nobilitato da antica sapienza, da riti e tempi prefissati, rispettati religiosamente.Con la stessa precisione sono descritte le scene nell'intimità della casa, dove regna la figura femminile: la madre che insegna alla figlia il lavoro a maglia; la donna che, alla luce di una lampada, rammenda un vestito, la ragazza che fa il burro, la donna che fila la lana, la toeletta del mattino alla luce di una finestra. Paesaggista superbo, Jean-Franà§ois Millet, continuò ha dipingere la campagna, ritraendo la perfezione botanica, i luminosi orizzonti, il silenzio di un campo arato e fumante, ma l'uomo, poco a poco, scompare dai suoi quadri ed il pittore si dedica alla pittura di soli paesaggio, finendo la sua attività con quadri che preannunciano già lo spirito della successiva Pittura Simbolista.Millet fu un lavoratore formidabile, nei suoi cinquantun anni di vita produsse circa cinquecento quadri e tremila tra disegni, pastelli e acquerelli; con Degas, Millet è certamente il più grande interprete della tecnica del pastello dell'intero XIX secolo.
ANGELUS
Descrizione di Angelus di Jean Francois Millet Angelus di Millet ricorda un momento quotidiano vissuto nei campi con la nonna. I due contadini si trovano nel campo per raccogliere patate. Poi, al suono della campana del villaggio i contadini interrompono il lavoro per recitare la preghiera dell’Angelus. Interpretazioni e simbologia di Angelus di Jean Francois Millet Questo momento venne dipinto da Millet e diventa una dichiarazione poetica della sua pittura. Angelus di Jean Francois Millet mette in scena una natura vissuta in rapporto al sentimento religioso. I contadini lavorano la terra e vivono questo momento in modo spirituale. Angelus di Millet si può considerare una dichiarazione di etica spirituale universale. Sono, infatti, molte le religioni che chiedono di interagire con la natura attraverso un filtro spirituale nel rispetto degli altri esseri e della madre terra.
LE SPIGOLATRICI
Descrizione de Le spigolatrici di Jean-François Millet Tre spigolatrici sono chine sul campo appena mietuto e raccolgono le poche spighe cadute a terra. Due di loro hanno la schiena curva e scelgono accuratamente il raccolto. La donna di destra invece si sta rialzando per riporre sulla sacca frontale i chicchi. Sullo sfondo sono pronti grandi covoni di grano sopra i quali alcuni operai continuano a sistemare le piante raccolte. Un carretto è fermo al centro per essere caricato. Alla sua destra poi i mietitori si affannano per unire i fasci da sporgere agli operai sui covoni. All’estrema destra, davanti alle case, un uomo a cavallo è fermo e controlla il procedere del lavoro. Si tratta probabilmente del proprietario o di una persona di sua fiducia. Interpretazioni e simbologia de Le spigolatrici di Jean-François Millet Il dipinto rappresenta le povere lavoratrici dei campi durante la loro attività come nell’altro suo noto dipinto Angelus. Le spigolatrici erano figure del proletariato rurale molto povero. Le donne infatti erano autorizzate a raccogliere frettolosamente le spighe risparmiate dalla mietitura giornaliera. Nel dipinto Millet dispone in primo piano le donne impegnate nel duro lavoro. In lontananza invece i mietitori sono rappresentati accanto a grandi covoni di grano. Il loro raccolto è stato abbondante e la loro felicità è sottolineata dall’atmosfera più luminosa che li circonda. L’atmosfera polverosa e dorata ricorda certe rappresentazioni bucoliche della natura pastorale del seicento. Millet a destra dei mietitori rappresenta un amministratore a cavallo che sorveglia il lavoro. Attraverso l’accostamento delle diverse realtà sociali, proprietari, lavoratori specializzati e povere spigolatrici, Millet rappresenta dignitosamente la vita dei più umili lavoratori delle campagne francesi.
