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La scuola d'Atene.
Beatrice Volpe
Created on January 21, 2024
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Transcript
La scuola d'Atene
index
Autore e anno
Collocazione,dimensioni e committenza
Tecnica e prospettiva
iconografia
Iconologia
collocazione
committenza
commmittenza
dimensioni
Giulio II gli fece affrescare anche altre tre stanze:la stanza di Eliodoro, la stanza dell'Incendio di Borgo e quella di Costantino.
Papa Giulio II,il quale chiamò appositamente Raffaello da Roma, per fargli affrescare la stanza dedicata al tribunale della Curia e biblioteca papale.
Stanza della Signatura,museo del Vaticano, Vaticano,Roma.
massime:814cm 500cmx770cm
Tecnica e prospettiva
.Non c'è concordanza tra gli spigoli ortogonali della crociera e la forma dei pennacchi che concordano a quelli che raccordano uno spazio quadrato a spigoli smussati a una cupola a pianta circolare. Ai lati dell'edifio marmoreo si possono osservare due grandi sculture pagane; a sinistra quella di Apollo(con una lira in mano) e a destra quella di Minerva(con uno scudo raffigurato Medusa). Alla base delle delle due statue sono dipinti vari rilievi, "Lotta di ignudi" e "Tritone che rapisce una Nereide", in quello di Apollo, mentre quelli di Minerva non sono chiari. Essi rappresentano i vizi domati dalla ragione umana.Sul pavimento sono rappresentate figure geometriche che riprendono uno dei temi fondamentali dell'affresco, cioè la razionalità.
Tecnica: Affresco. Prospettiva(centrale): l'architettura crea un effetto ottico di grande profondità prospettica, Platone e Aristotele sono al centro e sono il punto di fuga. Architettura: ricorda la Basilica di San Pietro e delle terme romane. L'edificio è composto da due bracci coperti da volte a botte con lacunari in cui si alternano esagoni e rombi che affiancano uno spazio cupolato. Il pavimento è
Iconografia
i personaggi in tutto sono 58 e sono disposti in tre gruppi; il primo(quello intorno alla coppia centrale, il secondo in primo piano a sinistra (pensatori legati alla matematica teorica) e il terzo gruppo in primo piano sulla destra (studiosi della geometria e della natura). Alcuni studiosi pensano siano stati inseriti in ordine cronologico. Inoltre il chiaroscuro conferisce volume ai personaggi. Raffaello tramite i filosofi, rappresenta una delle vie le quali si può arrivare a Dio(il Vero).
iconologia
I due personaggi centrali sono Aristotele e Platone, il primo indica il cielo, ricordando che secondo le sue concezioni il mondo non è che una brutta copia di una realtà ideale e superiore, il secondo ,con un braccio, teso davanti a sè, vuole significare che l'unica realtà possibile è quella concreta in cui viviamo, quella sensibile, cioè percepibile dai nostri sensi. Raffaello ha voluto rappresentare i personaggi con caratteristiche fisiche simili a quelle degli artisti che conosceva. Infatti Platone dovrebbe essere Leonardo. Altri personaggi come Euclide che è ritratto come Bramante, che è chinato a tracciare disegni geometrici con le sèste. Eraclito che è Michelagelo, il quale annota qualcosa su un foglio su un blocco marmoreo.
lL'aggiunta di Michelangelo è stata voluta da papa Giulio Ii, il quale gli voleva rendere omaggio per aver affrescato la Cappella Sistina. Gli unici personaggi che guardano l'osservatore sono: Raffaello in persona, nell'angolo in basso a destra, due fanciulli (probabilmente amici di Raffaello) e l'unica filosofa e matematica donna, Ipazia, che ha le sembianze di Francesco Maria della Rovere. Da tutto ciò si può scorgere la natura collettiva del pensiero,il suo carattere dialogico e dinamico. Lo si vede dai personaggi e dai loro movimenti.
Ritratto di Leone X con due cardinali
Autore:Raffello Sanzio Anno:1511-1518 Collocazione:Galleria degli Uffizi, Firenze.
Committenza: venne inviato a Firenze nel 1518 per rappresentare il pontefice, impossibilitato a spostarsi, alle nozze del nipote Lorenzo duca di Urbino con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d'Auvergne (parente del re di Francia Francesco I), dalla cui unione nacque Caterina de' Medici. Il ritratto venne sistemato in Palazzo Medici e le fonti lo ricordano "sopra alla tavola dove mangiava la Duchessa e gli altri signori". Tecnica:olio su tavola Dimensioni:154,5x119cm
prospettiva e composizione
L'architettura monumentale è immersa nella oscurità, ma si possono osservare le linee oblique delle cornici che confluiscono nello stesso punto di fuga, quasi ai margini del dipinto. L'cchio di chi guarda segue il tavolo per poi arrivare alle spalle di papa Leone e del de'Rossi. Lo scrittoio, obliquo rispetto al quadro prospettico, conferisce dinamismo e contribuisce ad allontanare la figura del pontefice.
