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Marta pratellesi

Created on January 18, 2024

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Non pensare al futuro

STROFA ALCAICA

Vides ut alta stet nive candidum Soracte, nec iam sustineant onus silvae laborantes, geluque flumina constiterint acuto. Dissolve frigus ligna super foco large reponens atque benignius deprome quadrimum Sabina, o Thaliarche, merum dista. Permitte divis cetera, qui simul stravere ventos aequore fervido deproeliantis, nec cupressi nec veteres agitantur orni.

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Quid sit futurum cras fuge quaerere et quem Fors dierum cumque dabit lucro appone, nec dulcis amores sperne puer neque tu chorêas, donec virenti canities abest morosa. Nunc et campus et areae lenesque sub noctem susurri composita repetantur hora, nunc et latentis proditor intimo gratus puellae risus ab angulo pignusque dereptum lacertis aut digito male pertinaci.

TRAdUZIONE

Tu vedi come si levi bianco per la neve profonda il Soratte, come non sostengano più il peso i boschi affaticati e per il gelo penetrante i ruscelli si siano fermati. Scaccia il freddo, ponendo legna sul focolare in abbondanza e più generosamente [del solito] versa, o Taliarco, vino puro di quattro anni dall’anfora sabina a due anse. Lascia tutto il resto agli dei: non appena essi hanno placato i venti che si combattono sul mare ribollente, né i cipressi né gli antichi frassini si agitano più. Che cosa avverrà domani, non chiedertelo e qualunque giorno la Sorte concederà, mettilo dalla parte dei guadagni e non disprezzare i dolci amori, finché sei giovane, né le danze, finché da te nel fiore degli anni è lontana la canizie fastidiosa. Ora il Campo Marzio, le piazze e i bisbigli sommessi sul far della notte vanno cercati all’ora concordata, ora la gradita risata che da un angolo nascosto rivela la ragazza lì nascosta e il pegno strappato alle braccia o al dito che fa poca resistenza.

Non pensare al futuro

LE ODI DI ORAZIO

Le Odi appartengono al genere della lirica portato a Roma dai poetae novi. Orazio si ispira ai modelli greci e latini per quanto riguarda metri e temi, reinterpretandoli secondo la propria sensibilità e le proprie esperienze personali. Da alessandrini e neoterici prende il gusto per la forma raffinata. All'interno delle Odi è molto evidente l'ispirazione ad Alceo, il poeta latino non si limita a tradurre il modello greco, ma lo elabora in maniera originale. Orazio introduce elementi descrittivi indispensabili per un pubblico di lettori che non assistevano alla scena rappresentata. Per Orazio è fondamentale il tempo. Lui dice che il cammino verso la serenità è ostacolato dal pensiero della morte e dall'angosciosa percezione della fuga del tempo. L'essere umano, infatti, si sente in balìa di forze che non può dominare. Orazio invita a cogliere ogni attimo di gioia senza attendere un futuro incerto e a vivere ogni istante come se fosse l'ultimo. Questo rende l'uomo padrone del presente.

RIASSUNTO DEL CARME

Il carme è scritto in strofa alcaica e parte da due immagini fortemente evocative e contrastanti: in un primo momento descrive il gelo invernale del monte soratte, coperto dalla neve, che blocca ogni movimento della natura, in seguito, nella seconda strofa, rappresenta il simposio, caratterizzato dal calore del focolare e del vino gustato in compagnia. Destinatario dell'opera si pensa essere Thaliarchus (Taliarco), in quale potrebbe essere un amico del poeta di origine greca, o un personaggio inventato, o ancora un personaggio reale con un nome fittizio come: “re della gioia” o “re del convito”. In seguito il poeta riflette sul significato simbolico dell'inverno, emblema della tristezza e della vecchiaia, facendo riferimento all'insegnamento Epicureo a non rimandare a un domani incerto i piaceri della giovinezza. Secondo Orazio infatti per raggiungere la pienezza dell'esistenza bisogna saper vivere esclusivamente nel presente senza pensare al futuro e alle preoccupazioni che danneggiano la vita. Il freddo della stagione invernale e il simposio come rimedio ad esso è tratto da Alceo ma Orazio interpreta lo svolgimento dei fatti secondo la sua esperienza personale e la sua concezione dell'esistenza. Infatti il poeta nel componimento sviluppa la meditazione sulla fugacità del tempo e l'invito a vivere il presente, oltre che a contemplare con un distacco nostalgico la giovinezza e le sue particolarità: le danze, gli incontri, le storie d'amore.

Non pensare al futuro

versi 1-8

Ut...stet/nec...sustineant...constiterint= proposizioni interrogative indiretteCandidum= aggettivo con valore predicativo Candidum...Soracte= enjambement Laborantes= participio presente che concorda con silvae Silvae= personificazione della natura Onus= complemento oggetto retto da sustineant Benignus= comparativo assoluto Sabina...diota= ananfora (si riferisce al vino)

VERSI 9-18

Aequor fervido= ablativo di luogoQui= riferito a divis, nesso relativo Deproeliantis= participio che concorda con ventos Metafora= deproeliantis, sofferenze e tribolazioni della vita (vv. 10-11) Metonimia= canities, indica la bianchezza dei capelli (v. 17) Antitesi= virenti-canities, opposizione tra due età (v. 17)

versi 18-24

Polisindeto=campus, areae, sussurri (vv. 18-19), luoghi d'incontro e comportamenti dei giovaniOnomatopea= susurri (v. 19)Allitterazione (S)= lenesque sub noctem susurri (v. 19), brusio delle confidenza tra innamorati Anafora= nunc...nunc (vv. 18-21), invito a non lasciarsi sfuggire la giovinezza Iperbati= latentis...puellae, proditur...risus, intimo...ab angulo (vv. 21-22) Personificazione= male pertinaci (v. 24) Allitterazione (P)= proditur...puellae...pignus...dereptum...pertinaci

Non pensare al futuro

COMMENTO

I primi versi della poesia descrivono un paesaggio innevato che rappresenta la fredda incertezza del futuro, la quale può essere “dissolta” dal calore del vino e del fuoco di un interno. L’autore invita l’amico Taliarco a mettere da parte le preoccupazioni e godersi il presente e la vita. Nella seconda parte del testo Orazio esorta a non cercare di conoscere il futuro ma bensì a considerare ogni giorno come un “guadagno”(v.v. 13-15), riprendendo il concetto di “carpe diem” molto ricorrente nelle opere oraziane. Questa incitazione al godere dei piaceri offerti dalla vita viene presentata come un consiglio per cercare la felicità nel presente piuttosto che in un futuro incerto.