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l'assenzio e degas

rebecca straface

Created on January 21, 2024

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Transcript

L'impressionismo

In quest'immagine interattiva andremo a scoprire l'impressionismo e alcuni suoi artisti

L'assenzio

L’assenzio, del 1876, uno dei grandi capolavori di Degas, affronta il problema dell’alcolismo da assenzio, un forte distillato alcolico noto come Fée Verte, “fata verde”, per il suo caratteristico color clorofilla. Per sprigionare gli aromi dei componenti vegetali, il liquore veniva servito, normalmente, con una zolletta di zucchero e dell’acqua ghiacciata. Lo zucchero, posto sopra il calice, veniva lentamente diluito con l’acqua, fino a quando il superalcolico assumeva un caratteristico aspetto bianco lattiginoso. Leggi anche: Impressione, levar del sole di Monet L’assenzio era a buon mercato, quindi straordinariamente diffuso, soprattutto presso le classi meno abbienti; ma l’alcol di scarsa qualità utilizzato per la sua distillazione (ad esempio il metanolo) e soprattutto il solfato di rame, usato come additivo per renderne più brillante il suo colore naturale, lo rendevano fortemente tossico, con effetti devastanti per il fisico. L’assenzio era diventato un vero flagello della società ottocentesca (erano dipendenti da assenzio anche molti artisti, tra cui Van Gogh e Toulouse-Lautrec) e difatti nel 1915 la sua vendita sarebbe stata proibita.

Le Ballerine

Degas ama la danza fin da piccolo, la ama in tutte le sue accezioni. Ritrae le grandi étoile che danzano sul palcoscenico, le ballerine di fila che si accalcano dietro le quinte, le prove senza pubblico e le ragazze che si esercitano durante le lezioni. I punti d’osservazione di DegasSceglie sempre punti d’osservazione insoliti, spesso rialzati e obliqui, che rendono al meglio il senso di profondità degli spazi. Nessun momento viene escluso, tutto trova spazio nei suoi quadri: chi si infila la scarpetta, chi si allaccia il collarino, chi si fa pazientemente ricucire il vestito, il maestro che osserva scrupoloso, il coreografo che batte il tempo e persino l’impresario annoiato che distende le gambe. Tutto comunque è vivo e si muove.

L'impressionismo

L’Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi tra il 1860 e il 1870 durata fino ai primi anni del Novecento e originata da un gruppo di artisti che rivoluzionò la pittura con un nuovo modo di dipingere. Nel 1863 Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés, per ospitare le opere escluse dal Salon ufficiale tra cui le tele dei pittori impressionisti (che ancora però non si chiamavano così). Gli impressionisti lasciano gli atelier per lavorare all’aperto nelle campagne, nelle periferie, nelle piazze. Utilizzano cavalletti portatili e colori a olio in tubetti, fabbricati per la prima volta in questi anni. Lo scopo è cogliere l’impressione visiva della realtà; da qui la necessità di un’esecuzione rapida, senza disegno preliminare, senza ritocchi e sfumature. Il fondamento della tecnica impressionista è lo studio della luce e del colore; per conferire la massima luminosità ai dipinti gli impressionisti accostano direttamente sulla tela i colori puri; aboliscono l’uso del nero per realizzare le ombre, che vengono rese combinando diversi colori. Spesso gli impressionisti rappresentano il medesimo soggetto in diversi momenti del giorno per mostrare come la luce, nel suo continuo divenire, trasformi cose. E’ quindi un’arte corrispondente alla nuova realtà urbana dell’Ottocento, allo sviluppo seguito alla rivoluzione industriale, alla crescita della borghesia commerciale con la sua voglia di affermarsi e di godere dei frutti del proprio lavoro a teatro, nei bar, alle regate, alle corse dei cavalli, ed è così che spesso gli impressionisti la ritraggono nelle loro opere. Per la prima volta, la vita quotidiana della borghesia entrava sistematicamente nei dipinti degli artisti. Nel loro approccio alla realtà, gli impressionisti però segnarono una differenza rispetto ai realisti: da parte loro non c’era la volontà di denuncia sociale che aveva caratterizzato la pittura realista. Per gli impressionisti si trattava soltanto di mostrare ciò che gli artisti vedevano, e niente più (anche se non mancarono poi certi dipinti che possono esser volti ad una denuncia sociale). Arte per l’arte, insomma: gli impressionisti affermano che lo scopo principale dell’attività dell’artista è il suo quadro o la sua scultura, e che un artista dev’essere giudicato esclusivamente per ciò che dipinge o che scolpisce.

Edgar Degas

A differenza degli altri artisti del gruppo la sua principale ispirazione non è però nella natura ma nella vivace vita cittadina: piazze, corse di cavalli, caffè affollati, teatri e ballerine. Si sente perfettamente a suo agio anche a lavorare in interno e se Monet cercava nell’acqua gli infiniti riflessi della vita che scorre, lui li coglie negli impalpabili tulle delle danzatrici. Parteciperà alle mostre organizzate dal gruppo, mantenendo comunque la sua inconfondibile cifra stilistica che ancora oggi ce lo fa considerare un impressionista sui generis. Diversamente da molti dei suoi compagni pittori della seconda metà dell’800 l’inizio di Degas non è in salita: non è povero, non è incompreso, non è osteggiato dalla sua famiglia, non arriva dalla lontana provincia. Ha invece ragguardevoli mezzi economici, possibilità di studiare e viaggiare, cresce in un ambiente colto che lo incoraggia e lo sostiene.

Due avventori sono seduti ai tavolini di un caffè. La protagonista è una giovane donna vestita con pesanti abiti che la coprono totalmente e un cappellino alla moda. Un paio di scarpette decorate con fiocchi bianchi spuntano poi dal bordo inferiore della gonna. Sul tavolino, di fronte alla protagonista, è posato un calice che contiene una bevanda di colore giallo chiaro. Nel tavolino di sinistra si trova poi una bottiglia trasparente e vuota posata su un vassoio di metallo. Accanto alla donna, a destra, un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e guarda oltre il bordo del dipinto. Dietro i due personaggi si riflettono sullo specchio le loro ombre. La bevitrice sembra persa nel vuoto e mostra un’espressione triste e sofferente. Anche la sua posizione suggerisce abbandono e depressione. Infatti il busto è leggermente piegato in avanti e le spalle sono cadenti. Infine in primo piano sul tavolino di sinistra si legge la firma dell’artista scritta in prossimità dell’archetto di un violino. Inoltre un giornale arrotolato intorno ad un bastone di lettura è poggiato tra i piani dei due tavolini.

Descrizione