Le diagonali del dipinto di forma rettangolare si incrociano sul torace di Papa Leone X. Simmetricamente si dispongono quindi i Cardinali a destra e a sinistra. Il centro psicologico non è comunque il volto del pontefice piuttosto, sono le sue mani appoggiate al messale che reggono una lente di ingrandimento. La direttrice di movimento spezza la rigidità della simmetria. infatti una linea compositiva obliqua parte dal messale a sinistra, si sviluppa lungo il braccio del pontefice e arriva fino al braccio del Cardinale Giulio de’ Medici a destra.
iconografia
Il papa è seduto davanti a uno scrittoio, coperto da un tappeto rosso, su cui sono appoggiati un campanello da camera e un codice miniato, che sta osservando con la lente di ingrendimento. Accanto a lui ci sono i cugini cardinali Giulio De' Medici(sinistra) e Luigi De' Rossi. Lo sguardo di Leone X è quello di un uomo intelligente, curioso, indagatore, abituato alle raffinatezze della cultura fiorentina(figlio di Lorenzo il Magnifico). Le sue mani sono quasi femminee , il volto e la corporatura quelli di chi vive nell'agiatezza.
Il rosso caldo domina la scena, alcune volte cambia nella tonalità per adattarlo alle stoffedi diversa specie, esso assume la sua massima capacità espressiva neò cangiante velluto orlato d'ermellino della mozzetta e del camauro del papa. Ciò avviene anche con il contrasto del bianco-avorio.
La luce illumina chiaramente il volto di Papa Leone X dipinto di tre quarti e quasi totalmente illuminato. Così anche il suo braccio sinistro e parte dell’abito che scende sotto la tovaglia. Sono illuminati anche la manica di Giuliano de’ Medici e il messale a sinistra. Una luce molto diversa da quella che Raffaello dedicò alle scene in esterno
iconologia
I motivi sugli ornamentali del campanello includono simboli araldici medicei, come il libro miniato; alla quale alla base ha lo stemma della famiglia De'Medici con cinque palle rosse e una azzurra. Alle "palle" medicee rinvia anche il pomolo della poltrona papale nel quale si rispecchia la finestra e le spalle del papa. Il libro miniato è la bibbia aperta alla pagina iniziale del Vangelo di Giovanni(allusione al nome di battesimo del pontefice). Il papa sfoglia il codice alla rovescia, quindi porta all'ultima pagina del Vangelo di Luca. Alcuni passi del quale potevano essere usati come pretesto giustificativo fella dispendiosissima costruzione della Basilica Vaticana e della vendita delle indulgenze.
Il ritratto pontifio potrebbe essere letto come una risposta alle tesi di Lutero. Tale interpretazione è dimostrata dal fatto che all'inizio il ritratto non era stato pensato come ancora lo si vede. Infatti in restauro del 1997 infatti ha rivelato che i due cardinali , come l'architettura, furono aggiunti in un secondo tempo. In origine la tavola avrebbe dovuto mostrare il solo Leone X seduto al tavolo di lavoro contro lo sfondo di una tenda verde. In tal modo il dipinto avrebbe assunto il significato di "ritratto di Stato.
la disputa del sacramento
tecnica e dimensioni
Autore e anno
collocazione
committenza
Raffaello Sanzio 1509
Stanza della Segnatura,Musei Vaticani, città del Vaticano, Roma.
Papa Giulio II
Affresco 5x7,70m circa
iconografia, prospettiva e composizione
Prospettiva e composizione
Iconografia
L’opera di Raffaello presenta una composizione quasi architettonica. È costruita infatti attraverso la contrapposizione di due semicerchi. In alto il semicerchio sul quale sono disposti Cristo e i Santi. In basso, invece, si trova quello terreno nel quale è disposta la schiera di dottori e sapienti. La struttura riprende quella del tamburo della cupola. Infatti, si divide in spicchi e veli che trovano esatta corrispondenza nel semicerchio in alto e in quello in basso.
Gesù è seduto al centro con le braccia aperte. Alla sua destra siede Maria mentre a sinistra San Giovanni Battista. Più in alto invece Dio Padre benedice tenendo con la sinistra un globo. In basso invece si libra una colomba bianca. Intorno a lui si distribuiscono gli angeli mentre in basso siedono gli apostoli e i Santi. In basso ai lati dell’altare dove si trova il Santo Sacramento sono raffigurati invece i Padri della Chiesa. Ai loro lati sono seduti diversi personaggi storici che discutono animatamente. Infine sui gradini sono sparsi alcuni volumi.