Honorè Daumier, pittore, litografo e caricaturista, nasce a Marsiglia nel 1808, e differentemente dal collega Courbet che è sempre sulla scena, Daumier vive nell'ombra conducendo una vita piuttosto ritirata e di stenti. Nel 1816 quando è ancora solo un ragazzino si trasferisce a Parigi con la sua famiglia. Per aiutare economicamente il padre, vetraio, restauratore e poeta, è costretto a lavorare molto presto prima come impiegato di un ufficio giudiziario e poi come assistente in una libreria. Ma il suo desiderio più grande è quello di disegnare. Un amico gli insegna la tecnica della litografia, tecnica incisoria molto economica inventata agli inizi del 1800 e Daumier inizia così a collaborare con la stampa, all'età di soli sedici anni. Collabora con il giornale "Chiarivari" pubblicando vignette legate alla repressione della libertà di stampa. Inizia così ad acquisire notorietà grazie ad alcune sue vignette satiriche di carattere politico-sociale che ironizzano sulle condotte e i vizi sociali del tempo. Nel 1832 viene però arrestato a causa di una vignetta molto violenta su Luigi Filippo, "Gargantua". Da queste vignette vengono realizzati piccoli busti in terracotta rappresentanti i politici, che però a causa della mancata cottura delle sculture, sono per lo più andati perduti. Malgrado i sei mesi trascorsi in carcere, Daumier non smette la sua attività di vignettista satirico, fino al 1834 anno in cui si dedica a vignette su tematiche sociali. La satira è divisa in serie: I Buoni Borghesi, Professori e Allievi, Le Divorziate, Gli Scapoli, I Tipi Parigini, La Gente della Giustizia. Con queste nuove serie l'artista illustra persone comuni con delle storie da raccontare. La sua satira non è mai volgare. Gioca sul grottesco ma con misura poiché l'attenzione è focalizzata sul suo tempo, sull'uomo come essere sociale. A causa dei molti debiti accumulati, nel 1842 gli furono pignorati i mobili di casa. Il 16 aprile 1846 si sposa con la sarta Marie-Alexandrine Dassy dalla quale ha già avuto un figlio vissuto pochi mesi. Nel 1848 l'artista riprende con la satira politica ma nel 1852, anno del colpo di stato di Napoleone III il periodo si fa più delicato, e si dedica così alla satira di costume, alla pittura e al disegno, mostrando una grande attitudine anche grazie agli studi effettuati nel 1823 alla Accademia Suisse. I suoi punti di riferimento sono i pittori veneti del 1500 (Tiziano, Tintoretto), l' olandese Rubens e lo spagnolo Goya. Dal 1860 si dedica unicamente alla pittura, influenzato dagli amici Camille Corot e Jaen- Francois Millet. Vicini alle opere di Millet sono “Lavandaia” e ”Il Vagone di 3 classe”, bellissima sintesi tra disegno e colore, attraverso un caldo gioco di chiaroscuro. Frequenta amici come Baudelaire, ed espone al Salon ma non è particolarmente apprezzato. Nel 1878 gli amici gli organizzano una grande mostra monografica presso la Galleria di Durand Ruel, noto gallerista che finanzierà poi gli impressionisti. Al momento di questa mostra Daumier, completamente cieco, vive in una casetta a Valmondois, messa a sua disposizione da Corot. Muore nel 1879 senza aver riscosso grande successo in vita. I riconoscimenti all'attività dell'artista arriveranno soltanto dopo la sua morte, anche grazie ad un' importante mostra delle sue opere che si terrà presso l' école des Beaux-Arts nel 1900. Nei 50 anni della sua carriera, Honoré Daumier ha realizzato circa 4000 litografie, 300 dipinti, 800 disegni, 1000 incisioni e 50 sculture.
