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Edvard Munch

leonardo monzani

Created on January 17, 2024

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Transcript

EDVARD MUNCH

Gruppo 7-Leonardo Monzani,Giulia Pozzi,Giorgia Froio,Osniel Tumbarell

la vita

lo stile

i dipinti

indice

LA VITA DI MUNCH

Tragedia Familiare La morte precoce della madre e del fratello maggiore ebbe un impatto profondo sulla sua arte, influenzando fortemente il suo stile emotivo e intenso.

Influence-Artistici Durante la sua giovinezza, Munch fu fortemente influenzato dai paesaggi naturali della Norvegia e dalle tematiche oscure dell'esistenza umana.

Ricerca della Verità Intraprese un viaggio di auto-esplorazione artistica, dipingendo le sue emozioni e desiderando rappresentare la verità interiore dell'anima umana.

Leonardo Monzani

DESCRIZIONE DELLO STILE

Atmosfera Simbolica

Interpretazione Simbolica

Stile Inconfondibile

Giulia Pozzi e Giorgia Froio

L'URLO DI MUNCH

Impressioni Visive

Elementi distintivi

L'opera presenta toni vivaci di colore e linee contorte che accentuano il senso di tumulto interiore del protagonista.

Le pennellate fluide e le forme distorte comunicano un senso di angoscia e disperazione, suscitando intense reazioni emotive nello spettatore.

Formato e tecnica

L'Urlo è dipinto con olio su tela e le dimensioni dell'opera sottolineano l'impatto visivo e emotivo della sua espressione artistica.

Leonardo Monzani

L'ANSIA DI MUNCH

Giulia Pozzi

IL BACIO DI MUNCH

Giorgia Froio

La Malinconia di Munch

Simbolismo Intrigante

Colori Vibranti

Il dipinto presenta simboli fortemente evocativi, come il paesaggio squallido e le figure distorte, che rappresentano la solitudine e l'angoscia interiore.r in hendrerit in.

I toni predominanti come il blu e il viola evocano senso di tristezza e malinconia, enfatizzando lo stato emotivo dell'artista. e

Osniel Tumbarell

Il retaggio

lla sua morte, Munch donò alla città di Oslo tutte le sue opere rimanenti, che vennero raccolte in un museo appositamente costruito, il Museo Munch, inaugurato nel 1963. Il linguaggio pittorico di Munch, carico di simbolismi «privati», si colloca in una dimensione molto più personale rispetto agli stili di altri pittori simbolisti, quali possono essere Gustave Moreau e James Ensor.

Edvard Munch, Verso la foresta II, 1915, litografia. Museo Munch, Oslo

Soggiorno a parigi

Munch si recò a Parigi nell'autunno del 1889, nel giubilo generale per l'appena inaugurata Exposition Universelle; uno dei suoi quadri, Il mattino , venne subito inserito fra le eccellenze da esporre nel padiglione della Norvegia nell'ambito dell'Expo. Dalla finestra al secondo piano dell'hotel Belvedere, dove soggiornava, il pittore poteva osservare il movimento incessante delle barche, nelle diverse condizioni di luce: dipinse questo scenario in tutti i modi possibili, anche con un atteggiamento forse inconsapevole da impressionista francese, che emerge soprattutto ne La senna a Saint-Cloud del 1890.

La Senna a Saint-Cloud, 1890

Notte a Saint-Cloud, 1890

Formazione cristiana

Nel 1879 Edvard Munch iniziò a frequentare un istituto tecnico per studiare ingegneria, disciplina in cui eccelleva, ottenendo risultati ottimi in fisica, chimica e matematica. Qui Munch seguì le lezioni dello scultore Julius Middelthun e dell'artista Christian Krohg. A questi anni risalgono anche vari nudi, che però oggi sopravvivono solo nei bozzetti; con tutta probabilità, furono sequestrati dal padre, che considerava l'arte «un empio commercio».