é un dipinto equilibrato tra toni caldi e freddi. Nel grande affresco risaltano in primo piano i rossi e i blu delle vesti.
Iconologia
Il titolo di questo grande affresco di Raffaello secondo gli studiosi dovrebbe essere il Trionfo della Religione. Infatti nell’affresco è rappresentata la struttura dottrinale della Chiesa. Dio Padre, Gesù e lo Spirito Santo sotto forma di colomba sono allineati sulla verticale centrale a formate la SS. Trinità. La Chiesa Trionfante è rappresentata a livello di Cristo da martiri, Santi, apostoli e patriarchi e profeti dell’Antico Testamento. Ai lati di Gesù, a partire da sinistra sono riconoscibili: S. Pietro, Adamo, S. Giovanni Evangelista, Davide, S. Lorenzo, Giuda Maccabeo (?), S. Stefano, Mosè, S. Giacomo Maggiore, Abramo e S. Paolo. In basso al suolo, ai lati dell’altare, invece è dipinta la Chiesa Militante. S. Gregorio Magno (con i tratti di Giulio II), S. Girolamo, S. Ambrogio e S. Agostino i Padri della Chiesa Latina sono seduti su troni di marmo ai lati dell’altare. Inoltre sono presenti anche personaggi storici quali Sisto IV e Dante Alighieri a destra e fra’ Beato Angelico a sinistra. Il grande affresco realizzato da Raffaello ricopre funzione religiosa. In questo dipinto si nota l’influenza di Michelangelo. Probabilmente, fu l’ultimo ad essere realizzato all’interno della stanza della segnatura da Raffaello, dei Palazzi Vaticani. Si trova sulla parete opposta della Scuola di Atene.
La Trasfigurazione
Autore:Raffaello Sanzio Anno:1517-1519 Collocazione:ritrovata nella sua bottega e successivamente posta vicino la sua tomba, oggi si trova alla National gallery, Londra Dimensioni:381x289,6 cm Committenza:cardinale Giulio de'Medici per la cattedrale di Narbonne(Francia) di cui era vescovo Tecnica: Olio su tavola trasportata su tela
Iconologia
Iconografia
in alto al centro è presente il Signore avvolto in una nube ovattata. In basso sono presenti gli apostoli; Giovanni, Giacomo e Pietro, mentre affianco a lui i due profeti, Elia e Mosè. In basso a sinistra invece sono presenti gli apostoli e in basso a destra la famiglia dell'indemoniato.
nella porzione superiore è rappresentata la "trasfigurazione", cioè il mutamento di Gesù. Mentre nella parte inferiore è rappresentata la liberazione di un giovane indemoniato. Infatti le sacre scritture narrano che dopo che Gesù si mostrò per quello che era veramente davanti gli apostoli, sul monte Tabor, liberò un giovane indemoniato.
Luce
Prospettiva
I colori che vengono usati, rappresentano due stati completamente differenti. Infatti dove vediamo colori più tenui e tendenti al celeste, si simboleggia una sensazione di calma(parte superiore). A differenza della parte inferiore, dopo l'ombreggiatura e la volumetria dei personaggi dimostra una sensazione di turbamento. La scena viene rappresentata al tramonto, ma poiché il Signore è inteso come un altro sole, il colore dei capelli e delle vesti riprendono quelli del tramonto al suo fianco.
centrale e non bilanciata correttamente, poiché sembra che nella parte superiore sia "più pesante" di quella inferiore. Il punto di fuga principale è proprio il Signore. Infatti si può notare dalle linee di fuga che collegano le gesta degli Apostoli e della famiglia dell'indemoniato al Signore. Sono presenti vari riferimenti a Leonardo come ad esempio quello delle gesta dei personaggi e il moto torsionale della donna inginocchiata.
La pala di Castelfarno
descrizione dell'opera
Autore: Giorgione da Castelfarno Anno: 1504-1505 Dimensioni:200,5×144,5 cm Tecnica:olio di tavola di pioppo Commissione: condottiero milanese Tuzio Costanzo, intendeva arricchire la cappella di famiglia nel Duomo di Castelfarno Veneto. Luogo: Castelfranco Veneto, Duomo di Santa Maria Assunta e San Liberale, Cappella Costanzo
descrizione dell'opera
Iconologia
iconografia
al centro in alto è presente la Madonna in trono fra i Santi Nicasio e Francesco. È ambientata all'esterno in un dolcissimo paesaggio agreste. Il trono marmoreo è squadrato e poggia su due predelle(quella inferiore allude a un sarcofago imperiale), che come la balconata, separa la piazza pavimentata dalla natura circostante. Non hanno una caratterizzazione di tipo architettonico ma sono piuttosto volumi geometrici con una valenza scenografica, come se si trattasse di un allestimento teatrale. Dietro si stende l'orizzonte, con due soldati a riposo, simbolo di pace e concordia. Lo sfondo non è uno sfondo accessorio ma integrante nel dipinto.
interpretazione nuova di un tema ricorrente cioè quello della Sacra conversazione con la Vergine in trono fra santi. Il pavimento rappresenta il grembo della vergine, vestita con i colori delle tre virtù teologali: abito verde smeraldo (Speranza), mantello rosso sangue(Carità) e velo bianco(Fede).