VAGONE DI TERZA CLASSE
Descrizione de Il vagone di terza classe di Honoré Daumier In primo piano sono seduti due viaggiatori, probabilmente una famiglia. La giovane madre allatta un neonato al seno. L’anziana donna, con il capo coperto da un cappuccio e indosso un mantello, sembra guardare nel vuoto. Sulle gambe ha un cesto sul quale poggia le mani. I colori sono bruni e tendenti all’ocra nelle parti chiare. L’abito dell’uomo è verde, unico colore presente in dialogo con ocra e marrone. Accanto a loro, sulla destra, dorme un figlio adolescente, completamente in ombra. Interpretazioni e simbologia de Il vagone di terza classe di Honoré Daumier Nel tardo Ottocento alcuni artisti, soprattutto in Francia, dipingono la vita del popolo. Il loro soggetto principale diventa la vita dei contadini e dei lavoratori delle nascenti metropoli industriali. Daumier adattò il suo talento di caricaturista per caratterizzare i suoi personaggi e renderli molto espressivi. I volti e le figure del Il Vagone di terza classe sono ripassati da una linea nera di contorno molto scura. Il chiaroscuro utilizzato per dare volume alle forme è costruito con ombre molto profonde. La modernità stava emergendo nella seconda metà dell’Ottocento in Europa. Honoré Daumier, però, non era interessato a celebrare le innovazioni tecnologiche che non favorivano le classi più umili. Il vagone di terza classe non fu, quindi, bene accolto dall’ambiente ufficiale della cultura, vicino alle classi dominanti. Venne contestata, infatti, la scelta di Daumier di raccontare il disagio dei viaggiatori di terza classe. Il mondo della politica e degli affari preferiva, ovviamente, immagini che mettessero in evidenza il treno come simbolo di progresso e del loro successo. Daumier dipinse opere come Il vagone di terza classe per trasmettere il suo messaggio ad una vasta platea sociale. Il suo scopo fu quello di realizzare una denuncia sociale a favore delle classi più disagiate. Un altro artista molto sensibile alla vita dei contadini fu Jean-François Millet.
il fardello
Descrizione de Il fardello di Honoré Daumier Una donna avanza pesantemente portando una grossa cesta piena di panni al braccio. La accompagna la piccola figlia che si aggrappa alla lunga gonna della madre e avanza a fatica contro il vento che le scompiglia i capelli. Sullo sfondo si alzano imponenti le mura della città mentre a sinistra un albero indica la presenza della campagna. Il solo è alto e la sua luce proietta una lunga ombra proprio sotto madre e figlia. Interpretazioni e simbologia de Il fardello di Honoré Daumier Il fardello (Lavandaia) o Il pesante fardello è un dipinto di Honoré Daumier che presso il museo di San Pietroburgo è indicato come The Burden (The Laundress). Honoré Daumier interprerò il tema delle lavandaie per mettere in luce il pesante lavoro che le donne del popolo esercitavano per le classi agiate. Quindi le opere di Daumier si possono considerare documenti della vita sociale dell’epoca motivate anche da un’intenzione di denuncia nei confronti delle condizioni di vita delle classi subalterne. Il termine fardello attualmente indica una condizione esistenziale difficile problematica. Per creare un ambiente utile a comunicare la fatica e le difficili condizioni di vita, Daumier dipinse un cielo coperto da nubi grigie e scure. Si intravedono solo pochi tratti di azzurro sotto la masse scura che incombe dall’alto. Anche la presenza delle alte mura cittadine contribuisce a mettere in evidenza la lavandaia e la piccola che la accompagna. Honoré Daumier rappresentò la società del Secondo Impero in Francia ritraendo i lavoratori di Parigi e fustigando con disegni e stampe le abitudini delle classi agiate. I soggetti realistici del pittore francese sono però diversi da quelli che compaiono nei dipinti di genere, molto diffusi in Europa e interpretati in chiave folcloristica o pittoresca, tipici del XVIII secolo. Infatti la donna che si affretta al lavoro di lavandaia con il figlio al seguito rappresenta tutta la fatica e la tragicità della sua condizione. L’attività di lavandaia era comune ancora nella prima metà del Novecento quando si esaurì grazie alla moderna tecnologia degli elettrodomestici nel secondo dopoguerra. Nelle città e nei paesi più attrezzati erano presenti lavatoi comuni in muratura coperti dove l’acqua scorreva in grandi vasche. Le lavandaie potevano così lavorare al coperto e in posizione più agevole. In molte località, invece, le lavandaie dovevano lavare i panni sulle sponde di canali cittadine o chinate sulle rive dei fiumi. Considerando che la loro era un’attività quotidiana, si può immaginare quale fatica comportava specialmente in inverno dove le temperature sono particolarmente rigide.
