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I fenici

Rosita Falotico

Created on January 10, 2024

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Transcript

i Fenici

PRESENTATION

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Indice

05. i commerci

01 . Una terra sottomessa

06. L'invenzione dell'alfabeto

02. Il territorio dei fenici

07. la decadenza delle città fenice

03. la piramide sociale dei fenici

04. le tecniche di navigazione

Una terra sottomessa

La terra di Canaan (la regione siro-palestinese bagnata dal Mediterraneo orientale) finì sotto il dominio dalle civiltà fluviali che la circondavano cioè gli egizi e i mesopotamici. Questo accade a causa dell'incapacità di ottenere grandi risorse agricole e la mancanza di un governo unitario. I popoli imposero ai cananei pesanti tributi e li obbligarono a cedere la loro unica ricchezza: il legno di cedro fondamentale per costruire le navi. tra il II e il I millennio a.C. altri popoli si stanziarono nella regione dedicandosi all'agricoltura, alla pastorizia, alla pesca e al commercio, Questi erano i Fenici nella parte costiera settentrionale, i filistei e gli ebrei in quella meridionale

il territorio dei Fenici

Intorno al 3000 a.C. la terra di Canaan era abitata dai Phòinikes, cioè i Fenici. Questo termine deriva dal greco phòinix porpora e alludeva all'abilità di questa popolazione di tingere tessuti di colore porpora. I Fenici erano famosi anche per un'altra elaborazione tessile ricavata dal bisso, cioè i filamenti semi fluidi che un grande mollusco La Pinna nobilis utilizza per attaccarsi alla sabbia. I Fenici non crearono mai uno stato unitario, le loro città sorgevano vicine l'una all'altra sulla costa libanese erano indipendenti ed erano governati da un re, Il signore assoluto della città, che governava in nome del dio.

Piramide sociale dei Fenici

Il re

La Fenicia non ebbe mai unità politica, cioè non costituì mai un unico stato: ogni città si governava per conto proprio. Generalmente aveva a capo un re, il signore assoluto della città, che governava in nome del dio. Dopo il re c'erano i funzionari che lo aiutavano nelle decisioni e i mercanti, importanti per l'economia. Poi c'erano gli agricoltori, i marinai e i pastori, Nell'ultimo gradino della scala sociale c'erano gli schiavi

Funzionari e Mercanti

Agricoltori, Marinai, Contadini e Pastori

Schiavi

Le tecniche di navigazione dei Fenici

I Fenici sfruttando la propria posizione geografica. impararono a navigare e ottennero il monopolio del commercio marittimo nel Mediterraneo. I Fenici infatti non praticavano solo la navigazione di cabotaggio ma anche i mare aperto e furono i primi a imparare a navigare di notte. A essi si deve la scoperta dell'importanza per l'orientamento dell'Orsa Minore e della stella polare. Vieni raccontato dallo storico greco Erodoto un episodio (che però non si sa se è accaduto veramente) che testimonia la loro impresa di circumnavigare l'Africa un viaggio durato 3 anni partiti dalla penisola arabica.

I commerci

I Fenici esportavano tessuti color porpora e legno di cedro in tutto il Mediterraneo e importavano manufatti di lusso, avorio e oro, prodotti agricoli, spezie, profumi, materie prime, bestiame e schiavi. I mercanti fenici, poi, rivendevano le merci importate nei mercati esteri o in patria. Gli artigiani fenici erano molto apprezzati per i loro manufatti. Un caso particolare è la lavorazione del vetro: sebbene già praticata in Egitto, è ai Fenici che si deve il perfezionamento della tecnica del vetro soffiato. I Fenici fondarono delle colonie in diverse zone del Mediterraneo. Ogni colonia era munita di un porto, un tempio, che fungeva anche da luogo d’incontro per i commerci, e un magazzino. Alcune di queste colonie divennero del tutto indipendenti dalla madrepatria. Il caso più emblematico è sicuramente quello di Cartagine.

L'invenzione dell'alfabeto

Viaggiando per il Mediterraneo, i mercanti fenici, diffondevano anche il loro patrimonio culturale, come le tecniche di costruzioni navali e l’ alfabeto nato dall’esigenza di poter tener conto dei commerci. Alla fine del II millennio a.C. i Fenici elaborarono un alfabeto composto da 22 segni consonantici. Non vi erano segni per le vocali. L’alfabeto fonetico, in cui ogni segno rappresenta un suono diverso, fu un’invenzione rivoluzionaria, rese la scrittura più facile rispetto a tutte le altre forme sperimentate fino ad allora e aperta a tutti: la scrittura cuneiforme sumerica e la scrittura geroglifica egizia erano più complesse e dunque riservate ai soli scribi. Grazie all’attività mercantile dei Fenici, l’alfabeto si diffuse in tutto il Mediterraneo, fu assimilato da altre civiltà e diede vita, tra gli altri, agli alfabeti ebraico e arabo. L’alfabeto fenicio fu poi ripreso dai Greci, che inserirono le vocali e altre lettere che riproducono suoni mancanti nella loro lingua, e diede origine anche ai sistemi di scrittura etrusco e latino.

La decadenza delle città fenice

La prosperità delle città fenicie cominciò a declinare già a partire dall’VIII secolo a.C. Nel 732 a.C. i Fenici subirono la conquista da parte degli Assiri del sovrano Assurbanipal. La città di Tiro dovette versare pesanti tributi e fornire le proprie navi alla potenza nemica in caso di bisogno.

Nel 605 a.C. l’esercito babilonese comandato da Nabucodonosor II sottomise l’intera regione siro-palestinese. La città di Tiro fu espugnata dopo ben tredici anni d’assedio e i Fenici furono deportati a Babilonia e ridotti in schiavitù.

Nel 539 a.C., i Persiani guidati da Ciro II il Grande marciarono su Babilonia e la assediarono. I Fenici, liberati così dall’oppressione babilonese, divennero fedeli alleati dei Persiani e le loro navi costituirono il nucleo principale della flotta persiana.

Dopo poco più di due secoli, il sovrano macedone Alessandro Magno annientò la forza persiana e conquistò il dominio sulla regione siro-palestinese. Alessandro non pretese tributi dai territori e dalle città assoggettate, ma ne sfruttò l’importanza economica e culturale, facendone dei poli d’attrazione per i coloni greci e macedoni.

Fine

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La porpora è una sostanza colorante di tinta rossa violacea ottenuta dalle secrezioni di alcuni “molluschi marini” del genere murex. Il murice è un comune del bacino del Mediterraneo, la cui conchiglia è caratterizzata da un lungo gambo e da protuberanze appuntite sul corpo. Per ottenere questa sostanza colorante, gli artigiani fenici avevano sviluppato una tecnica ben definita: si pescavano dai fondali grandi quantità di conchiglie, utilizzando reti con esche di pesce. I molluschi così raccolti venivano riversati in grandi vasche, nelle quali si frantumava la conchiglia. La polpa del mollusco, miscelata con acqua marina e pressata, veniva poi bollita per alcuni giorni in contenitori di piombo fino a ottenere il colorante. A quel punto non rimaneva che immergere le stoffe nel liquido e farle quindi asciugare al sole. Tutto il processo di lavorazione avveniva al di fuori dei centri abitati, a causa del cattivo odore che la macerazione dei molluschi emanava. Ancora oggi nei siti archeologici fenici sono visibili grossi accumuli di conchiglie frantumate, traccia dell’antica attività di lavorazione.