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Aulularia
Lorena Arcopinto
Created on January 4, 2024
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Transcript
AULURARIA
L'autore
Aulularia "Commedia della Pentola" è una commedia di Plauto.Tito Maccio Plauto (Sarsina tra il 255 e il 250 a.C. – Roma, 184 a.C.) è stato un commediografo romano. Fu uno dei più importanti autori dell'antichità latina e l'autore teatrale che più influenzò il teatro occidentale. Egli fu esponente del genere teatrale della palliata, il cui nome deriva dal pallio (in latino pallium) abito nazionale greco, indossato dagli attori di questo genere. Plauto ha un prenome e due cognomi ovvero "soprannomi". Maccius infatti rimanda alla maschera dell'Atellana ("Maccus", il matto); Plautus, invece, o al fatto che avesse i "piedi piatti", oppure per il fatto che recitasse scalzo. Nel I sec. a.C. circolavano 130 commedie plautine, fu Varrone a individuarne 21 certamente autentiche. Le commedie possono essere suddivise in cinque gruppi: dei Sosia: il cui effetto comico si basa sullo scambio di persona, dello specchio e del doppio; dell’Agnizione: nel gran finale della commedia avviene un riconoscimento improvviso ed imprevedibile dell'identità di un personaggio che cambia l’esito della storia; della beffa: in cui si organizzano scherzi, truffe e beffe, solitamente da parte di un servo astuto; del romanzesco: dove compaiono i temi dell'avventura e del viaggio; dei Caratteri: contenenti una rappresentazione esagerata di un personaggio, come l’avaro, lo stupido o il soldato spaccone.
La trama
In questa commedia si parla di un vecchio dal nome Euclione che ha scoperto sotto terra nella sua abitazione una pentola piena d'oro e vive con il terrore che essa possa essere rubata. Sospetta della sua vecchia serva Stafila e del suo ricco vicino Megadoro, che gli chiederà in sposa sua figlia Fedria, secondo Euclione una strategia per rubare il suo oro. L'avaro accetta, precisando che Megadoro prenderà Fedria in sposa solo se pagherà tutte le spese della festa di nozze. Euclione non sa che sua figlia è stata violentata da Liconide, nipote di Megadoro; è rimasta incinta e Liconide vorrebbe sposarla. Per sicurezza, Euclione decide di spostare la pentola d'oro; il servo che lo ha seguito, Strobilo, ruba la pentola e la nasconde in casa di Megadoro. Liconide, con l'aiuto della madre, ottiene da Megadoro il consenso a chiedere in sposa Fedria. Quando va a parlare con Euclione, tuttavia, il vecchio è disperato perché si è accorto della sparizione della pentola, e tempesta di domande Liconide, il quale pensa che il vecchio stia parlando di sua figlia e della sua gravidanza. Strobilo, infine, offre la pentola a Liconide, cercando di comprarsi la libertà, ma il padrone gli ordina di restituire il tesoro ad Euclione. La storia si conclude così, perchè la vera fine dell’opera è andata persa col tempo. Però si presume che Liconide abbia restituito il vaso ad Euclione, ottenendo la mano della sua amata Fedria.
La struttura
La commedia si apre con un prologo, una scena introduttiva, che precede un'opera teatrale, al quale seguono cinque atti, l’ultimo dei quali si interrompe dopo poco più di venti versi. Per questo si tratta, dunque, di una commedia mutila del finale.
I personaggi principali
Euclione: protagoinsta, rappresenta la tipica maschera del vecchio avaro; questa sua caratteristica principale è ingigantita per renderla comica in quanto il personaggio assume i tratti di pura pazzia. La gelosia che ha per la sua pentola lo porta a diffidare di ogni persona che incontra e nei suoi dialoghi dimostra anche di avere un'indole violenta con chiunque si frapponga tra lui e il denaro. Mostra caratteristiche che appartengono a tutti gli uomini: la paura della povertà, la diffidenza nei confronti degli estranei e l'attaccamento al denaro. Megadoro: questo personaggio è messo in confronto a Euclione in quanto sono entrambi di età avanzata, ma hanno un rapporto del tutto differente con il denaro. Euclione è povero e avaro; Megadoro è invece benestante e non si fa riguardi a spendere. Liconide: è il personaggio tipico delle commedie plautine: il giovane coinvolto in una avventura amorosa e in lotta con avversari tipici come in questo caso il vecchio avaro. E’ coraggioso, ma anche impetuoso. Tuttavia anche lui si serve della furbizia per ottenere cio’ che vuole e ama. Proprio grazie alla sua onesta’ e sincerita’ riesce a conquistare Fedria. Strobilo: è il servo di Liconide. Le sue doti di arguzia e furbizia gli permettono di farla franca all'avversario del padrone per potere sperare di riacquistare la libertà.
I personaggi secondari
Lare Familiare: ha la funzione di introdurre lo spettacolo con il prologo ed è il simbolo del calore e della sicurezza familiare. Gioca con i personaggi per insegnargli i valori giusti e morali della vita. Stafila: è la vecchia serva di Euclione, curiosa, petulante ma comunque servizievole e operosa. Eunomia: pur essendo un personaggio abbastanza marginale è di grande importanza per lo svolgersi dei fatti. Prima si mostra una affettuosa e premurosa sorella poi al figlio rivela di volerla vinta con il fratello. Congrione e Antrace: sono i due cuochi incaricati dei preparativi per le nozze, hanno funzione marginale e danno il loro contributo nel rendere ilare e divertente la commedia. Fedria: è il nome che si riferisce alla fanciulla. Dal punto di vista della storia, il suo ruolo è il centro di tutta la commedia, ma dal punto di vista teatrale non compare mai in scena. Ella è il simbolo della bontà, condotta dall’amore e dai sentimenti, non dalla ricchezza.