Autoritratto con braccio di scheletro (1895)

Gli ultimi anni

Munch trascorse gli ultimi anni della sua vita nella sua proprietà di 45 ettari di Ekely, a Skøyen, Oslo. Senza sforzo alcuno, inoltre, Munch attirò intorno a sé un gruppo di fanciulle ardenti, che ritrasse come soggetti di numerosi nudi artistici; non è da escludere che l'artista abbia avuto rapporti sessuali con alcune di queste ragazze. Ciò malgrado, le sue energie creative erano esaurite, tanto che riuscì a portare a termine solo una serie di arditi autoritratti

Munch nel 1933

Scandalo a Berlino

Il magnetismo della critica di Krogh fece diventare Munch noto anche in Germania, dove non sfuggì all'intellettuale Adelsteen Normann, che invitò l'artista norvegese a esibirsi a Berlino a novembre. Il clima artistico della capitale tedesca era tuttavia molto teso a causa della contrapposizione tra i tradizionalisti e gli artisti disponibili agli influssi francesi e naturalistici. Gli artisti più aperti alle novità vennero comunque influenzati dalle opere di Munch; fra questi vi fu il poeta August Strindberg, legato al pittore da un saldo vincolo d'amicizia.

Malinconia, 1891

La morte nella stanza della malata, 1893

Il Bacio

IL Bacio è un dipinto a olio su tela, alto 99 e largo 81 centrimeti. I due si abbracciano strettamente, fino a perdere la propria identità, si miscelano in un'unica forma priva di tratti distinti. La coppia misteriosa ritratta in questo dipinto non mostra tenerezza e complicità. I volti sono nascosti nell'ombra di un abbraccio sensuale ma non gioioso. Esposto per la prima volta la pubblico nel 1903 insieme ad una copia della Madonna. Il Bacio oggi fa parte delle collezioni del museo Munch di Oslo in Norvegia.

Il fregio della vita

Nel dicembre 1893 Berlino fu teatro di un'altra mostra di Munch: all'Unter den Linden, infatti, vennero esposte sei opere, facenti parte di una serie detta Studio per una serie evocativa chiamata Amore. Quest'ultima, infatti, la intendeva non come mera arte di decorazione, ma come un approfondimento e chiarimento della propria vita e dei segreti più reconditi dell'animo umano: una sorta di autoanalisi ante litteram. In Sera sul viale Karl Johan , invece, l'ectoplasma de L'urlo lascia il posto ad una massa di uomini borghesi, immersi in un'atmosfera allucinante: gli uomini sono tutti molto pallidi, hanno tutti gli occhi sbarrati.

Il Monte Calvario, noto anche come Golgota, 1900

L'urlo, 1893

Il Bacio alla finestra

Nel 1892, cinque anni prima della stesura del Bacio, Munch aveva eseguito un'altra tela sul medesimo soggetto : si tratta del del Bacio alla finestra.

La giovinezza

Edvard Munch nacque a Løten, in Norvegia, secondo dei cinque figli di Laura Catherine Bjølstad (1838-1868) e Christian Munch (1817-1889): Johanne Sophie, la sorella maggiore con la quale instaurerà un rapporto di grandissimo affetto, Peter Andreas (1865-1895), Laura Catherine (1867-1926) e Inger Marie (1868-1952). Suoi parenti erano anche il pittore Jacob Munch e lo storico Peter Andreas Munch, fratello del padre.

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Il crolo nervoso

Nell'autunno del 1908 le condizioni di salute di Munch si aggravano, a causa della sua dipendenza dall'alcool e di un litigio in un bar nel quale si vide coinvolto. Sotto le sue cure devote Munch migliorò la salute del suo corpo e del suo spirito; la degenza durò otto mesi, e nel 1909 l'artista poté fare ritorno in Norvegia. I disturbi nervosi, tuttavia, erano sempre dietro l'angolo: ne era consapevole il dottor Jacobson, che raccomandò al paziente di «frequentare solo buoni amici, e di evitare di consumare alcolici in pubblico».

Munch nel 1912

Munch nel 1933