Descrizione dell'opera
luce e prospettiva
la pavimentazione anteriore a piastrelle quadrate bicolore individua un sicuro punto di fuga. La prospettiva usata non è disegnata ma dipinta(pittura tonale o tonalismo). Infatti usando tonalità più calde o più fredde, riesce a costruire una modulata scala di sfumature che danno all'osservatore l'illusione della profondità spaziale. I personaggi della pala sono anch'essi modellati per masse di colore, all'interno di uno spazio che contiene tutto ma senza priorità specifiche(uomini come la natura). Il bambino è rappresentato con grande realismo poiché è nell'intento di chiudere gli occhi per proteggersi dalla forte luce solare che inonda obliquamente la scena alle spalle di chi guarda.
la tempesta
Autore: Giorgione da CastelfrancoDimensioni: 82×73 cm Tecnica:Tempera a olio di uovo e noce su tela di lino. Commissione: collezionista e mecenate veneziano Gabriele Vendramìn. Luogo: Venezia, Gallerie dell'Accademia
descrizione dell'opera
Iconografia: rappresenta un paesaggio agreste con un piccolo ponticello di legno e un borgo fortificato in procinto di essere investito da un temporale che si annuncia all'orizzonte con un fulmine che squarcia i nuvoloni, accendendo per un istante le chiome degli alberi più lontani. Iconologia: in primo piano due figure simboliche, a destra sotto un albero una donna semivestita che sta allattando un bambino ( forse Eva con il piccolo Caino); a sinistra un uomo in piedi, abbagliato secondo la moda veneta, si appoggia a un'asta(forse Adamo). Tra i due personaggio non vi è rapporto o dialogo. C'è un ruscello (fiume Tigri, del paradiso), delle rovine (la morte) che emergono e li separano dalla città lontana (il perduto Eden), sulla quale esplode la folgore divina (il Creatore). La donna potrebbe anche essere Venere e l'uomo Marte mentre il fiume, Giove. Alcune interpretazioni dicono che in realtà questa scena rappresenta il ritrovamento del piccolo Mosè. Prospettiva e luce: attraverso la morbida modulazione dei suoi toni, Giorgione riesce a creare un'illusione di uno spazio prospetticamente infinito.
I tre filosofi
Autore: Giorgione da Castelfranco Anno: 1504 Dimensioni: 123,5×144,5 cm Tecnica:Olio su tela Luogo: Vienna,Kunsthistorisches Museum Commissione:Taddeo Contarini
Descrizione dell'opera
Prospettiva e luce: le figure dei tre personaggi appaiono prive di disegno. Infatti per staccarle dallo sfondo, Giorgione giustrappone colori caldi contro colori freddi e tonalità chiare contro tonalità scure. Così si può ricreare anche il senso di prospettiva in assenza di una costruzione geometrica, stabilisce una gerarchia di distanze legate alle tonalità di colore, che vanno via schiarendosi fino a perdersi nella foschia dell'orizzonte.
Iconologia a iconografia: potrebbe essere Pitagora il più giovane, e i suoi maestri Ferecide di Siro e Talete di Mileto,il più anziano. Ma anche i Re Magi, infatti l'analisi radiografico a rilevato la presenza di copricapi regali). Alcuni pensano siano un'allegoria delle tre età della vita: la giovinezza(l'uomo seduto), la maturità(l'uomo con il turbante all'orientale) e la vecchiaia(l'uomo con la barba che srotola la pergamena con disegni astronomici relativi all'eclissi lunare del 1504). Di fronte ai tre filosofi vi è l'imbocco di una caverna, simbolo dell'oscurità e del mistero che solo la ragione e la scienza dei tre uomini possono vincere. Al centro ci sono alcuni alberi rappresentati in controluce come sagome di un fondale di teatro, immerse nella luce aranciata dell'alba. In mezzo al verde si può distinguere un gruppo di case con un mulino, simbolo della presenza e del lavoro dell'uomo all'interno della natura. I tetti a capanna dietro sono lambiti dai primi raggi del sole che sorge dietro un monte reso azzurro gnomo dalla nebbia, mentre un cielo chiaro conferisce al paesaggio una luminosità fresca e intensa.
Tiziano vecellio
Biografia
Amor sacro e Amor profano
Concerto campestre
La Venere di Urbino
Paolo terzo Farnese
Biografia
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