Commedia dei caratteri
L'Aulularia è una commedia dei caratteri in cui la caratterizzazione dei personaggi assume un peso rilevante nella costituzione dell'opera teatrale. Euclione, infatti, non è rappresentato solo con una caricatura, ma l'autore gli attribuisce, nei meccanismi psicologici, se pure ingigantiti, i desideri e le tentazioni umane quali: l'attaccamento al denaro e la paura verso gli estranei.
I temi principali
La commedia presenta due temi: quello dell’avarizia del protagonista, che rischia di guastare ogni suo rapporto umano e quello dell’amore tra i due giovani. Il protagonista per mezzo della pentola d’oro si trasforma in un uomo sospettoso, egoista, avaro ed avido. L’avidità’ regna la sua anima a tal punto che la ricchezza diventa piu’ importante della sua felicita’ e del suo amore paterno. Lui è un esempio perfetto di tutto cio che ci puo’ capitare se siamo concentrati solo sulle cose materiali. Lui infine ottiene la sua pentola d’oro ma rimane da solo, abbandonato da tutti. Fedria e Liconide sono innamorati, ottengono un bambino e si suppone che alla fine si sposino. Sono pronti a rinunciare a tutto il bene materiale per poter stare insieme. Lo scopo di Fedria è giusto e benevole per cui viene aiutata dagli dei. A Liconide non importa che lei è povera e che suo padre intende dargliela senza dote, è determinato a conquistarla, a sposarla e a spendere la sua vita con lei e con il loro bambino.
Il metateatro
In questa commedia è presente il metateatro, ovvero il “teatro dentro il teatro”. E' il protagonista che lo mette in atto, facendo partecipare il pubblico alla sua disperazione, e quindi facendo entrare tutti all’interno della commedia. Essendo però il teatro plautino tutto irreale e finto, dove la realtà è stravolta, si dice che l’intera commedia è metateatro.
Euclione: (verso gli spettatori) "Voi, vi supplico! Venite in mio aiuto, vi prego, vi imploro, indicatemi l’uomo che me l’ha rubato"
Lare: "Non state a domandarvi chi sono: ve lo dirò in due sole parole. Sono il Genio della casa da cui mi avete visto uscire"
Elementi di comicità
L’autore ricorre spesso a giochi di parole, probabilmente per far sembrare la storia ancora più enigmatica, oppure per creare confusione nell’interlocutore. Fa spesso uso di un linguaggio volgare, scurrile, per creare il riso tra il pubblico. Risulta caricaturale e aggressivo, ed è presente molta mimica.
Euclione: "Ma lo so, lo so io come sono imbrogliate le carte, voialtri: il patto non è un patto, il non patto è un patto, così come vi gira."
Antrace: "E la bocca di sotto? Se la tappa anche quella per non perdere, nel sonno, qualche po' di quel fiato?"
Congrione: "Quanto è bello e pudico questo pubblico lupanare. Se qualcuno volesse, non ti spiacerebbe, neh, di farti aprire di dietro."
Megadoro: "Meglio morire che prender moglie. Però, se proprio vuoi darmene una, io la prenderò, ma a queste condizioni: che arrivi domani e venga portata al cimitero il giorno dopo.
Strobilo: "Per Ercole, lui non ti darebbe nemmeno la fame, se gliela chiedessi in prestito. Tempo fa il barbiere gli aveva tagliato le unghie: e lui li raccoglie, quei ritagli, e se li porta via. Tutti quanti."
Euclione: "Me ne vado via, indignato, perché non c'è nulla che possa com-prare. Ma così li ho fregati tutti, quei puzzoni."
Neologismi
La creatività linguistica raggiunge il vertice nell’invenzione di neologismi. Plauto infatti gioca a combinare radici per creare divertenti nuove parole o forme in cui il greco e il latino convivono.
All’interno dell’Aulularia è possibile notare il neologismo “circumspectatrix”: si tratta di un nomen agentis, cioè di un termine ricavato da una radice verbale per indicare la persona che compie abitualmente o per professione una determinata azione. Nel passo plautino, circumspectatrix viene tradotto solitamente con “spiona”, ma il termine coniato da Plauto dice qualcosa di più preciso: “una che si guarda intorno attentamente e ripetutamente con abilità professionale"
Il teatro dall'antichità ad oggi
Nelle prime civiltà il teatro è legato ai termini di rito e mito. Le prime testimonianze di letteratura drammatica risalgono al VI sec. a.C, sono scritte in versi, seguono una struttura fissa, maschere, cori cantati e i soggetti sono quasi tutti mitici. Ben presto le prime manifestazioni teatrali assunsero carattere profano. Verso l'anno 1000 si sviluppa il teatro sacro e nelle corti feudali nascono intrattenimenti laici e forme di teatro popolare. Successivamente la cultura umanistica porta alla scoperta del teatro classico, infatti nel 500 fioriscono molti testi teatrali su imitazione di quelli antichi. Nel secolo dopo le dimensioni aumentano per accogliere il vasto pubblico: c'è l'orchestra, la platea e un palcoscenico molto vasto. Nel 800 il teatro europeo è dominato dal dramma romantico in cui si esaltano gli ideali dell'epoca e i temi neoclassici, mitologici e romantici si intrecciano. Nel 900 si trattano temi sociali, analisi e caratteri individuali. Il teatro quindi muta e ha come tema l'individuo e il suo io. Inoltre viene introdotto il regista.
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