COLLEGAMENTI
1. Matematica e Prospettiva Realistica
2. Biochimica Molecolare e Rappresentazione dell'Umanità
3. Informatica e Arte Digitale
4. Fisica delle Forme e Illusioni Ottiche
5. Filosofia e L'Intenzione dietro l'Opera
6. Storia Sociale e Contesto dell'Arte
7. Italiano e Analisi Testuale delle Opere
1. Matematica e Prospettiva Realistica
L'analisi matematica della prospettiva nelle opere realiste ci introduce a un mondo di precisione e regole geometriche. Gli studenti possono esplorare le proporzioni e le trasformazioni matematiche utilizzate dagli artisti realisti per rendere le loro rappresentazioni spaziali accuratamente fedeli alla realtà. Attraverso esercizi pratici, possono applicare concetti come la geometria proiettiva per comprendere come la matematica sia un alleato chiave nella creazione di opere d'arte realistiche.
2. Biochimica Molecolare e Rappresentazione dell'Umanità
L'approccio interdisciplinare tra storia dell'arte e biochimica molecolare può essere arricchente. Gli studenti possono esplorare come gli artisti realisti catturino non solo la superficie esterna delle figure umane, ma anche le sfumature più profonde della vita umana. Attraverso l'analisi delle opere, possono collegare il realismo artistico alla complessità molecolare della biologia umana, scoprendo come i dettagli anatomici rappresentati riflettano una profonda comprensione della vita umana su livello cellulare e molecolare.
3. Informatica e Arte Digitale
L'intreccio tra informatica e arte digitale rappresenta una frontiera contemporanea del realismo. Gli studenti possono esplorare come i software di grafica e le tecnologie digitali permettano agli artisti di creare opere realistiche senza l'uso tradizionale di pennelli e pigmenti. Attraverso l'apprendimento pratico di strumenti digitali, gli studenti possono capire come l'informatica contribuisca alla creazione di nuove forme di realismo, aprendo un dialogo tra arte e tecnologia.
4. Fisica delle Forme e Illusioni Ottiche
La fisica delle forme e delle illusioni ottiche si svela come un elemento chiave nel realismo artistico. Gli studenti possono esplorare come gli artisti realisti manipolino la luce e la prospettiva per creare effetti visivi realistici, applicando concetti fisici come la rifrazione e la diffusione della luce. Attraverso esperimenti pratici, gli studenti possono apprendere come la fisica delle forme contribuisca a rendere le opere realiste una testimonianza accurata del mondo circostante.
5. Filosofia e L'Intenzione dietro l'Opera
Un'analisi filosofica del Realismo porta gli studenti a riflettere sulle intenzioni degli artisti e sul ruolo dell'arte nella società. Attraverso la lettura di trattati filosofici dell'epoca e la discussione di concetti come la verità e l'imitazione, gli studenti possono sviluppare una comprensione critica delle motivazioni dietro le opere realiste. Collegando la filosofia all'arte, possono esplorare come il realismo sia una risposta filosofica alle sfide del tempo.
6. Storia Sociale e Contesto dell'Arte
L'approfondimento del contesto storico-sociale delle opere realiste arricchisce la comprensione dell'arte e della società dell'epoca. Gli studenti possono esaminare le opere alla luce degli eventi storici e delle dinamiche sociali, analizzando come gli artisti abbiano reagito a cambiamenti come l'industrializzazione e le rivoluzioni politiche. Attraverso ricerche e progetti, gli studenti possono connettere l'evoluzione del realismo alle vicende storiche che hanno plasmato il contesto in cui è fiorito.
7. Italiano e Analisi Testuale delle Opere
L'analisi testuale delle opere realiste si propone di approfondire la comprensione delle opere attraverso il corso di italiano. Gli studenti possono esplorare le descrizioni dettagliate presenti nei dipinti realisti e nelle opere letterarie dell'epoca, sviluppando competenze di analisi critica del linguaggio artistico e letterario. Attraverso la scrittura di saggi e l'interpretazione di opere selezionate, gli studenti possono rafforzare le loro competenze linguistiche e letterarie, collegando l'analisi delle opere al contesto culturale e letterario del periodo realista.