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MACHIAVELLI TASSO ARIOSTO
VITTORIA MESSINA
Created on January 14, 2024
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Transcript
Ariosto, Tasso e Machiavelli
opere e pensiero
Indice
MACHIAVELLI VITA E PENSIEROPOLITICO
CONFRONTO TRA LAGERUSALEMME LIBERATA E L'ORLANDO FURIOSO
Pag. V
Pag. III
DIFFERENZA TRA TASSO ED ARIOSTO
IL PRINCIPE
Pag. VI
Pag. IV
CONFRONTO TRA LAGERUSALEMME LIBERATA E L'ORLANDO FURIOSO
01
Nel confronto tra "Gerusalemme Liberata" di Tasso e "Orlando Furioso" di Ariosto, entrambe sono opere epiche italiane rinascimentali che trattano temi cavallereschi. Tasso si distingue per uno stile più controllato e una trama più focalizzata sulla Crociata, mentre Ariosto è noto per la sua narrazione più caotica e fantasiosa. Il poema di Ariosto è scritto in ottave e ha uno scopo celebrativo rivolto alla casata Estense. Presenta una forma aperta e priva di schemi precostituiti, dominata dalle azioni e dai comportamenti umani ma soggetta anche al caso. Per Ariosto le vicende cavalleresche e le questioni amorose hanno pari importanza e dignità: vengono messi in risalto i valori individuali e soggettivi. Più tradizionale è invece il poema di Tasso,anch'esso composto in ottave ma avente struttura chiusa: l'oggettività ha più valore della soggettività, e i valori collettivi cono più importanti di quelli individuali.
DIFFERENZA TRA TASSO E ARIOSTO
02
Per quanto riguarda l'accordo corziale, va notato che Tasso era più incline a conformarsi ai dettami dell'accademia e aderiva a norme più rigide rispetto all'originalità di Ariosto. Anche il rapporto con la corte è vissuto in modo diverso dai due autori: mentre Ariosto ha vissuto la corte mantenendosi al servizio del Signore ma cercando allo stesso tempo di conservare la sua dignità e la sua dipendenza,
03
MACHIAVELL, VITA E PENSIERO
La cultura umanistico-rinascimentale mise al centro della propria riflessione l'uomo con vita associata e la politica. La nuova cultura vedeva la politica come prodotto esclusivo dell'attività umana. In questo periodo un contributo fondamentale lo diede Machiavelli che nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia di antica tradizione, ebbe un'educazione umanistica e alimentata dallo studio dei classici e dall'esercizio delle virtù civili.
Ne il Principe Machiavelli mise a frutto la sua esperienza come segretario della Repubblica di Firenze, carriera interrotta per la restaurazione della signoria dei Medici. Egli intende parlare dell'uomo e della politica non come dovrebbero essere bensì come sono di fatto e dunque oggetto della sua analisi è la verità effettuale che si contrappone alle utopie e che descrive la realtà politica.
04
IL PRINCIPE
Machiavelli descrive il principe perfetto, ma i tratti che lo caratterizzano non sono per lui né la virtù morale né la pietà religiosa. Il principe deve avere una natura ibrida, metà umana e metà ferina e deve essere disposto a rinunciare alla propria umanità qualora le esigenze della politica lo rendano necessario. La componente animalesca dev'essere sia volpe che leone a seconda che le esigenze richiedano l'utilizzo dell'astuzia o della violenza. Per il principe deve essere più importante apparire pio piuttosto che esserlo veramente a causa dell’importanza politica della costruzione del consenso. Per Machiavelli la religione ha il compito di unire la società fornendole valori comuni per l'intera collettività ma prende comunque le distanze dal cristianesimo che induce secondo lui gli uomini alla sottomissione. Nel Principe Machiavelli fornisce al politico anche una serie di suggerimenti concreti. Secondo lui nell'attività di governo non è sempre possibile procurare benefici ai sudditi anzi molto spesso bisogna compiere azioni loro sgradite e queste, andrebbero compiute rapidamente così che i governanti abbiano la possibilità di dimenticarsene. I benefici devono essere invece diluiti nel tempo per mantenerne vivo il ricordo. Le azioni sgradite ai sudditi devono essere affidate ai collaboratori del principe cosicché egli possa prenderne le distanze riservando a sé gli atti di governo che aumentino il consenso del popolo. Per il principe sarebbe meglio essere sia temuto sia amato ma se le circostanze costringono a scegliere tra le due opzioni sarebbe preferibile essere temuti, perché la fedeltà dei sudditi è meglio garantita dalla paura verso il sovrano che dall'affetto che possono nutrire nei suoi confronti. Il principe, una volta assunta la decisione, deve metterla in atto con rapidità e senza dilazioni perché l'incertezza lo lascerebbe in balia di avversari più determinati di lui. Per sconfiggere gli avversari inoltre non bisogna farsi scrupolo della parola data che va mantenuta solamente se conveniente. La concessione di Machiavelli non è né immorale né amorale ma secondo lui vi e un'autonomia della politica dalla morale individuale e inoltre l'agire politico ha una propria morale che è quella del mantenimento del bene comune. Ogni mezzo che sia funzionale al conseguimento dello scopo proprio dell'azione politica deve essere considerato lecito: “il fine giustifica i mezzi”. Un politico accorto sa scegliere consapevolmente i mezzi necessari.